Sergey Glazyev
katehon.com
19.04.2022
Soprattutto per le persone pensanti, delineerò brevemente le ragioni della mostruosa guerra che si è sviluppata davanti ai nostri occhi in Ucraina. Non c’è niente di peggio di una guerra tra gruppi sociali di un [medesimo] popolo. In questo caso, il nostro popolo russo, che, da secoli, si è formato sul territorio dell’attuale Ucraina che a suo tempo, su iniziativa di Lenin, comprendeva Malorossia, Novorossia e Carpathorossia.
Sono cresciuto a Zaporozhye, vicino al quale ora ci sono pesanti combattimenti per distruggere quei nazisti ucraini che non erano mai esistiti nella mia piccola patria. Ho frequentato una scuola ucraina e conosco la letteratura e la lingua ucraina, che scientificamente è un dialetto russo. Non ho notato nulla di russofobo nella cultura ucraina. In 17 anni di vita a Zaporozhye non ho mai incontrato un solo Banderista. Era considerata una parola offensiva e si poteva essere presi a pugni in faccia per averla usata all’indirizzo di qualcuno. Non avrei mai potuto immaginare che saremmo vissuti fino a vedere gli attuali, aspri combattimenti tra le forze armate russe e ucraine.
Il nostro Presidente ha detto molte volte che i Russi e gli Ucraini sono un unico popolo. Dal punto di vista delle scienze storiche, linguistiche, archeologiche, etnografiche e genetiche, questo è un fatto provato. Dopo il crollo dell’URSS, la più grande catastrofe geopolitica del XX secolo secondo il nostro presidente, [questo popolo] è rimasto diviso per trent’anni. Nella coscienza pubblica del popolo russo dell’Ucraina si sono sviluppati processi patologici, che hanno portato ad una malattia grave e mortale: la russofobia. Come è potuto accadere?
Ancora una volta farò riferimento al mio libro “The Last World War: The United States Begins and Loses”, pubblicato nel 2016, in cui era stato accuratamente previsto lo stato attuale delle cose. Uno dei capitoli di questo libro, che svela le ragioni dell’aggressione americana, si intitola “Perché l’Ucraina?” Consiglio questo libro a chiunque voglia comprendere i tragici eventi che si stanno verificando oggi. Così come il libro precedente, “La catastrofe ucraina”, che è stato bandito dalla censura americana in Ucraina.
Di seguito illustrerò i punti principali di questi lavori, basati sulla comprensione dei modelli di sviluppo economico a lungo termine.
Come si suol dire, non c’è niente di più pratico di una buona teoria. La teoria dello sviluppo economico di lungo periodo che sto sviluppando da molti anni, mettendo in luce le regolarità del cambiamento periodico dei modelli tecnologici ed economici mondiali, mi aveva permesso di prevedere molti eventi drammatici inaspettati: l’impennata e la caduta dei prezzi del petrolio negli anni 2000; la crisi finanziaria mondiale del 2008; l’inizio da parte di Washington di una guerra ibrida globale contro Cina e Russia, inclusa una guerra commerciale contro la Cina e l’escalation delle sanzioni finanziarie contro la Russia, fino all’istigazione di un regime russofobo-nazista in Ucraina e all’attuale conflitto armato.
Purtroppo, quasi tutte le previsioni fatte sulla base della mia teoria dello sviluppo economico a lungo termine sono state pienamente confermate. Purtroppo, perché il tragico corso degli eventi che ha portato il nostro Paese in uno stato di conflitto armato con l’Ucraina avrebbe potuto essere evitato se le potenze in carica avessero ascoltato queste previsioni e messo in atto misure scientificamente fondate per bloccare l’aggressione americana, che avevo ripetutamente paventato anche in queste pubblicazioni. Queste misure sono diventate oggi ancora più urgenti. Se di una particolare malattia un medico ha fornito una diagnosi e una prognosi che sono state completamente confermate, è logico ascoltare le prescrizioni e i metodi di trattamento da lui offerti. Soprattutto se la malattia ha già causato patologie potenzialmente mortali.
Cominciamo con una breve esposizione delle basi teoriche. Stiamo attualmente vivendo un periodo di cambiamento delle fasi tecnologiche e mondiali, che è sempre accompagnato rispettivamente da crisi strutturali dell’economia e guerre mondiali. Il cambio delle modalità tecnologiche inizia con un aumento multiplo dei prezzi dell’energia, dopodiché l’economia dei principali Paesi del mondo precipita in una depressione prolungata, dalla quale si esce attraverso una “tempesta di innovazione” dopo il crollo delle bolle finanziarie formatesi a causa del flusso di capitali dalle industrie obsolete al mercato finanziario.
Durante questo periodo, le tensioni militari e politiche si intensificano e la corsa agli armamenti spinge l’economia in una nuova lunga ondata di crescita basata su un nuovo modello tecnologico. Questo periodo apre una finestra di opportunità per una svolta economica operata da nuovi leader tecnologici, svincolati dal dover legare il capitale in industrie obsolete. Questo periodo sta attualmente culminando nella salita di Cina e India ai vertici dello sviluppo tecnologico ed economico globale sulla base di una nuova modalità tecnologica, il cui nucleo è un complesso di nanotecnologie, bioingegneria, informazione, tecnologie digitali, additive e cognitive.
Allo stesso tempo, si sta svolgendo la transizione verso un nuovo ordine economico mondiale, il cui fulcro è emerso anche nel sud-est asiatico, basato su un nuovo sistema convergente di gestione dello sviluppo socio-economico che combina pianificazione strategica centralizzata e concorrenza di mercato, controllo statale sulle infrastrutture finanziarie e materiali e sull’imprenditoria privata, in cui lo Stato integra gli interessi di vari gruppi sociali attorno all’obiettivo comune di migliorare il benessere pubblico attraverso uno sviluppo economico avanzato.
Come è sempre stato in tali periodi, l’élite dirigente dei Paesi centrali dell’ordine economico mondiale in uscita provoca una guerra mondiale per mantenere la sua egemonia globale. Nel nostro caso, l’élite finanziaria e di potere degli Stati Uniti dispiega una guerra ibrida per gettare nel caos i Paesi che non controlla, compresi i leader del nuovo ordine economico e tecnologico mondiale.
Obiettivamente, i principali rivali di USA e Unione Europea sono Cina e India, il cui tasso di sviluppo è molte volte superiore e che costituiscono il fulcro del nuovo ordine economico mondiale, già producendo ed esportando più prodotti. Ma, soggettivamente, l’élite al potere negli Stati Uniti e nella UE cerca di schiacciare la Russia, considerandola tradizionalmente il proprio principale avversario geopolitico. Allo stesso tempo, in accordo con le loro idee geopolitiche dei secoli passati, hanno scelto l’Ucraina come direzione del colpo principale. Qui stanno seguendo chiaramente i precetti di Brzezinski, Hitler, Bismarck, nonché dei Reali austriaci e britannici, che, da due secoli, tentano di strappare l’Ucraina dalla Russia, dilaniando il mondo russo in parti antagoniste con l’obiettivo della sua successiva annessione dopo una guerra intestina. Ma, mentre oggi cercano di infliggerci il massimo danno per mantenere la loro egemonia globale, rafforzano notevolmente la posizione della Cina, a favore della quale si sta spostando lo sfruttamento delle risorse naturali russe e il mercato dell’EAEU. Questo errore geopolitico dei leader occidentali, catastrofico per l’Ucraina, accelera drammaticamente il cambiamento dei modelli economici mondiali e l’ascesa del sud-est asiatico in relazione all’Alleanza del Nord Atlantico.
A causa dei modelli oggettivi del cambiamento delle economie mondiali, gli Stati Uniti perderanno la guerra ibrida mondiale che hanno lanciato. In un impeto di russofobia, hanno già giocato la loro carta vincente contro la Russia: la questione della valuta globale. Dopo le “sanzioni infernali” imposte alla Russia con il sequestro di tutti i beni russi in dollari, euro, sterline e yen, queste valute hanno perso automaticamente il loro status di valute di riserva mondiale. Altri Paesi si trovano ad affrontare l’urgente necessità di creare un nuovo sistema monetario e finanziario indipendente da esse. La Russia avrebbe potuto essere un leader in questo processo, se non fosse stato per il predominio degli agenti di influenza americani nel settore bancario e finanziario.
Il libro “The Last World War”, pubblicato sei anni fa, giustificava la necessità di un’ampia coalizione contro la guerra basata su:
l’abbandono dell’uso del dollaro come moneta mondiale;
l’imposizione di un embargo all’importazione di apparecchiature informatiche e all’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione da parte dei Paesi che si rifiutano di firmare la convenzione mondiale contro il cyberterrorismo (in primis gli Stati Uniti);
l’imposizione di sanzioni ai Paesi che violano la convenzione internazionale che vieta lo sviluppo e l’uso di armi biologiche (ora è ovvio che ne fanno parte anche gli USA).
Se i leader dei Paesi SCO e BRICS, oggettivamente interessati a prevenire la guerra ibrida globale scatenata dagli Stati Uniti, avessero iniziato ad attuare queste proposte sei anni fa, l’aggressione statunitense oggi sarebbe stata bloccata. Se fossero state accolte le proposte, da me avanzate nel 2014, di proteggere non solo la Crimea, ma anche le altre nove regioni dell’Ucraina meridionale e orientale dai burattini russofobici americani che avevano preso il potere a Kiev, oggi non sarebbero state necessarie operazioni militari. Le popolazioni di queste regioni ci avevano chiesto di proteggerle dai nazisti allevati dai servizi segreti statunitensi.
Durante otto anni di occupazione da parte dei servizi segreti statunitensi e britannici, la coscienza pubblica della popolazione ucraina è stata riformattata e la generazione più giovane è cresciuta in un’atmosfera di russofobobia. Alla leadership russa non restava altra scelta che lanciare un’operazione militare speciale per impedire lo sterminio di massa del popolo russo nel Donbass. Sono stati dichiarati i giusti obiettivi di denazificazione e smilitarizzazione dell’Ucraina. Il problema, tuttavia, è che il nemico si aspettava che facessimo proprio questo, per metterci all’angolo con le forze dei nazisti ucraini che si era allevato. Non appena abbiamo iniziato a schiacciarli, siamo stati attaccati con una guerra di informazione e con sanzioni monetarie.
È molto importante capire che l’iniziativa sui principali fronti della guerra ibrida globale – informativo-cognitivo e monetario-finanziario – appartiene interamente al nemico e la guerra va avanti secondo il suo scenario prestabilito. Queste sanzioni sarebbero arrivate comunque: se non avessimo lanciato noi stessi un’operazione militare speciale, saremmo stati costretti a farlo da un attacco dell’AFU al Donbass, in condizioni assai peggiori. Ma ci siamo trovati in una trappola tesa dai servizi segreti americani e britannici, che hanno inondato i media mondiali con resoconti di stragi di cittadini ucraini organizzate dall’esercito ucraino sotto la loro direzione [di Americani e Britannici] ma attribuite all’esercito russo. In questo modo hanno vinto la battaglia per l’opinione pubblica mondiale e sottratto anche più di un trilione di beni russi che erano sotto la loro giurisdizione. Anche questo avrebbe potuto essere evitato se le nostre autorità monetarie avessero seguito le raccomandazioni sostanziate nel mio libro.
Tuttavia, nonostante la sconfitta sul fronte informativo-cognitivo e le pesanti perdite sul fronte valutario-finanziario, la Russia si è notevolmente rafforzata sul fronte interno. In primo luogo, l’influenza della quinta colonna degli agenti di influenza americani, che non potevano influenzare il presidente della Russia sotto la minaccia della confisca dei beni stranieri, si è notevolmente indebolita. Sebbene l’oligarchia compradora si stia facendo in quattro per dimostrare la sua lealtà a Washington e Londra, nel tentativo di mantenere la loro ricchezza spazzata via dalla Russia, sono visti lì come un jolly da giocare. Molti degli agenti di influenza stranieri che quotidianamente avevano avvelenato la coscienza pubblica nei media sono semplicemente scappati. In secondo luogo, come conseguenza delle sanzioni, è stata automaticamente cancellata la regola di bilancio secondo la quale i proventi del petrolio e del gas avrebbero dovuto essere investiti in obbligazioni dei Paesi NATO. Ora, queste centinaia di miliardi di rubli sono a disposizione del governo e possono essere spesi per scopi costruttivi. In terzo luogo, con le sue sanzioni, il nemico, ha di fatto, fermato l’esportazione di capitali dalla Russia, il che crea opportunità finanziarie per il raddoppio degli investimenti per lo sviluppo dell’economia interna. In quarto luogo, il rublo, liberato dalla manipolazione degli speculatori statunitensi e si è notevolmente rafforzato anche senza riserve valutarie. E, a causa del divieto di transazioni in dollari ed euro, è diventato una valuta di riserva regionale. In quinto luogo, il ritiro volontario delle società occidentali dal mercato russo apre opportunità prima impensabili per la sostituzione delle importazioni.
Se utilizziamo correttamente tutti questi risultati positivi dell’aggressione americana per la Russia, allora invece del calo dell’attività economica per un 10% del PIL di quest’anno, come previsto da Washington, potremo ottenere un 10% di crescita. Ma, per fare questo, occorre ristrutturare l’intero sistema di gestione dello sviluppo economico della Russia sulla base dei principi del nuovo ordine economico mondiale. Tra l’altro, la politica monetaria dovrebbe entrare a far parte della pianificazione strategica, così come il sistema bancario dovrebbe lavorare per investire nel raggiungimento degli obiettivi di sviluppo socio-economico programmati dallo Stato.
Nella loro frenesia di sanzioni anti-russe, gli Stati Uniti hanno gravemente sbagliato, screditando non solo il dollaro e minando la fiducia nel sistema monetario e finanziario globale basato su di esso, ma fornendoci anche prove incontrovertibili sulle violazioni della convenzione internazionale sul divieto di armi biologiche, nonché la totale falsità della loro politica informativa.
Se davvero il mondo intero non può essere sempre ingannato, la leadership statunitense sarà presto smascherata per le sue violazioni delle norme fondamentali della sicurezza internazionale, per la totale falsità della sua posizione e delle sue dichiarazioni internazionali e, in definitiva, per crimini contro l’umanità. Questo dovrebbe essere il fulcro della nostra politica estera. L’apparente natura monolitica del blocco NATO può essere minata dalla nostra politica, attiva e coerente in questa direzione. Le condizioni sono mature per la formazione di un’ampia coalizione contro la guerra nelle aree sopra menzionate: le convenzioni internazionali sulla sicurezza biologica e informatica.
In altre parole, ci sono buone opportunità per la nostra controffensiva nella guerra ibrida globale. Sui suoi fronti principali, il nemico ha esaurito le sue forze principali e non è più in grado di infliggerci danni. Dopo il sequestro di tutti i beni russi sotto la sua giurisdizione, non abbiamo altra scelta che creare il nostro sistema monetario e finanziario sovrano, in grado di moltiplicare l’attività di investimento e innovazione nella nostra economia. Dopo aver inventato flussi di notizie palesemente false su presunti crimini di guerra in Ucraina, è stato raggiunto un limite, dopo il quale la coscienza pubblica inizia a chiarirsi e, gradualmente, a capire che questi crimini sono stati commessi dall’esercito ucraino sotto la guida di curatori americani e britannici. Dopo il blocco delle relazioni economiche estere della Russia con l’Unione Europea, si sta intensificandola crisi economica relativa quest’ultima, che presto, dovrà vedersela anche con problemi sociali derivanti dall’inevitabile nuova ondata di profughi affamati provenienti dall’Africa.
Il mondo occidentale è ora sull’orlo del disastro, a cui è molto vicino a causa delle suicide sanzioni anti-russe che si ripercuotono sull’Europa e della guerra in Ucraina scatenata dai servizi segreti britannici e statunitensi. Tutto quello che dobbiamo fare è mantenere la nostra posizione.
Non dobbiamo cedere alle sanzioni, perché non verranno allentate. Non dobbiamo ritirarci dai territori liberati del mondo russo in Ucraina, perché lì vive il popolo russo, del cui sostegno abbiamo davvero bisogno. Non dobbiamo negoziare con i pupazzi americani, perché probabilmente ci imbroglieranno di nuovo. Non dobbiamo cedere alle offerte di fare marcia indietro in cambio dello sblocco dei beni, perché si è trattato di un gesto illegale e dobbiamo contestare quelle decisioni. Non dobbiamo far ritornare dollari, euro e sterline nella nostra economia, perché ciò comporterebbe nuove esportazioni di capitali.
Dobbiamo costruire rapidamente un moderno sistema di gestione dello sviluppo economico basato sul nuovo ordine economico mondiale, che è stato brillantemente messo alla prova in Cina, India e altri Paesi. Dobbiamo creare insieme a loro una coalizione per la rapida formazione di un nuovo sistema monetario mondiale, finanziario, commerciale ed economico, indipendente dagli Stati Uniti e dai suoi satelliti. Per evitare ricerche, rimando ancora ai miei libri “Leap Forward” e “Management of Economic Development”, che, sulla base della teoria fondamentale dello sviluppo economico a lungo termine, giustificano le proposte per il passaggio ad una politica di rapido sviluppo della nostra economia basata sul nuovo ordine tecnologico attraverso la creazione di istituzioni del nuovo ordine economico mondiale.
La mia teoria dello sviluppo economico a lungo termine come processo di cambiamento dei modi tecnologici ed economici mondiali funziona. Le previsioni sviluppate sulla sua base si stanno avverando e le misure proposte portano benefici tangibili. Mi piacerebbe molto che i lettori, tra i quali ci sono probabilmente giovani specialisti nel campo del management, le prestassero attenzione.
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Articolo originale di Sergey Glazyev:
https://katehon.com/en/article/win-and-build-new-world-economy
Traduzione di Costantino Ceoldo
Rivista da Markus per comedonchisciotte.org