DI NAFEEZ AHMED
medium.com
Cosa hanno in comune la NATO, gli appaltatori militari privati, i colossi produttori di armi, i commercianti di vino, l’NSA, Trump, i magnati britannici dell’edilizia, gli oligarchi russi e Big Oil? Il più grande social network al mondo.
Assistenza editoriale di Andrew Markell e Gunther Sonnenfeld
Pubblicato per lanciare la nuova piattaforma beta per INSURGE intelligence, una piattaforma giornalistica finanziata dal crowdfunding per Open Inquiry e un’azione coordinata al servizio delle persone e del pianeta. Diventate titolari della rivoluzione dei media.
Immaginatevi un mondo in cui tutti hanno rinunciato alla propria libertà, volontariamente, in cambio della possibilità di appartenere a un network dagli effetti deleteri che, anziché arricchire le proprie vite, ha tratto profitto dalla degradazione del dialogo sociale, dalla polarizzazione delle comunità e dalla manipolazione delle loro menti.
Non vi verrebbe da chiedervi cosa c’è che non va in queste persone?
Certo che sì. Eppure,questo è il mondo nel quale state per vivere, proprio ora. A meno che voi non facciate qualcosa al riguardo.
Questa notizia è un incitamento all’azione. Un invito rivolto ai cittadini, ai tecnologi, ai filantropi, ai giornalisti e non solo, al fine di interrompere il nostro attuale percorso verso un futuro distopico e monoculturale. Come tale, viene sperimentata una nuova forma di narrativa giornalistica chiamata Open Inquiry, che mira a compensare l’indagine sul potere con l’individuazione di soluzioni e alternative.
Facebook è sulla buona strada per diventare più potente della National Security Agency – così dice un consulente senior della comunità di intelligence militare statunitense che ha predetto l’incremento dell’intelligenza artificiale e della guerra robotica. In meno di un decennio, la crescita di Facebook significherà potenzialmente la capacità di monitorare quasi tutti sul pianeta. Questo renderà l’azienda più potente di qualsiasi altro appaltatore governativo a livello mondiale.
Questa prospettiva ha pericolose conseguenze per la democrazia. Sempre più prove rivelano che il modello di business più redditizio di Facebook è la sua esternalizzazione, come un canale per la guerra psicologica, a qualsiasi terza parte che vuole influenzare le convinzioni e i comportamenti dei cittadini.
Parti chiave di questa storia sono rimaste finora taciute. Avete sentito la notizia dell’uso dell’attività di profiling di Facebook da parte di Cambridge Analytica per influenzare le campagne elettorali su entrambe le sponde dell’Atlantico. Avete sentito come la Russia abbia legami curiosi con alcune di queste figure rilevanti, anche se ha tentato di giocare d’azzardo con Facebook per combattere la ‘guerra ibrida’.
Tutto ciò suggerisce che una congrega di estrema destra ha usato i Big Data per dirottare i processi democratici statunitensi, britannici ed europei.
Ma questa non è tutta la storia. INSURGE intelligence si fa strada in una rete di connessioni tra i dirigenti di Cambridge Analytica, i dipendenti senior e le associate, gettando nuova luce sullo sviluppo del modus operandi dell’azienda,nelle viscere più segrete del sistema di sicurezza nazionale del governo britannico.
Riveliamo per la prima volta le vaste interconnessioni della società con potenti interessi politici ed economici anglo-americani; il complesso di sicurezza nazionale della NATO; le agenzie di intelligence militare; gli appaltatori militari privati accusati di attività illecita e incompetenza; l’industria globale dei combustibili fossili e un’oligarchia finanziaria britannica pro-Tory con massicci investimenti nei mercati immobiliari britannici e russi. Piuttosto che rappresentare una grande cospirazione, questi network interdipendenti ci garantiscono uno spiraglio sulla convergenza strutturale del potere in cui operano.
SCL Group, l’azienda ombrello britannica di Cambridge Analytica, è un ex appaltatore del Ministero della Difesa britannico che deteneva l’accesso a informazioni classificate. La nostra indagine rivela che l’azienda continua ad avere legami simbiotici con il Foreign Office britannico, il quale vuole sfruttare ufficialmente il successo dell’azienda nell’aver coadiuvato la campagna elettorale di Trump per gli obiettivi di politica estera del Regno Unito.
Mark Turnbull, che dirige SCL Elections, la società controllata responsabile per il lavoro aziendale relativo alle elezioni, è un ex consulente di Bell Pottinger che ha supervisionato le attività di influenza del Pentagono in Iraq, una delle quali è stata la produzione di filmati falsi di al-Qaeda.
Lo stesso Turnbull aveva fondato Aethos, la divisione ʽcomunicazioni strategicheʼ di Aegis Defense Services, il gigante appaltatore militare britannico rilevato dalla società canadese ancora più grande, Garda World. Queste aziende, insieme, hanno generato significative polemiche sul trattamento dei civili in Iraq, sul reclutamento di bambini-soldato in Sierra Leone e sull’ “incompetenza tattica” in Afghanistan, per citare solo alcune questioni.
Gli amministratori di SCL Group detengono interessi commerciali diretti in una serie di società coinvolte in due importanti settori: il commercio delle armi e della difesa e l’industria globale del petrolio e del gas. Il protagonista chiave è Julian Wheatland, Presidente di SCL Group, che è un dirigente di Hatton International, un’oscura società specializzata in servizi “Defense offset”(1) a forze armate private e aziende aerospaziali; e un ex dirigente di un’associata di Hatton, Phi Energy Group, che ha lavorato con alcune delle principali grandi aziende petrolifere del mondo.
Altri dirigenti di SCL Group hanno partnership di affari con potenti interessi finanziari pro-Tory, alcuni dei quali legati alla campagna per la Brexit. Il principale tra loro è Hanson Asset Management, il lascito del defunto magnate degli affari thatcheriano, Lord Hanson. Patrick Teroerde, co-fondatore di Hanson Asset Management, è stato uno dei primi dirigenti – apparentemente un dirigente co-fondatore – della società controllata SCL Elections, che secondo quanto riferito avrebbe coadiuvato Vote Leave. Il sostituto di Lord Hanson al suo gruppo anti-UE “Business in Sterling”, Dominic Cummings, era il direttore della campagna Vote Leave.
Un altro dirigente di SCL Group, Roger Gabb, condivide una società di investimenti immobiliari con un certo numero di magnati immobiliari britannici, tra cui il miliardario Anton Bilton e Bimaljit Singh Sandhu; entrambi fanno investimenti in modo massiccio nei mercati immobiliari britannici e russi, per mezzo della società Raven Russia – che esprime interesse esplicito ad aprire la Russia agli investitori stranieri. Raven Russia nega di conoscere Gabb o qualsiasi cosa su SCL Group.
SCL Group non ha solo giocato d’azzardo con Facebook per coadiuvare l’elezione di Donald Trump e, a quanto pare, la campagna per la Brexit; ma ha anche ricevuto 1 milione di dollari (canadesi) per sostenere le operazioni di influenza della NATO nell’Europa orientale e in Ucraina, prendendo di mira la Russia.
E mentre l’azienda non ha più contratti con il Ministero della Difesa, ha raccolto diversi contratti del Dipartimento di Stato per operazioni di influenza globale, ne sta perseguendo numerosi altri in tutto il governo federale degli Stati Uniti e mantiene stretti legami con il Foreign Office britannico.
All’inizio del 2017, l’FCO (n.d.t. Foreign and Commonwealth Office) ha convocato una conferenza a porte chiuse su come il governo potrebbe sfruttare al meglio i Big Data per i suoi obiettivi di politica estera, invitando Turnbull e il suo principale analista dei dati a parlare dell’operato di Cambridge Analytica, a sostegno della campagna elettorale di Trump. L’FCO ha rifiutato di chiarire quanto il gioco d’azzardo con Facebook per influenzare il voto americano fosse rilevante per il programma diplomatico estero del governo britannico.
ASSIOMA: In breve, lungi dal rappresentare uno sforzo per dirottare la democrazia dall’esterno, scopriamo che la gamma di interessi associati all’azienda è incorporata nelle strutture più consolidate del complesso industriale militare britannico-statunitense: un complesso che sta diventando sempre più radicato, dal momento che esso trova nuovi modi per utilizzare il più grande social network al mondo per manipolare l’opinione pubblica.
OPINIONE: Tutto ciò riporta a come Facebook ha svolto un ruolo chiave nel consentire e trarre profitto dalle operazioni di influenza psicologica e comportamentale da parte di gruppi di interesse in competizione – una traiettoria che potrebbe rendere la piattaforma una minaccia più insidiosa per la democrazia, rispetto a uno qualsiasi di quegli interessi.
AZIONE: Una traiettoria che faccia intendere che l’unica via d’uscita è costruire alternative a Facebook che offrano nuovi approcci alle informazioni.
Ora anche alcuni dei creatori di Facebook stanno riconoscendo gli impatti deleteri della piattaforma. L’operatore di venture capital Chamath Palihapitiya, ex capo del reparto dell’incremento utenti di Facebook, riconosce la sua “straordinaria colpa” per come la piattaforma ha “creato strumenti che stanno lacerando il tessuto sociale, per quanto riguarda il funzionamento di una società”.
L’ex Presidente di Facebook, Sean Parker, esprime allarme su ciò che il social network sta “facendo al cervello dei nostri figli”, sulla base di un “social-validation feedback loop”(2) progettato per “consumare il più possibile il proprio tempo e l’attenzione consapevole”.
Facebook si sta rapidamente muovendo per sfruttare queste tecniche di manipolazione della psiche umana, per influenzare tutto ciò che facciamo – e potenzialmente anche per influenzare le nostre scelte politiche – il tutto per massimizzare i propri profitti.
Se non viene fatto nulla per interrompere la traiettoria globale di Facebook, il suo controllo sulla nostra vita potrebbe essere inarrestabile.
Eppure, questa stessa traiettoria rivela che Facebook non è il problema. Facebook è semplicemente l’espressione di un accordo collettivo per la società. I miliardi di persone su Facebook sono più che disposti a barattare la loro privacy, la loro libertà e il loro diritto a informazioni veritiere, in cambio della ‘connessione’ che percepiscono quando utilizzano la piattaforma.
Facebook è l’espressione di un problema più profondo: finché le persone trarranno guadagno da un sistema che non solo rende possibili i Facebook di tutto il mondo, ma li incoraggia; finché le persone sono disposte a consegnare le chiavi di tutta la loro vita, senza nulla di sostanziale in cambio oltre alla condivisione di foto, messaggistica diretta e gruppi di Facebook, non cambierà nulla.
Allora, che aspetto ha il mondo se Zuckerberg possiede la vostra mente e modella il vostro comportamento? Una sfera pubblica prosperosa e ben informata, da cui dipende una democrazia, è resa sempre più impotente. Al posto del sano dialogo, della logica e dei fatti, siamo lacerati da divisioni furenti, ideologie, sistemi di credenze incoerenti, apatia, rabbia e rassegnazione.
La già scarsa responsabilità delle nostre istituzioni pubbliche viene sempre più indebolita, sostituita invece dalla capacità manipolatoria di chi controlla i Big Data di cui non deve rendere conto a nessuno.
Zuckerberg e i suoi luogotenenti siedono in cima a un meta – governo onnicomprensivo e non eletto, su cui gli Stati nazionali diventano irrevocabilmente dipendenti per servizi di informazione cruciali, incentrati sull’influenza delle nostre decisioni.
I nostri figli vivono in un mondo in cui la sorveglianza totale è del tutto normale; dove informazioni accurate, dialogo e dissenso vengono sostituiti con un linguaggio mirato e tecnologie sempre più sofisticate per manipolare la psiche umana.
E per cosa esattamente? Per far sì che pochi uomini e poche donne potessero diventare favolosamente ricchi? Per far sì che si potesse godere di momenti intimi di condivisione con i vostri amici di 20 anni fa delle scuole superiori? Per far sì che la vostra azienda potesse guadagnare dieci dollari in più sul prodotto immesso sul mercato?
Il sogno di Mark Zuckerberg non deve diventare l’incubo di tutti gli altri. Ma ci vorrà molto di più che fare qualcosa di approssimativo e dichiarazioni pubbliche di contrizione.
Quindi dobbiamo chiederci: come appare il mondo se la gente guadagna?
Facebook può essere bloccato. Ma non può essere fermato a meno che non ci sia qualcos’altro al quale connettersi. Non può essere superato se non siamo disposti ad accettare che la diffusa apatia e rassegnazione che circonda l’apparente inevitabilità della supremazia globale di Facebook è la conquista più grande, eppure immeritata, di Zuckerberg.
L’unico modo per liberarci da questa condizione inspiegabile è scrollarci di dosso la rassegnazione; non è reale. La vostra volontà di essere pericolosamente creativi e liberi è reale. La vostra atavica e intramontabile responsabilità di lasciare un mondo migliore per i vostri figli è reale.
Quindi, la domanda è: come inneschiamo qualcosa di più potente della responsabilità e delle parole convincenti di cautela? Come costruiamo effettivamente qualcosa che releghi tutto ciò che rappresenta Facebook – massiccia forza di monopolio, furto di dati, manipolazione psicologica e il diffuso sacrificio della libertà umana sull’altare dell’accumulo di denaro – in una nota a piè di pagina della storia?
Lasciate tutto, sì nel vero senso della parola, lasciate tutto e sostenete la costruzione di alternative al futuro che Zuckerberg e i suoi colleghi si stanno impegnando a costruire per voi. Queste alternative si fonderanno su un orientamento fondamentalmente diverso: alternative che riguardano il decentramento e la ridistribuzione dell’accesso alle risorse; miglioramento del modo in cui ci accostiamo alle informazioni e promozione di metodi generativi di interazione vicendevole.
Questa notizia rivela la mentalità e la forza del vostro avversario. L’intervallo temporale per la contromossa si sta rapidamente esaurendo.
Più grande dell’NSA
Facebook diventerà, in meno di dieci anni, il “più potente appaltatore governativo” al mondo.
La previsione è stata fatta da John Robb, ex agente segreto antiterrorismo dell’US Special Operations Command e consigliere, di lunga data, dell’intelligence militare statunitense sul futuro della guerra per agenzie come l’NSA e la CIA. Nel 2016, Robb è stato consulente speciale del Capo di Stato Maggiore Congiunto degli Stati Uniti per il futuro dell’intelligenza artificiale e della guerra robotica.
Con i post sul suo blog Global Guerrillas, acclamato dal New York Times, Robb ha spiegato che dato l’attuale tasso di crescita di Facebook, la piattaforma di social network – che attualmente ha 2 miliardi di utenti mensili – raggiungerà il massimo storico di 3,5 miliardi di utenti mensili entro il 2025 – abbastanza da avere un “diagramma sociale completo” dell’intera popolazione sul pianeta.
Con così tante persone sotto il suo radar, oltre la metà dei 6,5 miliardi di persone che vivono al di fuori di Russia e Cina, Facebook avrà la capacità di accedere efficacemente alle informazioni su quasi tutta la popolazione umana.
Dalle parole di Robb:
“Si tratta di un network abbastanza grande e che è penetrato nel profondo da creare un censimento globale che può ‘osservare’ quasi tutti sul pianeta, anche se non hanno un account Facebook.”
OPINIONE: i riferimenti sociali di localizzazione, assieme alle immagini di collaboratori, amici e familiari consentirebbero effettivamente l’accesso a Facebook, al resto della popolazione che non è su Facebook.
Ciò “consentirà il tracciamento in tempo reale per quasi tutti gli utenti del pianeta, utilizzando i dati GPS dello smartphone e le informazioni secondarie” tra cui immagini, link postati e i “like”. E questo, a sua volta, permetterà a Facebook di “creare il più grande database di micro-targeting sulla terra”, pieno di dettagli intimi sugli interessi di miliardi di persone.
OPINIONE: In sostanza, questo significa che le potenzialità di sorveglianza di massa di Facebook saranno ancora più potenti di quelle dell’NSA.
Dalle parole di John Robb:
“Facebook ora ha la capacità di offrire servizi della portata dell’NSA, con dati migliori, alle nazioni di tutto il mondo.”
Facebook ha negato in modo inequivocabile le previsioni di Robb. Un portavoce ha dichiarato: “Le agenzie d’intelligence possiedono autorità e capacità legali completamente diverse dalle società del settore privato, quindi questo confronto è falso. Le nostre operazioni e le nostre pratiche sono soggette a una specifica supervisione normativa.”
Il Grande Fratello diventa globale: benvenuti al meta-governo
Il problema è stato ben espresso da Alexis Wichowski, ex funzionaria del Dipartimento di Stato, specializzata in diplomazia digitale. Con la base di utenti di Facebook che ora comprende letteralmente un quarto della popolazione globale, dice, in effetti è diventato uno ʽstato-reteʼ, per via del suo accesso di massa.
OPINIONE: Facebook, tuttavia, si trova in una posizione unica per diventare il principale fornitore di servizi globali di attività di informazione per i governi mondiali, siano essi democratici, autocratici, o una via di mezzo.
In un’intervista esclusiva a INSURGE, Robb ha spiegato che questo accesso senza precedenti alle dinamiche della popolazione globale renderà Facebook il go-to contractor per servizi di sorveglianza totale, censura e antiterrorismo per i governi di tutto il mondo:
“Il governo degli Stati Uniti si rende conto che Facebook ha più dati e di migliore qualità, rispetto a quelli di cui dispone e può fare molto di più in termini di potenzialità, in particolare per quanto riguarda i cittadini statunitensi. Semplicemente non può tenere il passo, quindi l’unica alternativa – la Cina sta facendo la stessa cosa – è costringere la piattaforma a diventare propria collaboratrice”.
Mentre la pubblicità del settore privato sarà una fonte primaria di profitti per la piattaforma, il successo di Facebook dipenderà dalla possibilità di evitare le norme governative. Offrendo i propri servizi essenziali di sicurezza e sorveglianza ai governi, Robb ha dichiarato: “Facebook eviterà le norme che limiteranno la sua capacità di fare soldi”.
John Robb prevede inoltre che Facebook fornirà ai governi un maggiore potenziale nell’”identificare chiunque facendo uso di Intelligenze Artificiali per il riconoscimento facciale … e quindi tracciare i loro movimenti a livello globale”.
La tecnologia è già in fase di sviluppo, con Facebook che attualmente si concentra sugli strumenti di riconoscimento facciale da utilizzare con le fotocamere nei negozi di fascia medio alta. Gli strumenti dovrebbero valutare le emozioni dei clienti e i profili comportamentali mediante il meccanismo di crowd-scanning per le espressioni facciali, e trasmettere le informazioni ai manager e ai commessi.
OPINIONE: La piattaforma sarà anche in grado di “limitare le conversazioni interne che trattano di politica a quelle approvate dal governo”, nonché “limitare le fonti ai canali approvati, impedire la discussione di argomenti vietati e indirizzare le conversazioni in modo sottile”.
Infine, ha aggiunto Robb, Facebook periodicamente “sbircerà le conversazioni private e farà l’analisi del network per identificare potenziali estremisti. Inoltre, saboterà o interverrà attivamente nei network di reclutamento di terroristi ed estremisti per danneggiare la loro efficacia nell’assicurare reclute”.
Un problema qui è che le definizioni relative al “potenziale” estremista, per non parlare dell’estremismo stesso, sono così vaghe da essere quasi inutili. Come ho già riportato per The Guardian, il Pentagono ha precedenti infausti nell’equiparare l’estremismo a qualsiasi forma di attivismo politico, critico nei confronti del governo.
Il portavoce di Facebook ha negato che la società potrebbe diventare così potente, notando che il principale appaltatore del governo americano, nell’anno fiscale 2016, “era Lockheed Martin per un valore di quasi 44 miliardi di dollari”.
Ma l’appunto di John Robb non era che Facebook sarebbe diventato il più redditizio appaltatore, ma il più “poderoso” in termini di potenzialità di influenzare le popolazioni in generale.
Scappatoia della sorveglianza di parte terza
ASSIOMA: I confini tra l’uso amministrativo e l’uso privato di Facebook per manipolare i comportamenti della popolazione sono sempre più indistinti.
Mentre Facebook ha rivendicato l’opposizione alla sorveglianza del governo, la condotta effettiva della piattaforma suggerisce il contrario.
John Robb ha descritto Facebook come “abbastanza obbediente” alle richieste di dati da parte del governo, e mi ha detto che la società non ha solo un’unità antiterrorismo, ma una “divisione di sorveglianza e censura” che sta “crescendo rapidamente”.
Non c’è da stupirsi che la società abbia combattuto attivamente negli Stati Uniti contro le leggi sulla privacy per il riconoscimento biometrico.
All’inizio del 2017, Facebook ha annunciato una linea di condotta per impedire agli sviluppatori di utilizzare i dati di Facebook per creare applicazioni per la sorveglianza. L’annuncio è arrivato dopo le rivelazioni, secondo cui i dipartimenti di polizia degli Stati Uniti avevano ottenuto un accesso speciale ai social network per rintracciare manifestanti.
Passata inosservata a quel tempo, la linea di condotta reale di Facebook per gli sviluppatori fornisce una scappatoia legale che potrebbe garantire alle agenzie governative e di polizia una via indiretta per arrivare al grado di sorveglianza di Facebook, firmando un accordo di riservatezza con un intermediario di parte terza:
“Mantenete privata la vostra chiave segreta e i token d’accesso. Potete condividerli con un operatore che agisce per far funzionare la vostra app, se viene firmato un accordo di riservatezza. Se usate servizi partner, fate loro firmare un contratto per proteggere le informazioni che avete ottenuto da noi, limitateli nell’uso di tali informazioni e mantenetele riservate.”
OPINIONE: Questa scappatoia apre potenzialmente le porte alle autorità pubbliche affinché utilizzino società terze per raggiungere esattamente gli stessi obiettivi di sorveglianza, all’insegna della riservatezza.
Secondo Facebook, questo non è un problema: “Se le aziende stanno fornendo l’accesso ai nostri API (N.d.T. application programming interface, in italiano interfaccia di programmazione di un’applicazione)per la sorveglianza, ciò sarebbe contrario alle nostre norme. Questa non è una scappatoia. Se veniamo a conoscenza di comportamenti di violazione, adotteremo con lo sviluppatore l’azione appropriata, che può includere la rimozione dell’accesso.”
Il portavoce non è riuscito a spiegare in che modo Facebook sarebbe venuto a conoscenza di un simile comportamento di violazione, se la loro linea di condotta impedisce loro di uscire allo scoperto, perché soggetti a un protocollo di riservatezza.
La (Cyber) guerra è un giro losco
Non c’è da stupirsi, quindi, che Facebook sia diventato un campo di battaglia per le informazioni tra i governi.
Invece di corrotti trafficanti di armi che vendono armi a parti in guerra, Facebook vende strumenti di informazione ai governi su lati opposti di campi di battaglia fisici molto reali.
Il portavoce di Facebook mi ha detto che questa caratterizzazione della piattaforma è “un fondamentale fraintendimento del nostro business. Dei sei milioni di inserzionisti su Facebook, la maggior parte sono piccole e medie imprese. La pubblicità politica rappresenta solo una piccola parte del nostro business”.
Tuttavia, ciò non toglie che, nonostante la spesa politica non sia nemmeno una delle 10 migliori pubblicità con prospettiva verticale per Facebook, la società continua a incoraggiare attivamente l’opposizione ai governi e le campagne politiche a utilizzare la propria piattaforma per influenzare gli elettorati – con conseguenze altamente controverse.
E come mi ha detto John Robb, un addetto ai lavori presso il Pentagono, uno dei lati positivi più importanti, su cui Facebook fa affidamento, è aprire la porta alle attività di influenza con le quali il governo sta avendo accesso alle vaste popolazioni nazionali di quelle amministrazioni.
Finora, un totale di circa 200.000 dollari nella spesa pubblicitaria su Facebook, per le elezioni negli Stati Uniti, è stato attribuito a fonti russe. Ciò non è paragonabile alle campagne pubblicitarie di Facebook, mettendo insieme le campagne elettorali di Trump e Clinton: un’ enorme somma di 81 milioni di dollari secondo il consigliere generale di Facebook, Colin Stretch, alle udienze del Senate Intelligence Committee.
La Russia ha ricevuto numerose critiche per l’utilizzo di piattaforme come Facebook per promuovere “fake news”. Ma la vasta scala del programma pubblicitario globale di Facebook del Dipartimento di Stato americano parla da sé.
Un’analisi dei registri delle spese federali mostra che per le campagne di informazione americane nel 2010-2011 e nel 2015-2016 sono stati spesi 59.541 dollari in annunci indirizzati a parlanti Russo. Questo faceva parte di un impulso alla spesa in pubblicità di Facebook da 1,6 milioni di dollari per otto anni, da parte del Dipartimento di Stato, di Voice of America e della US Agency for International Development (USAID).
Altri Paesi presi di mira da queste campagne di influenza di Facebook comprendevano Indonesia (136.217 dollari), Pakistan (127.684 dollari), Iran (87.381 dollari), Afghanistan (61.176 dollari), nonché le ex repubbliche sovietiche dell’Armenia (33.187 dollari), Uzbekistan (19.275 dollari) e Georgia (40.100 dollari).
Questi annunci si concentrano sulla promozione delle “iniziative diplomatiche” degli Stati Uniti e spingono i lettori verso fonti di notizie filoamericane come Voice of America, sponsorizzato da Washington.
Gli acquirenti di pubblicità su Facebook sono in grado di indirizzare gli annunci con estrema precisione, a causa della grande quantità di dati detenuti da Facebook sugli utenti. Sia che usiate il telefono o il computer, Facebook raccoglie informazioni su tutto ciò che i suoi utenti fanno online, a meno che non si disconnettano dalla piattaforma.
ASSIOMA: Moria Whelan, ex Vicesegretario aggiunto per la strategia digitale presso il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, afferma che il Dipartimento di Stato americano raggiunge ogni giorno 30 milioni di persone tramite Facebook, spesso con supporto diretto sotto forma di addestramento e strumenti.
Dalle parole di Whelan: “[Facebook] è uno dei mezzi più utili e redditizi del potere americano e che si fa promotore delle nostre idee. Ogni ambasciata americana nel mondo ha un account – più probabilmente account multipli. Non siamo soli … Quasi tutti i governi stranieri – salvo una manciata – hanno una presenza su Facebook e le loro ambasciate usano Facebook come fonte primaria per comunicare … Facebook era un partner disponibile in modo da superare le altre piattaforme. Il team di Facebook si è innovato in modo rilevante per i professionisti della diplomazia pubblica, mentre altri siti di social media no: hanno creato corsi di formazione e sviluppato strumenti che hanno semplificato le nostre vite”.
OPINIONE: In altre parole, la relazione tra i governi e Facebook per le attività di influenza globale è sempre più simbiotica. I governi vogliono influenzare le persone. E sono disposti a pagare Facebook profumatamente per aiutarli a farlo.
Censura
Facebook “è stato costituito per realizzare una missione sociale – per rendere il mondo più aperto e connesso”, ha scritto nel 2012 il co-fondatore Mark Zuckerberg nel documento archiviato di dichiarazione S-1(3) della società.
“La nostra nuova mission è avvicinare sempre più il mondo”, ha detto alla CNN Tech nell’estate del 2017.
Eppure, la volontà di Facebook di trarre profitto dalla guerra dell’informazione globale ha già portato la piattaforma a forme dirette di censura per gli Stati autoritari.
Per quanto riguarda la Turchia, Facebook ha – secondo quanto riferito sotto la pressione del governo turco – cancellato gli account Facebook di persone che esprimono solidarietà con Rojava, una provincia autonoma curda nel nord della Siria che svolge un ruolo di primo piano nel respingere l’ISIS.
Facebook censura sistematicamente i commenti di chi è critico nei confronti del governo in India, Pakistan e Marocco.
Facebook collabora con il governo israeliano per censurare i gruppi palestinesi sulla base della sua regola di moderazione, secondo cui “qualsiasi organizzazione che si dedichi principalmente a intimidire una popolazione, un governo o faccia uso di violenza per opporsi all’occupazione di uno Stato internazionalmente riconosciuto” non può essere in ogni caso lodata, supportata o rappresentata.
Facebook ha, secondo fonti Facebook che hanno parlato con il New York Times, realizzato un software che potrebbe potenzialmente soddisfare le richieste di censura in Cina.
Facebook sta persino addolcendo orrendi crimini contro l’umanità, pulizia etnica e atti di genocidio in Myanmar (Birmania), cancellando massicciamente post degli attivisti per i Rohingya, che documentano la violenza contro i loro uomini, donne e bambini.
Ma Facebook ha negato di operare in un’alleanza efficace con Stati repressivi e autocratici: “Valutiamo i report basati sui nostri Community Standards(4). Pubblichiamo anche informazioni a livello nazionale nel nostro Rapporto sulla trasparenza, relativo alle restrizioni sui contenuti basate su violazioni della legge locale.”
Operazioni psicologiche ed elezioni
Gli usi più insidiosi di Facebook sono emersi in relazione alla società di estrazione dati Cambridge Analytica, affiliata americana di SCL Elections – una controllata della società britannica, Strategic Communications Laboratory Group, ora nota semplicemente come SCL Group.
Cambridge Analytica utilizza l’intelligenza artificiale e le tecniche di propaganda psicologica, perfezionate durante gli interventi militari USA-Britannici per influenzare le popolazioni straniere. Queste tecniche hanno agevolato la campagna elettorale di Donald Trump, e stanno emergendo prove convincenti del loro uso durante il referendum sul ruolo della Gran Bretagna nell’Unione Europea.
I dettagli sono ora abbastanza risaputi. L’azienda vantava di avere accesso ai profili psicologici di 220 milioni di cittadini americani, basati su set di dati compilati da Facebook.
Questi dati sono stati ulteriormente integrati con dati relativi agli elettori, ottenuti con l’attività pubblicitaria e utilizzati per indirizzare le persone con annunci Facebook “su misura”, accuratamente calibrati per far pressione sulle loro emozioni.
Gli analisti dei dati non sono d’accordo sull’efficacia di queste tecniche – non c’è modo di verificarne l’impatto, in quanto i modelli utilizzati non sono pubblici, ma detenuti privatamente da SCL Group e dalle sue controllate.
Nel frattempo, sono state smascherate alcune delle straordinarie connessioni politiche dell’azienda dei dati. Uno dei principali finanziatori della Cambridge Analytica, ad esempio, era l’informatico miliardario Robert Mercer, il più grande donatore della campagna elettorale di Donald Trump. Mercer deteneva una partecipazione in Breitbart News, allora diretto da Steve Bannon – che sedeva nel consiglio d’amministrazione di Cambridge Analytica come Vicepresidente, prima di diventare il capo stratega di Trump alla Casa Bianca. Mercer aveva, a quanto si dice, sollecitato Cambridge Analytica a fornire supporto per la campagna elettorale per la Brexit.
Linea diretta con lo Stato profondo
Eppure, questo è solo un quadro parziale di una rete molto più ampia di connessioni istituzionali. Le informazioni cancellate sulla società e le registrazioni societarie esistenti, esaminate da INSURGE intelligence, portano alla luce una serie di relazioni che comprendono i ranghi più segreti dell’industria di sicurezza nazionale del governo britannico, la NATO, il settore militare privato nella sua globalità e il commercio di armi, l’establishment finanziario pro-Tory e l’industria dei combustibili fossili.
SCL Elections ha operato dal 1993 per fornire ciò che ha descritto, in una sezione ora cancellata sul suo sito web, come “sondaggi elettorali d’avanguardia, ricerca del pubblico e analisi comportamentale” nelle campagne elettorali. Queste tecniche sono state “adattate da istanze in ambito militare per l’uso civile, al fine di comprendere meglio il comportamento all’interno degli elettorati”.
Un archivio del vecchio sito web di SCL fornisce un’utile dichiarazione a telecamere spente, per capire come SCL Group abbia sviluppato la sua metodologia in un contesto militare. La pagina descrive come il successo delle iniziali sperimentazioni sul campo negli anni ’90:
“… hanno incoraggiato SCL a offrire la propria competenza eccezionale alle Forze Armate Internazionali per una valutazione critica indipendente*. In seguito a un’analisi completa della metodologia e una valutazione approfondita della sua efficacia, SCL Defence ora rifornisce le forze armate più importanti a livello mondiale, inclusi il Dipartimento della Difesa statunitense e britannico”.
L’asterisco porta al seguente paragrafo:
“*Analisi indipendente della metodologia TAA [Target Audience Analysis] di SCL, intrapresa tra gli altri da ARAG – Advanced Research and Assessment Group (Regno Unito), dal Ministero della Difesa e da Sandia National Laboratories – US Department of Energy’s National Nuclear Security Administration. Sostegno pubblico delle potenzialità di SCL pubblicate dal Government Accountability Office, Dipartimento di Stato.”
Il quadro procedeva descrivendo come questa metodologia dell’influenza comportamentale fosse applicata alle popolazioni civili:
“Nello stesso periodo, SCL ha anche offerto la sua metodologia TAA ai governi e ai partiti politici di tutto il mondo. Per intraprendere questo lavoro, SCL ha istituito SCL Elections, e dal 1994 SCL Elections ha fornito la documentazione, la strategia e l’attuazione per oltre 23 campagne elettorali – SENZA SCONFITTA”.
Secondo un’altra descrizione cancellata dal sito web di SCL Group della sua divisione SCL Defense, la società aveva forti legami con il Ministero della Difesa britannico e l’intero corpo diplomatico britannico:
“SCL è un ente commerciale approvato dal governo britannico, autorizzato a intraprendere progetti militari e civili per clienti stranieri. SCL ha ricevuto l’accreditamento nella ʽList Xʼ dal Ministero della Difesa del governo britannico, lo stesso equivalente alla Facility Security Clearance (FSC) utilizzato in altri paesi, che ci fornisce l’autorizzazione approvata dal governo per gestire le informazioni contrassegnate come “sensibili” e di grado superiore. Abbiamo una vasta esperienza in tutto il mondo e le richieste possono essere indirizzate attraverso qualsiasi Alta Commissione o Ambasciata britannica”.
Secondo le indicazioni del governo del Regno Unito sui requisiti di sicurezza per gli appaltatori della ‘List X’, queste “sono società operanti nel Regno Unito che stanno lavorando a contratto governativo del Regno Unito, il che richiede loro di detenere informazioni classificate. Queste informazioni sono al livello “Secret” o superiore o informazioni dei partner internazionali classificate come “Confidential” o di livello superiore, e sono conservate presso la loro sede in un sito specifico.”
Un portavoce del governo ha confermato che attualmente SCL Group non ha contratti attivi con il Ministero della Difesa, e quindi “non ha accesso a informazioni segrete o riservate sul MoD (N.d.T. Ministry of Defense)”. Tuttavia, il portavoce non ha chiarito se SCL Group è stata da ultimo messa sotto contratto dal MoD, e per quale scopo.
OPINIONE: Il paragrafo cancellato di SCL Group si riferisce anche a come le richieste al riguardo di SCL Group, con le ambasciate britanniche come tramite a livello mondiale, potrebbero aver sfondato una porta aperta –il che è apparentemente sintomatico di una relazione simbiotica con il Foreign Office britannico.
Questa relazione del Foreign Office solleva una domanda inopportuna: le sue attività di campagna su Facebook, tuttora in corso, sono state intraprese per influenzare le elezioni nazionali al servizio degli interessi delle linee di condotta della politica estera britannica?
Quando per la prima volta ho posto questa domanda al Foreign Office, un portavoce ha risposto: “Prenderò in esame il Suo quesito, tuttavia mi è stato consigliato che magari Lei può contattare il Ministero della Difesa su questo argomento.” Nonostante le richieste d’approfondimento, non vi era disponibilità nel chiarire ulteriormente il rapporto simbiotico tra SCL Group e Foreign and Commonwealth Office (FCO).
SCL Group, inclusa la sua controllata Cambridge Analytica, non ha risposto a molteplici richieste di dichiarazione.
In precedenti dichiarazioni pubbliche, SCL Group si è impegnata a negare di aver lavorato per la “disinformazione” nelle sue attività di influenza.
Tuttavia, nel 2005, presso l’expo DSEI (Defense Systems and Equipment International), la più grande vetrina di tecnologia militare del Regno Unito, l’azienda ha esposto un modello delle sue attività. L’esempio in mostra era di un’epidemia di vaiolo in Gran Bretagna, contenuta dal governo mediante “una sofisticata campagna di inganno di massa” progettata per convincere i britannici ignari che il pericolo non è un’epidemia ma un incidente in un impianto chimico. Il risultato, presumibilmente, sarebbe che l’operazione di propaganda di SCL riduce le perdite previste da circa 10 milioni a poche migliaia.
In un altro esempio, SCL Group aiuterebbe “un Paese nell’Asia meridionale da poco democratico, nella lotta contro politici corrotti e una crescente insurrezione”, aiutando la monarchia ad appropriarsi del potere, temporaneamente, si intende. “Lo scenario di SCL sembra molto simile all’utilizzo di una società privata che aiuti a rovesciare un governo democraticamente eletto”, ha osservato Sharon Weinberger.
Il complesso militare-industriale anglo-americano
ASSIOMA: La linea diretta con lo “Stato profondo” britannico è solo un fattore nell’affinità di SCL Group con le operazioni di controinsurrezione del governo occidentale. L’altro fattore è l’esternalizzazione di tali operazioni ad appaltatori militari privati, spesso con precedenti discutibili.
A partire da maggio 2016, la controllata di SCL Group – SCL Elections – è stata gestita dal direttore generale Mark Turnbull, ex consulente di comunicazione di lunga data presso il colosso delle pubbliche relazioni, Bell Pottinger.
Durante il suo ultimo periodo a Bell Pottinger, nel suo profilo LinkedIn, Turnbull afferma di aver “consigliato sia il governo britannico che quello statunitense sul ruolo delle comunicazioni strategiche nella pianificazione e attuazione della strategia di difesa nazionale”.
Ha anche fondato e condotto nel 2004 un “potenziale strategico d’influenza per i media di Bell Pottinger, con una squadra selezionata per condurre attività di stabilizzazione, anti-radicalizzazione e riforma democratica in zone di conflitto e a sensibilità geopolitica”.
In tale veste, ha “pianificato e diretto campagne di comunicazione per il ‘cambiamento sociale’ in diversi teatri di conflitto in Medio Oriente, Africa e Asia meridionale”- tra cui, afferma, “uno sforzo settennale per il nation-building con programmi integrati multipli che sono rivolti all’anti-terrorismo, alla stabilizzazione, al conflitto etnico-settario e al riavvicinamento delle parti politiche.”
Questo è accaduto lo stesso anno, il 2004, quando Bell Pottinger ha iniziato a lavorare in Iraq, dopo aver firmato un accordo da 5,6 milioni di dollari con la Coalition Provisional Authority guidata dagli Stati Uniti per promuovere la “democrazia” nel Paese. Come riportato da Middle East Eye, all’epoca il Presidente Lord Bell aveva riferito alla rivista PR Week: “Non esiste una parola araba per la democrazia – usano la parola ‘portatore di democrazia’ (N.d.T. nell’originale si usa il vocabolo ʽdemocratierʼ), che non è di origine araba. È certamente una grande sfida per i media. Non sarà facile, ma sarà gratificante.”
Tra il 2007 e il 2011, Bell Pottinger ha ricevuto 540 milioni di dollari dal Dipartimento della Difesa statunitense per “operazioni di informazione e operazioni psicologiche”.
Secondo un ex dipendente dell’azienda, il rendimento di Bell Pottinger al Pentagono sotto la gestione di Turnbull includeva falsi video di al-Qaeda in Iraq. Questi sono stati copiati su CD e sganciati nelle strade, nelle vicinanze di soldati statunitensi in pattuglia.
Regole di ingaggio: sparatorie di massa, reclutamento di bambini – soldato, incompetenza tattica
ASSIOMA: Dopo essersi fatto le ossa in posti come l’Iraq, Turnbull ha proseguito con la cofondazione e la direzione di Aethos, una nuova divisione di comunicazioni strategiche del colosso appaltatore militare privato britannico Aegis Defense Services. Aegis ha operato in Iraq e in Afghanistan, soggetta a parecchi contratti di centinaia di milioni di dollari con il Pentagono.
Nel 2005, Aegis è giunta alla ribalta quando i video sono stati divulgati da un ex appaltatore di Aegis, Rod Stoner, che mostrava gli appaltatori di Aegis che sparavano a caso contro civili iracheni sull’autostrada tra Baghdad e l’aeroporto della Zona Verde.
Aegis ha emesso una dichiarazione ufficiale che nega che i filmati siano “in qualche modo collegati ad Aegis” e un’indagine dell’esercito statunitense ha concluso che non sono stati commessi crimini, poiché le sparatorie erano conformi alle ‘regole di ingaggio’. Nonostante questo disconoscimento di una connessione a quanto filmato, Aegis ha ottenuto un’ingiunzione della Corte Suprema nei confronti di Stoner, costringendolo a rimuovere il sito web in cui aveva pubblicato i video.
Più recentemente, l’azienda è stata accusata di reclutare bambini – soldato come mercenari in Sierra Leone.
Malgrado ciò, Aegis ha appena firmato un contratto da 1,3 miliardi di dollari con il Dipartimento di Stato di Donald Trump, per aumentare la sicurezza nelle installazioni diplomatiche statunitensi in tutto il mondo. Ciò avviene nonostante le preoccupazioni interne tra i membri dell’ambasciata statunitense, riguardo all’incompetenza tattica della società e “una pericolosa mancanza di conoscenza dell’ambiente operativo”.
Aethos, la divisione per le comunicazioni strategiche di Aegis creata da Turnbull, è stata infine incorporata nella società principale, che nel 2015 è stata rilevata dall’appaltatore della sicurezza canadese GardaWorld, la più grande società di sicurezza privata al mondo.
GardaWorld è stata travolta da polemiche sulla sua gestione discutibile delle operazioni in Iraq e Afghanistan, per la difesa degli interessi petroliferi internazionali in Nigeria e potenzialmente per la violazione delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza che vietano al personale mercenario armato di operare in Libia.
Molti degli ex colleghi ad Aethos/Aegis di Turnbull sono ora dirigenti di GardaWorld – Oliver Westmacott (Presidente e COO (N.d.T. Chief Operating Officer – Direttore Operativo)) e il Generale Maggiore Graham Binns (direttore generale senior per la strategia e le vendite, il quale è anche CEO (N.d.T. Chief Executive Officer – Amministratore Delegato) di Aegis).
OPINIONE: In breve, Turnbull porta a SCL Elections un’esemplare comprovata esperienza nel perfezionamento della manipolazione psicologica nel mondo torbido dei contratti militari privati nei teatri di guerra stranieri. E quelle connessioni con gli appaltatori militari privati continuano a dare i loro frutti.
“SCL ha … fornito valutazioni di intelligence per gli appaltatori della difesa americana in Iran, Libia e Siria”, ha riferito il New York Times citando documenti societari. Grazie a Facebook, queste tecniche vengono ora utilizzate contro le popolazioni di quelle nazioni per influenzare le elezioni statali.
Commercio globale di armi
ASSIOMA: I legami con gli appaltatori militari privati statunitensi e britannici sono solo un aspetto delle credenziali di esercizio di SCL Group. Altra cosa sono i collegamenti della società al settore della difesa globale, che ruota attorno alla figura di Julian Wheatland, un dirigente di SCL Group che è anche Presidente di lunga data del consiglio di amministrazione di SCL Group.
Pur mantenendo la posizione di Presidente di SCL Group, Wheatland è contemporaneamente l’unico dirigente fondatore di una società oscura chiamata Hatton International Limited.
Hatton International è stata fino all’anno scorso elencata come membro di ‘ADS’, la principale organizzazione commerciale per le aziende nei settori aerospaziale, difesa, sicurezza e ambiente nel Regno Unito. L’elenco ora cancellato dice:
“Hatton International è una società di consulenza, investimento fondamentale e affari dei servizi offset per la difesa. Inoltre, commercializza e promuove servizi e attrezzature di difesa selezionati. L’attività principale di Hatton è assistere le società internazionali di difesa e aerospaziali per aiutare a rispettare i loro oneri offset nei Paesi clienti. Hatton International offre soluzioni offset esclusive, discrete, sofisticate e professionali, progettate individualmente per soddisfare le esigenze economiche e di sviluppo dei clienti.”
I ‘defense offset’ obbligano le società che esportano armi e attrezzature, verso un Paese in particolare, a reinvestire una parte del loro contratto in quel Paese. Come osserva l’ONG britannica Transparency International: “Gli offset sono un grande business, eppure vi è poca chiarezza in merito e ricevono molta meno trasparenza e attenzione di quanto dovrebbero, data la loro predisposizione all’alto rischio di corruzione”.
Il sito web di Hatton International non menziona affatto la specializzazione negli offset dell’industria della difesa. Tuttavia, una versione archiviata del sito web che risaliva al luglio 2009 riferisce, dopo aver elencato una serie di attività benigne come i progetti di sviluppo delle infrastrutture:
“Siamo specializzati nell’assistere le aziende aerospaziali internazionali nei loro oneri offset all’estero e possiamo ideare programmi personalizzati su misura alle esigenze dell’azienda e del Paese cliente”.
I clienti includono “società internazionali, dipartimenti governativi e family office(5).”
OPINIONE: il Presidente di SCL Group opera quindi nel cuore del settore meno chiaro dell’industria della difesa globale.
Wheatland non ha risposto alle domande sull’influenza di questo lavoro sulle attività di SCL Group.
Grande business e Big Oil
ASSIOMA: Tramite Hatton International, SCL Group è anche collegato agli interessi globali dei combustibili fossili.
Dal 2014 al 2016, Wheatland è stato dirigente di Phi Energy Limited, la società con sede a Londra di Phi Energy Group, una compagnia petrolifera speculativa, che ha avuto breve durata, per il “sondaggio di opportunità” in Libia, Stati Uniti, Africa ed Europa dell’Est, secondo il pacchetto di presentazione relativo alla società. La società ha chiuso nel 2016.
Wheatland è elencato nel pacchetto come Chief Finance Officer di Phi Energy Group. Lo stesso pacchetto identifica le società con cui Phi Energy ha lavorato: Shell, Noble Group, Eni, Esso, BP, Statoil, Tamoil, Total e Saras – un vero e proprio who’swho(6)delle major petrolifere internazionali.
L’allora Chief Commercial Officer di Phi Energy, Tarick Kreimeia, ha anche lavorato direttamente sotto Wheatland – è descritto nel pacchetto come “Dirigente di Hatton International”. Il profilo LinkedIn di Kreimeia fornisce ulteriori dettagli, identificandolo come “dirigente non esecutivo” di Hatton International tra settembre 2012 e agosto 2016. Tale profilo riconosce il lavoro di Hatton “con società di difesa e aerospaziali”, ma aggiunge anche che “supporta le aziende clienti, in particolare nel settore dell’energia, per sviluppare strategie di finanziamento che forniranno obiettivi strategici e contribuiranno a introdurre nuovi prodotti e proposte sul mercato”.
La biografia di Kreimeia a Phi Energy lo raffigura come attore chiave nella negoziazione riguardante il perfezionamento di accordi nei Paesi del Medio Oriente. Ad esempio, ha agevolato le principali raffinerie dell’UE nei negoziati con la Libyan National Oil Company (LNOC), l’Iraqi State Oil Marketing Company e il Governo Regionale Curdo (KRG – N.d.T. Kurdish Regional Government).
OPINIONE: Si dà il caso che queste siano tutte zone in cui gli appaltatori privati associati ai dirigenti di SCL Group hanno intrapreso operazioni redditizie, nel contesto degli interventi militari americano – britannici.
Euroscettici thatcheriani
ASSIOMA: Per mezzo della società controllata SCL Elections, SCL Group ha anche legami molto più diretti, rispetto a quelli dedotti finora, con elementi dell’establishment finanziario britannico propendente per i Tory – alcuni dei quali sono ostili all’Unione Europea.
I registri societari ottenuti da INSURGE per SCL Elections Ltd mostrano che la società britannica, creata nel 2012, ha sempre avuto solo due direttori. Uno di questi è Alexander Nix, CEO di Cambridge Analytica, affiliata di SCL Elections. L’altro era Christian Patrick Teroerde, che si è unito alla società durante la sua fondazione, pochi mesi dopo la sua incorporazione, ricoprendo un ruolo dirigenziale di un anno, da febbraio 2013 al febbraio 2014.
Dal 2010, Patrick Teroerde è direttore generale, co-fondatore di Hanson Asset Management, originariamente creata per formalizzare la gestione e la supervisione degli asset della famiglia Hanson.
La ricchezza della famiglia Hanson si è sviluppata mediante Hanson PLC, sotto la leadership del compianto Lord James Hanson, un industriale thatcheriano la cui strategia principale era l’acquisto e la trasformazione di asset in crisi. Le acquisizioni coprivano una vasta gamma di settori, tra cui abbigliamento d’alta moda, prodotti chimici, materie prime, carbone e tabacco.
Ad esempio, Hanson PLC aveva acquisito la Peabody Holding Co. negli anni ’90 – che allora era il più grande produttore di carbone negli Stati Uniti; e Imperial Tobacco Group (ora Imperial Brands), la quarta compagnia internazionale di sigarette a livello mondiale.
Nel 1983, il Primo Ministro Margaret Thatcher ha reso Lord Hanson un pari a vita(7). A sua volta ha donato milioni di sterline al Partito Conservatore.
Lord Hanson è stato un fondatore del gruppo antieuropeo “Business for Sterling”, nonché membro del Bruges Group, un think– tank(8) fondato dalla Thatcher per promuovere un’Europa meno centralizzata. Entrambe le organizzazioni svolgono un ruolo chiave nella politica anti-UE di parte Tory.
Dal 1999 al 2002, “Business for Sterling” di Lord Hanson è stata diretta da Dominic Cummings, che è diventato Head of Strategy per i Conservatori. Cummings avrebbe in seguito prestato servizio come consigliere speciale per l’arci Euro-scettico Michael Gove, a quel tempo Ministro dell’istruzione. Alla fine, Cummings stesso ha ricoperto il ruolo di Direttore della campagna Vote Leave, la campagna ufficiale di uscita dall’UE per la Gran Bretagna.
Non è chiaro quale ruolo abbia svolto Teroerde a SCL Elections durante la sua direzione di un anno. Ma la posizione coincideva con il suo ruolo in corso presso Hanson Asset Management, dove lavora sotto il figlio di Lord Hanson, Robert, che ne presiede il consiglio di amministrazione. Il recapito postale per la direzione di Teroerde a SCL Elections è lo stesso di Hanson Asset Management.
La connessione è notevole perché Vote Leave, gestito dall’ex sostituto di Lord Hanson, Dominic Cummings, ha pagato a un’oscura società canadese, AggregateIQ, 3,5 milioni di sterline per l’attività di profiling e la pubblicità su Facebook. Lo stesso Cummings è citato sul sito web di AggregateIQ che elogia il lavoro dell’azienda.
Tuttavia, l’azienda è direttamente collegata a SCL Group e a un certo punto sembra aver operato come sua consociata canadese.
I rapporti della stampa canadese confermano che AggregateIQ era stata messa precedentemente sotto contratto da SCL Group. Fino a febbraio 2017, l’ufficio di AggregateIQ a Victoria era elencato sul sito Web di SCL Group come il loro ufficio canadese. L’elenco è scomparso, ma la versione archiviata della pagina includeva un numero di telefono che era riconducibile direttamente al CEO di AggregateIQ, Zack Massingham.
Un portavoce di SCL Group ha affermato che AggregateIQ è stata messa sotto contratto per “sviluppo software e marketing digitale (prima abbiamo sviluppato la nostra competenza interna in queste aree)”. Massingham ha insistito sul fatto che “oltre al lavoro che avevamo fatto in passato, non abbiamo alcun rapporto commerciale con loro [SCL].”
Carol Cadwalladr ha fugato queste smentite, quando ha scoperto che era stato firmato un accordo di licenza di proprietà intellettuale riservato che ha concesso a SCL Elections un diritto “esclusivo” vincolante “a livello mondiale” “in perpetuo” per fare uso di tutta la proprietà intellettuale di AggregateIQ.
Né Teroerde, né Cummings erano reperibili per dichiarazioni.
Magnati del vino e degli immobili
ASSIOMA: Il nesso definitivo scoperto per la prima volta da INSURGE è che vi sono legami diretti di SCL Group con un gruppo di magnati immobiliari britannici, che hanno investito massicciamente nel mercato immobiliare russo – e con obiettivi economici stuzzicanti per quel Paese.
Roger Michael Gabb, amministratore di SCL Group che detiene la maggiore partecipazione azionaria della società, è anche dirigente delle società controllate, SCL Insight e SCL Analytics.
Gabb ha fatto fortuna nel settore della produzione vinicola, per mezzo delle società Western Wines e l’etichetta di vino sudafricana Kumala. È un donatore di lunga data per i Tory. Annotazioni dell’House of Commons Register of Members Interests mostrano che ha fatto donazioni costanti per oltre un decennio al Membro del Parlamento Philip Dunne, che dal 2012 al 2016 ha ricoperto una serie di incarichi del Ministero della Difesa, relativi alle attrezzature di difesa, al rifornimento e alla tecnologia. Dunne è Ministro della Salute dal 2016.
Gabb detiene contemporaneamente la direzione in Tal Se Land Development Partnership, dove tra i suoi partner sono inclusi potenti finanzieri britannici con imponenti investimenti immobiliari. La partecipazione principale in tale partnership è controllata da Hamilton Portfolio Ltd, società di investimento di private equity e immobiliare, presieduta da Sir John Boyle, che è anche un dirigente partner con Gabb di SCL Group nella società Tal Se.
Boyle, un sostenitore dichiarato della Brexit, è apparso su Newsnight nell’estate 2016.
Tra i partner di Gabb ci sono anche Bimaljit Singh Sandhu e Anton Bilton, entrambi appartenenti a una società chiamata Raven Russia.
Bilton è Vicepresidente esecutivo, co-fondatore di Raven Russia Ltd, una società di investimento immobiliare con sede a Mosca. La società ha costruito o acquistato 19 milioni di piedi quadri(9) di magazzini di Classe A per la logistica a Mosca, a San Pietroburgo, a Rostov sul Don e a Novosibirsk, insieme a 540.000 di piedi quadri di uffici commerciali a San Pietroburgo. Il valore lordo del portafoglio di Raven Russia è attualmente di 1,3 miliardi di dollari.
Raven Russia è stata costituita dall’acquisizione della precedente società di Bilton, dove era azionista di maggioranza, il Raven Group, costruttrice di immobili residenziali e commerciali che affittava edifici ai dipartimenti governativi del Regno Unito e ai principali rivenditori tra cui Tesco, UCI Cinemas, Royal Bank of Scotland e Toys R Us. Raven Group è stata acquisita da Raven Mount PLC, prima di essere rilevata da Raven Russia.
Lungo il percorso, Bilton ha lavorato direttamente con l’altro co-dirigente di Gabb, Singh Sandhu, che ha prestato servizio come CEO di Raven Mount Group fino al 2009.
Un portavoce di Raven Russia ha dichiarato che: “Il signor Bilton non conosce e non ha mai sentito parlare né di Roger Gabb né di SCL Group.” Il portavoce ha dapprima negato che Bilton fosse socio di Gabb a Tal Se, sostenendo: “Il signor Bilton non è nel consiglio di amministrazione di Tal Se. Molti anni fa era un suo investitore privato, ma non aveva alcun coinvolgimento operativo o gestionale “.
Tuttavia, i registri della compagnia Tal Se confermano che la società è una Società a Responsabilità Limitata, di cui sia Bilton che Gabb sono “Membri Designati” – equivalenti effettivamente al ruolo di amministratori in una normale società a responsabilità limitata, che hanno responsabilità legali e normative per gli affari finanziarie amministrativi della società. Gabb è stato nominato Membro Designato di Tal Se il 25 febbraio; Bilton un giorno dopo, il 26 febbraio. Le nomine di nuovi Membri Designati in una SRL richiedono l’assenso degli altri Membri Designati, il che implica almeno che Gabb – o il suo rappresentante legale – avrebbe dovuto approvare la nomina di Bilton.
Pressato in merito, il portavoce di Raven Russia ha detto che Bilton non conosce SCL Group o Gabb, ma ha ammesso che Bilton rimane un investitore in Tal Se, il loro comune partenariato immobiliare: “Il signor Bilton è un investitore in Tal Se, ma il suo coinvolgimento (che è passivo) non lo ha messo in contatto con il signor Gabb”.
OPINIONE: Gli investimenti immobiliari russi dei partner commerciali di un dirigente di SCL Group fungono da punto d’accesso per gli investitori stranieri nei mercati russi. I loro affittuari comprendono un mix di società straniere e interessi oligarchici russi. I noti negozi occidentali che hanno in leasing i magazzini di Raven Russia in Russia includono tra gli altri Pepsi, Bacardi, L’Occitane en Provence, Oracle, DHL, Gates Corporation.
Collegamenti a Trump?
Poi ci sono più aziende tradizionalmente russe che sono clienti di Raven Russia, come X5 Retail Group, il più grande rivenditore di generi alimentari in Russia, il cui principale azionista è Alfa Group Consortium, uno dei maggiori agglomerati di investimento privato in Russia – accusato di collegamenti a Trump e al Presidente russo Vladimir Putin, secondo un dossier controverso in gran parte non verificato, compilato da un ex funzionario dell’MI6.
Ci sono indicazioni stuzzicanti, ma indeterminate, di buone relazioni tra Alfa Group e Donald Trump –prova dammeno convincente che Alfa Group è fortemente legata a Putin.
La connessione si realizza, ancora una volta, mediante Julian Wheatland. Nel 2006, nel suo incarico a SCL Group, è stato contemporaneamente amministratore delegato di Consensus Community, la divisione di investimento del Consensus Business Group di proprietà di Vincent Tchenguiz.
Tchenguiz è un magnate immobiliare britannico-iraniano il cui padre faceva parte della cerchia ristretta del crudele Scià dell’Iran (insediato nel colpo di stato del 1953 sostenuto dalla CIA e dall’MI6) e gestiva la zecca statale.
Tchenguiz e la sua famiglia sono i principali donatori per i Tory – ma il magnate non possiede più azioni di SCL Group. Tuttavia, condivide un ufficio a Park Lane con il miliardario Presidente di Alfa Group, Mikhail Fridman.
Diverse persone collegate a Fridman hanno anche partecipato a una cena di gala in Russia nel 2014, che aveva ospitato Jared Kushner e Ivanka Trump.
Aprire la Russia al capitalismo occidentale
Al contrario, la tesi ampiamente diffusa che Alfa Group funziona come una sorta di mandatario di Putin è giornalismo alla buona.
Putin non ha Fridman in pugno, secondo il Financial Times. Gli stretti collaboratori di Fridman hanno forti collegamenti personali, che possono essere sfruttati, a Putin, ma i suoi veri interessi risiedono nel fare leva sul capitale occidentale. In un profilo arguto per Intellinews, Ben Aris osserva che per Fridman, che ha incontrato per la prima volta a metà degli anni ’90:
“Tutto è in vendita al giusto prezzo, ma le uniche persone che hanno tali somme di denaro a cui Fridman è interessato sono le società leader a livello mondiale. Mentre aspetta l’integrazione della Russia nell’economia globale, fino a quando queste figure di spicco a livello mondiale arriveranno e realizzeranno investimenti strategici nelle società russe, è impegnato a sviluppare il suo business nel modo più cospicuo possibile”.
In effetti, Fridman è uno degli oligarchi in Russia più orientati verso l’occidente. È nato a Leopoli, nell’Ucraina occidentale, e Alfa Bank Ukraine è fiorente, in quanto la sua quota di mercato è in espansione. I membri chiave di Alfa Group sono sfuggiti agli elenchi delle sanzioni statunitensi ed europee. Fridman ha fatto domanda per la residenza permanente in Gran Bretagna e prevede di vendere le sue azioni della compagnia petrolifera TNK-BP, la sua joint venture con BP in Russia.
BP faceva parte della lista delle major petrolifere con la quale aveva operato Phi Energy Group, la società di holding dell’energia di SCL Groupdi Julian Wheatland.
Wheatland non ha risposto alle domande sull’operato di Phi Energy con BP.
In Russia con amore
Un documento del prospetto finanziario di Raven Russia del 2009 mostra che due dei partner commerciali Roger Gabb, direttore di SCL, Bimaljit Singh e Anton Bilton, erano azionisti di maggioranza sia in Raven Mount PLC, sia nel suo nuovo possessore, Raven Russia. Il documento fornisce inoltre informazioni dettagliate sulla percezione di rischio dell’azienda sugli investimenti immobiliari in Russia.
OPINIONE: Tali percezioni di rischio dimostrano che i partner commerciali di Gabb hanno un interesse speciale nel garantire che la Russia mantenga un clima politico ed economico “stabile”, favorevole agli investimenti esteri.
L’approccio sembra avere duplici ramificazioni: da un lato, Raven Russia ha una forte avversione per la politica delle sanzioni internazionali nei confronti della Russia, che ha minato la redditività del suo portafoglio – una questione che sarebbe ovviamente allineata con Putin.
D’altra parte, l’obiettivo primario è spavaldamente egoista: un’economia russa molto aperta agli affari – cioè, con il minor numero possibile di restrizioni alla penetrazione del capitale straniero occidentale, un approccio per il quale non vi sarebbe una tale propensione agli sforzi di Putin per consolidare il controllo dello Stato russo sull’economia.
Il documento del 2009 identifica una serie di fattori che potrebbero minare la redditività societaria: “instabilità politica” o “disordini sociali”; il “deterioramento” delle “infrastrutture materiali” della Russia; la decrescente redditività delle esportazioni di petrolio della Russia, che potrebbe “ridurre il valore di asset russi”; il “modo imprevedibile” in cui si evolvono le normative russe sugli investimenti esteri e le leggi fiscali; e, tra tutti, il più grande incubo, ossia la potenziale minaccia di una diminuzione della privatizzazione:
“La Russia ha intrapreso, dall’inizio degli anni ’90, un programma sostanziale di privatizzazione. Tuttavia, all’interno del parlamento russo esiste ancora una lobby anti-privatizzazione. La rinazionalizzazione degli asset non può essere esclusa.
Qualsiasi attività del genere potrebbe influire negativamente sul valore degli asset societari … Alcune entità governative hanno tentato di invalidare le precedenti privatizzazioni. L’espropriazione o la nazionalizzazione delle società, in cui l’azienda investe, o dei loro asset o parti di essi, potenzialmente con un risarcimento minimo o nullo, avrebbe un effetto negativo determinante sulla stessa.”
Nel 2015, una relazione annuale di Raven Russia lamenta la possibilità che “le sanzioni contro la Russia restino in vigore per il prossimo futuro e che ve ne sia un potenziale incremento”.
Il rapporto mette decisamente in guardia a proposito di uno scenario in cui la Russia potrebbe essere fondamentalmente isolata dai mercati occidentali, osservando che un impatto negativo delle sanzioni consiste nel:
“Continuato isolamento della Russia dai mercati internazionali e nell’esacerbazione del rallentamento dell’economia russa … È difficile mitigare lo scenario peggiore, se l’escalation dovesse chiudere i confini della Russia verso i mercati occidentali”.
OPINIONE: Questi documenti suggeriscono che i partner commerciali di un dirigente senior di SCL Group che detiene le maggiori quote della compagnia hanno interessi in una più profonda alleanza economica tra investitori privati in Occidente e in Russia.
Il portavoce di Raven Russia non ha risposto alla mia domanda su X5 Retail Group, uno dei suoi affittuari. Avevo chiesto: “Uno dei principali affittuari diRaven Russia è X5 Retail Group, di proprietà di Alfa Consortium, accusato di vari collegamenti a Donald Trump. Osservo anche che vari documenti di Raven Russia indicano una chiara opposizione alle sanzioni internazionali contro la Russia, e il vivo desiderio di aprire la Russia agli investitori occidentali. Ciò suggerisce una convergenza con elementi dell’amministrazione Trump, indagati per legami e interessi in Russia. Gradirei, in merito, il commento della Sua azienda.”
Non è stata fornita dichiarazione alcuna su tale faccenda.
La convergenza strutturale tra questi interessi ha avuto un ruolo nell’influenzare le attività di SCL Group in relazione alla guerra di informazioni anti-Russia? Raven Russia ha negato di avere qualcosa a che fare con SCL Group, e SCL Group non mi ha fornito alcuna risposta a questa domanda.
Ciò che sappiamo è che a maggio 2015 SCL Defense, la controllata di SCL Group, ha tenuto un corso di tre mesi presso l’Accademia Nazionale della Difesa della Repubblica di Lettonia a Riga, per conto dello Strategic Communications Centre of Excellence della NATO.
Secondo una comunicazione della NATO, il corso istruiva su “tecniche avanzate di contro-propaganda progettate per aiutare gli Stati membri a valutare e contrastare la propaganda della Russia nell’Europa orientale”, inclusa l’Ucraina.
Il programma è stato finanziato dal governo canadese per un importo di 1 milione di dollari canadesi.
In un annuncio inerente al progetto presso il Summit NATO del Galles nel settembre 2014, il Primo Ministro Stephen Harper ha spiegato che il finanziamento “rafforzerà la capacità dei Centre of Excellence della NATO nella zona, per affrontare al meglio le sfide locali per la sicurezza, legate all’energia, alle comunicazioni e alla cyber-difesa.”
Insinuava la necessità di convincere gli Europei circa l’idea della forza locale della NATO: “diversificarsi dalla Russia”, principalmente aumentando le esportazioni statunitensi di gas verso il continente, secondo quanto riferito da David Korayni dell’Atlantic Council nel magazine NATO Review.
SCL Group non ha risposto a più richieste di dichiarazioni. Un portavoce della sua filiale americana, la Cambridge Analytica, alla fine è ritornato da me per riferire che l’azienda non sarebbe stata in grado di rilasciare dichiarazioni perché “mancavano solo pochi giorni alle festività natalizie”.
Torniamo a Facebook: strumento di propaganda del governo
Su entrambe le sponde dell’Atlantico, SCL Group è stato coinvolto in indagini ufficiali sulla eversione del processo democratico negli Stati Uniti e nel Regno Unito. Nonostante ciò, la società rimane molto integrata nelle classi dirigenti politiche negli Stati Uniti e nel Regno Unito.
Negli Stati Uniti, alla società è stato conferito un contratto da 496.232 dollari nel febbraio 2017 con il Global Engagement Center (GEC) del Dipartimento di Stato per lavorare su “analisi del pubblico di riferimento” per potenziali estremisti.
Le competenze del GEC sono definite dal National Defense Authorization Act (NDAA) del 2017, che afferma che uno dei suoi obiettivi fondamentali è “contrastare la propaganda straniera e la disinformazione diretta contro gli interessi della sicurezza nazionale degli Stati Uniti e presentare in modo dinamico esposizioni basate sui fatti che sostengono gli alleati e gli interessi degli Stati Uniti.”
Ciò include in un colpo solo le informazioni sui social media che possono essere considerate come una minaccia alla sicurezza nazionale degli Stati Uniti, nel contempo far uso a proprio vantaggio di tali dati per creare nuove campagne di informazione per promuovere la politica di sicurezza nazionale degli Stati Uniti.
Secondo Ken McCallion, ex procuratore degli Stati Uniti, SCL Group sta attivamente utilizzando le connessioni dell’amministrazione di Trump “per impadronirsi di altri contratti governativi con il Dipartimento della Difesa, il Dipartimento del Commercio, con l’Homeland Security e la National Highway Traffic Safety Administration e altre agenzie”.
Facebook rimane un canale importante per queste campagne di influenza del governo degli Stati Uniti.
“Usando le pubblicità di Facebook, posso andare su Facebook, posso fare presa su un certo pubblico, posso scegliere un Paese X, mi serve una fascia d’età dai 13 a 34 anni, mi servono persone che hanno lasciato un “like”, sia che si tratti di Abu Bakr al-Baghdadi o di qualsiasi altro allestimento – Posso sferrare un colpo e coglierli nel segno direttamente con la messaggistica”, ha detto l’ex direttore del GEC Michael Lumpkin, descrivendo la dipendenza del Dipartimento di Stato dalla pubblicità di Facebook.
ASSIOMA: Il governo britannico è anche affascinato dall’ostentazione dei conseguimenti di SCL Group, alimentati da Facebook, con la campagna elettorale di Trump.
Nel febbraio 2017, una conferenza organizzata in collaborazione con il Foreign Office britannico, da parte dell’agenzia esecutiva dell’FCO di Wilton Park, ha ospitato due funzionari di SCL Elections, controllata di SCL Group: Mark Turnbull, direttore generale, e David Wilkinson, allora nel ruolo di principale analista dati.
Turnbull e Wilkinson hanno orientato la conferenza sul tema “esaminare l’applicazione dei dati nelle recenti elezioni presidenziali americane”.
L’incontro, presenziato e aperto da Jonathan Allen, Generale della Difesa e dell’Intelligence e Direttore pro-tempore dell’FCO, è stato tratteggiato con un documento del programma di conferenze di Wilton Park come progettato per “esplorare nuove opportunità per l’FCO, affinché si faccia uso migliore dei dati nella diplomazia, ma anche nelle minacce emergenti che sfidano gli attuali modus operandi”.
Argomento del forum era la valutazione di “opportunità e minacce” che sono “di particolare utilizzo per il ruolo dell’FCO nella diplomazia e nel fare politica internazionale”. I risultati prefissati dell’incontro includevano: “Idee e indicazioni che l’FCO deve valutare per fare uso migliore dei dati in politica estera.”
Perché l’FCO è interessato all’elaborazione dei dati di SCL Group per coadiuvare la campagna elettorale di Trump?
OPINIONE: Come conseguenza il governo britannico considera tali tecniche potenzialmente utili nei teatri [di operazioni] all’estero – il che solleva un’ulteriore domanda imbarazzante: In che modo la strategia dei Big Data di SCL Elections per aiutare Trump, utilizzando un sistema alimentato da Facebook per l’attività di profiling comportamentale della massa di popolazioni, si adatta al programma della politica estera del governo britannico?
In risposta a questa stessa domanda, un portavoce dell’FCO ha effettivamente rifiutato di rilasciare dichiarazioni, dandomi invece l’indicazione di parlare con il Ministero della Difesa.
Egemonia delle informazioni
Ora dovrebbe essere chiaro, quindi, che Facebook è stato volentieri connivente nell’uso della sua piattaforma, per l’attività di profiling comportamentale e la manipolazione del pubblico.
Secondo il direttore della campagna digitale di Trump, Brad Parscale, la campagna elettorale di Trump aveva dipendenti di Facebook “incorporati nei nostri uffici”, i quali fornivano indicazioni sulle possibilità di uso della piattaforma per influenzare gli elettori. Facebook aveva persino delle divisioni di “set-up” all’interno dell’azienda, secondo l’affiliazione politica per supportare entrambe le parti.
In una dichiarazione sul presunto ruolo della piattaforma nel facilitare la vittoria elettorale di Trump, Facebook ha chiarito che aveva offerto “identico supporto” sia al gruppo di Trump che a quello della Clinton.
“Tutti hanno accesso agli stessi strumenti”, ha affermato la società. “Entrambe le campagne elettorali hanno affrontato le cose in modo diverso e hanno utilizzato diversi quantitativi di supporto”.
Ciò nonostante Trump e la Brexit, il più grande beneficiario di tutta questa attività non è SCL Group, né il complesso industriale militare, né il governo statunitense, russo o britannico – ma Facebook stesso.
Facebook, che è sulla buona strada per essere in meno di dieci anni più potente dell’NSA, sta traendo vantaggio in maniera massiccia da tutti i versanti della guerra dell’informazione.
Sotto l’apparenza di larghe vedute del “rendere il mondo più aperto e connesso”, Mark Zuckerberg ha adottato il tradizionale modello di business del corrotto traffico di armi e lo ha applicato, con tutto il cuore, al cyberspazio.
Facebook detiene quindi l’unica carta che conta davvero nell’era del potere del 21° secolo con l’uso della propaganda: il dominio dell’informazione.
Quando la società ha risposto alle mie domande, l’hanno fatto mediante un consulente del colosso aziendale delle pubbliche relazioni Teneo Blue Rubicon (TBR). Facebook sembrava un po’ trepidante per le sue risposte. All’inizio, il consulente di TBR ha avvertito che nessuna dichiarazione sarebbe potuta essere “attribuita a un portavoce di Facebook”, in quanto esse costituiscono “solamente informazioni generiche”.
Cinque ore dopo, pareva che Facebook avesse cambiato idea. Il consulente mi ha inviato un’e-mail: “Facebook è felice che Lei ne faccia uso, come dichiarazioni ufficiali”.
E così il cerchio si chiude, quando vediamo come anche i consulenti di pubbliche relazioni di FacebookUK, di Teneo Blue Rubicon, hanno curiosi collegamenti allo stesso network che racchiude SCL Group.
Nell’ottobre 2016, Beth Armstrong, ex consigliere speciale di Michael Gove, che ha anche fornito supporto ministeriale a Vote Leave, è entrata a far parte di Teneo Blue Rubicon come consulente senior.
Nel frattempo, tra il 2014 e il 2015, aveva prestato servizio come consulente senior nella divisione Public Affairs di Bell Pottinger assieme a Mark Turnbull, prima di procedere all’unione con SCL Elections, che ha supervisionato l’operato per Facebook di Cambridge Analytica, per essere d’aiuto nell’aggiudicarsi la campagna elettorale di Trump.
Questo è il nesso incestuoso di potere con cui Facebook si è intrecciato. Eppure, ciò è un nesso di potere fondamentalmente permesso dal nostro essere dipendenti in modo bizzarro e persistente dalla piattaforma.
Entro il 2025, mantenendo la potenzialità di sorvegliare, analizzare e modellare in modo trasparente il comportamento di quasi l’intera popolazione globale, la società avrà una portata globale davvero terrificante.
Il suo consolidamento potrebbe ben segnalare l’assoggettamento definitivo delle nostre già fragili democrazie alla portata manipolatoria dei Big Data che non deve rendere conto a nessuno.
Eppure, l’anormalità dei nostri processi democratici è solo una parte dell’impatto aggressivo della piattaforma sulla società civile. Il modello di business essenziale di Facebook è imperniato sulla centralizzazione dei profitti per mezzo di tecniche umilianti di persuasione che stimolano la dopamina, che seminano profonde divisioni sociali, alimentano comportamenti polarizzanti e minano la salute psicologica.
Ci dobbiamo porre delle domande? Perché siamo ancora connessi?
Questo futuro monoculturale non è inevitabile. C’è una via d’uscita, verso un futuro multiculturale.
AZIONE: Facebook può essere bloccato. Ma non potrà essere bloccato a meno che non ci sia qualcos’altro a cui la gente possa connettersi. E non ci sconnetteremo fino a quando non riconosciamo come la nostra stessa complicità nel mantenere questo sistema in espansione, tramite un atteggiamento di misterioso qualunquismo e rassegnazione verso un “destino” del tutto inutile, sia il vero motore del meccanismo.
Se non lo facciamo, allora in meno di 10 anni un colosso di Big Data che non deve rendere contoa nessuno, ci farà entrare in una nuova pericolosa era di controllo sociale globale, che è del tutto inedita.
Il Dr. Nafeez Ahmed è giornalista investigativo che è stato premiato e scienziato sociale dei sistemi complessi. È CEO co-fondatore di PressCoin e della sua pubblicazione principale, INSURGE intelligence, che fa leva sulla blockchain, sulle innovazioni nell’ambito della criptovaluta e su un formato investigativo di Open Inquiry per rimpiazzare il disagiato ecosistema informativo che determina il caos e la confusione sul pianeta, con un sistema coerente di intelligence pubblica. È anche editorialista di “System Shift” presso Motherboard di VICE, editorialista di Middle East Eye, e in precedenza scriveva di geopolitica dell’ambiente sul blog Earth Insight di The Guardian. Il suo ultimo libro, Failing States, Collapsing Systems: Bio Physical Triggers of Political Violence (Springer, 2017) è uno studio scientifico su come il clima, l’energia, il cibo e le crisi economiche stiano determinando il fallimento degli Stati in tutto il mondo.
Nafeez Ahmed
Fonte: www.medium.com
29.12.017
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di NICKAL88
Note a cura del traduttore
- Le partecipazioni industriali militari o offset sono pratiche internazionali e legali nell’ambito dell’industria della difesa e nel settore aerospaziale. Non necessitano di regolamentazioni da parte degli Stati nazionali ma, dato che gli acquirenti di armi e sistemi d’arma sono principalmente i ministeri della difesa di stati sovrani, molti Stati hanno leggi specifiche o direttive e procedure formali interne sugli offset. I nomi internazionali utilizzati per questi accordi collegati al commercio di armi sono svariati: compensazioni o partecipazioni industriali, cooperazione industriale, offset, bilanciamenti, contropartite, ritorni industriali.
Una definizione neutra di queste consuetudini dell’industria delle armi è alquanto ardua, a ogni modo si può assumere che le partecipazioni industriali militari sono compensazioni addizionali date a un acquirente da parte di un venditore. “Offset” è qualcosa che controbilancia, compensa o paga la differenza per qualcos’altro.
Gli offset o partecipazioni industriali sono pertanto forme di equilibrio che vogliono andare oltre il mero scambio tra denaro e fornitura di materiale per la difesa, sono pesi o compensazioni addizionali, pesi addizionali posti sul piatto bilancia del compratore. Inoltre, la scelta di parole come cooperazione o partecipazione dell’industria militare nazionale per parlare dei “Defense offset” suggerisce qualcosa di più di un bilanciamento e cioè la nozione di ripartizione dei benefici. La dimensione del mercato internazionale degli offset è direttamente proporzionale al mercato dell’esportazione delle armi.
Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Partecipazioni_industriali_militari
- Si consiglia la lettura del seguente articolo:
http://www.thefactorytimes.com/factory-times/2017/11/30/its-a-social-validation-feedback-loop
- Il Form S-1 è un documento di dichiarazione finanziaria della Security and Exchange Commission (SEC) utilizzato dalle società che intendono rendere pubblici i propri titoli presso la Securities and Exchange Commission (SEC) degli Stati Uniti come “dichiarazione di registrazione secondo il Securities Act del 1933”. L’S-1 contiene le informazioni commerciali e finanziarie di base relative a un erogatore, per quanto riguarda una specifica offerta di titoli. Gli investitori possono utilizzare il prospetto per valutare i vantaggi di un’offerta e prendere decisioni di investimento ragionate.
Fonte: https://en.wikipedia.org/wiki/Form_S-1 (traduzione dall’Inglese all’Italiano)
- I community standard sono norme locali che limitano la condotta accettabile, andando forse oltre i requisiti minimi legali o in relazione ai limiti della condotta accettabile stessa o al modo in cui la community farà rispettare una condotta accettabile. A volte questi standard possono essere suddivisi in un elenco che indica i valori della community e che stabilisce le linee guida per la partecipazione alla community. Alcune società di social media gestiscono i community standard che forniscono regole o indicazioni su ciò che è e ciò che non è accettabile pubblicare online.
Fonte: https://en.wikipedia.org/wiki/Community_standards (traduzione dall’Inglese all’Italiano)
- Un family office è una società di servizi che gestisce il patrimonio di una o più famiglie facoltose agendo come centro di coordinamento per la gestione finanziaria e amministrativa delle famiglie.
I family Office svolgono essenzialmente tre funzioni base: a) pianificazione e consulenza specialistica (inclusi servizi di advisory finanziario, fiscale, strategico e filantropico); b) gestione investimenti (inclusa l’asset allocation, il risk management, le analisi e due diligence di investimento nonché assistenza in tutte le transazioni e vendite di beni) e c) servizi di amministrazione (inclusi la gestione dei rapporti con i fornitori di servizi, la contabilità, e i servizi più propriamente Relazionali fra i membri della Famiglia, nella loro veste di Beneficiari del patrimonio, eccetera)
I family office possono svolgere i servizi per un’unica famiglia o per una collettività di famiglie (i multi-family family office o Multiclient family office). Nel mondo anglosassone i multi-family family office generalmente non seguono più di 12 famiglie mentre in Italia alcuni family office hanno relazioni con oltre 30 famiglie
I family office sono particolarmente sviluppati nel sofisticato mercato americano dove non vi sono dati “certi” ma si stima vi siano oltre 4.000 family office e si stanno sviluppando in Europa dove si stimano oltre 500 family office.
Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Family_office
- Who’swho – con ciò si designa le persone più importanti di un gruppo in particolare, oppure un elenco che contiene le informazioni relative alle persone più ricche o famose a livello mondiale.
Fonte: https://dictionary.cambridge.org/it/dizionario/inglese/who-s-who
- Nel Regno Unito, la parìa a vita sono membri della parìa i cui titoli non possono essere ereditati dai discendenti o parenti, al contrario delle parìe ereditarie, e perdurano quanto la vita dell’assegnatario del titolo. Attualmente la parìa a vita, creata sempre e solo al rango di barone, si basa sul Life Peerages Act 1958 e dà titolo al detentore di sedere nella Camera dei lord, avendo prima verificato di disporre dei necessari requisiti dell’età minima e della cittadinanza britannica.
I figli legittimi di un pari a vita godono del prefisso onorifico “The Honourable”, anche se non possono ereditare loro stessi la parìa.
Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Paria_a_vita
- Un think tank (letteralmente serbatoio di pensiero in inglese) è un organismo, un istituto, una società o un gruppo, tendenzialmente indipendente dalle forze politiche (anche se non mancano think tank governativi), che si occupa di analisi delle politiche pubbliche e quindi nei settori che vanno dalla politica sociale (social policy) alla strategia politica, dall’economia alla scienza e la tecnologia, dalle politiche industriali o commerciali alle consulenze militari.
Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Think_tank
- Il piede quadro (o piede quadrato), in inglese squarefoot (plurale: squarefeet), è un’unità di misura della superficie ed è, per definizione, l’area racchiusa da un quadrato avente i lati lunghi un piede. Il piede quadro non fa parte del sistema SI, ma è tuttora ampiamente utilizzato nei paesi di cultura anglosassone, come Regno Unito e Stati Uniti d’America. Corrisponde a 0,092 903 04 metri quadri
Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Piede_quadro