E IL NATIONAL ENDOWMENT FOR DEMOCRACY
DI MAHDI DARIUS NAZEMROAYA E JULIEN TEIL
www.silviacattori.net
La ripetizione degli sconquassi
e del pandemonio creati in Afghanistan
è al lavoro nel continente africano. Gli Stati Uniti, con l’aiuto
di Gran Bretagna, Pakistan e Arabia Saudita hanno creato i brutali Talebani
e alla fine hanno scatenato la guerra contro questi ex alleati. Allo
stesso modo gli Stati Uniti e i suoi alleati stanno creando una
nuova serie di nemici futuri da combattere, ma dopo aver inizialmente
collaborato con loro o averli usati per seminare i semi del caos in
Africa.
Washington sta letteralmente contribuendo
a finanziare le insurrezioni e i progetti per i cambi di regime in Africa. I
“diritti umani” e la “democratizzazione” vengono usati come cortina
di fumo per il colonialismo e la guerra. Le cosiddette organizzazioni
umanitarie e per i diritti umani sono ora partner in questo progetto
imperialista contro l‘Africa.
Francia e
Israele: Washington sta delocalizzando il lavoro sporco in Africa?
L’Africa è solo uno dei fronti internazionali
per un sistema imperialista in espansione. I meccanismi di un vero sistema
globale imperiale sono in opera a questo scopo. Washington sta
agendo tramite la NATO e i suoi alleati in Africa. Ognuno degli alleati
di Washington e dei suoi satelliti ha un ruolo specifico da svolgere
un sistema globale imperialista.
Tel Aviv ha svolto una funzione molto
attiva nel continente africano. Israele era il più grande sostenitore
impenitente del Sudafrica sotto il regime razzista dell’apartheid.
Tel Aviv ha aiutato a contrabbandare armi in Sudan e nell’Africa del
Est per balcanizzare queste ragguardevoli nazioni africane e per destabilizzare
la regione. Gli israeliani sono stati molto presenti in Kenya e in Uganda,
ad esempio. La presenza israeliana in Africa si è fatta viva ovunque
ci fossero diamanti insanguinati e conflitti. Israele ora sta lavorando
con Washington per realizzare un’egemonia totale sul continente africano.
È attivamente coinvolta con i suoi legami commerciali e le operazioni
di intelligence nel fissare i contatti e gli accordi di cui Washington
ha bisogno per la sua espansione in Africa e per demolire l’ascesa
dell’influenza cinese.
La Francia, ex padrona coloniale dal
potere in declino, in una certa misura è stata tradizionalmente un
rivale e un concorrente di Washington nel continente africano. Con l’incremento
dell’influenza dei poteri non tradizionali in Africa, come quello
della Repubblica Popolare Cinese, sia Washington che Parigi hanno iniziato
a cercare modi per cooperare. Osservando il palcoscenico globale la
cosa è palese. Sia gli Stati Uniti che molte delle maggiori potenze
dell’Unione Europea hanno considerato la Cina e altri poteri globali
emergenti come minacce sufficienti per porre fine alle proprie rivalità
e per lavorare fianco a fianco. Ciò ha portato a un consenso per giungere
a una maggiore integrazione, favorita con forza dopo l’elezione di
Nicolas Sarkozy nel 2007.
Il presidente Sarkozy non ha sprecato
tempo per facilitare la reintegrazione della struttura di comando militare
francese nella NATO, subordinando le forze armate del suo paese al Pentagono.
Nel 1966 il presidente Charles de Gaulle ritirò i militari francesi
dalla NATO e rimosse il suo paese dalla struttura di comando per poter
mantenere l’indipendenza. Nicolas Sarkozy ha totalmente invertito
la rotta. Nel 2009 Sarkozy ordinò che la Francia si riunisse al comando
della NATO. Nel 2010 firmò un accordo per iniziare ad amalgamare le
forze armate britanniche con quelle francesi. Nel continente africano,
Parigi ha una nicchia speciale nel sistema statunitense di impero globale,
quello di gendarme regionale del Nord Africa, dell’Africa Occidentale,
di quella Centrale e di tutti le nazioni che sono stati sue ex colonie.
Il ruolo particolare della Francia, in altre parole, è dovuto alla
storia e alla posizione francese, anche se in declino, in Africa, particolarmente
nella “Françafrique”. L’Unione del Mediterraneo, lanciata
ufficialmente da Sarkozy, è un esempio degli interessi francesi nel
Nord Africa.
Il National Endowment for Democracy
(NED) ha lavorato anche con la divisione francese della Federazione
Internazionale dei Diritti Umani (FIDH). Il FIDH è molto più introdotto
in Africa. Il NED ha praticamente delocalizzato alla FIDH il lavoro
per manipolare e controllare i governi, i movimenti, le società e gli
stati africani. È stata la FIDH e l’affiliata Lega Araba per i Diritti
Umani (LLHR) che ha aiutato a preparare il terreno per la guerra della
NATO contro la Libia tramite le Nazioni Unite grazie a denunce false
e senza fondamento.
Il NED e il FIDH
In seguito all’elezione del 2007
di Nicolas Sarkozy alla presidenza francese, la Federazione Internazionale
per i Diritti Umani (FIDH) iniziò a sviluppare una vera collaborazione
con il National Endowment for Democracy (NED). Le due strutture
collaboravano all’interno del World Movement for Democracy.
Carl Gershman, il presidente del NED, si recò in Francia nel
dicembre 2009 per incontrarsi con la FIDH per approfondire la collaborazione
tra le due organizzazioni e per discutere dell’Africa [1].
Gran parte della partnership tra la FIDH e il NED era basata
in Africa e nel convergente mondo arabo. Queste azioni congiunte operavano
in una zona che comprende paesi come la Costa d’Avorio, il Niger e
la Repubblica Democratica del Congo. Il Nord Africa, con Libia e Algeria,
è stata una specifica area di interesse per la FIDH, dove Washington,
Parigi e la NATO hanno ovviamente grandi ambizioni.
La FIDH, che è stata direttamente
implicata nel lanciare la guerra in Libia, ha anche ricevuto finanziamenti
diretti, sotto forma di sovvenzioni, dal National Endowment for Democracy
per i suoi programmi in Africa. Una sovvenzione del NED di 140.186
dollari è stata l’ultima somma data alla FIDH per il suo lavoro in
Africa [2]. Il NED è stato anche uno dei primi
firmatari, assieme alla Lega Araba per i Diritti Umani (LLHR) e allo
U.N. Watch, per richiedere un intervento internazionale contro la
Jamahiriya Araba Libica [3].
AFRICOM e il percorso post-11
settembre per conquistare l’Africa
Nel 2002 il Pentagono avviò le
prime grandi operazioni per controllare l’Africa militarmente. Ciò
assunse la forma della Pan-Sahel Initiative, che fu lanciata
dallo United States European Command (EUCOM) e dallo United
States Central Command (CENTCOM). In questo progetto le forze armate
statunitensi avrebbe addestrato truppe del Mali, Ciad, Mauritania e
Niger. Il piano per istituire la Pan-Sahel Initiative, comunque,
risale al 2001, quanto questa struttura venne lanciata dopo i tragici
eventi dell’11 settembre 2001. Washington stava chiaramente pianificando
un’azione militare in Africa, che già riguardava almeno tre nazioni
(Libia, Somalia e Sudan) identificate come obbiettivi dal Pentagono
e dalla Casa Bianca, secondo il generale Wesley Clark.
Jacques Chirac, all’epoca presidente
francese, cercò di opporre resistenza alla spinta degli Stati Uniti
in Africa rinvigorendo il ruolo tedesco nel continente per offrire un
sostegno alla Francia. Nel 2007 il summit franco-africano aprì
per la prima volta le porte ai partecipanti dalla Germania [4].
Ma Angela Merkel aveva idee differenti sulla direzione e la posizione
che la collaborazione franco-tedesca avrebbe dovuto avere nei confronti
di Washington.
Dal 2001 venne avviato il processo
per la creazione dell’AFRICOM, che fu autorizzata ufficialmente nel
dicembre del 2006 e questa decisione fu annunciata alcune mesi più
tardi, nel febbraio del 2007. L’AFRICOM venne fondata effettivamente
nel 2007. questa iniziativa ricevette l’incoraggiamento israeliano.
L’Institute for Advanced Strategic and Political Studies
(IASPS), ad esempio, era una delle organizzazioni israeliane a sostegno
della creazione dell’AFRICOM.
Con le premesse della Pan-Sahel
Initiative, la Trans-Saharan Counterterrorism Initiative
(TSCTI) fu lanciata dal Pentagono nel 2005 sotto il comando di CENTCOM.
A Mali, Ciad, Mauritania e Niger si unirono Algeria, Mauritania, Marocco,
Senegal, Nigeria e Tunisia nell’ambito di una cooperazione militare
col Pentagono. La Trans-Saharan Counterterrorism Initiative sarebbe
stata trasferita sotto il comando dell’AFRICOM il 1° ottobre del
2008, data in cui l’AFRICOM è stato attivato.
Il Sahel e il Sahara: gli USA
hanno evidentemente adottato i vecchi progetti coloniale francesi in
Africa
“Combattere il terrorismo” ed eseguire
le “missioni umanitarie” sono solo operazioni di facciata. Mentre
l’obbiettivo dichiarato del Pentagono è quello di combattere il terrorismo
in Africa, il vero scopo di Washington è quello di ristrutturare il
continente e di stabilire un ordine neo-coloniale. A questo scopo Washington
ha alla fine adottato i vecchi progetti coloniali francesi. Ma anche
le azioni passate di Stati Uniti, Gran Bretagna, Italia e Francia per
dividere la Libia dopo il 1943 e l’iniziativa unilaterale francese
per ridisegnare il Nord Africa.
La mappa usata da Washington per combattere
il terrorismo sotto il Pan-Sahel
Initiative dice davvero
molto. Il raggio d’azione di questi terroristi, all’interno dei
confini di Algeria, Libia, Niger, Ciad, Mali e Mauritania secondo i
termini fissati da Washington, è molto simile ai confini di un’entità
coloniale che la Francia cercò di creare in Africa nel 1957. Parigi
aveva progettato di fondare quest’entità africana nel Sahara centro-occidentale
come Dipartimento legato direttamente alla Francia, insieme alla fascia
costiera dell’Algeria.
Questa entità auspicata era definita
come l’Organizzazione Comune delle Regioni Sahariane (OCRS). Comprendeva
i confini interni dei paesi del Sahel e del Sahara, Mali, Niger, Ciad
e Algeria. L’obbiettivo francese era di detenere e di legare tutte
le zone ricche di risorse in un’unica entità centrale per il controllo
e l’estrazione delle ricchezze. Le materie prime in quest’area comprendono
petrolio, gas e uranio. Ma i movimenti di resistenza in Africa, in modo
particolare la lotta algerina per l’indipendenza, dettero un duro
colpo a Parigi. La Francia dovette porre fine alle sue ricerche e poi
dissolse l’OCRS nel 1962, a causa dell’indipendenza algerina e per
le posizioni anti-coloniali in Africa, che espulse la Francia dalle
zone interne del Sahara e creò un’opposizione africana contro la
Francia.
Washington aveva in mente questa zona
così ricca di risorse e di energia quando designò le zone dell’Africa
che avevano bisogno di essere ripulite dalle presunte cellule terroristiche
e dalle cosche. L’Istituto Francese di Relazioni Internazionali (IFRI)
ne ha discusso apertamente nel marzo del 2011 [5].
È sempre in questo contesto che l’amalgama degli interesse franco-tedeschi
con quelli anglo-americani hanno consentito alla Francia di diventare
parte di sistema globale imperialista degli USA.
Il cambio di regime in Libia
e il NED: un nesso di terrorismo e diritti umani
Dal 2001 gli USA si sono falsamente
presentati come i campioni dell’antiterrorismo. La Trans-Saharan
Counterterrorism Initiative (TSCTI), che aprì le porte dell’Africa
all’AFRICOM, fu ritenuta necessaria da Washington per combattere organizzazioni
come il Gruppo Salafita per la Preghiera e il Combattimento (GSPC) in
Algeria e il Gruppo Combattente Islamico Libico (LIFG) in Libia. Anche
adesso Washington sta cooperando e usando questi stessi gruppi in Libia,
assieme al Fronte Nazionale di Salvezza Libico e alla Fratellanza Musulmana,
come truppe di terra e gruppi di contatto in Libia e in Africa. Inoltre,
molti dei soggetti chiave libici che sono membri del National Endowment
for Democracy (NED) fanno parte anche di questi gruppi e hanno partecipato
a conferenze e a progetti di lungo corso per provocare un cambio di
regime in Libia.
Una delle riunioni chiave per istituire
quello che sarebbe diventato il Consiglio Nazionale di Transizione in
Libia ebbe luogo nel 1994 quando il Center for Strategic and International
Studies (CSIS) organizzò una conferenza con Ashur Shamis e Aly
(Ali) Abuzakuuk. Il titolo di questa conferenza del 1994 era “La Libia
Post-Gheddafi: le prospettive e la premessa”. Nel 2005 nella capitale
britannica venne indetta un’altra conferenza con Ashur che avrebbe
fissato i principi del cambio di regime in Libia [6].
Ashur Shamis è uno dei membri
fondatori del Fronte Nazionale di Salvezza della Libia, formato nel
1981. È anche ricercato dall’Interpol e dalla polizia libica [7].
Ashur è stato anche direttore nel National Endowment for Democracy
(NED) e nel Forum per lo Sviluppo Politico e Umano della Libia, oltre
che redattore della pagina web di Akhbar, che era registrata
sotto l’Akhbar Cultural Limited
ed era essenzialmente un progetto del NED). Ha anche partecipato
a conferenze molto importanti, come quella tenuta a Londra dalla
Chatham House nel 2011, dove si discussero i progetti della NATO
per l’invasione di Tripoli [8].
Come Ashur, Aly Abuzaakouk è
anche un membro del Fronte Nazionale di Salvezza della Libia e legato
al National Endowment for Democracy. È stato anche uno dei partecipanti
chiave alla tavola rotonda tenuta dal NED per i 2011 Democracy
Awards [9]. Sempre come Ashur, è anche lui ricercato
dall’Interpol ed è stato nominato direttore al Forum per lo Sviluppo
Politico e Umano della Libia [10].
C’è anche Noman Benotman, un ex
dirigente e fondatore del Libian Islamic Fighting Group (LIFG)
e terrorista ricercato. Ha opportunamente lasciato il Libian Islamic
Fighting Group dopo gli attacchi dell’11 settembre negli Stati
Uniti. Benotman non solo è un direttore del National Endowment for
Democracy (NED) nel Forum per lo Sviluppo Politico e Umano della
Libia, ma è anche collegato all’emittente Al Jazeera.
Non solo questi tre uomini hanno vissuto
in Gran Bretagna senza problemi mentre erano ricercati dall’Interpol
per i legami col terrorismo o, nel caso di Benotman, di delitti relativi
agli stupefacenti e alla falsificazione, ma hanno anche ricevuti fondi
dagli Stati Uniti. Hanno ricevuto queste somme dagli USA per formalizzare
le loro organizzazione del NED, che sono state intrinseche all’agenda
per il cambio di regime contro la Jamahiriya Araba Libica. L’agenda
del cambio di regime è stata stilata con l’aiuto dell’MI6 e della
CIA. I documenti legali che sono stati compilati dalle organizzazioni
del NED sono stati deliberatamente falsificati. L’’identità
di un individuo chiave è stata nascosta nella lista dei direttori del
NED. Quindi, i documenti legali sono stati complilati in modo fraudolento
per nascondere le generalità di una certa persona con l’alias di
“Beata Wozniak”. Anche la data di nascita di Wozniak è scorretta,
che figura come Gennaio, 1, 1 (01/01/0001). È indicata come direttrice
e segretaria di Akbar, di Transparency Libia Limited e
di altre aziende britanniche.
Le porte dell’Africa sono
state aperte
Il disseminazione del terrorismo in
Africa fa parte di una strategia deliberata usata dagli USA e dai suoi
alleati, NATO compresa, per aprire le porte del continente africano
espandendo la cosiddetta “Guerra Globale al Terrore”. Ciò rende
possibile l’obbiettivo statunitense di espandere la sua presenza militare
nel continente africano e giustificherà anche la creazione dell’AFRICOM
del Pentagono, che vuole gestire l’Africa creando una versione africana
della NATO per poter istituire il controllo di Washington. Per questo
gli USA e i suoi alleati hanno già stanziato fondi per combattere tutte
quelle organizzazioni terroristiche con cui hanno cooperato, che hanno
incoraggiato, nutrito, armato e fatto proliferare in tutto il territorio
africano, dalla Somalia, al Sudan, alla Libia, e al Mali e alla Mauritania,
dal Niger, all’Algeria e alla Nigeria.
I terroristi non solo combattono per
Washington sul terreno, ma interagiscono con Washington attraverso le
cosiddette organizzazioni per i diritti umani che promuovono la democrazia.
Questi individui non solo destabilizzano i loro paesi, ma lavorano attivamente
per i cambi di regime e per gli interventi militari. La Libia è un
caso evidente.
Note:
[1]
National Endowment for Democracy, “NED
Strengths Democracy Ties with France”
16 marzo 2010.
[2]
National Endowment for Democracy, “Africa
Regional”,
agosto 2011.
[3]
United Nations Watch e altri, “Urgent
Appeal to Stop Atrocities in Libya: Sent by 70 NGOs to the US, EU, and
UN”,
21 febbraio 2011.
[4]
Ministero degli Affari Europei ed Esteri (Francia), “XXIVème sommet Afrique-France”, febbraio 2007.
[5]
Etienne de Durand, “Francs-tireurs
et Centurions. Les ambiguïtés de l’héritage
contre-insurrectionnel français”,
Institut français des relations internationals, marzo 2011.
[6]
Conferenza Nazionale dell’Opposizione Libica, “The National Accord: The
National Conference of the Libyan Opposition, London, 26th June 2005”, 2005.
[7] Mandato di Cattura dell’Interpol
per Ashour Al-Shamis.
[8]
Foreign and Commonwealth Office (Regno Unito), “Chatam House event: the
future of Libya”,
giugno 2011.
[9]
National Democracy for Democracy, “2011
Democracy Award Biographies”,
giugno 2011.
[10] Mandato di Cattura dell’Interpol
per Aly Abu.
02.10.2011
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SUPERVICE