QE4: LIBERARE DAL DEBITO GLI STUDENTI
DI ELLEN BROWN
Global Research
Tra le richieste dei contestatori di
Wall Street c’è il condono del debito degli studenti, un “giubileo”
del debito. Occupy
Philly ha un “Gruppo
di Lavoro Studentesco sul Giubileo dei Prestiti” e altri gruppi stanno
studiando l’argomento. Alcuni commentatori hanno detto che il condono
del debito è impossibile. Chi pagherebbe il conto? Ma c’è un portafoglio
gonfio che ce la potrebbe fare, la Federal Reserve. Nel suo primo
programmi di alleggerimento quantitativo (QE1), la Fed
ha eliminato 1,3 trilioni di asset tossici dai libri delle banche
di Wall Street. Con il QE4, potrebbe stralciare un trilioni di
dollari di debito tossico dalle spalle di milioni di studenti.
All’economia non farebbe altro che
bene, come dimostrò il G.I. Bill, che ha fornito un’alta formazione
praticamente gratuita per i veterani di ritorno dal fronte, oltre a
prestiti a basso interesse per le abitazioni e le attività d’impresa.
Il G.I. Bill ha avuto un ritorno positivo pari a sette volte
il capitale impiegato. È stato uno dei migliori investimenti mai fatti
dal Congresso.
Ci sono argomenti contro uno stralcio
totale del debito degli studenti, come quello che ritiene che le università
private stiano già pesando fin troppo e che sarebbe ingiusto escludere
altre forme di debito dal condono. Ma la cosa si potrebbe fare e questa
(o una qualche forme simile di “giubileo” dei consumatori) potrebbe
rappresentare uno stimolo significativo all’economia.
Il debito tossico degli studenti:
il prossimo “cigno nero”?
Il movimento di Occupy Wall Street
è formato prevalentemente da studenti. Molti senza un lavoro,
si stanno lamentando del fardello impossibile del debito degli studenti
che è stato escluso dalla consueta protezione verso i consumatori.
Un’intera generazioni di giovani è stata sedotta dalla schiavitù
del debito con la promessa di posti di lavoro migliori nel caso che
avessero investito in una migliore formazione, per poi scoprire che
i posti di lavoro non c’erano una volta laureati. Se non riescono
a pagare i propri debiti, i prestatori possono far schizzare alle stelle
i tassi di interesse e i premi di iscrizione, fare trattenute dagli
stipendi e distruggere le valutazione del credito, oltre al fatto che
i debiti non possono più essere depennati in caso di bancarotta.
Il debito totale degli studenti degli
Stati Uniti è salito a un trilione di dollari, più di quello delle
carte di credito. I stanno aumentando di pari passo. Secondo i dati del Dipartimento dell’Educazione, l’8,8 per cento di percettori di prestiti
federali per gli studenti non hanno rispettato i pagamenti nell’anno
fiscale 2010, dal 7 per cento dell’anno precedente. Con una ripresa
anemica dopo una dura recessione e la difficoltà nel mercato del lavoro,
ci si aspetta che la situazione vada a peggiorare. La minaccia di massicci
default sui prestiti degli studenti che necessita di un altro salvataggio
da parte dei contribuenti è ritenuto un rischio sistemico tanto rischioso quanto i fallimenti
bancari che hanno portato
l’economia statunitense sull’orlo del collasso nel 2008. per prevenire
un altro disastro come quello provocato dal debito tossico sui libri
delle banche di Wall Street, dobbiamo disinnescare la bomba del debito
studentesco prima che esploda. Ma come?
La Federal Reserve potrebbe
farlo nello stesso modo in cui ha smorzato la crisi creditizia del 2008:
indirizzando il getto dell’acqua di un credito a tassi molto bassi
nella direzione della popolazione studentesca che ha problemi. Dal settembre
del 2008 la Fed ha concesso trilioni di dollari alle istituzioni
finanziarie a una frazione dell’un cento di interesse; e da allora,
nelle revisioni di bilancio, abbiamo visto come la Fed sia capace
di sopraggiungere con qualsiasi ammontare di denaro che sia richiesto
o auspicato. Per la Fed si tratta di registrazioni di contabilità,
disponibili schiacciando un tasto di un computer.
Alla Fed non è consentito di
prestare agli individui in modo diretto, ma può acquistare i titoli
del Tesoro; e con lo Student Aid and Fiscal Responsibility Act
(SAFRA) del marzo 2010, il Tesoro è ora formalmente nel business dei prestiti
agli studenti. La Fed
può anche rilevare titoli garantiti da asset, compreso il debito
studentesco securitizzati; e ci sono voci per un altro giro di quantitative
easing indirizzato proprio a questi asset.
Dopo il QE3: i mercati ne vogliono
ancora
Quando l’atteso QE3 della
Federal Reserve si è mutato nella tiepida e inefficace
“Operation Twist”, il mercato azionario ha reagito con un tonfo.
Per calmare gli investitori, il direttore Ben Bernanke ha poi assicurato
che la Fed era “pronta a fare di più”. Quanto più
e in che modo non è stato specificato, ma Alan Blinder, ex vicedirettore
del Federal Reserve Board of Governors ha suggerito alcune possibilità. Ha scritto sul Wall Street
Journal il 28 settembre:
Per mantenere il volume
del proprio bilancio, la Fed ha reinvestito poi le entrate in titoli
del Tesoro. Ma iniziando “ora” (testuale della Fed) e continuando
in modo indefinito, queste entrate verranno invece reinvestite in obbligazioni
di agenzie sponsorizzate dal governo e del settore MBS. […]
È ora immaginabile una prossima fase di quantitative easing che si
concentri sui titoli del settore privato MBS,
invece che su quelli del Tesoro. […] In effetti,
se indulgiamo col pensiero positivo, potremmo immaginarci una Fed che
applica i QE sulle obbligazioni private, sui prestiti sindacati, sui
crediti dei consumatori e così via.
I prestiti sindacati dei consumatori
includono asset-backed
securities (ABS) del tipo
di quelli acquistati dalla Fed tramite la sua Term Asset-backed
Securities Loan Facility (TALF) creata nel novembre del 2008. Secondo il sito web della
Fed, “i collaterali
aventi diritto inizialmente hanno incluso ABS denominati in dollari
che […] si basano sui prestiti concessi agli studenti, sui prestiti
per le auto, sui prestiti per le carte di credito e sui prestiti garantiti
dalla Small Business Administration (SBA).”
Comprare titoli che si basano su mazzette
di prestiti concessi agli studenti ricade quindi nell’ambito della
Fed. L’alleggerimento quantitativo è uno strumento riservato
alle crisi economiche e il debito tossico degli studenti sembra essere
il prossimo “cigno nero” all’orizzonte.
Rilevare un trilione di dollari di
prestiti agli studenti potrebbe essere un buon pacchetto di stimoli
per l’economia. Si stima che l’emissione di moneta si sia ridotta
di circa 3 trilioni di dollari dal collasso
del sistema bancario “ombra”
del 2008 (una gamma di istituzioni finanziarie non bancarie che comprende
banche di investimento, hedge funds, fondi di mercato monetario,
prodotti strutturati, cartolarizzazioni e assicurazioni sugli investimenti).
Nel luglio del 2010, la New York Fed ha postato sul suo sito
web un report
di gruppo intitolato “Shadow
Banking”, che dimostra come il sistema bancario ombra si sia contratto
di 4 trilioni di dollari dal suo picco del marzo 2008, quando veniva
valutato a circa 20 trilioni, in effetti più grande del sistema bancario
tradizionale, che era allora solo di circa 12 trilioni. Nel luglio 2010
il sistema ombra era sceso di circa 16 trilioni e il sistema tradizionale
era salito a circa 13 trilioni, riempiendo una forbice di 3 trilioni
di dollari. Sommare un trilione di dollari per gli aiuti agli studenti
potrebbe fare molto per colmare questa differenza.
Il condono del debito come stimolo
economico
Cosa potrebbe fare uno stimolo del
genere all’economia? Considerando
il G.I. Bill, che ha fornito
formazione tecnica e sostegno educativo gratuiti – assieme a prestiti
sovvenzionati dal governo e sussidi di disoccupazione – per quasi
16 milioni di personale di servizio tornato in patria. Alcuni economisti
hanno determinato che, ogni 1944 dollari investiti, la nazione ha ricevuto
approssimativamente 7 dollari di ritorno, grazie a un incremento di
produttività economica, di spesa dei consumatori e di entrate fiscali.
Il G.I. Bill non solo ha reso accessibile a tutti una più alta
educazione, ma ha creato una nazione di proprietari, nuove tecnologie,
nuovi prodotti e nuove aziende, mentre la Veterans Administration
garantiva 53.000 prestiti per le imprese. Eliminare, ridurre o posticipare
il debito degli studenti potrebbe alleggerire il budget di milioni
di studenti, consentendogli di spendere di più per beni e servizi,
aumentando la domanda e creando posti di lavoro. Maggior lavoro comporta
più tasse per il governo, e una forza lavoro più formata e preparata
potrebbe significare lavori che vanno a ricadere in più alte aliquote
di reddito.
Quello di cui l’economia ha maggiormente
bisogno oggi è il potere di acquisto. Senza consumatori per comprare
i loro prodotti, le aziende non possono espandersi e non possono assumere.
E per ottenere il potere di acquisto necessario, i consumatori devono
avere più soldi nelle loro tasche. Arrivare a questo punto grazie a
un alleggerimento quantitativo viene ritenuto pericolosamente inflazionistico,
ma con un buco di 3 trilioni di dollari nell’emissione di moneta oggi
abbiamo bisogno di un’iniezione di soldi freschi. Fino a che il denaro
viene speso in beni e servizi invece che in schemi finanziari di capitali
che si moltiplicano da soli, il risultato non sarà inflazionistico.
I venditori al dettaglio ordineranno più merci, facendo produrre di
più e facendo assumere più lavoratori allo scopo. L’emissione si
alzerà assieme alla domanda, tenendo i prezzi stabili. I prezzi assoluti
non incrementeranno fino a che la nazione non giungerà alla piena occupazione,
una cosa molto lontana dalle prospettive odierne.
Un’altra alternativa: i prestiti
privi di interesse
Molti paesi offrono istruzione gratuita
nell’educazione superiore, tra cui Argentina, Brasile, Danimarca,
Finlandia, Grecia, Norvegia, Scozie e Svezia. Un altro programma che
ha provato di essere funzionale è un programma di prestiti agli studenti
sgravati dagli interessi. Il governo della Nuova Zelanda ora offre ai
suoi studenti prestiti
allo 0%, e i rimborsi dovranno
essere prelevati dai redditi ottenuti dopo la laurea. Negli ultimi venti
anni il governo australiano ha finanziato con successo gli studenti,
concedendo quelli che erano in pratica mutui liberi da interesse.
I prestiti dell’Australian Higher Education Loan Programme (o HELP) non hanno interesse, ma al
governo viene restituito più di quanto ha prestito, perché the principal
è indicizzato al Consumer Price Index (CPI), che sale ogni anno. Il tasso di indicizzazione era del 2,8% nel 2006 e del
3,4% nel 2007. Per evitare questi incrementi, i mutuatari potrebbe versare
pagamenti volontari, per i quali potrebbero ottenere una riduzione del
10% del montante. Quindi, se una persona ripaga di sua volontà 1000
dollari, il debito viene ridotto di 1100. I prestiti sono quindi “contingenti”,
e vengono ripagati solo se e quando il reddito del beneficiario raggiunge
un certo livello. Se il mutuatario muore, i rimborsi obbligati devono
essere prelevati dal suo patrimonio, ma il debito rimanente viene cancellato
dalla morte.
Seguendo il modello australiano, la
Federal Reserve potrebbe acquistare un trilione di dollari di debito
degli studenti USA, rinunciare agli interessi e iniziare a ricevere
le restituzioni solo quando gli introiti dei beneficiari hanno raggiunto
un certo livello. Nel frattempo, i soldi prestati circolerebbero nell’economia,
stimolando l’attività economica.
Anche considerando un tasso di default
del 10%, la Fed riceverebbe indietro 900 miliardi del suo anticipo di
un triliardo. La differenza di 100 miliardi di dollari è solo un settimo
dell’ammontare del bailout autorizzato dal Congresso per salvare
le banche di Wall Street e andrebbe a stimolare l’economia più che
i soldi del bailout, che puntellano solo i bilanci delle banche
insolventi di Wall Street, banche che da allora si sono rifiutate di
restituire il favore concedendo i prestiti a Main Street.
Se l’investimento della Fed generasse qualcosa di simile agli
effetti del G.I. Bill, il suo esborso di 100 miliardi di dollari
potrebbe produrre un ritorno di alcune centinaia di miliardi di dollari.
Per prevenire abusi del sistema, i
college dovrebbero rimanere all’interno di parametri ben definiti
per fornire un educazione di alta qualità abbordabile, e gli studenti
dovrebbero soddisfare allo stesso tempo standard ben definiti.
Se correttamente monitorato, un investimento
federale nell’educazione superiore potrebbe portare vantaggi a tutti,
all’economia, al governo e alla popolazione. Un generoso programma
di prestiti creerà posti di lavoro, aumenterà le entrate fiscali e
dare ai giovani una possibilità di entrare nel “sogno americano”,
un sogno che è diventato un miraggio per il 99 per cento della popolazione.
Fonte: Wall Street and Student Debt Foregiveness – QE4: Forgive the Students
21.10.2011
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SUPERVICE