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La Redazione

 

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WASHINGTON STA CONQUISTANDO L’AFRICA USANDO FRANCIA, DIRITTI UMANI, TERRORISMO

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A cura di supervice
Il 2 Ottobre 2011
77 Views

E IL NATIONAL ENDOWMENT FOR DEMOCRACY

DI MAHDI DARIUS NAZEMROAYA E JULIEN TEIL
www.silviacattori.net

La ripetizione degli sconquassi

e del pandemonio creati in Afghanistan

è al lavoro nel continente africano. Gli Stati Uniti, con l’aiuto

di Gran Bretagna, Pakistan e Arabia Saudita hanno creato i brutali Talebani

e alla fine hanno scatenato la guerra contro questi ex alleati. Allo

stesso modo gli Stati Uniti e i suoi alleati stanno creando una

nuova serie di nemici futuri da combattere, ma dopo aver inizialmente

collaborato con loro o averli usati per seminare i semi del caos in

Africa.
Washington sta letteralmente contribuendo

a finanziare le insurrezioni e i progetti per i cambi di regime in Africa. I

“diritti umani” e la “democratizzazione” vengono usati come cortina

di fumo per il colonialismo e la guerra. Le cosiddette organizzazioni

umanitarie e per i diritti umani sono ora partner in questo progetto

imperialista contro l‘Africa.

Francia e

Israele: Washington sta delocalizzando il lavoro sporco in Africa?

L’Africa è solo uno dei fronti internazionali

per un sistema imperialista in espansione. I meccanismi di un vero sistema

globale imperiale sono in opera a questo scopo. Washington sta

agendo tramite la NATO e i suoi alleati in Africa. Ognuno degli alleati

di Washington e dei suoi satelliti ha un ruolo specifico da svolgere

un sistema globale imperialista.

Tel Aviv ha svolto una funzione molto

attiva nel continente africano. Israele era il più grande sostenitore

impenitente del Sudafrica sotto il regime razzista dell’apartheid.

Tel Aviv ha aiutato a contrabbandare armi in Sudan e nell’Africa del

Est per balcanizzare queste ragguardevoli nazioni africane e per destabilizzare

la regione. Gli israeliani sono stati molto presenti in Kenya e in Uganda,

ad esempio. La presenza israeliana in Africa si è fatta viva ovunque

ci fossero diamanti insanguinati e conflitti. Israele ora sta lavorando

con Washington per realizzare un’egemonia totale sul continente africano.

È attivamente coinvolta con i suoi legami commerciali e le operazioni

di intelligence nel fissare i contatti e gli accordi di cui Washington

ha bisogno per la sua espansione in Africa e per demolire l’ascesa

dell’influenza cinese.

La Francia, ex padrona coloniale dal

potere in declino, in una certa misura è stata tradizionalmente un

rivale e un concorrente di Washington nel continente africano. Con l’incremento

dell’influenza dei poteri non tradizionali in Africa, come quello

della Repubblica Popolare Cinese, sia Washington che Parigi hanno iniziato

a cercare modi per cooperare. Osservando il palcoscenico globale la

cosa è palese. Sia gli Stati Uniti che molte delle maggiori potenze

dell’Unione Europea hanno considerato la Cina e altri poteri globali

emergenti come minacce sufficienti per porre fine alle proprie rivalità

e per lavorare fianco a fianco. Ciò ha portato a un consenso per giungere

a una maggiore integrazione, favorita con forza dopo l’elezione di

Nicolas Sarkozy nel 2007.

Il presidente Sarkozy non ha sprecato

tempo per facilitare la reintegrazione della struttura di comando militare

francese nella NATO, subordinando le forze armate del suo paese al Pentagono.

Nel 1966 il presidente Charles de Gaulle ritirò i militari francesi

dalla NATO e rimosse il suo paese dalla struttura di comando per poter

mantenere l’indipendenza. Nicolas Sarkozy ha totalmente invertito

la rotta. Nel 2009 Sarkozy ordinò che la Francia si riunisse al comando

della NATO. Nel 2010 firmò un accordo per iniziare ad amalgamare le

forze armate britanniche con quelle francesi. Nel continente africano,

Parigi ha una nicchia speciale nel sistema statunitense di impero globale,

quello di gendarme regionale del Nord Africa, dell’Africa Occidentale,

di quella Centrale e di tutti le nazioni che sono stati sue ex colonie.

Il ruolo particolare della Francia, in altre parole, è dovuto alla

storia e alla posizione francese, anche se in declino, in Africa, particolarmente

nella “Françafrique”. L’Unione del Mediterraneo, lanciata

ufficialmente da Sarkozy, è un esempio degli interessi francesi nel

Nord Africa.

Il National Endowment for Democracy

(NED) ha lavorato anche con la divisione francese della Federazione

Internazionale dei Diritti Umani (FIDH). Il FIDH è molto più introdotto

in Africa. Il NED ha praticamente delocalizzato alla FIDH il lavoro

per manipolare e controllare i governi, i movimenti, le società e gli

stati africani. È stata la FIDH e l’affiliata Lega Araba per i Diritti

Umani (LLHR) che ha aiutato a preparare il terreno per la guerra della

NATO contro la Libia tramite le Nazioni Unite grazie a denunce false

e senza fondamento.

Il NED e il FIDH

In seguito all’elezione del 2007

di Nicolas Sarkozy alla presidenza francese, la Federazione Internazionale

per i Diritti Umani (FIDH) iniziò a sviluppare una vera collaborazione

con il National Endowment for Democracy (NED). Le due strutture

collaboravano all’interno del World Movement for Democracy.

Carl Gershman, il presidente del NED, si recò in Francia nel

dicembre 2009 per incontrarsi con la FIDH per approfondire la collaborazione

tra le due organizzazioni e per discutere dell’Africa [1].

Gran parte della partnership tra la FIDH e il NED era basata

in Africa e nel convergente mondo arabo. Queste azioni congiunte operavano

in una zona che comprende paesi come la Costa d’Avorio, il Niger e

la Repubblica Democratica del Congo. Il Nord Africa, con Libia e Algeria,

è stata una specifica area di interesse per la FIDH, dove Washington,

Parigi e la NATO hanno ovviamente grandi ambizioni.

La FIDH, che è stata direttamente

implicata nel lanciare la guerra in Libia, ha anche ricevuto finanziamenti

diretti, sotto forma di sovvenzioni, dal National Endowment for Democracy

per i suoi programmi in Africa. Una sovvenzione del NED di 140.186

dollari è stata l’ultima somma data alla FIDH per il suo lavoro in

Africa [2]. Il NED è stato anche uno dei primi

firmatari, assieme alla Lega Araba per i Diritti Umani (LLHR) e allo

U.N. Watch, per richiedere un intervento internazionale contro la

Jamahiriya Araba Libica [3].

AFRICOM e il percorso post-11

settembre per conquistare l’Africa

blank

Nel 2002 il Pentagono avviò le

prime grandi operazioni per controllare l’Africa militarmente. Ciò

assunse la forma della Pan-Sahel Initiative, che fu lanciata

dallo United States European Command (EUCOM) e dallo United

States Central Command (CENTCOM). In questo progetto le forze armate

statunitensi avrebbe addestrato truppe del Mali, Ciad, Mauritania e

Niger. Il piano per istituire la Pan-Sahel Initiative, comunque,

risale al 2001, quanto questa struttura venne lanciata dopo i tragici

eventi dell’11 settembre 2001. Washington stava chiaramente pianificando

un’azione militare in Africa, che già riguardava almeno tre nazioni

(Libia, Somalia e Sudan) identificate come obbiettivi dal Pentagono

e dalla Casa Bianca, secondo il generale Wesley Clark.

Jacques Chirac, all’epoca presidente

francese, cercò di opporre resistenza alla spinta degli Stati Uniti

in Africa rinvigorendo il ruolo tedesco nel continente per offrire un

sostegno alla Francia. Nel 2007 il summit franco-africano aprì

per la prima volta le porte ai partecipanti dalla Germania [4].

Ma Angela Merkel aveva idee differenti sulla direzione e la posizione

che la collaborazione franco-tedesca avrebbe dovuto avere nei confronti

di Washington.

Dal 2001 venne avviato il processo

per la creazione dell’AFRICOM, che fu autorizzata ufficialmente nel

dicembre del 2006 e questa decisione fu annunciata alcune mesi più

tardi, nel febbraio del 2007. L’AFRICOM venne fondata effettivamente

nel 2007. questa iniziativa ricevette l’incoraggiamento israeliano.

L’Institute for Advanced Strategic and Political Studies

(IASPS), ad esempio, era una delle organizzazioni israeliane a sostegno

della creazione dell’AFRICOM.

Con le premesse della Pan-Sahel

Initiative, la Trans-Saharan Counterterrorism Initiative

(TSCTI) fu lanciata dal Pentagono nel 2005 sotto il comando di CENTCOM.

A Mali, Ciad, Mauritania e Niger si unirono Algeria, Mauritania, Marocco,

Senegal, Nigeria e Tunisia nell’ambito di una cooperazione militare

col Pentagono. La Trans-Saharan Counterterrorism Initiative sarebbe

stata trasferita sotto il comando dell’AFRICOM il 1° ottobre del

2008, data in cui l’AFRICOM è stato attivato.

Il Sahel e il Sahara: gli USA

hanno evidentemente adottato i vecchi progetti coloniale francesi in

Africa

“Combattere il terrorismo” ed eseguire

le “missioni umanitarie” sono solo operazioni di facciata. Mentre

l’obbiettivo dichiarato del Pentagono è quello di combattere il terrorismo

in Africa, il vero scopo di Washington è quello di ristrutturare il

continente e di stabilire un ordine neo-coloniale. A questo scopo Washington

ha alla fine adottato i vecchi progetti coloniali francesi. Ma anche

le azioni passate di Stati Uniti, Gran Bretagna, Italia e Francia per

dividere la Libia dopo il 1943 e l’iniziativa unilaterale francese

per ridisegnare il Nord Africa.

La mappa usata da Washington per combattere

il terrorismo sotto il Pan-Sahel

Initiative dice davvero

molto. Il raggio d’azione di questi terroristi, all’interno dei

confini di Algeria, Libia, Niger, Ciad, Mali e Mauritania secondo i

termini fissati da Washington, è molto simile ai confini di un’entità

coloniale che la Francia cercò di creare in Africa nel 1957. Parigi

aveva progettato di fondare quest’entità africana nel Sahara centro-occidentale

come Dipartimento legato direttamente alla Francia, insieme alla fascia

costiera dell’Algeria.

blank

Questa entità auspicata era definita

come l’Organizzazione Comune delle Regioni Sahariane (OCRS). Comprendeva

i confini interni dei paesi del Sahel e del Sahara, Mali, Niger, Ciad

e Algeria. L’obbiettivo francese era di detenere e di legare tutte

le zone ricche di risorse in un’unica entità centrale per il controllo

e l’estrazione delle ricchezze. Le materie prime in quest’area comprendono

petrolio, gas e uranio. Ma i movimenti di resistenza in Africa, in modo

particolare la lotta algerina per l’indipendenza, dettero un duro

colpo a Parigi. La Francia dovette porre fine alle sue ricerche e poi

dissolse l’OCRS nel 1962, a causa dell’indipendenza algerina e per

le posizioni anti-coloniali in Africa, che espulse la Francia dalle

zone interne del Sahara e creò un’opposizione africana contro la

Francia.

Washington aveva in mente questa zona

così ricca di risorse e di energia quando designò le zone dell’Africa

che avevano bisogno di essere ripulite dalle presunte cellule terroristiche

e dalle cosche. L’Istituto Francese di Relazioni Internazionali (IFRI)

ne ha discusso apertamente nel marzo del 2011 [5].

È sempre in questo contesto che l’amalgama degli interesse franco-tedeschi

con quelli anglo-americani hanno consentito alla Francia di diventare

parte di sistema globale imperialista degli USA.

Il cambio di regime in Libia

e il NED: un nesso di terrorismo e diritti umani

Dal 2001 gli USA si sono falsamente

presentati come i campioni dell’antiterrorismo. La Trans-Saharan

Counterterrorism Initiative (TSCTI), che aprì le porte dell’Africa

all’AFRICOM, fu ritenuta necessaria da Washington per combattere organizzazioni

come il Gruppo Salafita per la Preghiera e il Combattimento (GSPC) in

Algeria e il Gruppo Combattente Islamico Libico (LIFG) in Libia. Anche

adesso Washington sta cooperando e usando questi stessi gruppi in Libia,

assieme al Fronte Nazionale di Salvezza Libico e alla Fratellanza Musulmana,

come truppe di terra e gruppi di contatto in Libia e in Africa. Inoltre,

molti dei soggetti chiave libici che sono membri del National Endowment

for Democracy (NED) fanno parte anche di questi gruppi e hanno partecipato

a conferenze e a progetti di lungo corso per provocare un cambio di

regime in Libia.

Una delle riunioni chiave per istituire

quello che sarebbe diventato il Consiglio Nazionale di Transizione in

Libia ebbe luogo nel 1994 quando il Center for Strategic and International

Studies (CSIS) organizzò una conferenza con Ashur Shamis e Aly

(Ali) Abuzakuuk. Il titolo di questa conferenza del 1994 era “La Libia

Post-Gheddafi: le prospettive e la premessa”. Nel 2005 nella capitale

britannica venne indetta un’altra conferenza con Ashur che avrebbe

fissato i principi del cambio di regime in Libia [6].

Ashur Shamis è uno dei membri

fondatori del Fronte Nazionale di Salvezza della Libia, formato nel

1981. È anche ricercato dall’Interpol e dalla polizia libica [7].

Ashur è stato anche direttore nel National Endowment for Democracy

(NED) e nel Forum per lo Sviluppo Politico e Umano della Libia, oltre

che redattore della pagina web di Akhbar, che era registrata

sotto l’Akhbar Cultural Limited

ed era essenzialmente un progetto del NED). Ha anche partecipato

a conferenze molto importanti, come quella tenuta a Londra dalla

Chatham House nel 2011, dove si discussero i progetti della NATO

per l’invasione di Tripoli [8].

Come Ashur, Aly Abuzaakouk è

anche un membro del Fronte Nazionale di Salvezza della Libia e legato

al National Endowment for Democracy. È stato anche uno dei partecipanti

chiave alla tavola rotonda tenuta dal NED per i 2011 Democracy

Awards [9]. Sempre come Ashur, è anche lui ricercato

dall’Interpol ed è stato nominato direttore al Forum per lo Sviluppo

Politico e Umano della Libia [10].

C’è anche Noman Benotman, un ex

dirigente e fondatore del Libian Islamic Fighting Group (LIFG)

e terrorista ricercato. Ha opportunamente lasciato il Libian Islamic

Fighting Group dopo gli attacchi dell’11 settembre negli Stati

Uniti. Benotman non solo è un direttore del National Endowment for

Democracy (NED) nel Forum per lo Sviluppo Politico e Umano della

Libia, ma è anche collegato all’emittente Al Jazeera.

Non solo questi tre uomini hanno vissuto

in Gran Bretagna senza problemi mentre erano ricercati dall’Interpol

per i legami col terrorismo o, nel caso di Benotman, di delitti relativi

agli stupefacenti e alla falsificazione, ma hanno anche ricevuti fondi

dagli Stati Uniti. Hanno ricevuto queste somme dagli USA per formalizzare

le loro organizzazione del NED, che sono state intrinseche all’agenda

per il cambio di regime contro la Jamahiriya Araba Libica. L’agenda

del cambio di regime è stata stilata con l’aiuto dell’MI6 e della

CIA. I documenti legali che sono stati compilati dalle organizzazioni

del NED sono stati deliberatamente falsificati. L’’identità

di un individuo chiave è stata nascosta nella lista dei direttori del

NED. Quindi, i documenti legali sono stati complilati in modo fraudolento

per nascondere le generalità di una certa persona con l’alias di

“Beata Wozniak”. Anche la data di nascita di Wozniak è scorretta,

che figura come Gennaio, 1, 1 (01/01/0001). È indicata come direttrice

e segretaria di Akbar, di Transparency Libia Limited e

di altre aziende britanniche.

Le porte dell’Africa sono

state aperte

Il disseminazione del terrorismo in

Africa fa parte di una strategia deliberata usata dagli USA e dai suoi

alleati, NATO compresa, per aprire le porte del continente africano

espandendo la cosiddetta “Guerra Globale al Terrore”. Ciò rende

possibile l’obbiettivo statunitense di espandere la sua presenza militare

nel continente africano e giustificherà anche la creazione dell’AFRICOM

del Pentagono, che vuole gestire l’Africa creando una versione africana

della NATO per poter istituire il controllo di Washington. Per questo

gli USA e i suoi alleati hanno già stanziato fondi per combattere tutte

quelle organizzazioni terroristiche con cui hanno cooperato, che hanno

incoraggiato, nutrito, armato e fatto proliferare in tutto il territorio

africano, dalla Somalia, al Sudan, alla Libia, e al Mali e alla Mauritania,

dal Niger, all’Algeria e alla Nigeria.

I terroristi non solo combattono per

Washington sul terreno, ma interagiscono con Washington attraverso le

cosiddette organizzazioni per i diritti umani che promuovono la democrazia.

Questi individui non solo destabilizzano i loro paesi, ma lavorano attivamente

per i cambi di regime e per gli interventi militari. La Libia è un

caso evidente.

Note:

[1]

National Endowment for Democracy, “NED

Strengths Democracy Ties with France

16 marzo 2010.

[2]

National Endowment for Democracy, “Africa

Regional”,

agosto 2011.

[3]

United Nations Watch e altri, “Urgent

Appeal to Stop Atrocities in Libya: Sent by 70 NGOs to the US, EU, and

UN”,

21 febbraio 2011.

[4]

Ministero degli Affari Europei ed Esteri (Francia), “XXIVème sommet Afrique-France”, febbraio 2007.

[5]

Etienne de Durand, “Francs-tireurs

et Centurions. Les ambiguïtés de l’héritage

contre-insurrectionnel français”,

Institut français des relations internationals, marzo 2011.

[6]

Conferenza Nazionale dell’Opposizione Libica, “The National Accord: The

National Conference of the Libyan Opposition, London, 26th June 2005”, 2005.

[7] Mandato di Cattura dell’Interpol

per Ashour Al-Shamis.

[8]

Foreign and Commonwealth Office (Regno Unito), “Chatam House event: the

future of Libya”,

giugno 2011.

[9]

National Democracy for Democracy, “2011

Democracy Award Biographies”,

giugno 2011.

[10] Mandato di Cattura dell’Interpol

per Aly Abu.

**********************************************

Fonte: Washington is Conquering Africa using France, Human Rights, Terrorism, and the National Endowment for Democracy

02.10.2011

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SUPERVICE

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