Viaggiare nel medio evo – 1

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Di Machabeus, ComeDonChisciotte.org

Già a partire dal V secolo il mirabile reticolo delle strade consolari romane fu per molti tratti abbandonato.

Ponte medievale presso Siena, detto “Ponte della Pia”

Vasti terreni si erano resi impraticabili perché impervi dopo l’abbandono delle colture; per non dire delle aggressioni di lupi e orsi, incursioni di briganti antenati degli attuali scippatori nelle aree di parcheggio. Un Castiglioncello in Toscana ha il toponimo ‘del Trinoro’, ossia Latronorom. Ghino di Tacco, nel primo Trecento, è il brigante gentiluomo nella novella (10, 2) del Decameron.

Viaggiare nel medio evo
Caccia ai lupi

Occorreva una protezione del viaggiatore: che fosse mercante o pellegrino o viandante.

In mancanza di Polizia della Strada, doveva intervenire il Cielo. Ave maris stella, l’inno alla Madonna, chiede Iter para tutum, dona a noi un viaggio sicuro.

Non bastando Lei, intervennero i Santi, i patroni specializzati. Il principale è san Cristoforo: negli anni sessanta la sua immagine era di moda, su un tondino calamitato sul cruscotto delle auto.

Viaggiare nel medio evo
Taddeo di Bartolo, San Cristoforo, 1407/1414, Siena, Palazzo Pubblico

È una figura leggendaria, ma in grande e antica devozione. Alto più di 5 metri, non trovò altro mestiere che traghettare i fiumi. Un giorno traghettò un bambino che si rivelò Gesù, gli dette nome (portatore di Cristo) e lo portò al martirio. Nel medio evo chi avesse visto una sua immagine sarebbe stato immune – quel giorno – dalla morte improvvisa. Da qui le immagini di enormi dimensioni in alcuni edifici, come a Siena o a Berna.

Altro patrono è sant’Antonio abate, di consistenza storica, eremita egiziano, si narra morto più che centenario (251-356).

A parte i dati leggendari, gli ‘antoniani’ , precursori dei monaci benedettini, si dedicavano ai viandanti: lungo le strade tenevano hosptalia, ospizi e ospedali.

Viaggiare nel medio evo

Mantenevano l’attività allevando maiali: da qui l’attributo nella iconografia del Santo, che poi è stato venerato come protettore degli animali.

Ambrogio Lorenzetti, Effetti del Buon Governo, Siena Palazzo Pubblico

Il lardo dei maiali di sant’Antonio calmava il bruciore dell’Herpes-Zoster, detto anche Fuoco di sant’Antonio.

L’abbigliamento del viandante, specie se pellegrino, doveva essere particolare.

Veste corta, a poco più di mezza gamba, per agevolare il passo e non bagnarsi. Capello a falda molto larga (feltro o paglia) a riparare sole o pioggia. Un sacco con le cose quotidiane, calzature robuste. Una immagine molto precisa è nel Palazzo Comunale di Siena, Effetti del Buon Governo di Ambrogio Lorenzetti, 1338-1339. Qui il viandante, oltre le cose già indicate, tiene nella cintura un pugnale: segno eloquente dei pericoli nel viaggio.

Viaggiare nel medio evo
Ambrogio Lorenzetti, Effetti del Buon Governo, Siena Palazzo Pubblico

Tra i percorsi più frequentati un ruolo primario spetta alle vie dei pellegrinaggi. Senza essere obbligo tassativo come nel mondo islamico, era consueta e meritoria la visita alla Tomba degli Apostoli, specie dopo che nel 1300 il Giubileo aveva accordato ai pellegrini, i ‘romei’’, speciali concessioni penitenziali, alle quali si prestava una fede convinta. ‘Via Romea’ è il nome di non poche strade. Roma è anche la meta della più importante strada medievale, non solo italiana: la Via Francigena. Già operante al tempo di Rotari (636-352) scendeva dall’arco alpino, varcava quello appenninico sul monte Bardone (Mons Langobardorum, attuale passo della Cisa) e per la Toscana – ma lontano alle malsicure vie consolari – giungeva al Viterbese e a Roma.

Dopo il viaggio al Santo Sepolcro (che ovviamente non era per molti) questo era il più importante e meritorio. Poi veniva quello a san Michele sul monte Gargano, una devozione ancora viva ma dalle origini che restano misteriose, non del tutto chiarite. Più ampio e diffuso era il Cammino di Santiago (anche oggi molto frequentato e bene organizzato) fino alla Galizia, a Finis Terrae sull’Atlantico, alla presunta tomba dell’apostolo Giacomo.

La Via Lattea, il bellissimo film di Luis Buñuel (1969), ne è quasi una conturbante esegesi.

Di Machabeus, ComeDonChisciotte.org (1/1 – Continua)

Pubblicato da Jacopo Brogi per ComeDonChisciotte.org

 

 

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