DI LOCALORG
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Diverse associazioni portavoce degli interessi delle industrie automobilistiche e petrolifere stanno guidando una campagna mediatica su larga scala ostile alla compagnia di produzione di macchine elettriche e sviluppo di energie alternative Tesla.
La compagnia Tesla, specializzata nello sviluppo di tecnologie a energia alternativa tra cui macchine elettriche e batterie, che di recente ha incluso nel suo catalogo di vendita anche pannelli solari domestici e sistemi di batterie precedentemente prodotti da SolarCity, rappresenta una pericolosa minaccia per numerosi fondamenti dei monopoli occidentali sia in ambito industriale quanto in ambito finanziario.
Considerato il manifesto tentativo di rimpiazzarle dal mercato, era solo una questione di tempo prima che Elon Musk, co-fondatore, attuale CEO e progettista della Tesla attirasse su di sé l’ostilità delle industrie di produzione automobilistica e del petrolio mondiali. Il genuino entusiasmo provato nei confronti dell’azienda californiana e dei suoi prodotti e la contemporanea campagna mediatica finalizzata a ostacolarne (se non annullarne) l’influenza nel campo dell’energia e del trasporto sono stati gli indizi a prova dell’esistenza di un’altalenante battaglia combattuta tra i due fronti appena al di sotto della facciata nota al grande pubblico.
Più di recente, alcuni tentativi di complicare ulteriormente la produzione della Tesla negli Stati Uniti sono stati portati avanti dalla United Automobile Workers (UAV), un’organizzazione di Detroit che ostenta struttura e finalità sindacali.
Parte di questa campagna è consistita in diverse “investigazioni”, avanzate sia da corporazioni di mass media sia da varie organizzazioni come Worksafe – un’associazione “poco trasparente” che dichiara di lavorare per la difesa della sicurezza sul posto di lavoro -, che hanno portato alla recente pubblicazione di un reportage inerente alla sicurezza dei lavoratori nelle fabbriche della Tesla in California. L’inchiesta è stata largamente divulgata attraverso i mezzi di comunicazione di massa in quella che appare come una manovra coordinata diretta all’isolamento e all’indebolimento della Tesla.
I tentativi di accertamento delle affiliazioni e dei finanziamenti di Worksafe hanno portato solo a un’ ambigua dichiarazione presente sul sito web dell’associazione:
«Worksafe è alleata con gruppi di sostegno, scienziati ed esperti accademici, unioni e attivisti sindacali, diverse comunità lavorative, tra cui quelle dei tecnici nei saloni di bellezza e dei lavoratori negli autolavaggi, ambientalisti, programmi di aiuto legale – e con te.»
Il fatto che la UAW riporti tale dichiarazione in primo piano sul proprio sito web lascia alcuni indizi riguardo a quale tipo di “unioni sindacali” sia “alleata” Worksafe. Parrebbe che l’associazione sia parte di una campagna più ampia della UAW mirata a creare “un sindacato” interno alla Tesla, descritta in un articolo di Bloomberg dal titolo “La spinta dell’unione dei Lavoratori della Tesla ottiene il supporto della UAW negli stabilimenti in California” (Tesla Workers’ Union Push Gets UAW Support at California Plant):
La United Auto Workers ha inviato alcuni responsabili per coordinare l’organizzazione dei dipendenti nelle fabbriche di macchine elettriche della Tesla Inc., una mossa che – se dovesse avere successo – potrebbe portare all’agognata presenza del sindacato nelle case automobilistiche statunitensi.
«Un gruppo di impiegati della Tesla ha contattato l’unione per cercare assistenza organizzativa e le parti stanno discutendo», racconta ai giornalisti Dennis Williams, presidente dell’unione, nel corso della tavola rotonda di giovedì a Detroit. Williams afferma che i responsabili dell’associazione hanno ricevuto diverse lamentele riguardo a orari eccessivamente lunghi e a condizioni lavorative potenzialmente pericolose nello stabilimento Tesla di Fremont, in California.
E se la United Automobile Workers fosse un cavallo di Troia di Wall street, camuffato da difensore dei diritti dei lavoratori?
Nonostante si atteggi come un sindacato dei lavoratori, la UAW non è niente di simile.
É invece un affiliato della American Federation of Labor e del Congress of Industrial Organizations (AFL-CIO), che rappresentano a oggi forse il tentativo più riuscito di Wall Street di infiltrarsi, cooptare e gestire i movimenti le unioni sindacali legittimi non solo negli Stati Uniti ma, attraverso il finanziamento e l’associazione con la Fondazione Nazionale per la Democrazia (Department’s National Endowment for Democracy – NED), in tutto il mondo.
Un esempio più approfondito di tutto ciò può essere esaminato attraverso il Democracy Now’s 2005 report, “La non-santa Alleanza? L’AFL-CIO e la Fondazione Nazionale per la Democrazia in Venezuela” (Unholy Alliance? The AFL-CIO and the National Endowment for Democracy in Venezuela), e una specifica menzione dell’inclusione dell’UAW nei programmi della NED può essere trovata nel stessi siti web della NED in Russia e in Asia.
La NED rappresenta alcuni dei più grandi e profondamente radicati interessi delle corporazioni finanziarie sulla Terra, tra le quali sono incluse le industrie di produzione automobilistica e del petrolio. Il conflitto di interessi dovrebbe essere chiaramente messo in luce in ogni news riguardante il crescente conflitto che vede contrapposte la UAW e la Tesla. Ma non lo è.
La UAW è specificatamente elencata nei vari programmi internazionali della NED come diretta collaboratrice per la sostituzione e la gestione dei movimenti sindacali stranieri. La Fondazione si serve di questi sindacati-fasulli (così come sfrutta l’AFL-CIO) per sfruttare i diritti dei lavoratori nell’occultamento dei proprio interessi privati, così come sfrutta la tutela e la salvaguardia dei diritti umani per il soddisfacimento degli interessi speciali statunitensi nel mondo. La chiave del suo successo risiede nella complicità con le corporazioni mediatiche – il che spiega come mai l’ovvio conflitto di interessi che sorge tra la UAW e le industrie automobilistiche non viene mai menzionato nei reportage di tali corporazioni.
Insidiare una compagnia relativamente indipendente e dirompente come la Tesla facendo leva su presunte lamentele sindacali fa parte della strategia dell’AFL-CIO e della UAW – e di fatto è il motivo per cui tali organizzazioni sono state create.
I diritti dei lavoratori sono una preoccupazione legittima a ogni livello industriale nel mondo, ma gli sforzi per appellarsi a essi devono essere messi in pratica in modo trasparente e onesto, seguendo percorsi ufficiali, legittimati e indipendenti da terze parti. I tentativi dell’AFL-CIO e della UAW di sfruttare tali diritti contro la Tesla, o di costruire creare un “sindacato” all’interno della stessa non sono né legittimi né indipendenti.
Una maggiore consapevolezza pubblica riguardo a questi tentativi e alla generale corruzione, sfruttamento e abuso della difesa del lavoro operati dalle due associazioni potrebbe servire a rimuovere questi insidiosi strumenti dalle mani degli interessi privati e riportare la lotta sindacale nelle mani dei lavoratori, ai quali davvero appartiene.
Fonte: www.globalresearch.ca
Link: http://www.globalresearch.ca/alternative-energy-whats-really-behind-the-assault-on-tesla-factory-safety/5592073
27.05.2017
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di LUCA ROMANO