DI KURT NIMMO
Another Day in the Empire
È stato detto che gli Stati Uniti hanno “ridotto” le loro “aspettative” ora che le Nazioni Unite hanno dichiarato un “cessate il fuoco” in Libano. “L’accordo ONU è solo l’esempio più recente in cui la dottrina del secondo termine di Bush per diffondere la libertà si è imbattuta nelle realtà della politica internazionale e interna”, fa notare il Baltimore Sun.
In effetti la dottrina di Bush, che non ha nulla a che fare con la democrazia nella comune accezione del termine, si è trovata di fronte la realtà di Hezbollah, il movimento di resistenza più efficace del mondo. La sconfitta di Israele per mano del gruppo di resistenza sciita, forgiato e temprato in acciaio e divenuto fortemente risoluto dall’esperienza di una brutale occupazione israeliana nel corso di tanti anni, ha stroncato le “aspettative” dei neocon, fatti della stessa pasta dei fascisti jabotinsky-isti [1] in Israele. Consumati dalla superbia, sia gli israeliani che i necon statunitensi si aspettavano una vittoria decisiva su Hezbollah. Ma non è andata così.
Come scrive il Baltimore Sun, “molti analisti hanno detto che la risoluzione dell’ONU è vaga riguardo alla maniera in cui Hezbollah dovrebbe essere domato. L’accordo è vago, hanno detto, anche sulla maniera in cui si impedirebbe all’Iran e alla Siria di continuare a mandare armi, compresi missili, a Hezbollah. E benché il patto richieda che Hezbollah lasci il Libano del sud, rimane poco chiaro come si riuscirà a far smettere il gruppo di operare a nord del fiume Litani, circa 20 miglia dal confine israeliano”.
Rovesciamo la situazione. Come si impedirà agli Stati Uniti di mandare armamenti ad alta tecnologia ad Israele, comprese cluster bomb e bombe antibunker all’uranio impoverito? Il “patto” ONU chiede ad Olmert e alla sua gang di criminali di guerra di lasciare Israele? Hezbollah non lascerà il sud del Libano – o, come ciò che è scritto sopra sembra indicare, lascerà il Libano, punto e basta – perché la gente che vive nel Libano del sud, soprattutto musulmani sciiti, è Hezbollah. L’“accordo” ONU è vago perché è sinceramente assurdo credere che Hezbollah lascerà il proprio paese.
“Alcuni analisti hanno detto che la tregua, data la sua mancanza di chiarezza su punti fondamentali, potrebbe diventare esattamente quello che Bush ha detto di non volere. E molti hanno asserito che il fatto che Israele non sia riuscito ad ottenere una vittoria netta ha rafforzato l’influenza politica del leader di Hezbollah, Sheik Hassan Nasrallah…. Dal momento in cui è diventato chiaro che gli israeliani non avrebbero annientato Hezbollah, il sostegno nella Casa Bianca si è spostato dai fautori della linea dura, normalmente sotto la guida del vicepresidente Dick Cheney, a coloro che propugnano una maggiore diplomazia”
Certamente bisognava aspettarselo, perché è impossibile battere un movimento di resistenza senza uccidere fino all’ultimo dei suoi membri e di quelli che lo supportano, vale a dire tutta la popolazione del Libano del sud e un numero considerevole di persone nel resto del paese. Israele vorrebbe finire il lavoro e uccidere un numero rilevante di libanesi, considerati tutti membri di Hezbollah, ma per il momento i fautori della linea dura (fanatici Israel First [prima Israele] nel Pentagono e alla Casa Bianca) sono stati battuti da “coloro che propugnano una maggiore diplomazia”, cioè la fazione neolib più abituata a sovvertire i movimenti di resistenza nazionale e di liberazione in modi meno drammatici.
In realtà i neocon hanno alcuni assi nella manica.
Essenzialmente, il “cessate il fuoco” mediato dall’ONU non è altro che una mossa di pubbliche relazioni, dal momento che Israele è assolutamente intenzionato a continuare a prendere di mira Hezbollah, vale a dire gli sciiti del Libano. “Continueremo ad inseguire i leader di Hezbollah ovunque e sempre”, ha detto Ehud Olmert ad un’assemblea speciale del Knesset. “È un dovere morale nei confronti di noi stessi, e non abbiamo alcuna intenzione di chiedere scusa né di chiedere il permesso a qualcuno”.
Benjamin Netanyahu del Likud ha detto la sua. “Esiste un pericolo che minaccia il nostro popolo. Non solo noi, i nostri soldati e la nostra economia…. Dai tempi di Hitler non c’è mai stato un nemico come Ahmedinejad…. Ha Hamas a sud e Hezbollah a nord. È un pericolo esistenziale”.
Nel mondo del fanatismo alla Jabotinsky, l’alto è il basso e il nero è bianco. Ahnedinejad non è un Hitler, nonostante i predecessori di Olmert e Netanyahu abbiano tentato di venire a patti coi nazisti. Nel 1941, Avraham Stern, il fondatore del gruppo terrorista sionista Lohamei Herut Israel, ha proposto di intervenire nella seconda guerra mondiale accanto alla Germania nazista. Il partner terroristico, Irgun, alla fine è diventato Herut, e Herut Likud, e ora Likud si è trasformato in Kadima di Olmert.
Si dice che, dopo l’invasione del Libano colpisci e terrorizza, Olmert sarà presto storia. Tuttavia, il fiasco di Olmert non porterà ad un riassestamento, quanto piuttosto ad un rinnovato fanatismo e incitamento alla guerra, cui fa eco l’ala “civile”, cioè necon, del Pentagono. “Un nuovo regime israeliano non si ritirerà più da alcun territorio né abbatterà più alcun insediamento né lascerà libera alcuna parte di Gerusalemme né negozierà con un’Autorità Palestinese governata da Hamas, o da un’OLP che non è in grado di disarmare Hamas”, scrive Patrick Buchanan.
Questo dove ci porta? Con il fallimento di Israele nel raggiungere i suoi obiettivi strategici in Libano e gli Stati Uniti che hanno fallito nel raggiungere i loro obiettivi strategici in Iraq, Nasrallah esce trionfante, e la Siria e l’Iran escono incolumi ed esultanti.
Cosa succederà poi? È ovvio.
Con il nostro Partito della Guerra discreditato dalle politiche fallite, dopo averle acclamate, in Libano e in Iraq, si replicherà che Bush “deve andare all’origine” di tutte le nostre difficoltà – l’Iran. Solo così il Partito della Guerra può redimersi per aver spinto noi e Israele in due guerre non necessarie e distruttive. E il rullo di tamburi per la guerra contro l’Iran è già cominciato.
“[I] pericoli continuano ad aumentare all’estero” , geme il Weekly Standard nel suo editoriale principale. “La maniera in cui Bush tratterà con l’Iran che appoggia il terrorismo e che insegue le armi nucleari sarà la prova” per la sua amministrazione. Sì, la prova suprema.
Bush è stato avvisato dai neocon e dal Partito della Guerra, che hanno quasi distrutto la sua presidenza: o annienti l’Iran, Mr. Bush, o sei un presidente fallito.
Per un caso disperato come quello di Bush, questo affronto potrebbe essere troppo da sopportare. Senza considerare le “realtà della politica internazionale e interna”, Bush potrebbe cedere ai suoi severi sorveglianti neocon e spingere per un’invasione dell’Iran colpisci e terrorizza.
A questo punto la questione è se l’ala del Pentagono libera dai neocon sarà in grado di resistere alla spinta rovinosa di Bush per un’invasione dell’Iran.
Probabilmente no.
Kurt Nimmo
Fonte: http://kurtnimmo.com/
Link: http://kurtnimmo.com/?p=519
15.8.2006
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di AIPMILO EL ACHHEB
NOTE DEL TRADUTTORE:
[1] Vladimir Jabotinskij (Odessa 1880- Hunter 1940) fu un agitatore politico ebreo. Attivissimo propugnatore di uno stato ebraico tra gli inizi del XX secolo e la Prima guerra mondiale, costituì nel 1916 la Legione ebraica, combatté contro i turchi durante la prima guerra mondiale. Condannato a 15 anni di carcere dagli inglesi, fu presto liberato per le proteste ebraiche. Nel 1929, in seguito a rivendicazioni arabe, venne espulso dalla Palestina. Stabilitosi a Londra, vi fondò e diresse il partito dei Sionisti revisionisti. Nel 1938 fu comandante dell’Irgun, precedendo Menachem Begin in questa posizione.
Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Zeev_Jabotinsky