Ecco dove Hersh ha sbagliato

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Mike Whitney
unz.com

C’è qualcosa che non quadra nel reportage di Sy Hersh sulla distruzione del Nord Stream 2. Ci sono diverse incongruenze nel pezzo che mi inducono a credere che Hersh non fosse tanto interessato a presentare la “verità nuda e cruda” quanto piuttosto a fornire una versione degli eventi che favorisse una particolare agenda. Questo non vuol dire che non apprezzi ciò che l’autore ha fatto. Lo apprezzo. In effetti, credo sia impossibile sopravvalutare l’importanza di un rapporto che identifica con certezza gli autori di quello che sembra essere il più grande atto di terrorismo industriale della storia. L’articolo di Hersh ha la possibilità di scalzare alla base la credibilità delle persone al potere e, così facendo, portare la guerra ad una rapida conclusione. È un risultato incredibile che dovremmo tutti applaudire. Ecco un breve riassunto dell’analista politico Andre Damon:

Mercoledì scorso, il giornalista Seymour Hersh ha rivelato che la Marina degli Stati Uniti, su indicazione del Presidente Joe Biden, sarebbe responsabile degli attacchi del 26 settembre 2022 ai gasdotti Nord Stream che trasportavano gas naturale tra la Russia e la Germania.

Questo articolo, che è stato accolto dal silenzio totale dalle principali testate statunitensi, ha fatto saltare l’intera narrazione del coinvolgimento degli Stati Uniti nella guerra come risposta all'”aggressione russa non provocata.” L’articolo svela il piano generale per utilizzare l’escalation del conflitto con la Russia per consolidare il dominio economico e militare degli Stati Uniti sull’Europa.

Hersh ha rivelato che: L’operazione era stata ordinata dal Presidente degli Stati Uniti Joe Biden e pianificata dal Segretario di Stato Antony Blinken, dal Sottosegretario di Stato per gli Affari Politici Victoria Nuland e dal Consigliere per la Sicurezza Nazionale Jake Sullivan. (“Seymour Hersh’s exposure of the Nord Stream bombing: A lesson and a warning,” Andre Damon, World Socialist Web Site)

Questo breve estratto riassume la tesi principale che rappresenta il punto focale dell’intero articolo, tesi – a mio parere – ben studiata, presentata in modo imparziale ed estremamente persuasiva. Ma ci sono altre parti dell’articolo che non sono altrettanto convincenti e che senza dubbio indurranno molti lettori abbastanza informati a porsi delle domande. Per esempio, ecco Hersh che discute la tempistica dell’operazione Nord Stream:

La decisione di Biden di sabotare i gasdotti era arrivata dopo più di nove mesi di discussioni segretissime all’interno della comunità di sicurezza nazionale di Washington su come raggiungere al meglio l’obiettivo. Per gran parte di quel periodo, il problema non era se compiere o meno la missione, ma come portarla a termine senza che trapelasse alcun indizio evidente su chi fosse il responsabile. (“How America Took Out the Nord Stream Pipeline”, Seymour Hersh, Substack)

“Nove mesi”?

La guerra era scoppiata il 24 febbraio. I gasdotti erano stati fatti esplodere il 26 settembre. Sono sette mesi. Quindi, se c’erano stati “più di nove mesi di discussioni segretissime all’interno della comunità di sicurezza nazionale di Washington su come” “sabotare i gasdotti,” allora dobbiamo presumere che i piani avessero preceduto la guerra. Questo è un punto cruciale, eppure Hersh ci passa sopra come se non fosse un problema. Ma è una questione importante perché – come sottolinea Andre Damon – “fa saltare l’intera narrazione del coinvolgimento degli Stati Uniti nella guerra come risposta all'”aggressione russa non provocata.” In altre parole, dimostra che gli Stati Uniti stavano pianificando di intraprendere atti di guerra contro la Russia indipendentemente dagli sviluppi in Ucraina. Inoltre, suggerisce che l’invasione russa era stata solo una copertura per Washington per portare a termine un piano già messo a punto anni prima.

Più avanti nell’articolo, Hersh ripropone la stessa affermazione senza sottolinearne il significato di fondo. Dice: “L’Amministrazione Biden aveva fatto tutto il possibile per evitare fughe di notizie mentre era in corso la pianificazione dell’operazione, tra la fine del 2021 e i primi mesi del 2022.”

La verità – come afferma il giornalista John Helmer in un recente articolo – è ben diversa da quella descritta da Hersh. Ecco Helmer che spiega:

Dal testo completo del rapporto di Hersh, risulta che né la fonte né Hersh hanno “conoscenza diretta” dei piani sulle operazioni degli Stati Uniti per sabotare e distruggere i gasdotti, piani che erano diventati di pubblico dominio più di un anno prima; questi coinvolgevano direttamente il governo polacco e il governo danese. Infatti, per errore di omissione, Hersh e la sua fonte ignorano quelle operazioni e quella storia.”
(“WHAT’S WRONG WITH THE HERSH REPORT ON THE NORD STREAM ATTACKS“, John Helmer, Dances With Bears)

L’opposizione degli Stati Uniti al Nord Stream non è cosa recente, ma ha una lunga storia che risale agli inizi del progetto, nel 2011. Già allora, un articolo apparso sulla rivista tedesca Spiegel affermava che “Il progetto mira a garantire la sicurezza a lungo termine delle forniture energetiche europee, ma rimane controverso.”

Controverso?

Perché Nord Stream era considerato controverso? Cosa c’è di controverso nel fatto che le nazioni sovrane rafforzino i legami economici con altri Paesi e cerchino di avere sufficiente energia a basso costo per alimentare le loro fabbriche e riscaldare le loro case?

Questa domanda va davvero al cuore della questione, eppure Hersh la evita del tutto. Perché? Ancora dall’articolo di Hersh:

Il Presidente Biden e la sua squadra di politica estera – il Consigliere per la Sicurezza Nazionale Jake Sullivan, il Segretario di Stato Tony Blinken e Victoria Nuland, il Sottosegretario di Stato per la Politica – avevano manifestato in modo esplicito e coerente la loro ostilità ai due gasdotti.. Fin dai primi giorni, il Nord Stream 1 era stato visto da Washington e dai suoi partner anti-russi della NATO come una minaccia al dominio occidentale…

I timori politici dell’America erano reali: Putin avrebbe avuto un’ulteriore e necessaria fonte di reddito e la Germania e il resto dell’Europa occidentale sarebbero diventati dipendenti dal gas naturale a basso costo fornito dalla Russia, diminuendo la dipendenza europea dall’America.(“How America Took Out the Nord Stream Pipeline”, Seymour Hersh, Substack)

Perché Hersh difende la mentalità imperiale secondo cui le transazioni economiche tra nazioni straniere devono in qualche modo avvantaggiare gli Stati Uniti o essere considerate una minaccia alla sicurezza nazionale? Questo non è il ruolo di un giornalista imparziale che raccoglie informazioni per i suoi lettori. Questo è il ruolo di un propagandista.

Sì, è vero, Putin avrebbe avuto “un’ulteriore e necessaria fonte di reddito,” perché è così che funziona il libero mercato: si vende il gas e si viene pagati. Fine della storia. Non c’è nulla di criminale o di sinistro in questo, e certamente non fornisce una giustificazione per gli atti di terrorismo.

E dopo questa scioccante affermazione Hersh tira fuori un’altra preoccupazione: “La Germania e il resto dell’Europa occidentale sarebbero diventati dipendenti dal gas naturale a basso costo fornito dalla Russia.”

Perché Hersh invoca questo noioso concetto di “dipendenza” che viene ripetuto ad nauseam dagli attivisti politici nei media mainstream? E cosa significa in realtà?

Il semplice fatto è che la Germania riceveva gas a basso costo dalla Russia, il che aumentava la sua competitività, la sua redditività e la sua prosperità economica. Come può essere una cosa negativa? Come si può definire l’accesso all’energia a basso costo una “dipendenza”? Se poteste riempire il vostro serbatoio di benzina a 1 dollaro al gallone, rifiutereste sulla base del fatto che potreste diventare dipendenti?

Ovviamente no. Sarete grati di poterla comprare a così poco prezzo. Allora, perché Hersh spinge questa assurdità e perché poco dopo insiste dicendo:

“Secondo la NATO e Washington il Nord Stream 1 era già abbastanza pericoloso, ma il Nord Stream 2… avrebbe raddoppiato la quantità di gas a basso costo disponibile per la Germania e l’Europa occidentale.”

Orrore! Immaginate che il libero mercato funzioni davvero come è stato progettato: facendo uscire la gente dalla povertà e diffondendo la prosperità oltre i confini nazionali. Riuscite a capire quanto tutto ciò sia strettamente imperialistico?

La Germania ha bisogno del gas russo a basso costo. È un bene per la sua industria, per i lavoratori e per la crescita economica. E, sì, è un bene anche per la Russia. Gli unici a non averne bisogno sono gli Stati Uniti, il cui potere è minato dalla partnership russo-tedesca. Riuscite a capirlo?

E, a proposito, non c’è mai stato un episodio in cui Putin abbia usato il gas o il petrolio russo a scopo di ricatto, coercizione o estorsione. Mai. Questo è un mito inventato dagli “esperti in comunicazione” di Washington che vogliono mettere in crisi le relazioni tra Germania e Russia. Ma non c’è una parola di verità in tutto questo. Ecco ancora dall’articolo di Hersh:

L’opposizione al Nord Stream 2 era esplosa alla vigilia dell’insediamento di Biden nel gennaio 2021, quando i Repubblicani del Senato… avevano ripetutamente sollevato la minaccia politica del gas naturale russo a basso costo durante l’udienza di conferma di Blinken a Segretario di Stato.

Biden si sarebbe opposto ai Tedeschi? Blinken aveva risposto di sì… “So che vorrebbe che usassimo tutti gli strumenti di persuasione di cui disponiamo per convincere i nostri amici e partner, compresa la Germania, a non andare avanti.”

Pochi mesi dopo, mentre la costruzione del secondo gasdotto si avvicinava al completamento, Biden aveva vacillato. Nel maggio dello stesso anno, con un sorprendente dietrofront, l’amministrazione aveva rinunciato alle sanzioni contro Nord Stream AG, mentre un funzionario del Dipartimento di Stato aveva ammesso che cercare di fermare il gasdotto attraverso le sanzioni e la diplomazia era “sempre stato un azzardo.” Dietro le quinte, funzionari dell’amministrazione avrebbero esortato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ormai alle prese con la minaccia di un’invasione russa, a non criticare la mossa.

Le conseguenze erano state immediate. I Repubblicani del Senato, guidati da Cruz, avevano annunciato il blocco immediato di tutte le nomine di Biden in politica estera e ritardato per mesi, fino all’autunno inoltrato, l’approvazione della legge annuale sulla difesa. In seguito, Politico aveva descritto il voltafaccia di Biden sul secondo gasdotto russo come “l’unica decisione che, probabilmente anche più del caotico ritiro militare dall’Afghanistan, aveva messo a rischio l’agenda di Biden. (“How America Took Out the Nord Stream Pipeline”, Seymour Hersh, Substack)

Questo è interessante. Sappiamo già che Biden e i suoi luogotenenti erano fermamente intenzionati a mettere fuori uso il Nord Stream a prescindere dai rischi. Allora, perché Biden avrebbe deciso di fare marcia indietro e di revocare le sanzioni, proprio mentre il suo team stava apportando gli ultimi ritocchi al piano per far saltare il gasdotto?

Perché?

Dovremmo credere che Joe Biden avesse improvvisamente cambiato idea e avesse deciso di perseguire una strategia meno pericolosa e criminale?

No, come sottolinea Hersh, la decisione di far saltare il gasdotto era già stata presa, il che significa che l’amministrazione stava semplicemente cercando un modo per far sparire le proprie tracce. In altre parole, stavano già lavorando ad una difesa legale basata su una “negabilità plausibile,” rafforzata dalla revoca delle sanzioni. Questo era il vero obiettivo, creare la massima distanza tra loro e l’atto terroristico che avevano già approvato e che stavano per attuare. Ecco ancora da Hersh:

L’amministrazione era in difficoltà, nonostante avesse ottenuto una tregua dalla crisi a metà novembre, quando i regolatori energetici tedeschi avevano sospeso l’approvazione del secondo gasdotto Nord Stream. I prezzi del gas naturale avevano subito un‘impennata dell’8% nel giro di pochi giorni, tra i crescenti timori, in Germania e in Europa, che la sospensione del gasdotto e la crescente possibilità di una guerra tra Russia e Ucraina avrebbero portato ad un inverno freddo assai poco desiderato. A Washington non era chiara quale fosse la posizione di Olaf Scholz, il cancelliere tedesco appena nominato. Mesi prima, dopo la caduta dell’Afghanistan, in un discorso a Praga Scholtz aveva pubblicamente appoggiato l’appello del presidente francese Emmanuel Macron per una politica estera europea più autonoma, suggerendo chiaramente una minore dipendenza da Washington e dalle sue azioni mercuriali.  (“How America Took Out the Nord Stream Pipeline”, Seymour Hersh, Substack)

Questa è pura invenzione. Ovvio che Scholz avesse detto di essere favorevole ad una “politica estera europea più autonoma.” Cosa avrebbe dovuto dire ad un pubblico nazionale? E Hersh crede davvero che Scholz non fosse nel mirino di Washington fin dall’inizio? Pensa forse che Scholz avesse basato la sua decisione sull’invasione di Putin e non su accordi presi con Washington prima ancora che la guerra iniziasse?

Si tenga presente che gli Stati Uniti hanno armato, addestrato e fornito supporto logistico alle forze ucraine nell’est del Paese negli ultimi 8 anni, con lo scopo di prepararsi a una guerra con la Russia.

Qualcuno lo nega?

No, nessuno lo nega.

Scholz ne era a conoscenza?

Certo, ne era consapevole. Tutti i leader europei sapevano cosa stava accadendo. C’erano persino articoli nelle principali testate giornalistiche che spiegavano nei minimi dettagli cosa stavano facendo gli Stati Uniti. Non era un segreto.

E questa è solo un’incongruenza, dopo tutto, l’ex cancelliera Angela Merkel ha ammesso apertamente (in un’intervista a una rivista tedesca) che la Germania si era deliberatamente sottratta agli obblighi del trattato di Minsk per guadagnare tempo, in modo che l’esercito ucraino potesse rafforzarsi ed essere meglio preparato a combattere l’invasione russa.

Proprio così! Quindi, possiamo essere certi al 100% che Scholz sapeva qual era il piano generale. Il piano era quello di attirare la Russia in una guerra in Ucraina e poi gridare all’”aggressione non provocata.” Lo sapeva Scholz, lo sapeva Hollande, lo sapeva Zelensky, lo sapeva Boris Johnson, lo sapeva Petro Poroshenko e lo sapeva Biden. Lo sapevano tutti.

Tuttavia, Hersh vuole farci credere che Scholz non sapesse nulla di questi piani elaborati e sanguinosi, ma che avesse semplicemente preso le sue decisioni in tempo reale, in base agli eventi. Questo non è vero. Non è quello che è successo e, direi, anche Hersh sa che non è quello che è successo.

Ma la più grande mancanza del pezzo di Hersh è la completa omissione del contesto geopolitico in cui ha avuto luogo questo atto di terrorismo. Gli Stati Uniti non vanno in giro per il mondo a far saltare in aria infrastrutture energetiche critiche senza un motivo. No. La ragione per cui Washington si è imbarcata in questo rischioso gioco d’azzardo è che sta affrontando una crisi esistenziale che può essere risolta solo schiacciando quei centri di potere emergenti che minacciano la posizione dominante dell’America nell’ordine globale. Ecco cosa sta succedendo sotto la superficie: gli Stati Uniti stanno cercando di riportare indietro l’orologio della storia ai gloriosi anni ’90, quando l’impero sovietico era crollato e il mondo era tutto di Washington. Ma quei giorni sono finiti per sempre e il potere degli Stati Uniti si sta irreversibilmente erodendo a causa della sua fondamentale mancanza di competitività. Se gli Stati Uniti fossero ancora la potenza industriale del secondo dopoguerra – quando il resto del mondo era in rovina – allora non ci sarebbe bisogno di far esplodere gasdotti per impedire l’integrazione economica tra Europa e Russia e l’emergere di un’enorme zona di libero scambio che si estende da Lisbona a Vladivostok. Ma il fatto è che gli Stati Uniti non sono più essenziali come un tempo per la crescita globale e, inoltre, le altre nazioni vogliono essere libere di perseguire il proprio modello di crescita. Vogliono attuare i cambiamenti che meglio si adattano alla loro cultura, alla loro religione e alle loro tradizioni. Non vogliono che si dica loro cosa fare. Ma Washington non vuole il cambiamento. Washington vuole preservare il sistema che conferisce a se stessa la maggior quantità di potere e ricchezza. Hersh non solo ignora i fattori geopolitici che hanno portato al sabotaggio, ma crea proattivamente una cortina fumogena con le sue spiegazioni fuorvianti. Guardate qui:

Washington temeva che, finché l’Europa avesse continuato a dipendere dal gasdotto per ottenere gas naturale a basso costo, Paesi come la Germania sarebbero stati riluttanti a fornire all’Ucraina il denaro e le armi necessarie per sconfiggere la Russia. Era stato in questo momento di incertezza che Biden aveva autorizzato Jake Sullivan a riunire un gruppo inter-agenzie per elaborare un piano.”

Ancora balle. A Washington non interessa il patetico contributo della Germania allo sforzo bellico. Quello che interessa a Washington è il potere, puro e semplice. E il potere globale di Washington era messo direttamente in discussione dall’integrazione economica russo-europea e dalla creazione di un gigantesco parco economico al di fuori del suo controllo. E il gasdotto Nord Stream era il cuore di questo nuovo sviluppo in divenire. Era l’arteria principale che collegava le materie prime e la manodopera dell’est con la tecnologia e l’industria dell’ovest. Era un matrimonio di interessi reciproci che Washington doveva distruggere per mantenere la sua presa sul potere regionale.

Pensateci: questa nuova comunità economica (“Grande Europa”) avrebbe finito per allentare le restrizioni al commercio e ai viaggi, consentendo il libero flusso di capitali e di manodopera tra i Paesi e armonizzando le normative in modo da creare fiducia e rafforzare i legami diplomatici. Ecco un’altra parte di un precedente articolo che riassume il tutto:

In un mondo in cui Germania e Russia sono amici e partner commerciali, non c’è bisogno di basi militari statunitensi, né di costose armi e sistemi missilistici di fabbricazione americana, né della NATO. Non c’è nemmeno bisogno di fare transazioni energetiche in dollari o di accumulare titoli del Tesoro americano per bilanciare i conti. Le transazioni tra partner commerciali possono essere condotte nelle rispettive valute, e questo è destinato a provocare un forte calo del valore del dollaro e un drammatico spostamento del potere economico. Ecco perché l’amministrazione Biden si oppone al Nord Stream. Non è solo un gasdotto, è una finestra sul futuro; un futuro in cui l’Europa e l’Asia sono vicine in un’enorme zona di libero scambio che aumenta il potere e la prosperità reciproca, lasciando gli Stati Uniti all’esterno.” (“The Crisis in Ukraine Is Not About Ukraine. It’s About Germany“, Unz Review)

È responsabilità di un giornalista fornire il contesto necessario al lettore per comprendere l’argomento della discussione. Hersh non lo fa, il che mi porta a credere che John Helmer abbia ragione quando dice:

Questa è un’accusa al complotto di Biden sul gasdotto, non al piano di guerra degli Stati Uniti. (“What’s Wrong with the Hersh Report”, John Helmer, Dances With Bears)

Mike Whitney

Fonte: unz.com
Link: https://www.unz.com/mwhitney/what-hersh-got-wrong/
11.02.2023
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org

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