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La Redazione

 

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Così Fratelli d’Italia ha deciso di rinunciare alla sovranità monetaria

Non solo FdI, anche Luigi Marattin (Italia Viva) ha deciso che l'Italia non tornerà mai più sovrana nella moneta: tema tax-credit: intervento sconcertate in parlamento del responsabile economico del partito di Renzi - Il ministro deIle imprese e del Made in Italy Urso ed il Senatore de Bertoldi (entrambi appartenenti a FDI), oggi al governo, addirittura disconoscono i disegni di legge presentati quando erano all'opposizione. Il "dogma" che lo Stato non possa emettere moneta ormai è accettato come verità economica da tutta la classe politica italiana. La prova del tradimento di Fratelli d'Italia in un documento esclusivo!
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Il 28 Febbraio 2023
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di Megas Alexandros (alias Fabio Bonciani)

Un governo che spende attraverso crediti fiscali (tax-credit) trasferibili: era questa l’ultima speranza cui il popolo italiano poteva aggrapparsi per veder il proprio paese di nuovo sovrano nella moneta e libero dai “dogmi” del debito e dei mercati.

A bypassare le folli regole di bilancio imposte dai poteri profondi che controllano il nostro paese, attraverso l’uso dello strumento dei tax-credit, ci aveva già provato l’economista americano Warren Mosler alcuni anni fa, quando all’indomani della tragedia sismica che si abbatté sull’Abruzzo, il padre fondatore della Modern Monetary Theory (MMT), provò a dare una mano al nostro paese, incagliato nel vincolo del pareggio di bilancio, a ricostruire l’Aquila proprio attraverso l’uso di tale strumento.

Mosler consegnò al Prof. Massimo D’Antoni, capo della segreteria dell’allora vice-ministro Fassina al Ministero del Tesoro, una proposta ben dettagliata che avrebbe permesso da subito al nostro governo di procedere alla ricostruzione dei paesi colpiti dal sisma. Una proposta, basata come già detto sullo strumento dei crediti fiscali, alla quale il governo di allora trovò il modo di non aderire, come sempre, riparandosi dietro le spalle di Bruxelles [1] – così lasciando il popolo abruzzese al proprio destino per gli anni a venire.

In tempi più recenti ci provò il leghista Claudio Borghi ad usufruire dello strumento dei tax-credit – chiamandoli “minibot”  per saldare i debiti che lo Stato e le amministrazioni pubbliche avevano nei confronti dei privati. La proposta dell’economista della Lega cadde, notte tempo ed insieme al governo di allora ,sulle spiagge romagnole del Papeete dove Matteo Salvini, sulla consolle del DJ con un mojito in mano, decise di staccare la spina, convinto di andare ad intascare il consenso elettorale alle urne, ma senza però aver considerato che, per chi comanda davvero, non era giunta l’ora per dare spazio alla democrazia.

Passo dopo passo – tra l’incredulità di coloro che comprendo cosa è realmente un tax-credit trasferibile – lo sapete bene, siamo arrivati ad un loro concreto utilizzo con l’introduzione dell’ormai famoso Superbonus cd 110%, per il quale tanto si discute in questi giorni. Un provvedimento che porta la firma del governo Conte II^, ideato, pensato e scritto, da due “ragazzotti” provenienti dal tanto bistrattato mondo della Modern Monetary Theory (MMT), che rispondono al nome di Giacomo Bracci e Daniele Dalla Bona, finiti non si sa come, forse per sbaglio, nello staff di Giuseppe Conte premier.

Un provvedimento che – mentre tutto il gota dei poteri di casa nostra era intento e distratto a vaccinare a più non posso il popolo italiano ed a concludere affari su mascherine e tamponi – evidentemente sfuggì al loro controllo. Tanto che nessuno, in quei giorni, si rese pienamente conto che attraverso i tax-credit, lo Stato italiano avrebbe recuperato quella sovranità monetaria, proprio quella per cui gli stessi soggetti hanno fatto il diavolo a quattro, per anni, per toglierla per sempre dalle sue mani e consegnarla, a vita, in quelle di Francoforte.

La classica e rarissima falla del “Sistema” la definirebbe il prof. Alessandro Orsini, saggista e ricercatore, noto alle cronache per la sua ferma posizione pacifista nei confronti del conflitto in corso fra Russia ed Ucraina.

Una falla che naturalmente, il sistema stesso è corso subito a riparare con il provvedimento appena varato dal Consiglio dei Ministri presieduto da Giorgia Meloni. [2]

Ironia della sorte, in tutta questa partita giocata con il sangue degli italiani sul tavolo del recupero della sovranità monetaria attraverso i crediti fiscali trasferibili, ovvero la moneta moderna, un ruolo da primo protagonista lo ha giocato proprio il partito dell’attuale premier.

Un ruolo che – nella classica metamorfosi che ogni partito italiano mette in atto quando dall’opposizione migra al governo – ha visto Fratelli d’Italia passare dall’essere uno dei principali sostenitori di quella che gli economisti del giro del Senatore Andrea de Bertoldi, hanno addirittura ribattezzato con il nome di “moneta fiscale”, al ruolo di perfetto traditore della sovranità popolare.

E’ bene ricordare, per chi ancora non ne fosse a conoscenza, che dai banchi dell’opposizione, il partito di chi attualmente ci governa, attraverso le figure primarie del Senatore Andrea de Bertoldi, dell’attuale ministro del Made in Italy Adolfo Urso e del Sottosegretario al Ministero della Difesa Isabella Rauti – fu promotore e firmatario di un disegno di legge specifico, finalizzato proprio all’utilizzo dello strumento dei crediti fiscali trasferibili, propedeutico a far recupere al governo la capacità di spendere liberamente senza la necessità di emettere titoli del debito pubblico e nemmeno incorrere nella follia dei vincoli di bilancio imposti dal trattato di Maastricht.

Non solo, e di questo sono stato testimone diretto, nel Settembre del 2021, insieme a Warren Mosler ed un gruppo di lavoro, avemmo un incontro nella sede di Fratelli d’Italia a Roma, con il Senatore Andrea de Bertoldi, nel quale, tra i vari temi affrontati, ci fu chiesto di dare un grosso appoggio allo strumento dei tax-credit trasferibili, con il preciso intento di espandere il loro utilizzo anche per altre misure di spesa (aiuti alle famiglie, interventi sul lavoro e sostegno al terzo settore), una volta che Fratelli d’Italia fosse stato al governo.

La cosa fu talmente esplicita che il Senatore, a nome del suo partito, volle anche uscire con un comunicato stampa condiviso che vi riporto fedelmente:

 

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9CO1213110 4 ECO ITA R01 CREDITI FISCALI: FDI INCONTRA ECONOMISTA AMERICANO WARREN MOSLER (9Colonne) Roma, 21 set – Crediti fiscali, aiuti alle famiglie, interventi sul lavoro e sostegno al terzo settore. Questi sono i temi affrontati questa mattina, presso la sede di Fratelli d’Italia a Roma, tra il Prof. Warren Mosler, fondatore della scuola economica Modern Money Theory (MMT), ed il senatore di Fratelli d’Italia, Andrea De Bertoldi, segretario della Commissione Finanze. Nel corso dell’incontro, sono state esaminate le questioni più urgenti e le misure d’intervento necessarie e adeguate in grado di contribuire ad uscire dalla grave crisi economica determinata dalla pandemia, con particolare attenzione al drammatico problema della disoccupazione e come far ritornare su un nuovo percorso di prosperità, l’intero Paese. “Gli argomenti evidenziati da Mosler sono indubbiamente importanti e condivisibili e seguono le linee di politica economica e fiscale, da sempre sostenute da Fratelli d’Italia, volte ad alleggerire realmente il peso fiscale sul sistema-Paese, introducendo al contempo, con il superamento dei vincoli di Maastricht, politiche d’espansione in grado di introdurre nel sistema economico un maggiore potere d’acquisto in favore delle famiglie e delle imprese, come ad esempio i titoli di sconto fiscale digitale, le cui misure d’intervento sono contenute all’interno del disegno di legge che ho presentato in Commissione Finanze e sottoscritto da altri colleghi. Stiamo facendo un lavoro importante per il prossimo futuro considerando che le nostre proposte e le ricette di politica economica e fiscale di FdI sono sistematicamente e a priori respinte da questo governo, come dai precedenti succedutisi in questa legislatura. Un lavoro di semina in prospettiva del 2023 quando, finalmente, il centrodestra sarà forza di governo, in grado d’introdurre realmente, un quadro di misure per la crescita e lo sviluppo dell’economia nazionale, ingessata da politiche assistenzialiste e dannose che stanno determinando enormi passi indietro per l’Italia” dichiara il senatore de Bertoldi. (red) 211646 SET 21

 

Ebbene, oggi sappiamo tutti che Giorgia Meloni ed il suo governo – in linea con i continui giri di vite a stringere, già operati dal governo precedente presieduto da Mario Draghi – ha definitivamente messo uno stop alla trasferibilità dei crediti fiscali ed ai sogni degli italiani di poter tornare ad essere sovrani nella moneta.

Mentre Adolfo Urso dalle pagine del Corriere della Sera conferma, senza giri di parole e la benché minima vergogna, che l’attuale governo è il proseguimento di quello precedente: “il Superbonus 110%? Facciamo ciò che Draghi non poté fare”.

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Di fronte all’ennesimo tradimento degli elettori e del popolo italiano intero, oggi alla politica non rimane che trovare il modo di arrampicarsi su specchi sempre più fragili per salvare la faccia, sperando sempre più sul fatto che gli italiani al primo “spritz” si dimentichino di tutto.

Certo, con il passare del tempo è sempre più difficile rimettere insieme i cocci e le bugie. In particolare quando ci troviamo di fronte a governi costruiti a tavolino secondo logiche più che trasversali nell’interesse del “Potere”. Governi ai quali i “poteri profondi”, pur di non ricorre al voto, mettono insieme sponde e colori opposti, i quali poi si trovano a giustificare ai loro elettori decisioni che appaiono, anche all’uomo della strada, in netto ed evidente contrasto tra loro.

E’ il caso del Presidente della commissione finanze della Camera, Luigi Marattin, e del suo partito, Italia Viva che, avendo sostenuto all’epoca il governo Conte II^ e quindi la bontà della misura del Superbonus e dei crediti fiscali trasferibili, oggi si trova di fronte al dilemma di come screditarli, per poter tornare a supportare l’eterna posizione di asservimento del suo partito a quelle teorie economiche neoliberal che vogliono lo Stato privo della Sovranità monetaria.

Se siete forti di stomaco cliccate sulla foto sotto ed ascoltatelo:

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L’onorevole Luigi Marattin, afferma chiaramente che il problema non è il Superbonus ma la trasferibilità dei crediti fiscali.

 

Ogni commento sarebbe superfluo, dopo aver ascoltato le parole di Marattin, che va subito al centro della questione: il problema non è il Superbonus ma la trasferibilità dei tax-credit, ovvero quell’elemento che lo rende moneta euro a tutti gli effetti. E sappiamo bene che far emettere euro allo Stato per i così detti economisti come lui, equivale a bestemmiare in chiesa.

La moneta per la ditta Marattin & C. deve essere emessa da un ente privato gestito da una élite che attraverso il controllo dei governi ne decide la modalità di distribuzione con logiche che non tengono assolutamente conto del benessere del popolo sovrano ma il perseguimento esclusivo di ciò che interessa all’élite stessa.

Spenderla per inviare armi in Ucraina, mentre nel contempo si blocca il rinnovamento energetico delle case degli italiani, è solo l’esempio più attuale di come da oltre tre decadi chi ci comanda fa uso della moneta, di cui ormai detiene il totale controllo.

“Eravamo vittime di una illusione – afferma Marattin in riferimento alla ‘moneta fiscale’ è una scemenza, nell’impostazione di politica economica, l’idea che oltre ad una moneta stampata dalla banca centrale, potesse circolare tra i sistemi economici moderni, anche una moneta sotto forma di credito d’imposta”.

Come se la moneta euro stampata dalla BCE non fosse già un credito fiscale!

Mi chiedo dove abbia conseguito la laurea in economia questo soggetto che in questi anni, in tema di economia-monetaria, di bombe ne ha sganciate più che in guerra!

Se potessi esprimere un desiderio, farei un decreto immediato dove indicherei che da domani lo Stato italiano non accetta più la moneta euro per il pagamento delle tasse ma solo le nuove Lire che verranno immediatamente emesse.

Forse Luigi Marattin capirebbe che la moneta euro è un tax-credit!?… cosa ne dite!?

Soprassiedo sulla parte in cui Marattin parla delle decisioni di Eurostat in modo del tutto improprio, anche perché il direttore dell’istituto europeo, Luca Ascoli, ha già chiarito nei giorni scorsi che i crediti fiscali non impattano sul debito pubblico, mentre impattano sul deficit per l’anno di competenza; per poi lasciare la palla di decidere sulla questione di ‘lana caprina’ del payable e not payable, tutta sulle spalle di ISTAT, quindi all’interno del nostro paese.

Tutto questo è l’ennesima dimostrazione che a tenerci nella gabbia dell’euro non sono certo i poteri europei, ma bensì quelli di casa nostra. La questione trasferibilità dei crediti fiscali è nata e morta tutta dentro i nostri confini e, come vi ho dimostrato, sono proprio gli stessi soggetti che l’hanno fatta nascere e sostenuta a deciderne la sepoltura.

Lo Stato ed il popolo italiano non devono assolutamente tornare sovrani nella moneta, nel nome del perenne saccheggio messo in atto da una élite massonica che non conosce sazietà.

di Megas Alexandros

Fonte: Così Fratelli d’Italia ha deciso di rinunciare alla sovranità monetaria – Megas Alexandros

Note:

[1] Piano Mosler per ricostruire l’Aquila, presentato al Ministero del Tesoro – MMT (mmtitalia.info)

[2] Si al Superbonus, no alla cessione dei crediti: anche la Meloni contro la sovranità monetaria! – Megas Alexandros

[3] DDL 2012 (senato.it)

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