VENTI DI GUERRA IN AMERICA LATINA

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DI GIANLUCA BIFOLCHI
Achtung Banditen

Non vorrei esibire lo stesso tipo di indecente eccitazione che mostrano sovente i giornalisti professionisti quando eventi drammatici interessano il loro settore di pertinenza – con strofinio di mani e luccichio di occhi quando l’agenzia informa di un migliaio di morti in una collisione di piroscafi – ma devo invitare chi ha finora rivolto una doverosa attenzione ai venti di guerra del Caucaso, a dirottarne un filo in America Latina, per il ritmo incalzante con cui gli avvenimenti stanno producendosi in Venezuela e Bolivia.

Il fiotto di notizie su una situazione di tensione che riguarda direttamente gli Stati Uniti – e non uno stato fantoccio come la Georgia – sfida per il momento la capacità di elaborazione, e dunque andrò rapidamente per punti .

* A seguito di un attentato, martedì, a una pipeline in Bolivia, nel quadro degli atti delinquenziali di sabotaggio di un’opposizione che non ha digerito la pesante sconfitta al referendum revocatorio del 10 agosto, che ha consacrato l’enorme popolarità di Evo Morales, questi ha dichiarato persona non grata Phil Goldberg, l’ambasciatore USA a La Paz, nonché uno degli artifici diplomatici della dissoluzione della ex Yugoslavia – spedito in Bolivia per soffiare sulle ceneri ardenti di un separatismo riguardante la zona della cosiddetta Mezzaluna. * Contemporaneamente, in Venezuela, durante un programma televisivo, La Hojilla, è stato reso noto: a) che è stato sventato un colpo di stato maturato in ambienti delle forze armate, che prevedeva il bombardamento aereo della sede del presidente a Palazzo Miraflores; b) che in questa occasione o in futuro gli Stati Uniti avebbero direttamente preso parte alle operazioni per uccidere Chavez con appoggio aereo tramite velivoli recanti insegne contraffatte venezuelane; c) che un consistente numero di Venezuelani è associato alle patrie galere per l’accusa che aver preso parte al tentativo di uccidere il presidente.

* Gli Stati Uniti hanno risposto al decreto di espulsione del loro ambasciatore a La Paz espellendo a loro volta l’ambasciatore boliviano a Washington. Ciò costituisce una mossa di prammatica degli USA che, indipendentemente dalle ragioni della crisi diplomatica, cercano di attenuare il danno di immagine attraverso un criterio di reciprocità. Chavez conosce molto bene questo costume degli USA, e doveva aver già fatto i suoi conti al momento in cui Evo Morales ufficializzava la sua decisione contro Goldberg. Infatti, quando si è saputo che il Dipartimento di Stato espelleva l’ambasciatore boliviano, Caracas ha annunciato che, in segno di solidarietà con la Bolivia, si dava un termine di 72 ore all’ambasciatore USA in Venezuela perché lasciasse il paese. L’annuncio è stato reiterato durante una massiccia manifestazione di protesta contro il tentato golpe, nella quale il presidente ha detto: “Ya basta de tanta mierda de ustedes, yanquis de mierda”, frase trasparente a qualunque parlante di lingua romanza.

* Inazio Lula da Silva, il presidente del Brasile – colosso politico ed economico del Sud America -, che negli ultimi giorni aveva fatto sapere che le manovre della IV Flotta USA riguardano un’aerea interessata da riserve petrolifere al largo del Brasile, è subito intervenuto nella crisi, chiarendo che il suo governo non riconoscerà nessun governo boliviano che nascesse dall’abbattimento illegale di Evo Morales.

* Chavez ha avvertito che in caso di golpe e assassinio di Evo Morales, un eventuale movimento armato boliviano che nascesse in reazione a ciò potrebbe contare sull’attivo appoggio del governo venezuelano. Il Venezuela vuole la pace “ma non siamo disposti a morire come Bolivar, a Santa Maria, o Allende, alla Moneda… Se l’oligarchia o il lacché diretti, finanziati e armati dall’impero abbattono uno qualsiasi dei nostri governi, avremo luce verde per iniziare qualunque tipo di operazione che restituisca il potere al popolo in questi paesi fratelli”.

* Invito a leggere il post precedente per il concorrere di questi fatti con importanti novità nel settore militare e strategico riguardanti il Venezuela.

Appena possibile tutti gli aggiornamenti

Fonte: http://achtungbanditen.splinder.com
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12.09.2008

BOMBARDIERI RUSSI IN VENEZUELA

DI GIANLUCA BIFOLCHI
Achtung Banditen

Sono sempre dell’idea che i buoni rapporti tra i governi progressisti dell’America del Sud e la Russia si svilupperanno entro

limiti precisi. E cioé che un certo incremento della cooperazione militare – Chavez definisce la Russia “alleato strategico”

– non porterà a basi russe in America Latina.

Questo non significa che non vi sia di che far diventare isterici quelli di Washington. In una giornata cruciale come quella

di ieri, in cui in Bolivia l’ambasciatore USA Phil Goldberg è stato dichiarato “persona non grata” e invitato a lasciare al

più presto il paese, a Caracas il presidente Chavez dava notizia non solo di un tentativo di colpo di stato militare

all’interno delle forze armate nazionali, con il corredo di intercettazioni che rivelerebbero l’intenzione di bombardare

Palazzo Miraflores, sede della presidenza della Repubblica, ma che vi sarebbero addirittura indizi della preparazione di

piani USA per camuffare propri cacciabombardieri con insegne nazionali venezuelane, prender parte al golpe, e far credere che

si tratti di una insurrezione popolare senza intervento straniero.

Nelle stesse ore atterravano in un aeroporto venezuelano due cacciabombardieri strategici russi TU-160, in missione di

addestramento, che svolgeranno esercitazioni negli prossimi giorni, prima di tornare in Russia il 15 ottobre. Il TU-160 è in grado di

trasportare dodici missili da crociera con testata nucleare, o in alternativa 40 tonnellate di bombe. E’ stato precisato dalla

FAR, l’aviazione russa, che i due velivoli non trasportano armi nucleari. Ma non è comunque rassicurante per gli USA sapere

che il Venezuela può trasformarsi così rapidamente in una portaerei russa con capacità nucleare.

E sempre nelle stesse ore vengono confermate le esercitazioni navali congiunte russo-venezuelane precedentemente previste per

il 14 novembre, ma che potrebbero slittare verso la fine dell’anno. E’ stato precisato che la squadra navale russa sarà

capitanata dall’incrociatore Pietro il Grande, un’unità lanciamissili nucleari e convenzionali. L’agenzia russa Novosti

informa che il portavoce della segretera di stato Sean McCormack ha annunciato l’intenzione delle autorità USA di seguire “da

vicino” le esercitazioni.

Inoltre Chavez ha affermato che il Venezuela sta considerando la possibilità di importare un “poderoso sistema di difesa

antiaerea russo”, e che centinaia di ufficiali venezuelani sono in Russia dove studiano la lingua e si sottopongono ad

intense attività di addestramento.

blank

[Il bombardiere russo TU-160]

Fonte: http://achtungbanditen.splinder.com
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11.09.2008

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