DI AZIZ HUQ
Tom Paine
Sei mesi dopo che il Congresso approvò il Military Commissions Act (MCA) nel 2006, i legislatori si riproposero di porre rimedio al danno fatto alle libertà civili – molte promesse ma pochi atti.
Come prova che le elezioni come le emergenze siano le cause di cattive leggi, il Congresso approvando l’MCA ha messo insieme in fretta e furia una serie di norme che hanno di fatto eliminato la supervisione dell’esecutivo nelle operazioni di contro-terrorismo.
In particolare il Congresso ha reso più semplice la detenzione di persone senza sottoporle ad un adeguato e giusto processo teso a stabilire che cosa avessero realmente fatto.
E’ stata inventata la categoria di “combattente nemico illegale”, che può dare origine ad una detenzione senza fine [1]. E non serve concedere ai detenuti di impugnare in un tribunale la loro detenzione esecutiva, se il governo la può decidere con giustificazioni adeguate, scarse o per nessuna ragione.E senza dimenticare il sistema delle “commissioni militari” istituite per casi di terrorismo che cercano le prove con la “tortura”. Ma forse la parte più immediatamente dannosa dell’MCA è l’assalto frontale al principio della legalità: un attacco all’habeas corpus , quel rimedio legale storicamente impiegato contro una detenzione illegale da parte del potere, il rimedio che permette ad un prigioniero di andare in tribunale e chiedere che l’esecutivo dimostri che la sua detenzione è legale. [2]
L’Habeas ha una lunga storia. All’inizio, era intimamente legato al progetto di frenare un incontrollabile potere esecutivo: e questo è uno scopo che è tanto importante oggi quanto lo era secoli fa.
Ciò che gli Stati Uniti hanno ereditato dal sistema legale britannico era la tradizione di resistere agli abusi del potere esecutivo. Questa tradizione trova la sua base in un contratto chiamato Magna Carta, siglato nel 1215 a Runnymede, sebbene sia più accurato farla risalire agli inizi del 1600 e alle risposte parlamentari al primo Stuart, re James I.
Il giovane re scozzese James reclamava la paternità di un libro intitolato “La Vera Legge delle Libere Monarchie”.
Dice James: “Il re è giustamente chiamato dio; perché la sua attività assomiglia il potere divino sulla terra. Perché se prendi in considerazione gli attributi di Dio, ti accorgerai come si accordano nella persona di un re”.
(Suona familiare? Dovrebbe. L’attuale amministrazione si è esplicitamente richiamata alla pratica monarchica pre-rivoluzionaria nel giustificare il proprio approccio alla legge costituzionale).
Fu il figlio di James, Charles I, che varcò la linea estendendo questo principio del potere assoluto alle libertà fisiche dei suoi sudditi (in un caso chiamato caso Darnell). La reazione del Parlamento fu rapida. Nel 1640, infatti esso rispondeva con una difesa legale nell’habeas corpus — un diritto ad impugnare la detenzione disposta dall’esecutivo.
Oggi, riavere l’habeas è importante perché il ramo esecutivo afferma tuttora di stare sopra la legge. Questi provvedimenti smantella-habeas si possono mettere a fuoco con un esempio: Guantanamo.
Questo preoccupante complesso carcerario è stato aperto all’inizio del 2002, e rapidamente riempito di persone sequestrate sui campi di battaglia in Afghanistan – e da altri luoghi remoti come la Bosnia, la Tailandia, e il Gambia. In genere, nel condurre campi di detenzione in periodo di guerra, i militari cercano di separare pastori innocenti dai pericolosi combattenti.
Ma la Casa Bianca ha invece deciso che era facoltà del Presidente dichiarare che chiunque era detenuto era un nemico combattente – senza alcuna distinzione individuale delle singole posizioni. La dichiarazione del presidente, stilata in un ordine redatto nel febbraio 2002, non fu uno sforzo riflessivo sulla realtà. Fu un “è così perché lo dico io”. Fu in altre parole un’affermazione del potere unilaterale per stabilire la realtà dei fatti.
Come risultato, i militari non hanno mai dovuto giustificare le loro detenzioni; non hanno mai dovuto stabilire persino a se stessi se avevano nelle mani le persone giuste. Molto più facile dire che Guantanamo conteneva il peggio del peggio. Di gran lunga più facile sostenere che i tribunali federali non avevano alcun potere di giudicare i casi di Guantanamo – una tesi respinta dalla Corte Suprema nel 2004. Molto più semplice metter su finti tribunali per approvare a occhi chiusi praticamente ogni decisione sulle detenzioni (cosiddetti CSRT) [3] piuttosto che giustificarle. E di gran lunga più facile andare al Congresso, non una, ma due volte, per far approvare leggi che rappresentano una deroga all’antico rimedio dell’habeas corpus che dover spiegare ad una corte federale lo spedito uso del potere esecutivo al fine di privare individui della loro libertà senza alcuna spiegazione.
Il risultato è l’imbarazzo degli USA nei confronti del mondo per queste detenzioni, un potente simbolo di reclutamento per al Qaeda, per non ricordare le decine di milioni di dollari buttati via per trattenere un gruppo di prigionieri, probabilmente e in gran parte innocenti.
Ristabilire l’habeas è un passo per riportare il governo sotto la legalità, e dovrebbe essere una priorità del Congresso se vuol essere devoto ad una reale sicurezza, piuttosto che lo spettacolo di un’azione vigorosa che fa tutto fuorché tenerci nella sicurezza.
Ciononostante, mentre si profila la possibilità di un voto per ristabilire l’habeas, vale la pena di essere vigili sui mezzi con cui l’amministrazione potrebbe ancora cercare di sganciarsi dalle proprie responsabilità. Questo governo si è dimostrato veramente agile nell’evitare serie risposte alle sue pessime decisioni, e non possiamo certo sperare che inizi a farlo oggi. Ci sono tre cose su cui vigilare.
Primo, una volta restaurata la funzione habeas nelle corti federali, chi ha il potere di rivedere le posizioni singole dei detenuti? I fatti vanno analizzati profondamente quando la questione fondamentale è stabilire chi è un pastore e chi un combattente. Ma i CSRT stabiliscono la verità – ratificano detenzioni lunghe e senza giusta causa. Qualsiasi legge che non permettesse alle corti federali di svolgere tutto quello che è possibile per appurare i fatti sarebbe fondamentalmente viziata.
Secondo, chi può essere detenuto? Qualunque nuova legislazione deve essere scrupolosamente analizzata per determinare se incidentalmente finisce con l’espandere l’autorità dell’esecutivo di disporre le carcerazioni.
Ed infine, la legislazione cancellerà in qualche modo la teoria di un vasto potere esecutivo, proferito energicamente dall’amministrazione? Perché la visione di un potere senza fine non è uscita di scena. Al contrario, è la ragione per cui questa amministrazione fa ogni sforzo per proteggere da un eventuale riesame le proprie decisioni: ha paura che un tribunale possa non solo annullare un’errata decisione, ma anche invalidare la pericolosa teoria del potere illimitato dell’amministrazione.
L’Habeas deve essere ristabilito. Vista la sua inattività negli ultimi sei mesi, il Congresso ha mostrato di non avere ancora compreso che la politica della sicurezza che non consideri la responsabilità non ci rende più sicuri, caso mai lede gli innocenti. E’ un problema che deve essere compreso – e deve essere compreso oggi.
Aziz Huq dirige il Liberty and National Security Project al Brennan Center for Justice. E’ co-autore di Unchecked and Unbalanced: Presidential Power in Times of Terror, e ha ricevuto il Carnegie Scholars Fellowship 2006
Aziz Huq
Fonte: http://www.tompaine.com
Link: http://www.tompaine.com/articles/2007/05/14/habeas_corpus_evaporating.php
14.05.2007
Traduzione a cura di www.comedonchisciotte.org
Note del traduttore:
[1] Può essere definito nello stesso modo e detenuto a tempo indefinito anche qualunque cittadino statunitense, non solo gli stranieri. Potrebbero incorrere in tale “definizione” coloro ad esempio che donano denaro per beneficenza ad una associazione in qualche modo legata alla lista di Bush delle “organizzazioni terroristiche” o coloro che vengono spiati dai servizi o dalle forze dell’ordine a parlare contro le politiche del governo.
[2] Il Congresso ha il potere, stabilito dalla Costituzione, di sospendere l’habeas corpus solo in tempi di ribellione o invasione del proprio territorio.
[3] I CSRT (Tribunale per l’accertamento dello status di combattente) sono organi istituiti dall’amministrazione Bush nel 2004 per accertare lo status di “combattente nemico” di tutti i detenuti di Guantánamo Bay, molti dei quali a quell’epoca si trovavano nel centro di detenzione già da più di due anni, senza accusa né processo. Ogni CSRT è composto da tre militari che, nel formulare il proprio giudizio, possono basarsi su prove segrete o estorte mediante l’uso della tortura o di altri maltrattamenti. I detenuti non possono avere assistenza legale né chiamare a deporre testimoni e sono considerati “combattenti nemici” a meno che non riescano a dimostrare il contrario. (da www.chiudereguantanamo.it/news.php?news=39)
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