Eugenetica, la Quarta Rivoluzione Industriale e lo scontro tra due sistemi

Matthew Ehret spiega cosa aveva causato l'ascesa della perversa scienza conosciuta come "eugenetica" e la sua elevazione al rango di nuova religione scientifica del XIX secolo.

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Matthew Ehret
strategic-culture.org

Il mondo di oggi è stretto tra due possibili futuri: da un lato, un’alleanza multipolare a difesa degli stati nazionali sovrani si è organizzata intorno ad un paradigma di pensiero a lungo termine auspicante ottimismo scientifico e cooperazione reciproca, mentre un paradigma unipolare di governo mondiale di depopolamento e pensiero a somma zero persegue un’agenda di Grandi Reset, pandemie controllate e conflitti.

Ora più che mai è importante cercare di comprendere questi due paradigmi contrapposti e il modo migliore per farlo è entrare nella perversa mentalità degli Architetti del Grande Reset, che oggi stanno spingendo la società verso una “Quarta Rivoluzione Industriale,” in cui l’automazione e l’Intelligenza Artificiale dovrebbero rendere obsoleta la maggior parte dell’umanità. Il filosofo Yuval Harari, star del World Economic Forum, ha più volte descritto questa prospettiva: “La tecnologia può sconvolgere la società umana e il significato stesso della vita umana in svariati modi, che vanno dalla creazione di una classe globale inutile all’ascesa del colonialismo informatico e delle dittature digitali.”

Nel primo articolo di questa serie, ho esaminato la riorganizzazione del movimento eugenetico successiva alla Seconda Guerra Mondiale, che aveva messo in pratica l’auspicio di Sir Julian Huxley di “rendere l’impensabile, ancora una volta pensabile.”

In questo secondo articolo, faremo un salto indietro nel tempo per capire meglio cosa aveva causato l’ascesa di questa perversa scienza conosciuta come “eugenetica” e l’aveva elevata al rango di nuova religione scientifica del XIX secolo, prima di continuare con la terza parte (Da Russell a Wiener: l’ascesa della cibernetica e del transumanesimo).

I presupposti del sistema chiuso del darwinismo sociale

È necessario chiarire alcuni aspetti fondamentali sulla scienza dell’eugenetica, altrimenti nota come “la scienza per liberare il pool genetico umano dall’inquinamento indesiderato,” che era emersa alla fine del XIX secolo.

Questa “scienza,” un corollario delle teorie di Darwin sulla selezione naturale e sulla “sopravvivenza del più adatto,” era nata per giustificare la rimozione dalla società umana degli individui ritenuti inadatti e si basava su alcuni presupposti fondamentali: 1) l’umanità è un sistema interamente modellato dalle forze materiali dei vincoli ambientali e genetici, 2) questo sistema è fondamentalmente chiuso e quindi entropico (soggetto a leggi immutabili di rendimenti decrescenti che conducono ad un’inevitabile morte termica), 3) la forza creativa delle mutazioni genetiche che determinano la comparsa di nuovi meccanismi biologici è essenzialmente casuale e 4) questa casualità potrà essere superata solo dall’avvento di una nuova era, in cui gli ingegneri sociali gestiranno l’umanità a tutti i livelli – economico, psicologico, culturale e anche genetico.

Nel 1905, il fondatore della scuola, Sir Francis Galton, (cugino di Charles Darwin), immaginando l’era futura in cui la scienza dell’eugenetica avrebbe sostituito le religioni mondiali, aveva affermato: “È facile immaginare che l’eugenetica potrebbe essere  accolta calorosamente come religione nazionale.”

La fine del 19° secolo: Uno scontro tra due sistemi

Alla fine del XIX secolo, importanti acquisizioni in campo scientifico e politico avevano portato ad una nuova era petrolchimica/elettronica. Le nuove scoperte nella fisica atomica fatte da Beckerel, Roentgen, Curie, Rutherford, Planck e Einstein stavano inoltre modificando il concetto stesso di spazio, tempo, energia e materia. L’applicazione pratica di queste scoperte, sotto forma di progresso scientifico e tecnologico al servizio dell’umanità, stava rapidamente distruggendo le basi delle presunte “leggi della popolazione” di Thomas Malthus, secondo cui l’inventiva umana non avrebbe mai potuto superare i limiti imposti dalla natura e avrebbe richiesto l’istituzione di un “sacerdozio scientifico” sovranazionale con il compito di controllare la crescita della popolazione.

Nonostante il fatto che si stava realizzando una genuina speranza per una nuova era di scoperte e di progresso, era in gioco qualcosa di più oscuro.
Era in questo periodo che le forze principali alla base dell’Impero Britannico si erano impegnate nella risoluzione di una sfida esistenziale: la sovranità nazionale si era dimostrata molto più forte di quanto previsto dall’oligarchia finanziaria londinese e stava emergendo qualcosa di nuovo, che avrebbe potuto minare per sempre i sistemi della geopolitica hobbesiana a “somma zero.”

La conservazione dell’Unione [degli Stati Americani], resa possibile in gran parte grazie a un’alleanza strategica tra Russia e Stati Uniti, aveva significato una grande sconfitta per le forze britanniche, sia nella City di Londra che a Wall Street, per la ricca borghesia degli Stati del Sud [la Confederazione] e per il Canada britannico. Un nuovo sistema globale stava rapidamente emergendo grazie a statisti che, prendendo esempio da Lincoln, avevano rapidamente adottato il “Sistema Americano di Economia Politica” per liberare le loro nazioni dal giogo dell’Impero. Mentre il sistema americano era un sistema fondamentalmente aperto, fondato su un progresso tecnologico illimitato e sull’asservimento del capitale alla sovranità nazionale, il sistema britannico era fondamentalmente chiuso, votato al culto e al controllo del denaro da parte della finanza privata, alla schiavitù del debito e alla speculazione. Mentre il primo si concentrava sulla produzione, il secondo si limitava a saccheggiare in modo parassitario.

Henry C. Carey (il principale consigliere economico di Abraham Lincoln) aveva reso esplicita questa dicotomia e aveva previsto la natura globale dell’imminente guerra civile negli Stati Uniti e nel suo Harmony of Interests del 1852 aveva scritto:

“Due sistemi sono di fronte al mondo; uno cerca di aumentare la proporzione di persone e di capitale impegnati nel commercio e nel trasporto, e quindi di diminuire il numero [di persone] impegnate nella produzione dei beni necessari al commercio, con un rendimento necessariamente ridotto per il lavoro di tutti; mentre l’altro cerca di aumentare il numero di persone impegnate nel lavoro di produzione e di diminuire quello impegnato nel commercio e nel trasporto, con un rendimento aumentato per tutti, dando al lavoratore buoni salari e al proprietario del capitale buoni profitti… Uno guarda al pauperismo, all’ignoranza, al depopolamento e alla barbarie; l’altro all’aumento della ricchezza, delle comodità, dell’intelligenza, delle sinergie combinate e della civiltà. Uno guarda alla guerra universale; l’altro alla pace universale. Uno è il sistema inglese; l’altro possiamo essere orgogliosi di chiamarlo il sistema americano, perché è l’unico che sia mai stato concepito con lo scopo di elevare ed eguagliare la condizione dell’uomo in tutto il mondo.”

Nel 1872 Carey, mentre era impegnato a dirigere una schiera internazionale di economisti che, in tutto il mondo, stavano assistendo decine di governi a mettere a punto questa nuova strategia, aveva scritto un trattato economico anti-malthusiano chiamato Unity of Law. Qui il grande economista aveva esposto la sua teoria completa della scienza economica, intesa come un sistema a somma non zero di cooperazione e crescita creativa tra grandi culture:

“Le grandi nazioni della Terra dovrebbero trarre profitto dallo sviluppo dei poteri, mentali e fisici, di ciascuno e di tutti; ciascuno e tutti con la forza dell’autodeterminazione otterranno il potere di controllare e dirigere le grandi forze naturali; l’armonia di tutti gli interessi internazionali sarà perfetta e completa, proprio come quella degli individui di cui le nazioni sono composte.”

Nel 1890, l’ottimistica visione di Carey di una nuova epoca di civiltà era stata meravigliosamente espressa dal primo governatore del Colorado, ed ex guardia del corpo di Lincoln, William Gilpin, nel progetto Cosmopolitan Railway del 1890, che presentava studi approfonditi di progetti ferroviari che avrebbero unito tutte le parti del mondo nel nome di una nuova cultura di progresso scientifico e tecnologico messo a disposizione dell’umanità. Gilpin era stato esplicito sul fatto che questo sistema sarebbe stato finanziato dalle banche nazionali che, a loro volta, avrebbero generato credito produttivo a lungo termine, protezionismo e istruzione universale per il bene individuale e collettivo.

Gilpin aveva descritto così questo futuro mondo post-coloniale:

“Le armi di reciproco massacro vengono gettate via; le passioni sanguinarie trovano un controllo, la maggioranza della famiglia umana accetta di mettere IN PRATICA gli insegnamenti essenziali del Cristianesimo… Si scopre lo spazio per la virtù industriale e il potere industriale. Le masse civilizzate del mondo si incontrano, si illuminano reciprocamente e fraternizzano per ricostituire le relazioni umane in armonia con la natura e con Dio. Il mondo cessa di essere un campo militare, regolato solo dai principi bellici della forza bruta e della sottomissione. Un nuovo e grandioso ordine negli affari umani viene inaugurato da queste immense scoperte e da questi eventi.”

L’Impero colpisce ancora

Gli imperi non scompaiono mai senza combattere, e l’Impero Britannico non aveva fatto eccezione. Prima ancora della fine della Guerra Civile Americana, orchestrata dagli Inglesi, nel centri nevralgici ideologici di Cambridge e della Royal Society era stata riformulata una nuova grande strategia imperiale .

Da questi centri strategici era uscito un nuovo tipo di gestione imperiale, nelle sembianze dell‘X Club di Huxley (1865 circa), [un circolo sociale] inizialmente guidato da un giovane misantropo di talento di nome Thomas Huxley (aka: ‘Darwin’s Bull Dog’ – il mastino di Darwin), a cui era stato affidato l’incarico di formulare una nuova grande strategia per la conservazione dell’Impero.

Sapendo che la componente fondamentale dello spirito bellico si trova nelle concezioni scientifiche proprie della società (e questo perchè il nostro standard di autoregolamentazione politica è, in definitiva, fondato su sistemi e leggi naturali), l’X Club di Huxley mirava ad unire tutte le principali branche della fisica, la biologia, l’economia e la sociologia in un’unica interpretazione coerente basata su un tipo di scienza gradualista, descrittiva e riduzionista. Questa sarebbe stata la nuova scienza unificata, internamente coerente, che avrebbe livellato le prove di tutti i salti creativi che caratterizzano la natura vivente e non vivente. Questo gruppo si era reso conto che, se la natura poteva essere rappresentata come un processo chiuso, decadente e casuale, allora sarebbe anche stato possibile privarla di qualsiasi nozione effettiva di principio, giustizia o moralità. Con questa concezione della natura gli imperi avrebbero potuto giustificare per sempre lo sfruttamento delle loro vittime.

Anche se le teorie di Malthus (e i loro corollari economici nelle opere di Mill, Smith e Ricardo) avevano precedentemente fatto il lavoro di “giustificare scientificamente” l’impero, era necessario qualcosa di più sofisticato, dato che il mondo stava rapidamente mangiando la foglia, come aveva dimostrato Carey nel suo già citato “Unity of Law” (1872):

“Il signor Malthus aveva inventato una legge sullo sviluppo della popolazione per sollevare i ricchi e i potenti da ogni responsabilità per lo stato attuale delle cose; dando loro la certezza che la povertà e la miseria da cui erano ovunque circondati fosse dovuta al fatto che il Creatore aveva mandato sulla Terra un gran numero di persone per le quali non aveva fornito alcun desco a cui fosse permesso loro di nutrirsi, nessun materiale con cui potessero vestirsi; fornendo così una teoria con l’aiuto della quale gli scrittori successivi erano stati in grado, come supponevano, di dimostrare che, nelle Isole Britanniche, l’uomo era diventato ‘una droga’ e ‘la popolazione un fastidio.'”

Per mettere in moto la nuova grande strategia imperiale, erano poi stati attivati due nuovi think tank .

Il primo dei due era la Fabian Society, creata nel 1884 da un gruppo di intellettuali amanti dell’eugenetica guidati da Sidney e Beatrice Webb insieme a “sterminate quegli inutili mangiatori” George Bernard Shaw. Subito dopo, nel gruppo erano confluiti i principali luminari dell’Impero, tra cui H.G. Wells, discepolo di Thomas Huxley, Lord Halford Mackinder, John Maynard Keynes e Lord Bertrand Russell. Il gruppo aveva poi istituito una scuola che avrebbe indottrinato i giovani di talento dell’élite globale, chiamata London School of Economics.

Nel 1902 ad Oxford, sotto il controllo dei “patrioti della razza” George Parkin e Lord Alfred Milner, era stato fondato un secondo think tank chiamato Round Table Group. In tutto il Commonwealth anglosassone erano subito nate succursali di questa “Tavola Rotonda,” come delineato nell’Anglo-American Establishment del professor Carrol Quigley, pubblicato postumo. Questo gruppo era finanziato dai fondi del razzista e magnate dei diamanti Cecil Rhodes e questo era il suo mandato, riportato direttamente nel testamento di Rhodes del 1877:

È il momento di formare lo stesso tipo di società, una Chiesa per l’ampliamento dell’Impero Britannico. Una società che dovrebbe avere i propri membri in ogni parte dell’Impero Britannico che lavorano per un fine e per un’idea, noi dovremmo avere i membri di questa società all’interno delle nostre università e delle nostre scuole e dovremmo osservare la gioventù inglese che passa per le loro mani, forse solo uno su mille avrebbe la mente e i sentimenti per un simile compito, e [questo uno su mille] dovrebbe essere messo alla prova in ogni modo possibile, si dovrebbe vedere se è resistente, in possesso di eloquenza, incurante dei piccoli dettagli della vita e, se trovato tale, allora eletto e impegnato tramite giuramento a servire il proprio Paese per il resto della vita. Dovrebbe poi essere sostenuto, se privo di mezzi, dalla Società e inviato in qualunque parte dell’Impero sia ritenuto necessario.”

Il Rhodes Trust aveva iniziato l’attività ad Oxford, dove, grazie alle borse di studio Rhodes, i giovani talenti di tutto il Commonwealth venivano indottrinati e trasformati in una nuova generazione di sommi sacerdoti imperiali che, ispirata dall’editto di Rhodes, avrebbe costituito la nuova Chiesa dell’Impero Britannico. Questi think tank avrebbero coordinato la politica britannica con un duplice obiettivo: 1) la distruzione di ogni pensiero creativo a sistema aperto nell’economia politica e 2) in campo scientifico la sottomissione della razza ad un nuovo ordine feudale globale gestito dalla classe dirigente.

Nel suo manifesto intitolato Imperial Federation (1892), colui che sarebbe poi stato co-fondatore e direttore del Rhodes Trust (George Parkin), aveva scritto che l’Impero sarebbe inevitabilmente crollato, a meno che le “forze disgregatrici” degli stati nazionali sovrani non fossero state completamente distrutte:

“La nostra capacità di organizzazione politica ha forse raggiunto il suo limite massimo? Per il popolo britannico questa è la domanda delle domande. In tutta la gamma delle possibili variazioni politiche future non c’è una questione di così grande importanza, non solo per il nostro popolo ma per il mondo intero, come la questione se l’Impero Britannico rimarrà un’unità politica… o se, cedendo alle forze disgregatrici, lascerà che il flusso della vita nazionale sia diviso in molti canali separati.”

Questi nuovi think tank non vrebbero perso tempo nel mettere in atto una nuova grande strategia.

Uno degli attori principali che avrebbe guidato l’applicazione della scienza imperiale anti-creativa era il leader della Fabian Society e Apostolo di Cambridge, Lord Bertrand Russell che, insieme a David Hilbert, nel 1900 aveva lanciato un nuovo progetto, con cui avrebbe tentato di confinare l’intero universo in un rigido sistema matematico privo di ogni vitalità creativa. Questa configurazione sarebbe poi stata chiamata “cibernetica” e “teoria dei sistemi informatici” dai discepoli di Russell e di Hilbert. Questo sistema sarebbe poi servito come base per la crescita del transumanesimo, dell’Intelligenza Artificiale e della Quarta Rivoluzione Industriale.

Matthew Ehret

Fonte: strategic-culture.org
Link: https://www.strategic-culture.org/news/2021/05/28/eugenics-the-fourth-industrial-revolution-and-the-clash-of-two-systems/
28.05.2021
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org

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