Gli USA ”scaricano” la Turchia dal Programma F-35

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ULSON GUNNAR
journal-neo.org

La Turchia è stata ufficialmente “scaricata” dal programma del velivolo multiruolo da combattimento F-35.

Il velivolo da combattimento multiruolo F-35, prodotto dalla Lockheed Martin, azienda del comparto della difesa statunitense, fa parte di un massiccio programma di armamenti che supera i mille miliardi di dollari. Un singolo aeromobile può arrivare costare oltre 100 milioni di dollari, più del doppio del nuovo Su-57 russo ed è di gran lunga più costoso di altri aerei russi, cinesi ed europei già operativi.

Questi costi da record non si traducono, in ogni caso, in prestazioni da record. L’F-35 ha già avuto la sua giusta dose di problemi di sviluppo e, anche se fossero risolti definitivamente, nulla di quello che l’F-35 è stato pubblicizzato essere in grado di fare giustificherebbe un prezzo già salito alle stelle.

È incredibile quindi che qualcuno si sia messo in fila per comprarlo, per non parlare del gran numero di nazioni che già lo hanno fatto.

Reuters in un vecchio articolo intitolato “Gli 11 paesi che si pensa possano acquistare il caccia F-35“, scriveva:

La Lockheed sta sviluppando tre varianti dell’aereo per le forze armate degli Stati Uniti e degli otto paesi partner che hanno contribuito a finanziare lo sviluppo del progetto: Gran Bretagna, Australia, Italia, Turchia, Paesi Bassi, Danimarca, Norvegia e Canada.

Anche Corea del Sud, Giappone e Israele hanno ordinato il jet.

Da allora, tuttavia, ci sono state opposizioni da parte del pubblico in alcune nazioni che, come il Canada, si stanno facendo carico dei costi di sviluppo, anche se alla fine non compreranno affatto gli F-35, secondo la CBC.

Nonostante titoli come quello della BBC, “Gli Stati Uniti rimuovono la Turchia dal programma del caccia F-35,” è la stessa Turchia che, probabilmente, trae i maggiori benefici dalla sua “rimozione.” Altri titoli dei media mainstream hanno usato i termini “estromessa“, “buttata fuori,” o anche “espulsa“, ma sarebbe più appropriato dire che [la Turchia] quel programma lo ha “schivato.”

Che cosa se farebbero comunque nazioni come Gran Bretagna, Australia, Italia, Turchia, Paesi Bassi, Danimarca, Norvegia, Canada, Corea del Sud, Giappone e Israele degli F-35?

Gli Israeliani sarebbero già in possesso del nuovo velivolo. Hanno persino riferito di averlo utilizzato nei loro attacchi contro la vicina Siria. Tuttavia, Israele ha usato l’aereo principalmente per attacchi da lontano, temendo le difese aeree siriane, nonostante il profilo apparentemente furtivo degli F-35.

Anche se la Gran Bretagna non è avversa ad atti di aggressione militare illegale, come i suoi amici israeliani, le altre nazioni non hanno praticamente alcun ruolo per l’F-35 che i velivoli attualmente in loro possesso o, eventualmente, piattaforme più recenti e più economiche non possano facilmente ricoprire.

Quindi, prima di tutto, perché queste nazioni si sono messe in fila comprare gli F-35? C’è qualche precedente storico che possa aiutarci a spiegare perché gli straordinariamente costosi, ma non così straordinariamente efficienti aerei da combattimento della Lockheed Martin abbiano avuto un così grande successo finanziario?

Si, c’è.

L’F-104 Starfighter della Lockheed: volare con le ali e con le bustarelle

Questo precedente storico è di una rilevanza notevole. Non solo riguarda un aereo da combattimento astronomicamente costoso, poco performante ed essenzialmente non necessario, ma era anch’esso costruito dalla Lockheed ed era stato imposto agli alleati americani dell’epoca, proprio come ora l’F-35.

Si era scoperto che i politici che avevano scelto il Lockheed F-104 Starfighter, nonostante le sue numerose carenze, erano stati semplicemente comprati, letteralmente con casse piene di denaro, com’era successo in Giappone.

Un vecchio articolo del 1976 del New York Times intitolato “Japan’s Watergate: Made in US A” illustrava la pratica commerciale della Lockheed, che era semplicemente quella di comprare i politici locali in modo che scegliessero i loro aerei al posto di quelli della concorrenza, eventualmente anche dopo la ratifica di decisioni ufficiali. Nonostante  nell’articolo si parli solo degli aerei di linea commerciali della Lockheed, anche  l’F-104 Starfighter era stato coinvolto in quello che, in seguito, si sarebbe rivelato un enorme racket di corruzione multinazionale da svariati milioni di dollari (miliardi di oggi).

La corruzione potrebbe spiegare perché, nonostante il Canada abbia tentato di ritirarsi dall’F-35, esistano all’interno del paese degli strenui difensori del progetto che chiedono che all’aereo venga data ancora una ulteriore possibilità.

Il Daily Kos, in un articolo più recente, aveva riferito sulla massiccia rete di tangenti della Lockheed all’epoca dell’F-104:

I dirigenti della Lockheed hanno ammesso di aver pagato milioni di dollari in tangenti per oltre un decennio agli Olandesi, a politici importanti del Giappone e della Germania Occidentale, a funzionari e generali italiani e ad altri personaggi di alto livello da Hong Kong all’Arabia Saudita, per convincerli a comprare i loro aerei. Kelly Johnson era rimasto così disgustato da queste rivelazioni che si era quasi dimesso, anche se i maggiori dirigenti della Lockheed implicati nello scandalo e caduti in disgrazia avevano già rassegnato le dimissioni.

Nonostante le evidenti ragioni per non comprare i Lockheed Starfighter, le varie nazioni avevano finito con l’acquistarne in abbondanza. Alla fine, ne sarebbero stati costruiti oltre 2.500. Nel corso della loro storia operativa, [gli F-104] erano riusciti ad abbattere 3 aerei e, presumibilmente, ne avevano costretto un quarto ad atterrare. Invece, centinaia si erano schiantati al suolo [in vari incidenti], la sola Germania Occidentale aveva perso 116 piloti tra il 1962 e il 1984.

Se i fabbricanti di armi statunitensi, come Lockheed, erano tranquillamente riusciti a corrompere personalità ufficiali affinché negli anni ‘50 ‘60 facessero acquistare alle nazioni alleate centinaia di quelle che erano essenzialmente delle “bare volanti,” uccidendo molti più piloti alleati di quanto non avessero mai fatto i loro nemici, quanto sarebbe difficile vendere oggi qualcosa di leggermente meno letale, semi-funzionale ma semplicemente troppo costoso? Abbastanza facile, a quanto pare.

Tra amnesia pubblica collettiva sugli abusi passati della Lockheed, media corporativi che lavorano per i fabbricanti di armi e politici che ricevono milioni di tangenti, la difesa collettiva dell’Occidente non ha mai avuto la possibilità di ottenere capacità belliche convenienti ed efficaci.

La Turchia non è stata “estromessa” dal programma F-35, lo ha schivato

La Turchia, nell’ultimo mezzo secolo, è indubbiamente stata complice delle macchinazioni occidentali. È membro della NATO dal 1952 e, per decenni, ha svolto un ruolo nella destabilizzazione del Medio Oriente e persino di parti dell’Eurasia a favore degli interessi angloamericani.

Più di recente, è servita da trampolino di lancio nella vicina Siria per decine di migliaia di terroristi appoggiati da una coalizione guidata dagli Stati Uniti, che aveva lo scopo di rovesciare il governo di Damasco. Gran parte dell’attuale violenza nella regione dello Xinjiang, in Cina, è dovuta all’intrusione turca, che si unisce agli sforzi degli Stati Uniti per dividere e destabilizzare l’ordine politico di Pechino.

Le forze turche hanno addirittura parzialmente invaso la Siria, trovandosi poi impantanate a combattere gli stessi terroristi da loro sostenuti fino a poco tempo prima e, naturalmente, i militanti curdi, molti dei quali appoggiati dai loro alleati occidentali.

Ankara ha anche visto come gli aerei da combattimento statunitensi, europei e persino quelli israeliani, F-35 compresi, girino in punta di piedi intorno alle difese aeree siriane e russe.

C’è, chiaramente, molto altro dietro le quinte, mentre l’influenza occidentale nel mondo svanisce e le potenze eurasiatiche, come Russia e Cina, emergono sul palcoscenico globale. Gli interessi turchi, nel lungo termine, probabilmente si orienteranno verso una maggiore cooperazione con l’Oriente piuttosto che con l’Occidente.

Ma l’incapacità delle forze occidentali di stabilire una superiorità aerea incontrastata sulla Siria, come avevano fatto praticamente in tutte le guerre del secolo scorso, inclusa la Seconda Guerra Mondiale, non è certo passata inosservata a chi è seriamente interessato alla propria difesa nazionale, corrotto o meno che sia.

Ankara sapeva che se avesse acquistato i sistemi di difesa aerea russi S-400, sarebbe probabilmente stata “scaricata” dal programma dell’F-35, quindi, in realtà, è stata la stessa Ankara a prendere la decisione di abbandonarlo. Acquisirà un sistema di difesa aerea di prim’ordine, che lei stessa ha visto complicare l’intervento militare statunitense nella vicina Siria.

La Turchia si è liberata da un farraginoso e costoso programma di riarmo che avrebbe svuotato le casse dello stato e lasciato le sue frontiere non certo più sicure di quanto non siano al momento. Approfondire le proprie relazioni militari con l’Occidente indebolisce, piuttosto che potenziare, il potere contrattuale di Ankara nei confronti di Washington, Londra o Bruxelles.

Altri analisti hanno avanzato argomentazioni convincenti sul fatto che i sistemi di fabbricazione russa trasferiti in Turchia e utilizzati dalle forze turche daranno ad Ankara una maggiore autonomia dagli Stati Uniti e dalla NATO, che, al contrario, insistono che i sistemi d’arma made in USA siano gestiti dalle truppe statunitensi sotto il comando di ufficiali USA e NATO. Gli Stati Uniti, per esempio, si sono rifiutati di trasferire la tecnologia associata alla loro alternativa all’S-400, il sistema missilistico Patriot. La Russia invece, come parte del suo accordo con la Turchia, trasferirà questa tecnologia.

Mentre alcuni potrebbero sovrastimare significato dell’ultima decisione della Turchia, questo è indubbiamente uno dei molti passi che Ankara sta adottando nel suo spostamento da ovest ad est. Gli Stati Uniti, nel “cacciar fuori” la Turchia da un programma da cui la Turchia non avrebbe tratto alcun beneficio, stanno semplicemente tentando di nascondere tutta la [scarsa] portata della loro influenza calante.

La Turchia continuerà ad essere una nazione a cavallo tra Oriente ed Occidente. Ma è difficile ricordare un altro momento della storia recente in cui l’equilibrio della Turchia fra questi due poli sia stato più delicato.

Possiamo ricordare diversi momenti estremamente rischiosi durante il conflitto siriano, tra cui l’abbattimento [di un caccia-bombardiere russo] e il successivo agguato ai piloti  e ai loro soccorritori e gli appelli, da parte di molti nel pubblico, per una immediata rappresaglia da parte Mosca. Mosca non lo aveva fatto. Aveva invece pazientemente atteso il suo momento e, nel farlo, ha evitato quello che probabilmente sarebbe  stato un confronto sanguinoso, raccogliendo invece questo recente successo.

Quanto sia significativo o minore questo successo, solo il tempo ce lo dirà. Un importante partner della NATO che compra i sistemi di difesa aerea russi mentre partecipa ad un programma di riarmo senza precedenti degli Stati Uniti sembra certamente un fatto significativo.

Ulson Gunnar

Fonte: journal-neo.org
Link: https://journal-neo.org/2019/07/21/us-boots-turkey-from-f-35-program/
21.07.2019
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org

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