DI MARCO GIANNINI
comedonchisciotte.org
E’ passato oltre un anno da quando avvisai i lettori che il Reddito di Cittadinanza avrebbe avuto un importo dimezzato rispetto ai previsti 17 miliardi; ricordo ancora gli insulti, le insinuazioni, le accuse ecc, essere “avanguardie” ed aprire gli occhi a chi nutre speranze eccessive ha sempre un costo.
Oggi come all’epoca inquadrai questi fenomeni come “normale” amministrazione.
In un secondo momento elaborai diverse proposte migliorative del RDC e, per quanto il provvedimento generato dall’attuale Governo risulti essere il più normato d’Europa (cioè il meno generoso), mi ritengo soddisfatto: non è importante infatti l’importo ma il criterio seguito e cioè che non devono esistere nuclei familiari sotto la soglia di povertà.
Credo che le future analisi (sempre che non arrivi un PD o una alleanza Lega-FdI ad abolirlo prima) ci diranno (ed io vi ricorderò di essere stato “facile” profeta) che il RDC avrà ridotto l’esclusione sociale e la povertà assoluta mentre risulterà parzialmente efficace per quanto riguarda quella relativa.
Se il Governo non cadrà inoltre potremo festeggiare anche il salario orario minimo garantito che unitamente al RDC, rappresenterà per il paese quel pilastro universale che rende più equa e solida l’economia (e la società) di una nazione (alcuni leghisti però si sono detti contrari recentemente).
Un anno fa ero stato molto critico nei confronti del Movimento proprio perché non condividevo l’approccio propagandistico e semplicistico su questo tema (il RDC), sapevo che molti aspiranti al reddito sarebbero rimasti delusi una volta che esso fosse diventato legge eppure ero consapevole che, una volta approvato, me la sarei presa con quegli italiani immediatamente rancorosi perché non accontentati.
Non avevano sposato “il criterio” della lotta alla povertà quanto piuttosto il proprio interesse personale: dovevano informarsi anziché prendersela quando cercavo di farlo io per loro.
Questo RDC tuttavia è il migliore possibile ed è un passo avanti per il paese considerando anche gli sforzi profusi per sbloccare i cantieri (sviluppo), per la tecnologia (futuro) e per l’idrogeologico (sicurezza).
Gli italiani vogliono salari più alti, vogliono il lavoro, vogliono il reddito, vogliono servizi e tasse basse ma vogliono anche la stessa moneta dei tedeschi cioè l’euro (cioè i vincoli) senza capire che “lì dentro” non si può fare di più.
Se a febbraio 2019 venivo tacciato di essere anti 5s allo stesso modo (complice la memoria da criceto degli italiani) adesso molti lettori mi considerano una sorta di fan del M5s (perfino credendo che fossi sotto sotto intenzionato a candidarmi alle Europee): la verità è che l’uscita di Di Battista per quanto concerne il Franco CFA, se inizialmente ha generato in me una sorta di rabbia (come si fa a non capire il parallelo che corre tra l’euro e la moneta africana), successivamente mi ha aperto gli occhi sulla reale linea geopolitica ed economica del 5s e quindi sui reali motivi per cui la stampa, in Italia estremamente allineata ai voleri della Francia e di Confindustria (come tutto il presunto “centro-sinistra”), si accanisce contro i pentastellati.
Ciò che però volevo dimostrare in questa serata di Pasquetta è la totale mancanza di lucidità dei critici a prescindere, di quelli che credono che il lavoro si generi agendo meramente dal lato dell’offerta (detassare e precarizzare) infischiandosene della domanda aggregata (diritti sociali universali, contrattazione collettiva, salari, rispetto della Costituzione ecc).
Sono stato membro del BIN (Basic Income Network) dal 2011 al 2017, posso dire la mia…
Ricordo che l’Art.1 della Costituzione recita: “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata
sul lavoro.
La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto”.
Il diritto è per tutti quindi, ed è appunto un diritto.
Molte interpretazioni intendono il “promuove le condizioni” come un limite alle assunzioni pubbliche in caso di disoccupazione; secondo il mio modesto parere tutta l’architettura della Carta le smentisce.
A mio avviso l’indicazione è quella di stimolare l’economia, di non appiattirsi sulle assunzioni pubbliche ma anche quella di un intervento risolutore dello Stato qualora il settore privato non assorbisse tutta la manodopera.
Voglio chiarire che il mio elaborato non è una presa di posizione in una o nell’altra direzione sto solo dando la mia versione convinto che sia evidentemente corretta.
A supporto di quanto espresso, ad esempio, giunge l’articolo 3: “E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.
La partecipazione alla crescita prima di tutto umana (non il PIL) deve essere effettiva.
(Il M5s nel programma per le Europee contiene la piena occupazione, ognuno tragga le proprie valutazioni su cosa significhi…)
Mi direte “e cosa c’entra tutto questo con il RDC”?.
Lo capirete in queste ultime righe…
La Costituzione Italiana (Art.36) afferma che “Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa.”
Interpretare questo articolo del tipo “se non fai nulla non hai dignità” è scorretto e fuorviante! Secondo voi la Costituzione, potesse parlare, affermerebbe che un cittadino che lavora e non riceve una paga ha dignità perché non se ne sta con le mani in mano? Direi di no!
Il motivo per cui non si ha garantita la dignità, se disoccupati, è perché non si ha una retribuzione sufficiente!
Rileggete quel passo! Il punto quindi è poter disporre di soldi ogni mese!
La Costituzione prevede tuttavia come strumento per ottenerli il lavoro (infatti parla di retribuzione)!
Una volta compreso quanto appena detto è immediato (credo) comprendere che ciò che viola vergognosamente la dignità è l’essere privi di soldi (essere disoccupati) e non tanto il poterli ottenere in modo diverso da quanto previsto (reddito minimo garantito di cittadinanza invece di retribuzione).
La scelta ideologica e neoliberale (ed anticostituzionale) di mantenere persone senza una occupazione risiede nel fatto che se tutti fossero occupati molto probabilmente i beni prodotti non sarebbero sufficienti a coprire la domanda aggregata e si alzerebbero un po’ i prezzi (inflazione) andando ad erodere i tesori di quel 5% di persone che in Italia (e nel mondo) detiene la stessa ricchezza del 90% più povero. Gli stessi che ci hanno imposto la deflazione (anche salariale) a livello europeo.
Mi si dirà che non è possibile occupare tutti perché non c’è lavoro (produttivo, PIL) ma anche in questo caso l’Art. 4 smentisce questa versione direi “calvinista” poiché “ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo
le proprie possibilità e la propria scelta, una attività o una funzione che concorra al progresso
materiale o spirituale della società”.
Una mansione quindi può essere anche slegata al PIL (crescita umana, spirituale).
Concludendo, proprio in virtù del principio dell’inviolabilità della dignità, ben venga un RDC finanziato dallo stop a certi privilegi di banche, assicurazioni e lobbies del gioco d’azzardo.
Grazie ad esso i componenti delle famiglie italiane, avranno in media (vedasi Istat) 500 euro al mese in più: non una retribuzione certo, ma meglio che niente.
Marco Giannini (Grillin fuggiasco)
Fonte: www.comedoncisciotte.org
23.04.2019