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La Redazione

 

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Battere Sisifo sul tempo – Come far ritirare le forze americane in Europa, senza far arretrare la NATO, senza l’Ucraina

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A cura di Markus
Il 27 Febbraio 2025
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John Helmer
johnhelmer.net

Il 17 dicembre 2021, il Ministero degli Esteri russo aveva proposto due trattati di non aggressione e di sicurezza reciproca per bloccare le intenzioni bellicose degli Stati Uniti e dell’alleanza NATO nei confronti della Russia.

Questa era la bozza del patto con gli Stati Uniti; questa era la bozza del patto con la NATO. Ecco come leggerle.

Quando le clausole del trattato erano state liquidate senza discussione dall’amministrazione Biden dell’epoca e dai suoi alleati della NATO, l’operazione militare speciale russa contro gli Stati Uniti e la NATO in Ucraina era stata inevitabile. Era iniziata sessantanove giorni dopo.

L’articolo 4 della proposta di trattato con la NATO sembrava richiedere all’Alleanza di ridimensionare la propria estensione territoriale ad est, verso i confini della Russia, riportandola alle condizioni del 27 maggio 1997. “La Federazione Russa e tutte le Parti che erano Stati membri dell’Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord al 27 maggio 1997, rispettivamente, non dispiegheranno forze militari e armamenti sul territorio di qualsiasi altro Stato in Europa in aggiunta alle forze stazionate su tale territorio al 27 maggio 1997. Con il consenso di tutte le Parti, tali dispiegamenti potranno avvenire in casi eccezionali per eliminare una minaccia alla sicurezza di una o più Parti”.

Ciò sembrava significare che la Russia insisteva sul ritiro della NATO ai confini del 27 maggio 1997. In pratica, a meno che Mosca non fosse d’accordo su “casi eccezionali”, questo escludeva i membri della NATO entrati nell’Alleanza in data successiva: Bulgaria, Estonia, Lettonia, Lituania, Romania, Slovacchia e Slovenia (2004); Albania e Croazia (2009); Montenegro (2017); e Macedonia del Nord (2020).

L’articolo 6 del patto aggiungeva la clausola che, a partire dalla fine del 2021, “Tutti gli Stati membri dell’Organizzazione del Trattato Nord Atlantico si impegnano ad astenersi da qualsiasi ulteriore allargamento della NATO, compresa l’adesione dell’Ucraina e di altri Stati”. Poi la Finlandia era entrata nella NATO nel 2022 e la Svezia l’aveva seguita nel 2023.

Le due bozze di trattato rimangono nella tabella di marcia del Ministero degli Esteri, dello Stato Maggiore e del Presidente Vladimir Putin per l’accordo di pace con gli Stati Uniti e la NATO che seguirà l’armistizio successivo alla fine delle ostilità in Ucraina. Questo è stato ripetuto più volte.

Lunedì scorso, il Presidente Donald Trump e il Presidente Emmanuel Macron hanno discusso un quadro per quella che hanno definito la pace in Europa. Questo, hanno detto alla stampa, prevede il “sostegno” militare degli Stati Uniti (termine di Trump) a una “forza di garanzia” europea (termine di Macron) dispiegata sul territorio ucraino, in quella che i russi chiamano zona smilitarizzata e gli europei zona di disimpegno. Macron ha detto a Trump che il primo ministro britannico Sir Keir Starmer avrebbe confermato il suo appoggio nel suo incontro di giovedì con Trump.

Il Financial Times, un organo di propaganda londinese di proprietà giapponese, ha cercato di cambiare il significato dell’ovvio. Ha riportato le parole di un singolo anonimo “funzionario francese” per dire che “non c’era ‘nessun accordo definitivo’ sulla natura del sostegno degli Stati Uniti in Ucraina, dato che le discussioni erano in una fase preliminare”. Il giornale ha anche citato un diplomatico francese in pensione per aggiungere che Macron “ha fatto progressi su questo fronte, anche se Trump è rimasto piuttosto sfuggente”.

I funzionari russi hanno ripetutamente rifiutato la presenza in Ucraina delle truppe dei Paesi che combattono contro la Russia fin dal 2022. Ma i russi affermano anche che potrebbe essere negoziabile un compromesso tra la proposta russa del 17 dicembre 2021 e le attuali posizioni, quelle dell’esercito russo che avanza verso il fiume Dnieper e quelle degli stati maggiori americani e della NATO che si ritirano a Lvov e Rzeszów, in Polonia.

Un saggio di Yevgeny Krutikov, pubblicato questa settimana su Vzglyad, la piattaforma di analisi della sicurezza finanziata dal Cremlino, suggerisce che gli alti funzionari del Consiglio di Sicurezza credono nella possibilità di un ritiro delle forze combattenti dall’attuale campo di battaglia e di una deconflittualità militare con la Russia – senza tentare l’impossibile, lo smantellamento dell’appartenenza alla NATO fino al cutoff del 1997.

Nella sua forma più semplice, ciò significherebbe il ritiro delle truppe americane, dei missili a lungo raggio e degli ordigni nucleari (bombe, testate missilistiche, sistemi di puntamento) fino ai confini del 1997. Ciò lascerebbe in vigore le garanzie di sicurezza della NATO per gli Stati membri post-1997 e i loro territori, combinate con le garanzie di non aggressione della Russia.

Alla traduzione letterale in inglese che segue, sono state aggiunte mappe, link e didascalie a scopo di chiarimento e illustrazione. I giornalisti di Vzglyad hanno definito la lingua inglese e chi scrive in tale lingua come ostili nell’attuale stato di guerra, ad eccezione degli autori autorizzati dai media statali russi.

25 febbraio 2025
Le relazioni degli Stati Uniti con la Russia promettono un ritorno al periodo pre Gorbaciov
Di Yevgeny Krutikov

Gli Stati Uniti si preparano a eliminare la loro presenza militare in Europa, Polonia, Stati baltici e Kosovo compresi, per normalizzare le relazioni con la Russia. In un primo momento, le notizie diffuse dai media europei sono sembrate false, ma ora sembrano troppo logiche per essere ignorate. Si tratta di un bluff o di una reale prospettiva di “distensione”?

Citando una fonte di intelligence di un Paese dell’Europa orientale, Bild sostiene che gli Stati Uniti si stanno preparando a ritirare le loro truppe dall’Europa. Più precisamente, dalle basi e posizioni successive all’espansione della NATO a est.

“Secondo le nostre informazioni, si tratta della richiesta del presidente russo fatta nel 2021, cioè il ritiro delle truppe americane da tutti i Paesi della NATO che avevano aderito all’alleanza dopo il 1990”, scrive la rivista tedesca. E vuole crederci.

Le strutture da cui gli americani non stanno discutendo il ritiro sono le basi di Ramstein, in Germania, e del Regno Unito, che esistevano prima del crollo dell’URSS. Ma la più grande base americana in Europa dopo Ramstein, quella di Bondsteel in Kosovo, sarebbe in fase di preparazione per essere liquidata, e sarebbe il comando italiano delle forze di pace in Kosovo (KFOR) ad ereditarne le infrastrutture. Attualmente, il personale militare americano a Bondsteel (poco più di 600 persone) non fa parte della KFOR, si tratta di una base esclusivamente americana.

Nell’articolo quasi sensazionale della Bild, non è tanto il dettaglio che conta quanto il messaggio. Si tratta del primo (!) tentativo di collegare la retorica e i piani del Presidente Trump con la creazione di una nuova configurazione di sicurezza in Europa che tenga conto degli interessi della Russia.

MAPPA DELLE FORZE STATUNITENSI E DELLE LORO BASI IN EUROPA, 2022

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Mappa al gennaio 2022. Fonte

 

Lo stesso Trump ha sempre parlato di ridurre la presenza militare americana in Europa – questa è stata una delle sue narrazioni fin dal suo insediamento, intervallate da richieste agli europei di “difendersi da soli” – ad esempio, di aumentare le proprie spese militari e di portare i propri eserciti ad uno stato di prontezza al combattimento.

Per ora, le minacce di ritirare gli Stati Uniti dalla NATO dovrebbero essere considerate ingannevoli e frivole. Tuttavia, gli eventi si stanno sviluppando a un ritmo tale che tutto sembra possibile. Ciò include il ritorno della presenza militare statunitense in Europa alle “impostazioni di base” del periodo pre-Gorbaciov.

Se la Casa Bianca è davvero pronta a discuterne con Mosca nell’ambito del processo di ripristino delle normali relazioni tra Russia e Stati Uniti, si tratterebbe di un evento davvero rivoluzionario per la politica estera americana. Alla luce di questa normalizzazione, qualsiasi altra cosa impallidisce al confronto, compreso il decreto di Trump secondo cui gli Stati Uniti riconoscono ora solo due generi – maschile e femminile.

Il ritiro simultaneo di tutte le truppe americane dall’Europa orientale è uno “spauracchio” che può essere utilizzato per diversi scopi: dai tentativi di influenzare la campagna elettorale in Germania fino ad alimentare il sentimento anti-russo. Questa “storia dell’orrore” viene lanciata sullo sfondo di dichiarazioni di una durezza senza precedenti da parte delle autorità statunitensi nei confronti dell’Europa, di cui il più memorabile è stato l’arrogante discorso del vicepresidente J. D. Vance alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco.

In questo contesto, è facile dar credito alle voci allarmiste secondo cui gli Stati Uniti starebbero abbandonando l’Europa al suo destino. Da un mese gli europei vivono a disagio sotto l'”ombrello americano”. Ma il fatto è che i militari italiani in Kosovo stanno effettivamente mostrando strane attività intorno a Bondsteel.

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A sinistra: la base statunitense Bondsteel in Kosovo; a destra, il punto rosso indica la posizione della base sulla mappa.

Fonti serbe confermano anche il possibile trasferimento della base sotto il controllo della KFOR, il che significa automaticamente che gli americani se ne andranno. I serbi, ovviamente, sono contenti e, visto che sono contenti, anche le informazioni che provengono da loro dovrebbero essere prese con un ragionevole scetticismo. In altre parole, qualcosa si sta muovendo in Kosovo, ma non è ancora chiaro cosa esattamente e in quale contesto più ampio questa idea debba essere valutata.

È degno di nota che la fonte della Bild abbia fatto riferimento ad una certa richiesta di Vladimir Putin del 2021. Molto probabilmente si riferisce alla famosa dichiarazione del Ministero degli Esteri russo del dicembre 2021. Nessuno ha cancellato o sconfessato quel documento, che, in teoria, potrebbe essere presente sul tavolo dei negoziati tra la Federazione Russa e gli Stati Uniti come posizione diplomatica iniziale di Mosca.

Piazza Smolenskaya [sede del Ministero degli Esteri russo, paragonabile a Foggy Bottom per il Dipartimento di Stato americano] sostiene inequivocabilmente che a Riad sono in corso negoziati non solo sulla questione ucraina, ma anche sulla normalizzazione o, se si vuole, sulla riformattazione delle relazioni bilaterali. Non si tratta di una “conferenza sull’Ucraina”, ma di colloqui russo-americani omnicomprensivi.

Nello specifico, gli accordi di Istanbul potrebbero diventare la base per i negoziati sull’Ucraina, ma, in un contesto più ampio, dovremmo veramente cercare di creare una configurazione della sicurezza continentale che tenga conto degli interessi della Russia.

L’aspetto principale è prendere in considerazione le minacce poste alla Federazione Russa dall’attuale organizzazione della sicurezza in Europa, sviluppatasi dopo l’espansione incontrollata della NATO verso est.

Il problema non è solo il tentativo di attirare l’Ucraina o la Georgia nell’alleanza – lo stesso Trump definisce questo “coinvolgimento” un errore che ha peggiorato la situazione nel continente. In un contesto più ampio, altri esempi di espansione della NATO hanno rappresentato una minaccia per la Federazione Russa. Gli attuali confini e la configurazione dell’alleanza non possono essere la base per una pace duratura e pluriennale.

In poche parole, in questo momento nessuno si sente al sicuro e la fonte di queste preoccupazioni era e rimane la NATO come sistema obsoleto e in decadenza.

Nella dichiarazione di Piazza Smolenskaya del dicembre 2021, il primo paragrafo affermava che la Federazione Russa e gli Stati Uniti avrebbero dovuto agire sulla base dei principi di “sicurezza indivisibile e paritaria, senza pregiudicare la sicurezza dell’altro”. Questo principio di base veniva poi specificato in termini un po’ meno generali, ma si trattava essenzialmente di una proposta per affrontare le minacce alla sicurezza della Federazione Russa derivanti dall’espansione della NATO verso est.

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Purtroppo, è impossibile espellere dalla NATO gli Stati baltici, che avvelenano qualsiasi dialogo con l’Occidente per il solo fatto di essere presenti. Sarebbe tecnicamente possibile sciogliere l’alleanza, ma tale prospettiva non è realistica, soprattutto perché l’Europa, come risposta, chiederebbe la creazione di qualche altro schema per garantire i propri interessi. Deviare la minaccia immediata dai confini della Russia eliminando la componente militare americana in Europa orientale sembra però qualcosa di fattibile – e forse sufficiente.

L’intera infrastruttura della NATO si basa esclusivamente sugli americani, un loro possibile ritiro di certo vanificherebbe la minaccia sorta dopo l’espansione dell’alleanza a est.

Un battaglione di carri armati tedeschi con le famiglie in Lituania è, ovviamente, una cosa sgradevole, ma non critica. Ma la base americana di Bondsteel in Kosovo viola la configurazione di sicurezza perché minaccia la Serbia, ed è una fonte di tensione, non uno strumento per ridurla.

Una storia particolare riguarda la cosiddetta area di postura di difesa missilistica, avviata sotto il presidente Barack Obama con l’inverosimile pretesto di “proteggere l’Europa dall’Iran”. In questo contesto, anche due installazioni militari americane – in Polonia [Redzikowo] e in Romania [Deveselu] – sono soggette a ritiro, insieme ai radar e agli HIMARS.

MAPPA DELLE BASI AEGIS ARMATE DI ARMI NUCLEARI IN EUROPA E DEI SISTEMI DI CONTROLLO

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Per l’analisi degli avvertimenti di Putin sulle basi Aegis-Ashore in Polonia e Romania, leggete questo pezzo in archivio.

È molto probabile che le voci su un ritorno alle “impostazioni di base” in Europa siano solo voci. Tuttavia, se ci pensiamo bene, questo è uno scenario auspicabile non solo per la Russia, ma anche per gli Stati Uniti, poiché riporta la situazione al 1990, elimina le questioni problematiche della sicurezza globale in Europa e toglie a Washington un notevole carico di responsabilità.

Certo, nessuno ha ancora intenzione di togliere le bombe e le testate nucleari dalle basi nei Paesi Bassi e in Belgio. Ma, avendo ottenuto un successo sul primo binario negoziale, è possibile passare ai quasi dimenticati negoziati sulla limitazione delle armi nucleari.

Così, la rivista tedesca avrebbe potuto mentire, e potrebbe averlo fatto.

Tuttavia, in generale, il concetto di ritorno alle “impostazioni di base” della sicurezza in Europa è molto promettente, soprattutto per il prossimo futuro. Visto che tale configurazione aveva funzionato bene durante la Guerra Fredda, perché non ripristinarla, come avevano fatto Leonid Brezhnev e Richard Nixon, se si tratta davvero di una vera e propria “distensione”?

John Helmer

Fonte: johnhelmer.net
Link: https://johnhelmer.net/beating-sisyphus-to-the-punch-how-to-roll-back-us-forces-in-europe-without-rolling-back-nato-without-ukraine/#more-91162
25.02.2025
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org

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