di Valentina Bennati
comedonchisciotte.org
C’è una buona notizia. Alcune associazioni da tempo impegnate nella tutela della salute si sono unite e hanno costituito la SIM, Società Italiana di Medicina.
Si va quindi formando – e sta crescendo di giorno in giorno – un elenco di medici, odontoiatri e altre figure che si occupano a vario titolo di salute (ad esempio, biologi, psicologi, fisioterapisti) che rivendicano il diritto-dovere di operare in piena libertà e autonomia, senza alcuna pressione, imposizione o condizionamento economico, politico o di qualsiasi altra natura. La appena nata SIM ha, infatti, tre punti fermi: libertà di cura da parte del medico, libertà di scelta del paziente e tenere lontane le interferenze dell’industria farmaceutica.
Sono quattordici al momento gli enti associati tra cui figurano, tra gli altri, AMPAS (Associazione Medici per un’Alimentazione di Segnale), guidata dal dottor Luca Speciani, molto critico, fin dai primi mesi del 2020, verso la gestione politica e sanitaria del nuovo coronavirus; AIMeF (Associazione Italiana Medicina Forestale); AsSIS (Associazione di Studi e Informazione sulla Salute); Mille Medici Per La Costituzione e SOFAI, Società Farmacisti Antroposofi Italiani.
Ma si tratta di una realtà giovane e vivace che sta crescendo rapidamente e che rimane aperta alle adesioni di altre associazioni e singoli nell’intento di formare una rete che abbia sempre maggiore voce e incisività con l’obiettivo finale di promuovere e sviluppare modelli di salute, sanità e cura più umani che tengano in considerazione tutti gli aspetti della persona: fisico, psichico, sociale e spirituale.
Si legge infatti nel Manifesto della SIM:
“Riconosciamo la Medicina basata sulle Prove (EBM) quando si ispira ai principi della prevenzione primaria, della profilassi e della terapia personalizzata, funzionale al mantenimento o al ripristino della salute, intesa come rispetto del fisiologico equilibrio dinamico dei bioritmi circadiani dei sistemi neuro-endocrini. Non accettiamo l’approccio riduzionistico della Medicina Moderna, basata sulla valutazione dell’organo singolo e delle sue funzioni e NON sulle correlazioni esistenti tra l’organo malato e ogni altro organo e di come questi si influenzino tra loro, agendo quindi sulla salute generale del corpo nella sua complessità e interezza. Non consideriamo la Medicina una scienza, ma un’arte che attraverso lo studio dell’anatomia, della fisiologia, della biologia, della biochimica, dell’antropologia, ci permette di conoscere le esigenze funzionali, organiche, psichiche, spirituali dell’essere umano per mantenersi in salute. La medicina è una e ha basi scientifiche, ma richiede anche vicinanza, etica, disponibilità all’assistenza, umanità, empatia, ascolto, competenza, coraggio.”
E ancora:
“Oggi la formazione del medico è sottoposta a forti condizionamenti economici e politici, ed il suo operato è limitato da linee guida stilate da società scientifiche non sempre prive di conflitti d’interessi. Inoltre, l’aggiornamento medico scientifico inerente le tecnologie diagnostiche e i dispositivi sanitari è in parte finanziato direttamente dall’industria farmaceutica.
La sola espressione di dubbi o perplessità viene oggi punita, come se non fosse parte integrante del processo decisionale di cura.
Rivendichiamo dunque il diritto di esercitare il nostro sacro e prezioso lavoro di medici in piena libertà e indipendenza, senza conflitti di interessi e senza dover rendere conto ad entità economiche terze: il nostro obiettivo è e dovrà sempre restare la tutela della salute dell’essere umano: intesa in senso fisico (assenza di malattia), psichico, sociale e spirituale.
I modelli di salute, sanità e cura che intendiamo promuovere e sviluppare devono agire sui determinanti di salute, anche ambientali, socio-economici e culturali, devono privilegiare la cura della persona e non della sola malattia, favorendo un adeguato stile di vita (alimentazione e attività fisica salutari, esposizione alla luce solare, aria pura, ambienti sani, sana socialità) evitando quanto più possibile il ricorso a farmaci, secondo l’antico principio del “Primum non nocere”. Contrasteremo la medicalizzazione della salute, l’invenzione delle malattie e denunceremo i trattamenti inefficaci legati alla sola logica del profitto, lottando per l’indipendenza del sistema sanitario e della ricerca scientifica e contro tutti i conflitti d’interessi.
Dalla lettura del Manifesto emerge anche in modo chiaro la posizione della SIM in tema di obbligo vaccinale, tematica rovente da un anno a questa parte e motivo di scontro e divisione sociale. E la posizione è ovviamente opposta rispetto a quella dell’Ordine dei Medici e degli altri Ordini delle varie professioni sanitarie.
Si legge infatti:
“La protezione della salute collettiva non potrà dunque fare leva su obblighi e costrizioni, che possano contrastare i diritti costituzionali e ogni decisione medica non potrà mai ledere la dignità di ogni singolo individuo e della sua collettività, sia durante la sia vita sia nel momento di accompagnamento alla morte.
Rivendichiamo dunque, insieme a tutti gli altri operatori sanitari, senza i quali il nostro lavoro sarebbe impossibile, la nostra dignità di medici, per poter operare in piena libertà e indipendenza di giudizio, senza alcuna costrizione economica, politica o amministrativa, liberi di esprimere i nostri dubbi e di ampliare le nostre conoscenze sulle cure, con l’obiettivo primario di tutelare la salute dell’essere umano.
Rifiutiamo di asservire il nostro lavoro agli interessi economici o sociali dell’industria o della politica, impegnandoci invece al pieno rispetto della libertà di scelta di cura.”
Infine l’invito ad altre associazioni che condividono il manifesto ad aderire per dare vita, tutti insieme, a forze e risorse sinergiche in grado di superare l’attuale pressione degli obblighi istituzionalizzati e dei protocolli ufficiali e gli abusi perpetrati dagli ordini professionali:
“La Società di Medicina accoglierà i singoli operatori e le Associazioni che vorranno impegnarsi in questo processo di cambiamento, di ricerca, di formazione, di cura dei singoli cittadini e di tutta la popolazione.”
Sì, quel che serve adesso è, appunto, UNIRE LE FORZE perché c’è molto da fare e da cambiare e i singoli e le stesse associazioni da sole, per quanto ricche di iscritti, non sono forti abbastanza.
In questi tempi di deriva autoritaria, ricattatoria e liberticida ci vuole una rete ben organizzata di enti e soggetti che siano in grado di lavorare all’unisono con obiettivi concreti, chiari e condivisi.
Quel che serve adesso è anche LA POSSIBILITA’ DI UN CONFRONTO LIBERO E SERENO adatto allo scambio di conoscenze medico-scientifiche, ma anche di cultura a 360°. Infatti, solo attraverso un dialogo rispettoso tra le diverse esperienze nel campo della medicina e l’interazione con altre scienze e ambiti del sapere, è possibile costruire una vera cultura della salute.
Quello della neonata SIM non sarà un percorso facile, ma gli intenti sono ottimi e le potenzialità importanti si intravedono. Chi è interessato può trovare QUI maggiori informazioni ed eventuali contatti.
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