Vaccini Covid e trombosi – Il punto della situazione

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Joel S. Hirshhorn
principia-scientific.com

In questo momento, ci si trova a dover affrontare una decisione difficile: se assumere o meno per la prima volta un vaccino COVID, sperimentale o approvato come richiamo.

Si raccontano un sacco di brutte storie di persone che si erano ammalate o che erano morte perché non si erano vaccinate.

Ma ci sono anche sempre più storie di infezioni che si verificano nonostante la vaccinazione. Perché? Perché questi vaccini non funzionano per niente bene.

Altrettanto importante del declinare nel tempo dell’efficacia dei vaccini è la crescente evidenza dei danni diretti da essi provocati. La loro sicurezza non è quella vantata dalle agenzie governative. E i richiami non faranno che aumentare le problematiche dei danni da vaccino.

Sta diventando sempre più evidente che l’immunità naturale ottenuta da una precedente infezione COVID è migliore di quella indotta dal vaccino. La soluzione ideale non è assumere il vaccino, ma considerare i [giusti] protocolli di trattamento come alternative al vaccino.

Come può la gente prendere decisioni razionali ed informate sui vaccini? Specialmente coloro che finora hanno rifiutato di capitolare alla coercizione e alla propaganda?

Questo articolo fornisce alcune informazioni sui coaguli ematici e sulle emorragie [causate dai vaccini] che hanno menomato e ucciso molte persone in tutto il mondo.

La gente non otterrà dai grandi media mainstream informazioni valide sui problemi ematici causati dai vaccini.

Se si prende in considerazione solo un certo tipo di statistica, quello secondo cui le persone che beneficiano dei vaccini sono molte di più di quelle che sperimentano effetti collaterali negativi, si potrebbe non tener conto delle reazioni avverse e considerare solo quelle positive. Ma una grossa incertezza riguarda gli effetti negativi a lungo termine dei vaccini, che potrebbero avere un impatto su milioni di persone vaccinate.

Questo articolo fornisce un valido resoconto delle problematiche dei vaccini COVID. Se acconsentite a farvi vaccinare, state scommettendo che non ne sarete vittime. Il dilemma è se vale la pena rischiare.

Nel pezzo troverete ottimi riassunti di ricerche chiave pubblicate di recente sui due tipi di coaguli ematici che si possono osservare [dopo la vaccinazione], microscopici e di dimensioni relativamente grandi, entrambi preoccupanti e da valutare con attenzione. Vengono inoltre fornite le opinioni di stimati esperti medici.

Una inevitabile conclusione è che le agenzie governative, con il sostegno dei grandi media e dell’establishment medico, non stanno facendo nulla per assicurarsi un consenso veramente informato da parte di coloro a cui viene iniettato il vaccino.

Per quanto riguarda i vaccini sperimentali COVID, il dottor Francis Christian ha fatto questa importante osservazione: “Non ho incontrato un solo bambino o genitore vaccinato che sia stato adeguatamente informato e che quindi comprenda i rischi di questo vaccino o i suoi benefici.” Sulla base di tutti i dati sui decessi COVID, è chiarissimo che, per quasi tutte le persone con meno di 70 anni circa, i rischi superano i benefici.

Comprendere la terminologia medica e la ricerca

La letteratura medica è difficile da leggere e da capire, specialmente per quanto riguarda i problemi ematici associati ai vaccini COVID. Per arrivare ad un’utile comprensione dei rischi da vaccino è doveroso comprendere i termini medici utilizzati.

Un articolo informativo è quello della dottoressa Veronica Hackethal, pubblicato nel mese di aprile. Faceva notare che:

“L’Agenzia Europea del Farmaco ha comunicato che, a partire dal 20 aprile, ci sono state 287 segnalazioni di rari coaguli ematici associati a trombocitopenia dopo somministrazione del vaccino AstraZeneca, 8 con Johnson & Johnson, 25 con Pfizer, e 5 con Moderna. Questi coaguli sono importanti, perché alcuni si sono verificati in sedi insolite e mortali, nelle vene che drenano il cervello (trombosi del seno venoso cerebrale) e l’addome (trombosi della vena splancnica).” Da notare che [nella segnalazione] erano citati tutti i principali tipi di vaccini.

Quello su cui bisogna concentrarsi è il problema del basso livello ematico di piastrine, chiamato trombocitopenia, che può causare sanguinamenti anomali, soprattutto emorragie cerebrali potenzialmente mortali. Due fattori causano questa condizione. L’eliminazione delle piastrine è un processo autoimmune, il sistema immunitario può andare fuori controllo e ‘divorare’ le piastrine: questo fenomeno è chiamato Trombocitopenia autoimmune (ITP). Il secondo meccanismo è l’eccessivo consumo di piastrine dovuto alla loro trasformazione in coaguli.

Il termine medico attualmente più usato è Trombocitopenia immunitaria indotta da vaccino (VITT). Trombotico si riferisce al coagulo. Trombocitopenia si riferisce al basso livello di piastrine. Si noti l’uso del termine “indotta da vaccino” per classificare questa condizione medica caratterizzata da coaguli insoliti che può insorgere dopo le iniezioni dei vaccini sperimentali COVID-19. La VITT è un processo di consumo piastrinico simile ad una patologia autoimmune. Alcune persone cercano di evitare questo termine perché si riferisce esplicitamente ad un problema causato dal vaccino.

Un altro termine usato a volte al posto di VITT è Sindrome trombotica trombocitopenica (TTS). Evita l’uso di “indotta da vaccino.”

Se provate a seguire la letteratura medica vedrete che, per la VITT, gli scienziati hanno identificato un autoanticorpo, chiamato fattore piastrinico 4 (PF4), come causa della coagulazione e, successivamente, dei bassi livelli di piastrine e dei sanguinamenti; può essere misurato. Ci sono dei test appositi.

Altri due termini che si possono incontrare sono Trombosi cerebrale dei seni venosi (CVST) e Trombosi venosa splancnica (SVT).

Di recente, è entrato in uso un altro termine medico. Si tratta della Porpora trombotica trombocitopenica acquisita (aTTP). La TTP è stata a lungo una malattia genetica autoimmune, un tempo assai mortale. Acquisita sta ad indicare la dipendenza dalla vaccinazione COVID.

La US National Library of Medicine definisce la TTP come “un raro disordine che provoca la formazione di coaguli di sangue (trombi) nei piccoli vasi sanguigni di tutto il corpo. Questi microscopici coaguli possono causare gravi problemi di salute se bloccano i vasi e limitano il flusso di sangue ad organi come il cervello, i reni e il cuore.” La TTP può essere fatale o causare problemi permanentii, come danni al cervello o ictus, se non viene trattata subito.

L’eminente dottor V. Zelenko riconosce il problema

In un recente articolo sui pericoli dei vaccini sperimentali COVID, l’esperto e pionieristico dottor Zelenko ha affrontato il problema della coagulazione ematica. Ha riconosciuto che sono stati registrati coaguli ematici come effetto collaterale di queste iniezioni. Ha spiegato che, quando ad una persona viene somministrato il vaccino, l’organismo si trasforma in una fabbrica di proteina spike, producendo miliardi di questa proteine che poi si localizzano nell’endotelio che riveste i vasi sanguigni, danneggiando le cellule del sangue e provocando coaguli ematici. Più specificamente, ha spiegato che, se questo si verifica nel miocardio, è probabile che si traduca in un infarto e, se capita nel cervello, può provocare un ictus. “Così, stiamo vedendo che la causa di morte a breve termine numero uno, è da coaguli ematici, e la maggior parte avviene entro i primi tre, quattro giorni [dopo la vaccinazione],” ha detto.

Ha anche fatto un’altra iportante considerazione: “l’immunità acquisita in modo naturale [da una precedente infezione COVID] è un miliardo di volte più efficace dell’immunità indotta artificialmente con i vaccini. Quindi, perché dovrei vaccinare qualcuno con un prodotto potenziamente mortale, che produce anticorpi di qualità inferiore o addirittura pericolosi quando ho già anticorpi perfettamente funzionanti?”

In altre parole, milioni di persone hanno un’immunità naturale e protettiva, a cui però i governi non danno lo stesso credito dell’immunità indotta dal vaccino.

Segnalazioni di eventi trombotici

Da Israele sono arrivate segnalazioni su casi di aTTP risultante dalle iniezioni sperimentali COVID. Un importante centro ospedaliero ha riportato 4 casi in un mese, mentre, fino ad ora, non aveva visto più di 2-3 casi all’anno. Tutti i nuovi pazienti avevano ricevuto un vaccino COVID da 5-28 giorni. È stato anche riferito che ci sono “casi simili in Belgio e in Italia.” In Israele il vaccino sperimentale di Pfizer è stato collegato all’aumento dei casi di aTTP.

Questo termine, aTTP, può sembrare attraente per le autorità perché, a differenza del termine più usato, VITT, non richiama esplicitamente un vaccino COVID, ma le caratteristiche della aTTP sono simili a quelle della VITT, con un’unica differenza: l’importanza rivestita dai piccoli coaguli.

Secondo un altro rapporto proveniente da Israele: “più del 30% dei pazienti Covid-19 soffre di coaguli ematici, che causano mortali interruzioni del flusso ematico nei polmoni, reni, cuore e cervello. Il Dr. Abd Al-Roof Higazi, capo della Divisione dei Laboratori e del Dipartimento di Biochimica Clinica al Hadassah University Medical Center di Gerusalemme, aveva scoperto il meccanismo che causa i coaguli. L’anno scorso, Higazi e colleghi avevano pubblicato sulla rivista Blood dell’American Society of Hematology un lavoro sulla proteina alfa-defensina.

Avevano scoperto che questo peptide accelera la formazione di coaguli ematici e impedisce la loro disgregazione. Questo background li ha aiutati a capire cosa stava succedendo ai pazienti Covid-19, questo perché i farmaci anticoagulanti esistenti non hanno alcun effetto sull’Alfa-defensina.

“Abbiamo prelevato campioni di sangue da 80 pazienti nel dipartimento epidemico di Hadassah e abbiamo trovato un’alta concentrazione di alfa-defensina,” ha detto Higazi. Più la persona è malata, più alta è la concentrazione di questo peptide.”

È stato appena pubblicato un lavoro su un caso di aTTP legato al vaccino sperimentale di Pfizer. In esso si afferma che “Il paziente aveva ricevuto una seconda dose di vaccino mRNA [Pfizer] una settimana prima della comparsa dei sintomi.” Non era stata trovata nessun’altra causa del problema. Grazie a trattamenti medici avanzati il paziente era sopravvissuto. Si era visto inoltre che “la probabile causa scatenante della TTP era stata la precedente vaccinazione.”

Un caso è stato recentemente riportato in Corea del Sud: “Una studentessa universitaria di 21 anni era morta una settimana dopo aver ricevuto la prima dose del vaccino Pfizer, a fine agosto. La famiglia non ha riferito alcuna condizione di salute sottostante. Apparentemente, quando era stata ritrovata morta nel suo appartamento, aveva macchie viola su tutto il corpo.” Queste macchie viola sono spesso il risultato di emorragie diffuse, provocate da una carenza di piastrine.

Recentemente, negli Stati Uniti sono stati riportati due casi di problemi indotti dal vaccino:

“Un giocatore di basket di 17 anni dello Utah ha sofferto di coaguli di sangue mortali all’interno e all’esterno del cervello subito dopo la somministrazione di un vaccino Covid, condizione clinica che i medici hanno scoperto quando i suoi genitori lo hanno portato in ospedale con un grave gonfiore al collo e un mal di testa intollerabile. Il ragazzo non poteva nemmeno muovere il collo senza usare le mani. Sua madre ha detto che era perfettamente sano prima di quel vaccino.Un uomo in Colorado ha detto che il vaccino Moderna gli ha procurato due coaguli di sangue nella gamba sinistra.”

Sei morti in 28 casi di trombosi sono stati segnalati dall’Università di Yale per il vaccino J&J negli Stati Uniti. È stato anche notato che si trattava di un tipo di coagulo ematico cerebrale particolarmente raro e pericoloso, noto come Trombosi del seno venoso cerebrale (CVST). Inoltre, è stato notato che queste persone presentavano livelli ematici di piastrine anormalmente bassi, una situazione insolita riscontrata anche in soggetti che avevano avuto problemi con il vaccino di AstraZeneca. Come notato in precedenza, le piastrine hanno un ruolo importante nella formazione dei trombi.

La prima morte in Florida dopo l’inizio della campagna di vaccinazione era stata una storia orribile. A febbraio, un caso di grave emorragia aveva causato la morte di un giovane medico in perfetta salute e la storia merita attenzione, perché era stato proprio allora che era emerso il problema dell’alterata coagulazione.Il medico in Florida era morto; ecco i punti salienti da un importante articolo sul caso.

“Appena tre giorni dopo aver ricevuto il vaccino Pfizer, il dottor Gregory Michael, 56 anni, di Miami Beach aveva sviluppato sintomi di Trombocitopenia autoimmune, un raro disturbo del sangue che blocca la formazione delle piastrine necessarie per la coagulazione…. aveva trascorso due settimane in ospedale, dove era morto per un’emorragia cerebrale.” Sua moglie aveva rivelato che [il marito] era arrivato al pronto soccorso con una conta piastrinica pari a zero e che era stato immediatamente ricoverato in terapia intensiva con una diagnosi di “ITP acuta causata da una reazione al vaccino COVID.” Era deceduto per un’emorragia cerebrale ragionevolmente attribuita al vaccino.

Nel riferire la notizia era stato anche detto che:

“Altre persone a cui era stato somministrato il vaccino Pfizer o Moderna sembrano aver sviluppato lo stesso disturbo. Luz Legaspi, 72 anni, si era risvegliata con lividi su braccia e gambe e vesciche sanguinanti in bocca il giorno dopo aver ricevuto la prima dose del vaccino di Moderna. Quando era andata in un ospedale di New York City, le era stata diagnosticata la stessa malattia ematica.”

Era potuta scampare alla morte perché i medici avevano usato un trattamento diverso, che, in pochi giorni, aveva portato la sua conta piastrinica da zero a 6.000, poi a 40.000 e, infine, al valore normale di 71.000.

Il punto è che, fin dalle prime somministrazioni, c’erano state segnalazioni di problemi ematici causati dal vaccino. L’articolo faceva notare che “37 persone hanno sviluppato un tale disturbo.” Ora, prove schiaccianti indicano che il problema della bassa conta piastrinica è causato dalla coagulazione ematica.

Cosa importante, era uscita un’altra notizia, sempre a febbraio, secondo cui:

“Almeno 36 persone potrebbero aver sviluppato un raro disturbo del sangue, noto come Trombocitopenia immune (ITP), dopo la somministrazione dei vaccini COVID-19 di Pfizer e BioNTech o di Moderna”. Il CDC aveva affermato: “Nessun caso di trombocitopenia è stato riportato durante i test sui vaccini Moderna o Pfizer.” Test condotti in modo affrettato.

Mentre leggete, tenete presente che il problema ematico dei vaccini era emerso subito dopo l’inizio della campagna di vaccinazione COVID. Mesi dopo, il governo e il sistema sanitario pubblico, così come i grandi media, continuano ad ignorare questo problema di coagulazione.

Problemi ematici in persone infette ma asintomatiche

Un nuovo articolo ha chiarito il perchè certe persone che erano state infettate, apparentemente senza conseguenze, avevano comunque sofferto di problemi ematici con potenziali conseguenze a lungo termine.

“Il Thrombosis Journal e altre pubblicazioni hanno descritto diversi casi di coaguli ematici a livello dei reni, dei polmoni e del cervello in persone che non avevano avuto alcun sintomo [di Covid-19]. Quando questi grumi simili ad un gel si bloccano in una vena, impediscono ad un organo [a valle] di ricevere il sangue di cui ha bisogno per funzionare, e questo può portare a convulsioni, ictus, infarto e morte.”

Ci sono stati relativamente pochi rapporti su casi del genere – e non è chiaro se alcuni di questi pazienti avevano patotologie concomitanti che avrebbero potuto causare coaguli ematici. Ma i ricercatori dello Stato di Washington, che avevano riferito di un caso di trombosi renale scrivono che “possiamo ipotizzare che le inspiegabili formazioni trombotiche in pazienti altrimenti asintomatici possano essere il risultato diretto dell’infezione da COVID-19 e questo potrebbe servire da monito per i clinici del dipartimento di emergenza affinchè considerino gli eventi trombotici inspiegabili una prova di COVID-19.”

Questo è il motivo per cui non c’è motivo di fidarsi dei test sulla sicurezza dei vaccini che coprono un periodo di tempo troppo breve.

Medico canadese segnala alti livelli di microcoaguli

Il dottor Charles Hoffe pratica da 28 anni la professione medica in una piccola città rurale della British Columbia, Canada, e, recentemente, ha rilasciato una lunga intervista. Ha somministrato ai suoi pazienti circa 900 dosi del vaccino sperimentale mRNA di Moderna. Quindi, all’opposto di quanto possano dire i critici, non è un medico anti-vax; almeno non lo era in origine.

Il problema principale che ha riscontrato nei suoi pazienti vaccinati è quello dei microcoaguli a livello dei capillari più piccoli. Ha detto:

“Coaguli di sangue che si verificano a livello capillare. Questo non era mai stato visto prima. Non è una malattia rara. Si tratta di un fenomeno assolutamente nuovo.”

Cosa ancor più importante, ha sottolineato che questi microcoaguli sono troppo piccoli per essere visibili con la TAC, la risonanza magnetica e con altri test convenzionali, come gli angiogrammi, e possono essere rilevati solo utilizzando il test del D-dimero ematico. Questo è un test standard che indica se si sono formati coaguli ematici nel sistema vascolare di una persona.

Usando questo test, ha trovato che era positivo ad un evento coagulativo il 62% dei pazienti iniettati con una dose di vaccino mRNA, di certo non una piccola percentuale facilmente trascurabile. Ha poi spiegato cosa succede nell’organismo. Le proteine spike indotte dal vaccino diventano “parte integrante della parete cellulare dell’endotelio vascolare.” Ciò significa che queste cellule che rivestono i vasi sanguigni, che dovrebbero essere lisce per permettere al sangue di scorrere senza problemi, ora hanno questi piccoli pezzi appuntiti che spuntano fuori…. quando una piastrina attraversa il capillare, improvvisamente colpisce queste spikes COVID ed è inevitabile che si formino coaguli di sangue che andranno a bloccare quel vaso.” Inoltre, questi coaguli [se presenti in modo massiccio] rischiano di esaurire le piastrine.

Ha fatto un’importante distinzione:

“I coaguli ematici di cui sentiamo parlare e che i media affermano essere molto rari sono i grossi coaguli di sangue, quelli che causano gli ictus e che si vedono alla TAC, alla risonanza magnetica, ecc. I coaguli di cui sto parlando sono microscopici e troppo piccoli per essere rilevati con una qualsiasi scansione. Possono quindi essere messi in evidenza solo con il test del D-dimero… La cosa più allarmante è che ci sono alcune parti del corpo come il cervello, il midollo spinale, il cuore e i polmoni che non possono rigenerarsi. Quando questi tessuti vengono danneggiati da coaguli ematici il danno è definitivo.”

Questa è la sua visione pessimistica e scientifica:

“[In questi pazienti] i vasi sanguigni polmonari sono ora bloccati. Questo fa sì che il cuore debba lavorare di più per cercare di contrastare la maggior resistenza che incontra nel cercare di far passare il sangue attraverso i polmoni. Questa è chiamata ipertensione dell’arteria polmonare – un’alta pressione sanguigna nei polmoni, perché il sangue, semplicemente, non riesce a fluire in modo efficace. Le persone con questa condizione, di solito, muoiono di insufficienza cardiaca entro pochi anni.”

Questa incontrovertibile diagnosi era stata soppressa dai grandi media, ma aveva ricevuto la giusta attenzione da un sito di notizie alternative. E il medico aveva ottenuto una certa notorietà scrivendo una lettera aperta al Ministero della Salute della sua provincia. Uno dei punti chiave della lettera era questo:

“Bisogna sottolineare che queste persone non erano malate o in cura per qualche malattia devastante. Queste erano persone che in precedenza stavano bene, a cui era stata offerta una terapia sperimentale, con effetti collaterali a lungo termine sconosciuti, per proteggerle da una malattia che ha lo stesso tasso di mortalità dell’influenza. Purtroppo, le loro vite sono state rovinate.”

Il medico canadese Byram Bridle, un immunologo virale e professore associato all’Università di Guelph, Ontario, nel mese di giugno aveva fatto una scoperta importante. Vale a dire, una volta in circolazione, la proteina spike può attaccarsi a specifici recettori ACE2 che si trovano sulle piastrine e sulle cellule che rivestono le pareti dei vasi sanguigni.

“Quando questo succede, possono succedere due cose: si può avere aggregazione piastrinica e conseguente ipercoagulazione. Questo è esattamente il motivo per cui vediamo disturbi di coagulazione associati a questi vaccini. Si possono anche avere emorragie.” Ha continuato: “autorizzare questi vaccini sperimentali Covid a mRNA è stato un grande errore e le conseguenze a lungo termine sulla salute saranno spaventose.”

Il concetto dei microcoaguli ematici è stato chiamato in causa anche da altri per giustificare i gravi danni causati dalla COVID stessa.

L’eminente Dr. Peter McCullough ha notato:

“Quindi, questo è un tipo molto diverso di coagulazione del sangue, non quella che vedremmo con coaguli ematici importanti nelle arterie e nelle vene. Per esempio, i coaguli di sangue coinvolti nell’ictus e nell’infarto o i coaguli di sangue nei grandi vasi sanguigni delle gambe. Questo è un tipo diverso di coagulazione, infatti gli Italiani avevano coraggiosamente effettuato alcune autopsie e avevano trovato microcoaguli ematici nei polmoni. E così, alla fine, abbiamo capito che il motivo per cui i polmoni perdono la loro funzione non è perché c’è il virus. È perché ci sono questi microcoaguli di sangue. … Quando la gente non riesce a respirare, il problema è la microcoagulazione ematica a livello polmonare. …È la piccola punta sulla superficie sferica del virus che danneggia i vasi sanguigni e che causa la coagulazione del sangue.”

Ha anche apertamente dichiarato che nessuno dei vaccini COVID è sicuro per la maggior parte delle persone a basso rischio di COVID.

Se la proteina spike è la causa dei microcoaguli ematici che caratterizzano la COVID è anche logico aspettarsi lo stesso fenomeno nelle persone vaccinate e “impregnate” di proteine spike che circolano in tutto il corpo, come ha spiegato il dottor Hoffe.

Per quanto riguarda i coaguli diffusi si consideri l’affermazione del NIH:

“I coaguli possono limitare o bloccare il flusso di sangue ricco di ossigeno a vari organi, come cervello, reni e cuore. Come risultato, possono svilupparsi gravi problemi di salute.”

Per quanto riguarda la situazione canadese, la Public Health Agency of Canada (PHAC) a luglio aveva analizzato il tasso di trombosi nei Canadesi a cui era stato somministrato il vaccino AstraZeneca, riferendo che, fino ad allora, in Canada si erano verificati 27 casi confermati, con 5 decessi, un tasso di mortalità piuttosto elevato.

Lo studio Northwell Health Hospitals

Questo studio, pubblicato a maggio, ha messo in luce fatti molto inquietanti sui problemi ematici. Ecco i punti salienti di questo studio eseguito su pazienti COVID ospedalizzati da marzo a maggio 2020.

“Ovunque abbiamo rilevato un aumento da tre a cinque volte del rischio trombotico rispetto all’era pre-COVID,” aveva detto Alex Spyropoulos, un professore al Feinstein Institutes for Medical Research, che fa parte del sistema ospedaliero del New York Northwell Health. “In tutta la mia vita non ho mai visto un tipo di rischio trombotico del genere.”

Spyropoulos aveva continuato:

“Questo studio mostra per la prima volta che il rischio elevato di coaguli ematici persiste anche dopo la dimissione del paziente… Ci vuole molto tempo perché i meccanismi immunitari tornino alla normalità… Il sistema infiammatorio, il sistema immunitario e il sistema della coagulazione non sanno che il paziente ha lasciato l’ospedale.”

Lo studio aveva seguito quasi 5.000 pazienti dimessi da vari ospedali. Circa il 13% dei soggetti erano stati trattati con anticoagulanti come misura preventiva.

“Abbiamo preso di mira i gruppi ad alto rischio”, aveva detto Spyropolous. La principale scoperta terapeutica era stata che “gli anticoagulanti post-dimissione, per lo più a dosaggi profilattici, riducono il rischio di eventi tromboembolici maggiori e di morte del 46%.”

Cosa importante, il medico aveva notato che la COVID sembra innescare la formazione di quelli che vengono chiamati microtrombi polmonari, piccoli coaguli che si formano nei vasi sanguigni dei polmoni. Proprio come era già stato suggerito dal dottor Hoffe, in Canada. In altre parole, le proteine spike potrebbero agire con le stesse modalità sia nell’infezione da COVID che nelle persone vaccinate.

“Solitamente, riusciamo a trovare le prove di coaguli ematici a livello degli arti inferiori con un’ecografia o, nei polmoni, con una TAC… È molto più difficile diagnosticare i microtrombi senza un’autopsia e, secondo alcune stime, dal 60 al 100% delle persone ricoverate con COVID soffrivano di un qualche tipo di evento coagulativo al momento del decesso,” aveva detto Spyropoulos.

Non sorprende che questo importante studio e i suoi risultati non abbiano ricevuto una grande copertura mediatica. Anche se erano stati presi in esame dei pazienti COVID, i risultati hanno importanti implicazioni per i problemi ematici derivanti dai vaccini perché, in entrambi i casi, il colpevole è la proteina spike.

Infatti, il Dr. Sucharit Bhakdi, docente in pensione, microbiologo e specialista in malattie infettive e immunologia aveva spiegato che le proteine spike, probabilmente, causano un numero così elevato di microtrombi in tutto il sistema vascolare da portare ad esaurimento il sistema della coagulazione, con conseguente sanguinamento (emorragia) e trombocitopenia (bassa conta piastrinica). Questo fenomeno è stato riportato sia nei casi gravi di COVID-19 che in individui vaccinati. Aveva notato che:

“Si sa che queste proteine spike, nel momento in cui vengono a contatto con le piastrine, le attivano e questo mette in moto l’intero sistema della coagulazione.”

C’è l’assoluta necessità di condurre autopsie sulle persone morte dopo la vaccinazione.

Dr. Ryan Cole. La prova dei coaguli ematici da un famoso patologo

C’è un video molto importante di una conferenza dello scorso agosto del dott. Ryan Cole, un famoso e accreditato patologo, sul tema “Cosa fa all’organismo la proteina spike dei vaccini.” In questo video compaiono un gran numero di immagini al microscopio di diversi tipi di tessuti prelevati da vittime del vaccino COVID, di solito tramite autopsia. Il Dr. Cole mostra molti esempi di microcoaguli in tessuti essenziali [per la sopravvivenza], come quello polmonare.

Il suo dettagliato lavoro concorda in pieno con ciò che il Dr. Hoffe aveva scoperto e discusso.

Una nuova e importantissima ricerca britannica sulla VITT

Questo mese, la stimata rivista medica The Lancet ha pubblicato un lungo e dettagliato studio che ha messo in luce come la VITT associata ai vaccini sperimentali COVD abbia conseguenzae sanitarie più gravi delle emorragie cerebrali non causate dai vaccini. Ecco alcuni punti salienti di quell’articolo.

“Una nuova sindrome da Trombocitopenia immunitaria indotta da vaccino (VITT) è emersa come un raro effetto collaterale della vaccinazione contro la COVID-19.”

Lo studio ha esaminato le cartelle cliniche dettagliate di “95 pazienti, 70 con VITT e 25 senza.” Tutti soffrivano di problemi ematici cerebrali.

Ecco la scoperta chiave:

“L’esito primario di morte o dipendenza [da personale ospedaliero specializzato] si è verificato più frequentemente nei pazienti con trombosi venosa cerebrale associata a VITT (33 [47%] su 70 pazienti) rispetto al gruppo di controllo senza VITT (4 [16%] sui 25 pazienti; p=0-0061)…. Un numero maggiore di pazienti è deceduto durante l’ammissione nel gruppo trombosi venosa cerebrale associata a VITT (20 [29%] su 70 pazienti) rispetto al gruppo non-VITT (1 [4%] su 25 pazienti; p=0-011)”.

Ancora una volta un risultato significativo: un tasso di decessi sette volte superiore per i problemi ematici causati dal vaccino.

La conclusione è importante: “La trombosi venosa cerebrale è più grave nel contesto della VITT.” In altre parole, i coaguli ematici a livello cerebrale erano peggiori nei pazienti con VITT.

L’intervallo di tempo medio tra la vaccinazione e la comparsa dei sintomi della trombosi venosa cerebrale era stato di 9 giorni nei pazienti con VITT e di 11 giorni in quelli senza VITT. Gli esiti peggiori si erano verificati più precocemente nei pazienti con VITT.

I pazienti in questo studio, svoltosi nel Regno Unito, erano stati tutti vaccinati entro il 30 aprile 2021 e, fino a quella data, la maggior parte degli individui vaccinati aveva 45 anni o più.

La conclusione principale è stata: “La VITT sembra essere un effetto collaterale molto raro della vaccinazione con il vaccino (AstraZeneca), il cui rischio, nella maggior parte delle persone, è probabilmente ampiamente superato dal beneficio stesso della vaccinazione COVID-19.”

Questa visione positiva dei vaccini COVID è quella che viene normalmente espressa da coloro che fanno parte dell’establishment medico. Probabilmente temono ripercussioni da parte dai finanziatori della ricerca o, forse, la non pubblicazione da parte degli editori delle riviste mediche. I rischi personali valgono i benefici personali?

Nuove ricerche nel Regno Unito

Un recente articolo di alcuni ricercatori britannici aveva identificato 170 casi certi e 50 probabili di VITT. Tutti i pazienti avevano ricevuto la prima dose del vaccino AstraZeneca e avevano sviluppato la patologia da 5 a 48 giorni (media 14) dopo la vaccinazione. L’età variava da 18 a 79 anni (media 48), senza preponderanza di sesso. È importante notare che non esistevano fattori di rischio identificabili, il che significa che la causa era sicuramente da imputarsi al vaccino. Da marzo a giugno 2021 la mortalità complessiva era stata del 22%. Ma quel tasso di mortalità arrivava al 73% tra i pazienti con conta piastrinica inferiore a 30.000 per millimetro cubo [la conta piastrinica normale varia da 150.000 a 450.000] ed emorragia intracranica.

Una scoperta importante era stata che la VITT era dovuta alla produzione di anticorpi anti-PF4 dopo esposizione ai componenti del vaccino.

Ecco alcuni dettagli sui coaguli trovati nei pazienti. La metà aveva coaguli nelle vene cerebrali (quasi sempre con concomitante emorragia intracranica secondaria) [emorragie cerebrali]. E più di un terzo aveva coaguli nelle vene profonde delle gambe e nelle arterie polmonari.

I ricercatori hanno evidenziato tassi piuttosto elevati di VITT tra i vaccinati con il prodotto AstraZeneca, vale a dire almeno 1:100.000 tra gli adulti, età 50 o più anziani, e almeno 1:50.000 tra i giovani. In altre parole, considerando l’enorme numero di persone vaccinate, questi dati si traducono in 1.000 casi su 100 milioni di vaccinati e 2.000 su 100 milioni, rispettivamente.

Questi sono tassi elevati di VITT spesso mortali. Tenete però presente che molte persone potrebbero morire per problemi ematici, ma [la cosa potrebbe passare sotto silenzio perchè] non si effettuano test o autopsie per verificare se [i problemi di coagulazione] sono causati dai vaccini.

[Confrontatele, partendo da maggio, con i 400 problemi ematici per 100 milioni di dosi segnalati dall’autorità di regolamentazione britannica, la Medical and Health Regulatory Authority (MHRA), e con i 1.000 casi per 100 milioni di dosi segnalati dalla Germania].

Commentando questo nuovo studio, Rajiv Pruthi, della Mayo Clinic ha esortato gli Stati Uniti a “rimanere vigili,” anche se il vaccino AstraZeneca non è autorizzato all’uso dalla FDA. “I medici che vedono arrivare pazienti con piastrine basse, mal di testa, coaguli ematici, dovrebbero sospettare una [VITT], indipendentemente dal vaccino somministrato, ” ha detto. Un ottimo consiglio che il pubblico dovrebbe ascoltare.

Un articolo di aprileTowards Understanding [AstraZeneca] Vaccine-induced Immune Thrombocytopenia (VITT)” dello stimato medico e ricercatore tedesco Andreas Greinacher aveva esaminato in dettaglio i meccanismi che causano l’infiammazione e i problemi ematici.

“In sintesi, il nostro studio chiarisce il meccanismo attraverso il quale un vaccino a vettore adenovirale può innescare una risposta immunitaria che porta ad anticorpi anti-PF4 altamente reattivi con conseguenze protrombotiche.” Il suo lavoro riguardava anche il vaccino J&J. Nel mese di maggio il CDC aveva ammesso che 28 persone tra i 18 e i 59 anni a cui era stato somministrato quel vaccino avevano sofferto di coaguli ematici.

La competenza dell’ex dirigente Pfizer

Nel mese di giugno un ex dirigente di Pfizer, il Dr. Michael Yeadon, aveva contribuito con la sua profonda esperienza sui vaccini alla questione dei coaguli ematici.

“Questi vaccini Covid non sono sicuri,” aveva affermato. “Il loro design basato sui geni fa sì l’organismo produca la proteina spike virale e noi sappiamo, e lo sappiamo da anni, che la proteina spike del virus è proprio quella che innesca i coaguli ematici,” aveva spiegato Yeadon. “Questo è un problema fondamentale.”

Il dottor Yeadon aveva chiarito che gli eventi avversi, astronomicamente elevati, del vaccino avrebbero dovuto, da soli, farli ritirare.

“I giovani non si ammalano di Covid-19. Non sono a rischio,” aveva detto il dottor Yeadon. “È folle vaccinarli con qualcosa che, in realtà, ha 50 volte più probabilità di ucciderli del virus stesso.”

Il dottor Yeadon aveva aggiunto che il sistema VAERS del CDC aveva riportato circa 5.000 morti da vaccino nei primi sei mesi del 2021.

“Normalmente se ne verificano 200 all’anno per tutti i vaccini combinati,” aveva detto.

“Sono assolutamente favorevole ai vaccini”, aveva detto Yeadon. “La mia più grande critica ai vaccini [COVID] riguarda le gravi problematiche connesse alla loro sicurezza. Non sono stati sufficientemente testati,” aveva spiegato. “Sono stati approvati per l’uso di emergenza, a mio parere, in modo fraudolento perché non dovrebbe essere possibile farlo se esistono [come alternativa] farmaci sicuri ed efficaci. E ci sono. Sono solo stati nascosti.”

Yeadon aveva riferito che l’idrossiclorochina, l’ivermectina, l’azitromicina e gli steroidi inalati sono tutti sicuri ed efficaci nel trattamento del coronavirus.

Sono stati tutti proibiti dal dottor Fauci, dall’establishment scientifico e dai media. Questa è la cruda verità. Verità soppressa per promuovere l’uso dei vaccini COVID.

La ricerca dei medici per l’etica COVID

Un articolo di ricerca medica di luglio firmato dai due illustri medici, Michael Palmer e Sucharit Bhakdi, associati al gruppo Doctors for COVID Ethics aveva esaminato lo studio originale di Pfizer per il suo vaccino mRNA.

Ecco i punti salienti di questo importante documento.

“I pericoli della proteina spike del vaccino COVID-19 e le sue interazioni con il sistema immunitario umano, pericoli che riguardano i rischi di coagulazione e di emorragie, stanno diventando sempre più evidenti. Ma in che misura possono diffondersi nell’organismo queste pericolose proteine? Cosa significa questo per la sicurezza dei vaccini?”

“Riassumiamo i risultati di uno studio sugli animali che Pfizer aveva presentato alle autorità sanitarie giapponesi nel 2020 e che riguardava la distribuzione e l’eliminazione di un modello di vaccino mRNA. Mostriamo come questo studio presagisse chiaramente gravi rischi per la coagulazione ematica ed altri effetti avversi. L’incapacità di monitorare e valutare questi rischi nei successivi studi clinici, e il processo di revisione, grossolanamente negligente, combinato con le autorizzazioni all’uso di emergenza, hanno prevedibilmente portato ad un disastro sanitario senza precedenti.”

“I dati di Pfizer sugli animali facevano chiaramente presagire i seguenti rischi e pericoli: formazione di trombi immediatamente dopo la vaccinazione, potenzialmente in grado di causare attacchi cardiaci, ictus e trombosi venosa.”

“Dobbiamo sottolineare ancora una volta che ognuno di questi rischi poteva essere facilmente dedotto dai limitati dati preclinici citati, ma [questo studio] non è stato seguito da indagini approfondite appropriate. In particolare, gli studi clinici eseguiti non hanno monitorato alcun parametro di laboratorio che avrebbe potuto fornire informazioni su questi rischi, come quelli relativi alla coagulazione del sangue (ad esempio D-dimeri/trombociti), ai danni alle cellule muscolari (ad esempio troponina/creatina chinasi) o alle lesioni epatiche (ad esempio γ-glutamiltransferasi). Il fatto che le varie agenzie di regolamentazione abbiano concesso l’autorizzazione all’uso di emergenza sulla base di dati così incompleti e insufficienti non è altro che una grave negligenza.”

“Poiché questi cosiddetti studi clinici sono stati condotti con una simile negligenza, i veri studi stanno avvenendo solo ora, su vasta scala e con risultati devastanti. Questo vaccino, e altri, sono spesso chiamati ‘sperimentali’.Abbiamo aspettato anche troppo per interrompere questo esperimento fallito. Continuare o addirittura rendere obbligatorio l’uso di questo tossico vaccino e, probabilmente, concedergli la piena approvazione sono crimini contro l’umanità.”

Il linguaggio deciso usato da questi medici merita rispetto e aggiunge credito alla nozione che ci stiamo imbarcando in una distopia vaccinale.

Una ricerca europea sulle vittime dei ematici indotti dal vaccino

Nel mese di giugno un lavoro scientifico firmato da medici specialiti e ricercatori europei aveva descritto quattro casi di pazienti che avevano sofferto di coaguli ematici indotti dal vaccino COVID. Si erano presentati con sintomi diversi e di difficile interpretazione da parte dei medici. Ecco alcuni punti salienti di questo documento.

“La trombocitopenia immunitaria indotta dal vaccino (VITT) è un’entità nuova che è emersa nel marzo 2021 a seguito di segnalazioni di trombosi insolite dopo vaccinazione (con AstraZeneca). … Il presente studio evidenzia i problemi associati al riconoscimento della VITT, i limiti delle linee guida attuali e la necessità di una maggiore vigilanza clinica, [in particolare] su come meglio comprendere la fisiopatologia di questa nuova condizione…. Al 4 aprile 2021, erano stati segnalati al database europeo sulla sicurezza dei farmaci, EudraVigilance, un totale di 169 casi di trombosi cerebrali dei seni venosi (CVST) e 53 casi di trombosi venosa splancnica (SVT).”

“Nelle ultime settimane, il concetto di VITT è emerso come un’entità clinica del tutto nuova che può essere associata a morbilità e mortalità significative, anche in pazienti giovani e altrimenti sani. I limitati dati clinici riguardanti questo raro disturbo associato all’uso dei vaccini adenovirali Coronavirus Disease 2019 (COVID-19) hanno posto sfide cliniche significative.”

“Riteniamo che lo spettro clinico-patologico associato alla VITT possa essere molto più ampio di quanto inizialmente previsto. Questa ipotesi è supportata dai casi presentati nel presente studio.”

“Con una maggiore consapevolezza di questa condizione è più probabile che i pazienti possano presentarsi prima, mentre il disturbo è ancora in evoluzione.”

Ciò che è chiaro è che la predisposizione alla trombosi nelle persone vaccinate è grave e la capacità della comunità medica di affrontare o riconoscere pienamente il problema è incerta. C’è ancora troppa deferenza nei confronti dei vaccini.

Wall Street Journal e Nature

A suo credito, il Wall Street Journal, a luglio, aveva pubblicato un lungo articolo sulla questione dei coaguli ematici con i vaccini COVID. Ecco i punti salienti.

“I ricercatori canadesi dicono di aver individuato alcuni aminoacidi presi di mira da anticorpi chiave presenti nel sangue di alcune persone che avevano ricevuto il vaccino AstraZeneca Covid-19, offrendo nuovi indizi su ciò che causa i rari coaguli di sangue associati all’iniezione.”

“I risultati ottenuti da un team di ricercatori della McMaster University in Ontario e sottoposti a revisione paritaria, sono stati pubblicati … dalla rivista scientifica Nature. Potrebbero aiutare i medici a testare e e trattare tempestivamente i fenomeni anomali di coagulazione, derivanti da un mix immunitario di coagulazione e perdita di piastrine, necessarie ad arrestare i fenomeni di sanguinamento.”

“La coagulazione ematica [intravasale], che alcuni scienziati chiamano trombocitopenia immunitaria indotta da vaccino, o VITT, è stata anch’essa collegata al vaccino Covid-19 della Johnson & Johnson, anche se gli incidenti si erano verificati meno frequentemente con quel marchio, rispetto al prodotto di AstraZeneca”.

“Anche se rara, la condizione si è dimostrata mortale in più di 170 adulti vaccinati nel Regno Unito, Europa e Stati Uniti, secondo i conteggi del governo. Molti erano giovani, in apparenza sani prima della vaccinazione, affermano i ricercatori e le autorità di regolamentazione dei farmaci.”

“Nel Regno Unito, il numero totale di casi dopo la prima o la seconda dose è stato di 395 fino al 23 giugno… Di queste 395 persone, 70 erano morte. I funzionari europei hanno detto di aver visto questo mese 479 possibili casi di VITT su 51,4 milioni di vaccinazioni con AstraZeneca…Un numero molto inferiore di possibili casi, 21, …è stato segnalato in Europa dopo la somministrazione del vaccino J&J. Fra questi [479] casi, si erano verificati 100 decessi dopo la vaccinazione con AstraZeneca e 4 dopo quella con Johnson & Johnson, secondo quanto affermato dai regolatori europei.” Queste sono percentuali di mortalità elevate.

“I funzionari sanitari statunitensi hanno detto, alla fine di giugno, di aver identificato 38 casi confermati di trombosi su più di 12,3 milioni di persone che avevano ricevuto il vaccino J&J… I Centers for Disease Control and Prevention, a maggio, avevano fatto sapere che 3 casi erano stati fatali e che le prove “suggeriscono una plausibile associazione causale tra ipopiastrinemia, trombosi e vaccino.” Ancora una volta, questa combinazione può spiegare i gravi epidodi di sanguinamento.

Per quanto riguarda ciò che accade all’interno dell’organismo:

“In rari casi, le persone vaccinate sviluppano una reazione autoimmune, in cui gli anticorpi si legano più saldamente del normale ad un componente del sangue chiamato fattore piastrinico 4, o PF4, formando aggregati simili a grappoli d’uva. Questo immunocomplesso, una formazione molecolare che circola nel torrente ematico, attiva un numero sempre maggiore di piastrine, “come accostare un fiammifero alla benzina,” ha detto John Kelton, uno degli autori del documento pubblicato su Nature e ricercatore della McMaster University. Secondo Kelton ed altri studiosi, il processo poi accelera, innescando contemporaneamente emorragie e trombosi, a volte fatali, nel cervello, nello stomaco e in altri distretti. ‘Pensiamo che questi anticorpi siano incredibili amplificatori, in modo negativo, del normale sistema di coagulazione’, ha detto il dottor Kelton.”

È interessante notare che questo articolo non menziona il caso, precedentemente discusso, del medico canadese e le sue scoperte sulla microcoagulazione ematica.

Il New York Times

In aprile, c’era stata una copertura giornalistica limitata delle sospensioni all’uso di alcuni vaccini:

“Prima era AstraZeneca. Ora Johnson & Johnson. La settimana scorsa, i regolatori britannici e l’agenzia medica dell’Unione Europea hanno comunicato di aver stabilito un possibile legame tra il vaccino Covid-19 di AstraZeneca e i coaguli ematici, molto rari ma volte fatali. La pausa nell’uso del vaccino Johnson & Johnson in Europa, dovuta a problemi dello stesso genere, minaccia di danneggiare una lenta campagna vaccinatoria che stava appena iniziando a prendere velocità.”

Si era anche fatto notare che alcuni Paesi avevano sospeso l’uso del vaccino J&J su richiesta degli Stati Uniti.

“I regolatori hanno chiesto ai destinatari del vaccino e ai medici di fare attenzione ad alcuni sintomi particolari, come mal di testa grave e persistente e piccole macchie di sangue sotto la pelle.”

Il New England Journal Of Medicine

In aprile, questa rivista aveva pubblicato tre articoli di ricerca sulla coagulazione ematica legata ai vaccini COVID e un lungo editoriale di due medici che rivedeva i tre lavori. Ecco i punti salienti di questo editoriale.

“Il Journal ha ora evidenziato tre descrizioni indipendenti di 39 persone con una sindrome di nuova descrizione, caratterizzata da trombosi e trombocitopenia sviluppatasi da 5 a 24 giorni dopo vaccinazione  [con  AstraZeneca]…. Queste persone erano sane o in condizioni mediche stabili e pochissimi avevano sofferto di precedenti trombosi o presentavano una condizione protrombotica preesistente. La maggior parte dei pazienti inclusi in questi rapporti erano donne di età inferiore ai 50 anni, alcune delle quali stavano ricevendo una terapia ormonale sostitutiva o facevano uso di contraccettivi orali. Una percentuale molto alta dei pazienti aveva sviluppato trombosi in siti insoliti, in particolare, trombosi del seno venoso cerebrale o trombosi della vena portale, splancnica o epatica. Altri pazienti presentavano trombi venosi profondi, emboli polmonari o trombosi arteriose acute…. Alti livelli di d-dimeri e bassi livelli di fibrinogeno erano comuni, suggerendo un’attivazione sistemica della coagulazione. Circa il 40% dei pazienti era deceduto, alcuni a causa di lesioni cerebrali ischemiche, emorragie sovraimposte o entrambe le condizioni, spesso dopo terapia anticoagulante.”

“Una migliore comprensione di come il vaccino induca questi anticorpi attivanti le piastrine potrebbe anche fornire informazioni sulla durata dell’esposizione all’antigene, sul rischio di ricomparsa della trombosi, sulla la necessità di una terapia anticoagulante estesa e potrebbe portare a miglioramenti nella progettazione dei vaccini.”

“Ulteriori episodi sono stati ora segnalati all’Agenzia Europea dei Farmaco, compresi almeno 169 possibili casi di trombosi del seno venoso cerebrale e 53 possibili casi di trombosi della vena splancnica tra i 34 milioni di destinatari del vaccino [AstraZeneca]; 35 possibili casi di trombosi del sistema nervoso centrale tra i 54 milioni di destinatari del vaccino mRNA Pfizer-BioNTech, e 5 possibili (ma non verificati) casi di trombosi del seno venoso cerebrale tra i 4 milioni di destinatari del vaccino mRNA Moderna; 6 possibili casi di trombosi del seno venoso cerebrale (con o senza trombosi della vena splancnica) sono stati riportati tra gli oltre 7 milioni di destinatari del vaccino Johnson & Johnson/Janssen.”

Ecco la conclusione finale: “Le domande se certe popolazioni possano essere identificate come candidati più adatti per uno vaccino piuttosto che per un altro e chi e come debba monitorare questa rara ma possibile complicazione richiederanno ulteriori studi.” Ma non è chiaro se il CDC e il NIH stiano finanziando lavori del genere.

Il Salk Institute

In aprile, il Salk Institute aveva curato la pubblicazione di uno studio condotto da alcuni ricercatori dell’istituto. La scoperta principale era stata che la proteina spike associata al virus COVID e ai vaccini era collegata alla comparsa di ictus, attacchi cardiaci e coaguli ematici.

“L’articolo, pubblicato su Circulation Research, dimostra in modo definitivo che la COVID-19 è una malattia vascolare e chiarisce come il virus SARS-CoV-2 danneggi e attacchi il sistema vascolare a livello cellulare…. l’articolo fornisce una chiara conferma e una spiegazione dettagliata del meccanismo attraverso il quale la proteina [spike] danneggia le cellule vascolari.”

Un successivo articolo di maggio aveva valutato questo lavoro, facendo alcune importanti osservazioni  riguardo ai vaccini COVID.

“Il prestigioso Salk Institute… ha redatto e pubblicato questo incredibile studio scientifico, che rivela che la proteina spike del SARS-CoV-2 usata nei vaccini Covid è la vera causa dei danni vascolari. Tutti e tre i vaccini sperimentali Covid attualmente sotto autorizzazione di emergenza nel Regno Unito o iniettano nei pazienti la proteina spike o, attraverso la tecnologia mRNA, istruiscono l’organismo del paziente stesso a produrre la proteina spike e a rilasciarla nel sistema sanguigno.”

“Lo studio del Salk Institute dimostra che l’ipotesi fatta dall’industria dei vaccini, che la proteina spike è inerte e innocua, è falsa e pericolosamente errata.”

“La ricerca dimostra che i vaccini Covid sono in grado di indurre malattie vascolari e causare direttamente lesioni e morti dovute a coaguli ematici e ad altre reazioni vascolari. Tutto questo è causato dalla proteina spike ingegnerizzata nei vaccini.”

Il rapporto di 57 medici specialisti

Questa relazione, uscita a maggio, era stata firmata da 57 fra medici, scienziati ed esperti di politica pubblica molto rispettati in tutto il mondo. Era stata resa di pubblico dominio ed inviata con urgenza ai leader mondiali e a tutti coloro che sono associati alla produzione e alla distribuzione dei vari vaccini Covid-19 in circolazione oggi. Il rapporto richiedeva un arresto immediato delle vaccinazioni COVID. Il dottor McCullough era tra i firmatari.

“Nonostante gli inviti alla prudenza, i rischi della vaccinazione contro il SARS-CoV-2 sono stati minimizzati o ignorati dalle organizzazioni sanitarie e dalle autorità governative,” avevano scritto gli esperti.

Sulla questione della coagulazione ematica nelle persone vaccinate il rapporto specificava:

“Alcune reazioni avverse, tra cui disturbi della coagulazione ematica, sono già state segnalate in persone vaccinate sane e giovani. Questi casi hanno portato alla sospensione o alla cancellazione dell’uso dei vaccini adenovirali vettorizzati [AstraZeneca] e [J&J] in alcuni Paesi. Ora è stato ipotizzato che la vaccinazione con [vaccino AstraZeneca] possa provocare una trombocitopenia immunitaria (VITT) mediata da anticorpi attivanti le piastrine contro il fattore 4, che clinicamente mima la trombocitopenia autoimmune indotta dall’eparina.“

Joel S. Hirshhorn

Fonte: principia-scientific.com
Link: https://principia-scientific.com/covid-vaccines-bloody-travesty-from-shots-to-clots/
17.09.2021
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org

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