di Megas Alexandros (alias Fabio Bonciani)
Il saccheggio nei confronti del popolo italiano da parte dell’élite che comanda il nostro paese, pare proprio non avere fine e come se fossimo nel gioco del Monopoli, la carta dell’imprevisto ci dice che a questo giro, l’eterna sete di ricchezza dei “potenti” si riverserà nuovamente su quello che è il bene più prezioso per gli italiani e le loro famiglie.
Sto parlando della “Casa”, che dopo essere stata tremendamente colpita nel suo valore da una infinità di tasse, sta per essere travolta in modo definitivo da una direttiva UE che ha dell’incredibile (*).
In pratica si prevede che entro il primo gennaio del 2030 tutti gli immobili residenziali dovranno raggiungere almeno la classe energetica «E». Dopo altri tre anni, nel 2033, sarà necessario un altro scatto e arrivare alla classe «D». E infine, sarà necessario arrivare tra il 2040 e il 2050 alle emissioni zero.
Non è chiaro ancora, se per chi non dovesse adeguarsi a questi obblighi, ci saranno sanzioni decise dai vari stati membri.
Le trattative per questa nuova direttiva finalizzate a trasformare in realtà le nuove regole – che di fatto costringerà quasi tutti i proprietari di casa italiani a procedere a costosissime ristrutturazioni – pare siano andati avanti e il passaggio dalle parole ai fatti sia ormai imminente, probabilmente fissato al prossimo 24 gennaio con l’approvazione da parte della Commissione e poi con il voto dell’Europarlamento entro il 13 marzo.
Viene subito da chiedersi quanti siano i proprietari interessati da questa misura che pare proprio debba vedere la luce a breve.
La risposta ce la fornisce Andrea Bassi in un suo articolo su “Il Messaggero”: “nelle classi «G» ed «F», le due classi energetiche più basse, secondo gli ultimi dati dell’Enea, c’è il 60 % delle abitazioni residenziali”. [1]
Una volta che la direttiva sarà approvata e recepita nell’ordinamento, chiunque acquisterà un’abitazione che rientra in queste classi energetiche, nel giro di poco tempo sarà costretto a doverla ristrutturare.
Siamo alle solite, imporre una normativa unica a valere per tutti i paesi europei in ugual misura, senza tener conto delle caratteristiche specifiche rappresentate dai patrimoni immobiliari dei singoli paesi, è l’ennesimo provvedimento, preso a livello europeo, che ha il solo e preciso scopo di colpire qualcuno in particolare. E sul fatto che, quel qualcuno possa essere l’Italia, non vi sono dubbi.
Il nostro paese è un unicum perché ha un patrimonio immobiliare vetusto, ma anche storico. Dove la presenza delle sovrintendenze non facilita la ristrutturazione. Anche giustamente, visto che non siamo la Svezia dove magari c’è da abbattere e ricostruire una casa dell’Ikea o la Germania dove ci sono i grandi fondi di investimento in grado di sostenere i costi delle ristrutturazioni. In Italia c’è una proprietà frazionatissima e soprattutto la casa ha anche un valore sociale. Chi ha dei risparmi tendenzialmente li investe nella casa, considerato il bene rifugio per eccellenza.
Con l’obbligo di ristrutturazione legato all’efficienza energetica, la maggior parte degli immobili italiani perderà le caratteristiche per essere comprato e venduto. Questo significa che, se uno ha un mutuo, la banca perde la garanzia costituita dall’immobile. Sui nuovi mutui, in caso di abitazioni a bassa efficienza, le banche potrebbero chiedere interessi maggiori per concedere il finanziamento. Ma soprattutto ci sarà sempre meno mercato per questi immobili.
Ora, possiamo ben immaginare che impatto possa avere sul destino degli italiani una direttiva del genere. Se consideriamo che in base ad un rapporto ISTAT le famiglie proprietarie di casa sono oltre il 70% [2] e 6 famiglie su 10 non arrivano a fine mese, è facile immaginare che moltissimi di loro non saranno in grado di finanziare gli ingenti costi di ristrutturazione che la normativa prevede.
Gli italiani e loro case, dopo trenta anni di distruzione economica continua con un azzeramento del risparmio per la maggioranza a vantaggio di una ristretta élite e del mondo finanziario, qualora non si provveda attraverso massicce politiche fiscali a sostegno delle classi meno abbienti per ottemperare alla normativa, saranno certamente facile preda dei rentier locali e dei fondi immobiliari d’investimento nazionali e internazionali, che, come prevedibile, voleranno come falchi sulle nostre “carcasse” per accaparrarsi a prezzi stracciati il nostro patrimonio immobiliare.
Insomma, le conclusioni sono sempre le stesse; tutto pare filare senza interruzione in linea con quelli che sono i due obiettivi finali del Grande Reset: togliere la moneta dalle mani della maggioranza ed eliminare la proprietà privata.
Tutto naturalmente per arrivare ad un completo e totale controllo delle persone e delle loro menti.
di Megas Alexandros
Fonte:
Assalto alle case degli italiani! – Megas Alexandros
Documentazione:
(*) =
https://eur-lex.europa.eu/legal-content/EN/TXT/?uri=CELEX%3A52021PC0802
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NOTE
[2] Quanti sono i proprietari di casa in Italia? – Blog FENEALUIL