Auto e case elettriche: sono pericolose?

Questa la domanda che dobbiamo porci dopo due episodi accaduti recentemente in Emilia Romagna.

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Di Katia Migliore per ComeDonChisciotte.org

Va richiamata la vostra attenzione su due episodi accaduti in questi giorni, e che riguardano (ancora) l’alluvione in Romagna e la moderna tecnologia basata sull’elettricità.

Il 25 maggio i Vigili del fuoco sono intervenuti alla concessionaria Destauto di Fornace Zarattini, in provincia di Ravenna, per domare un incendio sprigionato da una Nissan elettrica andata in corto circuito. Il titolare della concessionaria si è affrettato a spiegare l’accaduto dicendo che:

“…l’auto in questione è rimasta immersa nell’acqua per uno o più giorni, senza peraltro circolare. Tutto quello che si poteva fare, è stato fatto, anche con perizia e tempestività. Il danno è stato circoscritto ed è rimasto limitato, proprio perché ci si era mossi per tempo, avendo ben chiaro cosa poteva succedere… In questi giorni, infatti, i Vigili del Fuoco avevano chiesto una mappatura di tutte le auto elettriche presenti in ognuna delle concessionarie di Fornace Zarattini, proprio al fine di evitare problemi in conseguenza dell’alluvione. Alle 7.35 di mattina è arrivato l’allarme per l’incendio e, in 15 minuti, il problema è stato risolto”.

A scanso di equivoci, e per evitare il verificarsi di episodi dello stesso tenore, a Ravenna l’amministrazione comunale ha emanato il giorno stesso un comunicato nel quale sono state disposte alcune misure preventive di messa in sicurezza da adottare da parte dei possessori di veicoli elettrici e di veicoli ibridi delle zone alluvionate.

Se si cercano informazioni sulla pericolosità delle auto elettriche tra gli articoli anche solo di pochi mesi fa, il coro di rassicurazioni è quasi unanime. Possiamo dire invece che oggi come oggi le rassicurazioni di chi produce, vende e pubblicizza le auto elettriche non ci tranquillizzano affatto?

Poniamo perciò alcune domande da assoluti profani, anche a costo di essere pedanti:

  • Quanto sono effettivamente sicure le auto elettriche? In condizioni di pioggia battente (per esempio in autostrada) e/o acqua alta sulle strade provinciali in seguito a una bomba d’acqua, quanto possiamo essere sicuri che non si verifichino episodi come questo?
  • Il problema di questi incendi sono i mezzi tecnici necessari a spegnerli e la quantità d’acqua necessaria, oltre alla preparazione specifica del corpo dei vigili del fuoco?
  • Il cliente viene messo al corrente di quali siano i rischi delle batterie ad alta tensione a bordo dell’auto, specie in caso di incidente?
  • Un’auto elettrica in determinate condizioni può rivelarsi pericolosa anche per i semplici passanti? Una distanza di cinque metri da persone o altri mezzi è davvero realistica in condizioni di normalità, per esempio in città?
  • L’incendio delle batterie di litio può essere davvero così difficile da domare? Se sì, viene informato di questo il cliente prima dell’acquisto?
  • È vera l’informazione per cui un eccessivo aumento della temperatura provoca l’incendio dell’elettrolita liquido (molto infiammabile), causando gravi rischi per la sicurezza? Sarebbe questa la causa di molti episodi di autocombustione registrati anche a livello internazionale?

 

L’altro tragico episodio risale a pochi giorni fa. A Castel Bolognese un anziano è rimasto intrappolato nella sua casa super tecnologica dopo che l’alluvione ha causato il distacco della corrente, cosa che non gli ha più consentito drammaticamente di sbloccare la porta blindata e le finestre. Gli uomini della Protezione Civile, allertati dai vicini chiamati dalle urla disperate dell’anziano, hanno provato con ogni mezzo ad aprire un varco nell’abitazione tentando di abbattere la finestra, ma senza successo.

“La finestra non si è aperta neanche con il piccone. Quando l’acqua mi è arrivata alle spalle, sono dovuto tornare indietro. Purtroppo, non siamo riusciti a salvarlo”. Ha dichiarato uno dei soccorritori.

E anche in questo caso, ci si chiede come sia possibile che, a fronte di una vendita e dell’installazione dell’impianto di un sistema “smart home” di questo genere, nessuno si sia premunito di avvertire lo sfortunato cliente dei rischi ai quali sarebbe andato incontro in caso di distacco della corrente: murato nella sua stessa casa, senza possibilità di uscirne. Come nel peggiore degli incubi.

Questi due episodi, uno dei quali dal tremendo e tragico epilogo, dovrebbero far riflettere chi produce, vende e pubblicizza sistemi e meccanismi ipertecnologici che impattano così prepotentemente sulle nostre vite. Forse varrebbe la pena soffermarsi di più sulla verità delle cose, e comunicarla in modo trasparente: ne trarremmo benefici tutti noi cittadini, che a nostra volta forse dovremmo imparare a dubitare di tutto quello che ci viene raccontato, e a fare delle domande. Soprattutto per il nostro bene.

Di Katia Migliore per ComeDonChisciotte.org

30.05.2023

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