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La Redazione

 

Decessi ed effetti collaterali da vaccinazione COVID, i dati aggiornati del CDC americano

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A cura di Markus
Il 17 Marzo 2021
10880 Views

Megan Redshaw
childrenshealthdefense.org

I dati diffusi oggi dai Centers for Disease Control and Prevention (CDC) sul numero di effetti avversi e di decessi riportati al Vaccine Adverse Event Reporting System (VAERS) dovuti ai vaccini COVID rimangono in linea con quelli delle settimane precedenti, con l’eccezione di un picco del 31% nelle segnalazioni di Paralisi di Bell.

Ogni venerdì, VAERS rende di pubblico dominio tutte le segnalazioni di lesioni da vaccino ricevute dal sistema a partire dal venerdì della settimana precedente. I dati di oggi mostrano che, tra il 14 dicembre 2020 e il 5 marzo, sono stati segnalati a VAERS 31.079 eventi avversi in totale, compresi 1.524 decessi (un aumento di 259 unità rispetto ai 7 giorni precedenti) e 5.507 lesioni gravi (un aumento di 1.083 casi per lo stesso periodo di tempo). Negli Stati Uniti, al 5 marzo, erano state somministrate 85,01 milioni di dosi di vaccino COVID.

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Negli Stati Uniti, VAERS è il principale meccanismo per la segnalazione delle reazioni avverse ai vaccini. Le segnalazioni presentate a VAERS richiedono ulteriori indagini prima che venga confermata una relazione causale.

L’aumento del 31% di questa settimana nelle segnalazioni di Paralisi di Bell segna una rottura con i trend precedenti D’altro canto, i dati di oggi riflettono tendenze che erano emerse fin da quando The Defender aveva iniziato a monitorare le segnalazioni VAERS relative ai vaccini COVID.

I dati VAERS di questa settimana mostrano che:

  • Dei 1.524 decessi segnalati a partire dal 6 marzo, il 30% si era verificato entro 48 ore dalla vaccinazione e il 46% in persone che si erano [comunque] ammalate entro 48 ore dalla vaccinazione.
  • Il 19 % dei decessi erano legati a disturbi cardiaci.
  • Il 53% dei morti erano uomini, il 45% donne e i restanti certificati di decesso non includevano il sesso della persona deceduta.
  • L’età media dei deceduti era di 77,9 anni e la morte confermata in più giovane età era stata quella di una persone di 23 anni.
  • Fino al 5 marzo, 265 donne incinte avevano comunicato eventi avversi legati ai vaccini COVID, comprese 85 segnalazioni di aborto spontaneo o parto prematuro. Nessuno dei vaccini COVID approvati per l’autorizzazione all’uso di emergenza (EUA) è stato testato per la sicurezza o l’efficacia nelle donne incinte.
  • Ci sono state 1.689 segnalazioni di anafilassi, con il 59% dei casi attribuiti al vaccino Pfizer-Bio-N-Tech e il 41% a quello di Moderna.

Negli Stati Uniti, il primo vaccino COVID Johnson & Johnson era stato somministrato il 2 marzo. Al 5 marzo, erano già stati segnalati al VAERS due eventi avversi legati al vaccino. Entrambi si erano verificati in persone giovani e le reazioni includevano formicolio e intorpidimento della lingua, vampate di calore, mal di testa ed estrema stanchezza.

Il 10 marzo, The Defender aveva riportato la morte di una donna di 39 anni, deceduta quattro giorni dopo aver ricevuto la seconda dose del vaccino COVID di Moderna. Kassidi Kurill era morta a causa di una disfunzione multiorgano, dopo che il fegato, il cuore e i reni avevano smesso di funzionare. Secondo i familiari, non aveva problemi medici noti o condizioni preesistenti. Era stata ordinata un’autopsia, ma il Dr. Erik Christensen, il medico legale capo dello Utah, aveva detto che provare un danno da vaccino come causa di morte era un’eventualità assai remota.

Il mese scorso, The Defender aveva riferito che una donna di 58 anni era morta poche ore dopo aver ricevuto la prima dose del vaccino COVID di Pfizer. I funzionari statali e federali avevano affermato di stare indagando sulla sua morte, ma non avevano eseguito alcuna autopsia. Una richiesta di ufficiale aveva permesso la divulgazione delle e-mail tra il commissario statale per la salute, Normal Oliver, e i funzionari incaricati dell’informazione al pubblico, che avevano scritto di essere “preoccupati che la morte della Keyes (afroamericana) avrebbe potuto peggiorare l’esitazione vaccinale tra le minoranze,” come riportato da The Virginian Pilot.

I funzionari statali si erano rifiutati di rispondere su come i periti medici avrebbero potuto escludere altre potenziali cause di morte, innescate da o legate al vaccino, senza un accertamento necroscopico.

La famiglia era stata costretta a ricorrere ad una autopsia privata. La figlia della Keyes aveva detto che, anche prima che i funzionari statali fossero a conoscenza dei risultati dei test preliminari post mortem della madre, l’ufficio del medico legale le aveva comunicato che non avrebbero eseguito alcuna autopsia. Le avevano detto che “non c’era nulla da imparare da un’autopsia che collegasse il vaccino alla sua morte.”

L’11 marzo, Danimarca, Norvegia e Islanda hanno annunciato che si sarebbero uniti ad altri Paesi europei nel sospendere temporaneamente l’uso del vaccino COVID di AstraZeneca-Oxford a seguito di segnalazioni di trombi ematici in persone che avevano ricevuto il vaccino, ha riportato The Defender. La decisione danese è arrivata giorni dopo che le autorità austriache avevano sospeso un lotto del vaccino COVID di AstraZeneca, mentre erano in corso le indagini sulla morte di una persona e su una grave reazione avversa a carico di un’altra, entrambe appena vaccinate. Secondo Reuters, lo stesso lotto usato in Austria era stato usato anche in Danimarca.

Il 9 marzo, il ministro della salute australiano, Greg Hunt, è stato ricoverato in ospedale, due giorni dopo aver ricevuto il vaccino COVID-19 di AstraZeneca. È stato sottoposto ad una terapia a base di antibiotici e fluidi. È stato escluso ogni legame con il vaccino, ha riferito Reuters.

Il vaccino di AstraZeneca non ha avuto dalla Food and Drug Administration statunitense l’autorizzazione all’uso di emergenza, ma, la scorsa settimana, l’azienda farmaceutica ha affermato che prevede di inoltrare a breve la domanda.

Nel frattempo, Pfizer si sta attrezzando per proteggersi da qualsiasi rischio finanziario associato alle lesioni da vaccino in quei Paesi dove, a differenza degli Stati Uniti, non esistono leggi che sollevino i fabbricanti di vaccini dalla responsabilità giuridica per le lesioni [causate dai loro prodotti].

Come riportato da The Defender il 9 marzo scorso, Pfizer sta chiedendo a diversi Paesi di usare i loro beni sovrani come garanzia per le previste cause legali per lesioni da vaccino derivanti dalla vaccinazione COVID-19 con il proprio prodotto, dopo che l’Argentina aveva respinto la richiesta di Pfizer di approvare una normativa che esentasse l’azienda dalla responsabilità per le suddette lesioni. Pfizer voleva che Argentina e Brasile garantissero che l’azienda sarebbe stata compensata per qualsiasi spesa derivante da cause legali per lesioni intentate contro di lei.

Pfizer aveva chiesto al Brasile di rinunciare alla sovranità dei propri beni all’estero a favore di Pfizer, di non far valere in patria le sue stesse leggi, di non penalizzare Pfizer per i ritardi di consegna del vaccino COVID e di esentare Pfizer da ogni responsabilità penale per gli effetti collaterali del vaccino stesso. Il Brasile aveva respinto le richieste di Pfizer, definendole “oltraggiose.”

Altri nove Paesi sudamericani hanno riferito di aver negoziato accordi con Pfizer. Non è chiaro se, in virtù di tali accordi, abbiano effettivamente finito per rinunciare a beni nazionali.

Negli Stati Uniti, in base al PREP Act, i produttori di vaccini godono già di una immunità completa per le lesioni causate dall’attuale o da qualsiasi altro futuro vaccino pandemico. Le richieste di risarcimento per lesioni da vaccino COVID devono essere presentate al Countermeasures Injury Compensation Program (CICP), che è finanziato dai contribuenti americani. Il CICP è amministrato dal Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani, che sponsorizza anche il programma di vaccinazione COVID-19.

L’8 marzo, il CDC ha rilasciato nuove linee guida su come coloro che sono “completamente vaccinati” contro il COVID potranno socializzare con altre persone. Come riportato dalla CNN, il livello delle precauzioni sarà determinato dalle caratteristiche dei soggetti non vaccinati. Le persone completamente vaccinate potranno soggiornare al chiuso con altre persone vaccinate senza mascherina o distanziamento sociale e potranno far visita, sempre in ambienti chiusi, a persone non vaccinate di una singola famiglia senza mascherina o distanziamento sociale solo se le persone non vaccinate saranno a basso rischio di malattia grave.

Megan Redshaw

Fonte: childrenshealthdefense.org
Link: https://childrenshealthdefense.org/defender/vaers-reports-death-up/
12.03.2021
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org

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