USA: IL PIANO PER TRUCCARE LE ELEZIONI DEL 2008

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blankDI JOHANN HARI
The Independent

Nel lungo e caldo autunno del 2000 il mondo rimase scioccato dal disprezzo verso la democrazia mostrato dal partito repubblicano. Sapevano che il loro uomo aveva perso il voto popolare rispetto ad Al Gore per mezzo milione di voti. Sapevano che la maggioranza degli elettori nella stessa Florida aveva espresso preferenza per Gore. Ma combatterono-nel mezzo della pioggia di coriandoli provenienti dalle schede perforate-per fermare il conteggio dei voti nello stato e assicurare che la corte suprema imponesse George W Bush.

Oggi tale disprezzo per la democrazia è di nuovo visibile. Proprio ora in California vi è una aperta, dichiarata manovra per manomettere le elezioni presidenziali del 2008-e tale manovra potrebbe avere successo.

Per capire come tutto ciò funzioni dobbiamo ritornare al diciottesimo secolo e capire qualcosa di più sullo strano residuo di quel secolo che stanno cercando di usare per affossare la democrazia. Allora i padri fondatori dell’America decisero di non introdurre un sistema in cui i presidenti Usa sarebbero stati direttamente eletti con i voti sommati a Washington, DC, essendo il vincitore l’uomo che avesse ricevuto più voti. Invece scelsero un complesso sistema chiamato collegio elettorale. Esso stabilisce che i cittadini americani non votano direttamente per un presidente. Invece, tecnicamente, votano per 539 grandi elettori statali che poi si riuniscono sei settimane dopo l’elezione per scegliere il presidente.

I fondatori disegnarono il sistema in questo modo per un certo numero di ragioni. Volevano che gli Stati più piccoli avessero voce in capitolo così diedero ad essi un numero sproporzionato di voti per il collegio elettorale. Credevano anche che, in un paese che era largamente isolato e illetterato, gli elettori non avrebbero saputo molto sui candidati che non fossero del loro stato e sarebbe stato quindi meglio scegliere degli intermediari che dessero un giudizio al loro posto.

Questa è la parte peggiore della Costituzione, che ha prodotto, più e più volte, dei risultati perversi, in quattro occasioni vi è stato un così largo divario tra il voto popolare e i voti di ogni Stato al collegio elettorale che la persona in tutta la nazione che aveva il numero minore di sostenitori è diventata presidente. Ciò è successo nel 1824, nel 1876, 1888 e — circostanza più tragica di tutte per il mondo– nel 2000.

Adesso i repubblicani stanno cercando di sfruttare il malcontento degli americani verso questo collegio elettorale in un modo che potrebbe manomettere il sistema in loro favore. Al momento ogni Stato tranne il Maine e il Nebraska assegna i propri voti al collegio elettorale secondo un sistema per il quale il vincitore prende tutto. Ciò vuol dire che se il 51% delle persone in California vota per i democratici, i democratici ottengono il 100% di voti elettorali della California; se il 51% delle persone in Texas vota repubblicano, i repubblicani ottengono il 100% dei voti elettorali del Texas.

I repubblicani vogliono cambiare ciò-ma solo in uno degli Stati favorevoli ai democratici. La California è andata ai democratici in ogni elezione presidenziale dal 1988, vincere lo stato del sole è essenziale per i democratici per riottenere la Casa Bianca. Perciò i repubblicani hanno ora iniziato un piano per spezzare i voti del collegio elettorale della California-e guadagnarne una buona parte per loro.

Hanno lanciato una campagna chiamata “California Counts” [“La California conta”], e stanno cercando di assicurarsi un referendum statale in giugno per compiere il loro piano. Vogliono che i voti per il collegio elettorale della California siano divisi non su base statale, ma secondo i più piccoli distretti elettorali [congressional districts]. Il risultato pratico? 20 voti del collegio elettorale andrebbero ai repubblicani anziché andare tutti e 54 al candidato democratico.

Se ciò avvenisse fatto in ogni Stato, ovunque, sarebbe un miglioramento. I dimenticati repubblicani della California sarebbero rappresentati nel collegio elettorale, così come i dimenticati democratici del Texas. Ma facendo ciò nella sola California stanno semplicemente facendo un enorme regalo elettorale ai repubblicani. Improvvisamente diventerebbe estremamente difficile per qualunque democratico conquistare la Casa Bianca; i democratici avrebbero bisogno di una vittoria schiacciante in qualunque altro posto per controbilanciare questo squilibrio strutturale creato contro di loro nella West Coast.

Potete rendervi conto di questi secondi fini guardando a chi c’è dietro la campagna. È stata messa in piedi da Charles “Chep” Hurth III – un finanziatore repubblicano di Rudy Giuliani. È stata redatta da Tom Hiltachk-un avvocato repubblicano. La raccolta di firme è stata coordinata da Kevin Eckery -un consulente repubblicano. I suoi fondi sono stati forniti da Paul Singer-un miliardario repubblicano ed uno dei maggiori finanziatori di Rudy Giuliani. Il suo maggior finanziatore è Anne Dunsmore-che è arrivata in tale posizione direttamente da quella di vice manager nazionale della campagna elettorale di Giuliani. Ancora non riuscite a vedere un disegno?

Di fatto questa faziosità è così spudorata che lo stesso partito repubblicano dello Stato ha raccolto $ 80.000 per la campagna. Naturalmente la campagna non viene propagandata come un tentativo repubblicano di manomettere le elezioni. Insistono: “questa iniziativa non serve per aiutare un partito o un candidato. Assicura semplicemente che ogni voto in questo stato conti nel collegio elettorale”. Ma il meglio che riescono a fare per dimostrare questo “equilibrio” è far notare che uno degli uomini che ha dato loro $ 20.000, Edward Allred, una volta ha anche dato $ 2300 per la campagna elettorale del candidato democratico Bill Richardson. Wow.

C’è il rischio concreto che abbiano successo. Sono prossimi a raggiungere il numero di firme necessario per assicurarsi un referendum a giugno. (Il Los Angeles Downtown News afferma di avere visto raccoglitori di firme che offrivano cibo ai senza tetto in cambio di una firma). Il numero di partecipanti al referendum sarà probabilmente molto basso, perché le primarie dello Stato che vengono solitamente tenute in quella data sono state anticipate a febbraio. Così i repubblicani hanno bisogno di attivare solamente una piccola parte della loro base per farlo passare-e hanno il denaro necessario a fare ciò. California dreamin’, on such a winter’s day.

Nel rispondere a ciò i democratici non dovrebbero farsi intrappolare nella posizione conservatrice di difendere l’indifendibile collegio elettorale. C’è un modo alternativo per riformarlo-un modo che sarebbe onesto verso tutti i partiti. Si pensava che fosse impossibile seppellire questo sistema, perché avrebbe richiesto un emendamento costituzionale, per il quale serve l’approvazione dei due terzi in entrambe le camere e dei tre quarti delle assemblee degli Stati.

Ma gli studiosi della costituzione hanno scoperto che c’è un’altra via. La costituzione chiede che ogni Stato “nomini” i suoi elettori presidenziali “nel modo deciso dall’assemblea legislativa”. Ciò lascia un barlume di speranza. La Campagna per un Voto Popolare Nazionale cerca sostegno affinché ogni Stato impegni i suoi delegati nel collegio elettorale a votare tutti per il candidato che vince il voto popolare. Ciò renderebbe il collegio elettorale un tecnicismo da dimenticare. È molto indicativo che quando il senato dello Stato della California votò l’anno scorso per introdurre questo sistema autenticamente democratico, il governatore repubblicano Arnold Schwarzenegger, con l’appoggio del suo partito, mise il veto.

Mostra che la retorica repubblicana sul desiderio di “correttezza” ed “equa rappresentanza” in California è una zuccherosa bugia. Loro vogliono un sistema che li faccia rimanere al potere, anche sovvertendo la volontà della gente. Rischia di diventare la Florida parte seconda: proprio quando pensavate che fosse sicuro ritornare nelle cabine elettorali… Allacciate le cinture di sicurezza-sarà un’elezione molto accidentata.

[email protected]

Titolo originale: ” The Plot to Rig the 2008 US Election”

Fonte: http://www.globalresearch.ca/
Link
29.11.2007

Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org da ALCENERO

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