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La Redazione

 

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VIVERE DEL TEMPO RUBATO

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A cura di supervice
Il 23 Novembre 2011
178 Views
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DI DIMITRY ORLOV
Cluborlov.com

Considerate una fiamma; ad esempio, un getto di metano immesso in una atmosfera ricca di ossigeno e dato alle fiamme. Ora provate a descrivere la forma e la struttura della
fiamma matematicamente, in maniera tale che vi permetta di predire accuratamente come queste rispondano ai cambiamenti in varie condizioni: concentrazione d’ossigeno, pressione del gas e via dicendo. Scoprirete presto che la matematica del problema può essere derivata da principi fisici basilari ma è intrattabile: ci sono equazioni che descrivono accuratamente la situazione, ma sono troppo difficili da risolvere.

Spesso la soluzione più semplice, una che sia praticabile nel caso di un getto di gas, è quella di costruire un modello fisico o un prototipo, testarlo e fare osservazioni e misure che caratterizzano il sistema. Ma cosa accade quando questo non è possibile? Allora, solitamente si procede alla costruzione di modelli computazionali che semplificano in vari modi l’applicazione delle leggi fisiche e poi si applicano soluzioni numeriche di tipo “a forza bruta” che macinano enormi quantità di numeri.

Ora consideriamo ancora la stessa fiamma, ma da una prospettiva leggermente differente: cosa sta realmente accadendo? Sì, le caratteristiche e il comportamento della fiamma sono difficili da definire esattamente e predire con grande accuratezza, ma supponiamo che voi già sappiate come appare una fiamma e vogliate solamente sapere cosa è. In questo caso le equazioni sono semplici. Primo: il metano si ossida in monossido di carbonio, idrogeno e vapore acqueo rilasciando energia (calore e luce) durante il processo:

CH4 + O2

—> CO + H2 + H2O

Poi l’idrogeno si ossida a sua volta,

rilasciando più vapore acqueo ed energia:

2 H2 + O2

—> 2 H2O

Infine, anche il monossido di carbonio

si ossida, producendo anidride carbonica e ulteriore energia:

2 CO + O2 —>

2 CO2

Questo è il tipico modo in cui

procediamo per spiegare quasi tutto quello in cui ci imbattiamo. Per

spiegare il flusso del traffico, pensiamo a come funzionano i singoli

veicoli e le interazioni tra di essi. Per capire le epidemie, pensiamo

al decorso delle malattie in singoli pazienti e alle modalità di infezione

tra paziente e paziente. Per comprendere come un impianto chimico industriale

impatti su un ecosistema, osserviamo i suoi effetti su singole cellule

all’interno di singoli organismi. Prendiamo un campione, ne studiamo

il comportamento ed estrapoliamo il risultato alla popolazione totale.

Questo approccio ci fornisce almeno l’illusione di una profondità

esplicativa e, cosa ancora più importante, ci permette di stabilire

delle relazioni causa-effetto e, basandoci su di esse, apportare modifiche

costruttive che influenzano decisamente il risultato, ad esempio imponendo

limiti di velocità sulle strade, quarantene per le persone infettate

e il rispetto di regolamenti ambientali.

Proviamo ad applicare questo stesso

approccio a un sistema veramente complesso: le economie degli Stati

Uniti e dell’Europa nello stato in cui le troviamo ora: deficit pubblici

dirompenti, livelli di indebitamento sbalorditivi, continui salvataggi

governativi e infusioni di denaro “gratuito” dalle banche centrali,

livelli senza precedenti di povertà, disoccupazione e sottooccupazione

a lungo termine e mancanza di una significativa crescita economica.

Specificamente, proviamo a caratterizzare l’effetto di continue infusioni

monetarie, piani di salvataggio e incentivi. Visto che gli economisti

di professione hanno fallito nel compito, ora i dilettanti si vedono

costretti a fare la loro parte. La classica scusa dell’economista

è che è tutto molto complicato; certo che lo è, lo è anche la fiamma

di un gas.

Tutta la moneta è debito. Viene

creata quando qualcuno prende un prestito, promettendo di ripagarlo

(con o senza interessi) con i frutti del proprio futuro lavoro. Se questa

promessa non viene mantenuta, la moneta cessa di esistere. Nel normale

corso delle cose, in questo caso il prestatore “perde” i suoi soldi.

Se il prestatore perde più soldi di quelli che ha, allora si dice che

fa bancarotta e, da un punto di vista economico, anche lui cessa di

esistere. Quello che accadde durante il collasso finanziario del 2008

è che la bolla immobiliare esplose e molti prestiti nello stesso momento

fecero una brutta fine. La risposta non fu di liquidare i prestatori

che persero più di quello che avevano, ma di sostenerli emettendo ulteriori

prestiti che non erano sostenuti da uno specifico meccanismo o dalla

minima probabilità di rimborso, ma solamente dal pensiero compulsivo

che le grandi istituzioni finanziarie non dovevano essere autorizzate

a fallire perché questo avrebbe irrimediabilmente danneggiato il sistema.

Si è ritenuto che sostenere le istituzioni finanziarie in bancarotta

emettendo moneta finta (o, più precisamente, finto debito) fosse meno

dannoso per il sistema che non fare nulla.

Questo assunto sarebbe forse stato

giustificato se le difficoltà finanziarie fossero state, come

si pensava un tempo, di natura temporanea, l’economia fosse risorta

con vigore a nuova vita e la crescita ricominciata. Ora, tre anni più

tardi, ci troviamo al punto di partenza e questa considerazione non

sembra più sostenibile. Non è chiaro il motivo per cui la crescita

dovrebbe riprendere, dal momento che numerosi fattori (fra questi l’alto

prezzo dell’energia) continuano a opprimerla. Non dovremmo scommettere

su nessuna ulteriore espansione economica, almeno non nel mondo sviluppato.

Come Richard Heindberg sostiene nel suo ultimo libro The End of Growth

(ndt “La fine della crescita”),

la crescita ha raggiunto i suoi limiti che sono sia numerosi, che insormontabili.

C’è una chiara e semplice distinzione

tra i due tipi di moneta: il denaro reale che inizia la sua esistenza

in ragione di un prestito, con una specifica e realistica promessa di

pagamento da parte di un soggetto specifico, e il denaro falso, che

inizia la sua esistenza in ragione di un miraggio di un banchiere centrale

senza che nessuno di specifico prometta di ripagarlo. Supponete che

una persona entri in una drogheria con denaro del secondo tipo nel portafogli

e che compri qualcosa. Non c’è alcuna differenza rispetto al pagare

con denaro contraffatto: il droghiere viene derubato. Ma in realtà

c’è una differenza: il denaro falso emesso ufficialmente è indistinguibile

dal denaro reale. Ma solo perché non si riesce a distinguere un falso

non significa che non si è viene raggirati. E così il denaro falso

si mescola con quello reale e si riversa nell’economia, derubando

ogni persona con cui viene in contatto, finché tutti non sono più

poveri. Dal momento che le persone povere non possono ripagare grossi

prestiti bancari, la convinzione dei banchieri privati secondo cui il

denaro falso costituisca debito sembra piuttosto ingiustificata. È

dovuto dai banchieri centrali ai banchieri centrali e sarebbe da folli

aspettarci che possa mai essere smaltito.

Sto qui usando il verbo “derubare”

senza accezioni che comportino una indignazione morale o un finto oltraggio

del tipo :“Oh, sono sconvolto! Sconvolto di scoprire che qui si

scommetta d’azzardo!” Potrei anche affermare che a volte il

furto possa essere giustificato (ci sono varianti più gentili e civilizzate

come “espropriazione” o “requisizione”). Lo sto usando perché

il trucco (pagare con il denaro falso) è ovvio e il risultato (la parte

derubata diventa più povera) è altrettanto ovvio. E quindi, che sia

nel caso del pensionato che spende il suo assegno mensile finanziato

dal deficit dell’ente previdenziale nazionale al negozio “tutto

a un euro” o in quello del banchiere che spende il bonus finanziato

dal salvataggio della banca in suntuosi regali per la sua ragazza-trofeo,

o del muratore che si beve al bar la sua paga finanziata da incentivi

straordinari per l’edilizia, qualcuno, da qualche parte, sta venendo

derubato e sta diventando sempre più povero.

Sia chiaro che non sto sostenendo che

sia giusto che le popolazioni vengano affamate, che abbandonino la birra

o nulla di simile. Un letto caldo e tre pasti al giorno per me sono

un diritto umano. Non sono interessato alla politica (né i politici

sono interessati a me). Ma sono interessato nel fare una specifica previsione:

che gli sforzi dei governi e delle banche centrali per stabilizzare

il sistema finanziario e far ripartire la crescita economica avranno

esattamente l’effetto opposto: distruggeranno in maniera più radicale

quello che stanno tentando di salvare, benché un po’ più tardi.

Stanno continuando a vivere un tempo rubato.

L’alternativa (nel caso in cui i

politicanti improvvisamente decidessero di prestare attenzione e fossero

in grado di accettare una tale soluzione radicale) è un giubileo: completa

remissione di tutti i debiti pubblici e privati e divieto di ogni attività

di rimborso, pignoramento e acquisizioni di beni a tale fine. Questo

forzerebbe un fermo completo e una ripartenza a freddo del sistema finanziario.

Ma dovrà probabilmente accadere comunque. Nel frattempo fate del vostro

meglio per evitare di venire derubati.

**********************************************

Fonte: Living on Stolen Time

01.10.2011

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di PAOLO CASTELLETTI

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