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La Redazione

 

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Brasile- Bolsonaro verso la dittatura militare, peggio di 80 anni fa

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A cura di Markus
Il 26 Ottobre 2018
1950 Views

 

PETER KOENIG
countercurrents.org

In Brasile, ad una settimana dal ballottaggio per le elezioni presidenziali, Jair Bolsonaro, il candidato di estrema destra del Partito Social Liberale (PSL), a cui si oppone Fernando Haddad, del Partito dei Lavoratori (PT), è in testa nei sondaggi con più di dieci punti di vantaggio, 58 contro 42. E il distacco sta aumentando, nonostante il fatto che, recentemente, alla fine di settembre 2108, le donne brasiliane si siano schierate in massa contro Bolsonaro tramite l’hastag #EleNao (Lui No). La sua fama di misogino aveva fatto si che, una settimana fa, solo il 27% delle donne sostenesse la sua candidatura. Una massiccia propaganda a base di imbrogli e menzogne ha, per ora, portato questa percentuale al 42%. C’è qualcuno che crede veramente che Bolsonaro abbia cambiato il suo carattere razzista e il suo atteggiamento denigratorio nei confronti delle donne? E’ veramente incredibile quanto la gente creda alle bugie e alle manipolazioni della propaganda.

L’usuale propaganda menzognera della destra si è infiltrata in tutte le elezioni tenutesi negli ultimi 5-10 anni, iniziando con la sofisticata truffa basata condizionamento mediatico, messa a punto dalla Oxford Analitica (OA), che, secondo un’opinione ampiamente diffusa, avrebbe portato, tra gli altri, Trump alla Casa Bianca, Macri alla Casa Rosada a Buenos Aires, Macron all’Eliseo a Parigi e la Sig.ra Merkel alla Cancelleria Federale Tedesca a Berlino per la quarta volta. Si dice anche che OA abbia dato una mano ai sostenitori del Brexit. Nel frattempo, i metodi sporchi di manipolazione elettorale di OA si sono ormai integrati nei media maistream, con flussi sempre più copiosi di finanziamenti da parte delle multinazionali e delle grandi banche.

Infatti, Bolsonaro, il favorito, è attualmente accusato dal suo avversario, Fernando Haddad, di aver condotto una campagna basata “sugli imbrogli e sulle fake news”, e questo a solo pochi giorni dal ballottaggio. L’accusa si riferisce al fatto che Bolsonaro sta conducendo una campagna diffamatoria multimilionaria contro Haddad utilizzando WhatsApp e gli altri social media. Vuol dire inviare letteralmente milioni di messaggi a gruppi di potenziali elettori. Questo è il modo in cui funzionano gli algoritmi di OA.

Secondo RT, Haddad, in una conferenza stampa a Rio, ha affermato: “Abbiamo individuato una campagna denigratoria e diffamatoria via WhatsApp e, dato il volume dei messaggi, sappiamo che dietro di essa vi sono soldi sporchi, perché [questa campagna] non era stata registrata presso il Tribunale Supremo Elettorale.”  Questo dopo che il quotidiano Folha de S.Paulo aveva scoperto una sospetta frode elettorale. Il periodico sostiene che un gruppo di imprenditori sta conducendo una campagna diffamatoria, del costo di diversi milioni di dollari, utilizzando svariati e diffusissimi social media per contattare i sostenitori di Haddad e infangarne il nome con “fake news”.

Possiamo solo sperare che la scoperta di questa frode e di queste calunnie non sia arrivata troppo tardi per farlo sapere ai votanti e per fermare lo sprint finale di Bolsonaro. Che ciò possa portare ad una incriminazione di Bolsonaro, non è affatto una prospettiva realistica, visto che è sostenuto dall’attuale corrotto e fascista governo Temer e dagli alti magistrati che hanno respinto la legittima richiesta di Lula di potersi ricandidare alla presidenza. Solo la consapevolezza degli elettori potrà fare la differenza.

Immaginate che cosa potrebbe succedere, se venisse eletto Bolsonaro? Non è difficile. Bolsonaro ha già dichiarato che, se verrà eletto, darà pieni poteri all’esercito. “Quando sarò eletto, chi comanderà saranno i capitani (dell’esercito)”. Sono parole sue, in portoghese.

E’ un fascista, non ci sono dubbi. In Brasile ci sono stati altri governi militari fascisti, come quello di Getùlio Vargas, che governò dal 1930 al 1945 come dittatore militare, sopratutto per mezzo di decreti. Abrogò la Costituzione del 1891 e, nel 1934, ne introdusse una nuova, abolita finalmente nel 1945, quando Vargas fu deposto ed iniziò un nuovo processo democratico, con una nuova Costituzione introdotta nel 1946. Ma il Brasile non aveva finito con il fascismo e la dittatura militare. Ce ne sarebbe stata un’altra negli anni prima di Lula.

Un altro brutale governo militare salì al potere nel 1964, con un golpe dell’esercito. [Questa dittatura] governò il Brasile dal 1° aprile 1964 al 15 marzo 1985 con il Presidente Joao Goulart . Terminò quando assunse la carica José Sarney, il 15 marzo 1985. Quello che è importante sapere è che sia il colpo di stato di Vargas del 1930, che quello militare del 1964 furono sostenuti dall’ambasciata degli Stati Uniti in Brasile e dal Dipartimento di Stato di Washington. Il Sig. Bolsonaro ha già a tutt’oggi, dopo la prima tornata elettorale, il pieno supporto di Washington. Dopo la divulgazione dei risultati elettorali del 7 ottobre aveva immediatamente ricevuto le congratulazioni di Trump.

Se la prossima settimana non accadrà qualche miracolo, il Brasile potrebbe ritrovarsi indietro di 90 anni, in una spietata dittatura militare. Anche peggio, perché, al giorno d’oggi, anche per i militari la dottrina neoliberista ha l’ultima parola in fatto di politica economica. Stiamo parlando della completa privatizzazione di tutto, dei servizi sociali, dell’acqua, (quella della sanità è già iniziata), delle infrastrutture di base potenzialmente remunerative, delle risorse naturali, ed è già in corso l’indebitamento con il Fondo Monetario Internazionale, la Banca Mondiale, la FED e Wall Street, compreso un devastante programma di austerità a cui aveva già dato il via il non-eletto Sig. Corrotto Temer.

Comunque, il disastro economico, inteso come dipendenza dal Fondo Monetario Internazionale, dalla Banca Mondiale e dalla FED, potrebbe profilarsi anche sotto Haddad, che ha già annuncaito di voler collaborare con il feudo finanziario di Washington. Come già aveva fatto Luiz Inacio Lula quando era stato eletto nel 2002. Era stato “il ragazzo d’oro” per il Fondo Monetario Internazionale, perchè aveva seguito fedelmente le regole che gli erano state impartite e che avrebbero dovuto portare il progresso alla sua nazione. In seguito si era reso conto di quello che stava realmente succedendo nel mondo finanziario brasiliano. Aveva corretto alcune delle sue aberrazioni, ma molte avevano continuato ad operare anche sotto la presidenza di Dilma Rousseff.

Il Brasile potrebbe diventare la Grecia del Sud America, solo moltiplicata per 100.

Immaginatevi soltanto l’impatto politico ed economico che una cosa del genere avrebbe su tutta la regione latino-americana. Il Brasile è di gran lunga la maggiore economia dell’America Latina, con un PIL, nel 2017, di circa 2.1 trilioni di dollari, una popolazione di 210 milioni di persone ed un’estensione territoriale di 8.516 milioni di chilometri quadrati, e che dispone anche delle maggiori riserve mondiali note di acqua dolce. Intraprendere attività commerciali senza coinvolgere il Brasile è una cosa impensabile per l’America Latina e per il mondo. Inoltre, un regime Bolsonaro avrebbe il pieno appoggio ideologico e militare di Washington. Infatti, il Brasile potrebbe diventare presto il secondo paese NATO del Sud America dopo la Colombia.

Come si sentirà allora il Venezuela, circondato da due aggressive nazioni militarizzate dalla NATO? Washington potrebbe limitarsi a guardare e a sorridere, mentre Colombia e Brasile (e il loro comando NATO) farebbero il resto. Ma lo farebbero? Il Venezuela sta lavorando attivamente per affrancarsi dall’egemonia del dollaro ed allearsi con i paesi dell’Est. E non solo per quanto riguarda il commercio, ma anche con enormi investimenti dalla Cina e dalla Russia. Invadere il Venezuela non sarebbe una cosa semplice, nonostante la presenza dalla NATO ad est e ad ovest e con l’Impero appena al di là dei Caraibi.

Ma torniamo a Bolsonaro. Non sarà facile far digerire ai brasiliani comuni questa dottrina militar-fascista di un presidente fino ad ora sconosciuto al resto del mondo. Il loro voto e il loro modo di pensare potranno anche essere stati manipolati, ma, una volta che si saranno svegliati, con le elezioni ormai passate e le politiche di Temer decuplicate, la sofferenza sociale aumenterà, come era successo in Grecia, e la gente potrebbe semplicemente non accettarlo.

Capiranno che tutta questa farsa propagandistica avvantaggia non tanto i pochi oligarchi brasiliani, quanto, sopratutto, le banche e le corporations transnazionali? Protesteranno per le strade? Esigeranno un altro governo? Combatteranno per i loro diritti? I Brasiliani non sono (ancora) quel genere di persone che si piegano e tacciono, come avevano fatto i Greci, indeboliti da un governo traditore, dalla mancanza di servizi sociali e sanitari e da una depressione che ha avuto, come contropartita, la crescita esponenziale dei suicidi, secondo la rivista inglese Lancet. I Brasiliani potrebbero aver imparato la lezione.

Il Brasile e i BRICS. Già sotto Temer, il ruolo del Brasile all’interno dei BRICS era stato puramente anedottico. Era chiaro che il Brasile non avrebbe voluto e potuto aderire ulteriormente ai principi che sottostanno a questa associazione, vale a dire l’indipendenza economica dai signori del debito, il Fondo Monetario Internazionale, la Banca Mondiale e la FED. Che cosa succederà con Bolsonaro? Sarebbe utile che i BRICS espellessero il Brasile, ammonendo i Brasiliani ora, prima del ballotaggio, che un governo fascista non potrebbe essere ammesso nei ranghi dei BRICS. Il fascismo è la negazione assoluta dei principi che regolano le nuove alleanze, SCO, BRICS, EEU [Eurasian Economic Union] e la nuova Alleanza del Mar Caspio (fra Azerbaijan, Iran, Kazakistan, Russia e Turkmenistan).

Ma, e questo è della massima importanza, cerchiamo di non perdere il controllo della situazione. Facciamo in modo che, domenica prossima, Bolsonaro non venga eletto. Facciamo ora la scelta giusta. Nonostante tutto quello che vi hanno indotto a credere. In piedi, donne e uomini del Brasile e dite #NAO Bolsonaro!

Peter Koenig

Fonte: countercurrents.org
LinK: https://countercurrents.org/2018/10/24/brazil-bolsonaro-towards-a-military-dictatorship-worse-than-80-years-ago/
24.10.2018
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org

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