DI JEAN-CLAUDE PAYE
Réseau Voltaire
L’11 settembre non sarà stato che un pretesto per sospendere, prima temporaneamente poi definitivamente, numerose libertà pubbliche e individuali negli Stati Uniti. Il sociologo Jean-Claude Paye analizza il rinnovo del “Patriot Act”, le disposizioni mantenute e quelle che sono state emendate. Egli mostra che le procedure di deroga adottate nel panico degli attentati di New York e di Washington sono diventate permanenti senza sollevare ampie contestazioni. Questa evoluzione non finirà con il mandato di George W. Bush e d’altronde non è fondamentalmente rimessa in discussione dai candidati alla sua successione.
Il rinnovo del Patriot Act ha permesso di prolungare nel tempo misure che, all’epoca della loro prima adozione nel 2001, furono giustificate da una situazione di emergenza. Le disposizioni eccezionali prese dal governo statunitense, dopo gli attentati dell’11 settembre 2001, si fondano sul voto del Congresso che stabilisce: “il Presidente è autorizzato a utilizzare tutte le forze necessarie e appropriate contro nazioni, organizzazioni o persone che hanno pianificato, autorizzato, commesso o favorito gli attacchi terroristici avvenuti l’11 settembre 2001 …” [1]E’ in questo modo che il Patriot Act autorizza l’incarcerazione a tempo indeterminato, senza processo né capi d’accusa, di stranieri sospetti di terrorismo, installando un generale sistema di sorveglianza della popolazione. Alcune di queste misure di controllo sono permanenti, altre furono votate per un periodo di quattro anni. Queste ultime, contenute in 16 articoli, venivano a scadere alla fine del 2005 [2]. Per poter essere prolungate, dovevano essere sottoposte a una votazione delle due Camere che ne autorizzasse la reiterazione.
Il “Patriot Act Reauthorization Act”
Se il Patriot Act fu votato molto rapidamente, questo non fu il caso del suo rinnovo. Il presidente George Bush non poté firmare il “Patriot Act Improvement and Reauthorization Act” [3] che il 9 marzo 2006. E’ a livello del Senato che si organizzò la resistenza, con senatori che misero in atto anche procedure di ostruzionismo consistenti nel prendere la parola e non lasciarla per impedire le operazioni di voto. Peraltro, anche se questa lunga procedura ha permesso, per la prima volta, una discussione parlamentare sul contenuto e la posta in gioco della legge, alla fine il progetto governativo finirà per essere adottato. Le disposizioni contenute nel Patriot Act hanno l’effetto di aumentare considerevolmente i poteri dell’esecutivo e principalmente quelli dell’FBI. Le poche modifiche inserite nel corso delle procedure per il rinnovo della legge sono lontane dal ristabilire l’equilibrio in favore del potere giudiziario. Gli oppositori al Patriot Act volevano inserire misure di controllo che garantissero le libertà individuali, mentre il governo voleva approfittare del voto per aumentare le prerogative dell’FBI. Le discussioni si sono protratte per una dozzina di mesi, ma il governo è riuscito ad evitare che le disposizioni permanenti fossero reiterate accompagnate da controlli vincolanti da parte del potere giudiziario, e ha fatto trasformare 14 delle misure temporanee, adottate nel 2001 come misure d’emergenza, in disposizioni permanenti.
Viene prolungato l’articolo 213, una procedura permanente che stabilisce tecniche d’inchiesta molto invasive, denominate “sneak and peek”. Esso autorizza l’FBI a penetrare in un domicilio o un ufficio in assenza dell’occupante. Durante questa inchiesta segreta, gli agenti federali sono autorizzati a scattare fotografie, a esaminare il disco rigido di un computer e a inserirvi un dispositivo digitale di spionaggio, chiamato “lanterna magica”. Una volta installato, questo sistema registra qualunque attività informatica senza che ciò appaia. Tale possibilità esisteva già nell’ambito delle procedure d’inchiesta classiche, ma sottomessa all’autorizzazione di un tribunale e con l’obbligo di notificare immediatamente la procedura alla persona interessata. Con il Patriot Act, la notifica veniva rinviata a tre mesi o più se un tribunale ne concedeva l’autorizzazione. Inoltre, il governo aveva la possibilità di rinviarla indefinitamente per ragioni di “sicurezza nazionale”. L’accordo, raggiunto al momento del rinnovo [del Patriot Act], è stato di fissare imperativamente questo termine a 30 giorni [4].
Un’altra procedura permanente che è stata prorogata è quella della clausola 505 che ampia le possibilità, per l’FBI ed altre amministrazioni, di ottenere “lettere di sicurezza nazionale”, una forma di citazione amministrativa che dà accesso a dati personali, medici, finanziari, ai dati delle agenzie di viaggio, di noleggio autovetture e dei casinò, così come agli schedari delle biblioteche [5]. Prima del Patriot Act, le lettere di sicurezza nazionale erano limitate al caso di persone “legate a una potenza straniera”. La clausola 505 estende la possibilità per l’FBI di ottenere tale autorizzazione al di fuori di questo quadro. Il campo di utilizzo di tale procedura è così ampiamente allargato ad ogni attività criminale. Dai dibattiti parlamentari, è emerso che il governo, dopo gli attentati dell’11 settembre, utilizza 30.000 lettere di sicurezza nazionale all’anno [6].
Uno stato di emergenza permanente
Le misure contenute negli articoli 212 e 214 erano temporanee e sono divenute permanenti. L’articolo 212 autorizza le compagnie telefoniche e i fornitori di accessi a internet a divulgare al governo i contenuti e le registrazioni delle comunicazioni, se le compagnie stimano che esse presentino un pericolo di morte o che costituiscano una “ingiuria grave”. Non vi è controllo giudiziario, come un esame da parte del tribunale dei risultati della trasmissione d’informazioni da parte dell’operatore. Non vi è neppure la notifica di tale trasmissione di dati alla persona interessata. Queste informazioni potranno essere utilizzate nell’ambito di inchieste giudiziarie e non solo in materia di terrorismo.
La sezione 214 facilita l’ottenimento da parte dell’FBI, nel quadro del Foreign Intelligence and Security Act [FISA] del 1978, dei dati relativi alle connessioni elettroniche in entrata e in uscita. Questa acquisizione non necessita di mandato giudiziario. Prima del Patriot Act, il governo aveva l’onere di provare che la persona sotto sorveglianza era un agente di una potenza straniera. Adesso, esso deve semplicemente comunicare che l’informazione acquisita era in “relazione” con un’inchiesta relativa al terrorismo. Il carattere vago di questa denominazione permette di giustificare qualunque indagine.
Anche l’articolo 209 è divenuto permanente. Esso ampia la capacità di acquisire legalmente messaggi vocali. Prima del Patriot Act, catturare tali messaggi attraverso un ricevitore installato in un domicilio privato necessitava di un mandato giudiziario. I messaggi vocali inviati da un fornitore di servizi necessitavano di un’ordinanza del tribunale. Tali autorizzazioni offrono maggiori protezioni rispetto a un semplice mandato accordato sulla base di una notifica di “ragionevole presunzione che permette di pensare che stia per essere commesso un crimine”.
La sezione 209 corregge la legge allo scopo di trattare i messaggi vocali come semplici messaggi elettronici. Così, la possibilità di acquisizione è stata considerevolmente ampliata. Ogni procuratore ha la possibilità, in ogni momento, di accordare tale autorizzazione. Se l’acquisizione è relativa a messaggi inviati, e non registrati da un ricevitore installato in un domicilio, essa può essere effettuata senza notifica alla persona interessata.
L’articolo 218, divenuto anch’esso permanente, autorizza indagini segrete, senza notifica, in un domicilio o un ufficio, se vi è una “ragionevole presunzione” che il domicilio o l’ufficio contengano informazioni relative all’attività di un agente di una potenza straniera, senza che vi sia la prova o l’indizio di un crimine. Gli agenti ottengono un mandato da una corte segreta istituita dalla FISA [7]. Prima del Patriot Act, gli agenti federali dovevano certificare che l’obiettivo principale dell’indagine verteva sull’ottenimento di informazioni relative all’estero. L’articolo 218 abbassa questo standard poiché adesso gli agenti devono solamente dichiarare che l’acquisizione d’informazioni relative all’estero è un “obiettivo significativo” dell’indagine [8].
L’articolo 207 porta da 30 giorni a 6 mesi, con possibilità di rinnovo fino a un anno, il tempo durante il quale possono essere utilizzate intercettazioni in materia di indagini relative all’estero, prima che sia necessario richiederne l’autorizzazione a un tribunale. Questa disposizione è divenuta permanente così come quella contenuta nell’articolo 216, che permette, a un giudice federale o a un magistrato di altra giurisdizione, di rilasciare un mandato di autorizzazione a registrare i dati, in entrata e in uscita, di una connessione elettronica, mandato che non precisa il numero IP interessato e che è valido per tutto il territorio degli Stati Uniti.
Si tratta di un vero e proprio assegno in bianco dato agli agenti federali. Per ottenere l’autorizzazione, l’agente deve semplicemente certificare che l’informazione ricercata è “pertinente nelle indagini su un crimine in atto”. Il giudice, al ricevimento di questa dichiarazione, è obbligato a rilasciare l’autorizzazione anche se in disaccordo con la procedura impiegata.
Identità tra attività di intelligence e indagine penale
La procedura di rinnovo del Patriot Act ha anche permesso di prolungare per quattro anni la sezione 6001 dell’Intelligence Reform and Terrorism Prevention Act del 2004, che autorizza la sorveglianza di singoli individui sospettati di essere terroristi [9]. Questi individui sono chiamati “lupi solitari”. Farebbero parte del terrorismo internazionale ma agiscono da soli. Questo articolo ridefinisce la nozione di “agente di una potenza straniera” includendovi le persone coinvolte nel “terrorismo internazionale” o in “attività terroristiche in preparazione”. Così, per essere considerati agenti di una potenza straniera non è più necessario avere legami con tale potenza. Questa disposizione si applica a persone non in possesso della cittadinanza statunitense.
Vengono poi prolungate per ulteriori quattro anni le misure contenute negli articoli 215 e 206 del Patriot Act. L’articolo 215 permette all’FBI, attraverso l’autorizzazione segreta di un tribunale, di accedere ai dati medici, ai conti bancari, ai dati relativi ai prestiti bibliotecari e a “qualunque elemento tangibile”, senza che per gli inquirenti sia necessario mostrare che l’indagine verte su fatti connessi al terrorismo o a una potenza straniera. Se l’FBI deve precisare che l’autorizzazione è richiesta per un’indagine in materia di intelligence esterna o di terrorismo, non è però obbligato a stabilire che esista con “ragionevole presunzione” un rapporto tra i dati richiesti e una potenza straniera. Le persone coinvolte non possono parlare con nessuno di tale azione. Le modifiche introdotte permettono loro di farlo solo a distanza di un anno. E’ stata anche introdotta una formale procedura di ricorso che non esisteva in precedenza. Tuttavia, il governo ha la possibilità di impedire tale ricorso per motivi di “sicurezza nazionale” [10].
Quanto all’articolo 206, autorizza l’uso di intercettazioni “nomadi”. Gli agenti dell’FBI non hanno bisogno di identificare il sospetto per ottenere l’autorizzazione ad installare i loro dispositivi di sorveglianza delle comunicazioni. Viene installato un sistema di ricezione “sotto copertura” all’insieme dei telefoni presenti nelle vicinanze della persona oggetto di indagine o di chi è in relazione con essa, senza che sia necessario mostrare che l’individuo sorvegliato utilizzi questi apparecchi. Ciò spiega perché tale dispositivo è chiamato intercettazione “John Doe”. Non dovendo nominare la persona oggetto di sorveglianza, il governo può legalmente sorvegliare il telefono di chiunque senza dover mostrare che questi sia in relazione, in un modo o nell’altro, con una potenza straniera, con il terrorismo e nemmeno in rapporto a una qualunque attività criminale.
Prima del Patriot Act, le intercettazioni “nomadi” erano utilizzate unicamente nell’ambito di investigazioni penali, comprese quelle relative al terrorismo, ma non erano permesse in materia di attività d’informazione. L’indagine penale comprende una serie di misure di salvaguardia in materia di protezione della vita privata. Tali intercettazioni devono specificare l’identità della persona sorvegliata o il telefono che viene messo sotto controllo. Per passare da un apparecchio all’altro il governo deve assicurarsi che l’obiettivo identificato dal mandato utilizzi realmente tale apparecchio. Con il Patriot Act, le intercettazioni nomadi, che passano da un apparecchio all’altro, sono autorizzate in materia di attività d’informazione, come inchieste in regime FISA, senza includere queste misure di protezione.
Il Patriot Act, specialmente attraverso gli articoli 206 e 215, generalizza all’insieme delle attività criminali alcune disposizioni stabilite in materia di spionaggio dal Foreign Intelligence Surveillance Act del 1978. Questa ultima legge dà all’amministrazione poteri eccezionali sottraendo i suoi atti ad un vero controllo giudiziario, salvo l’autorizzazione, preventiva e priva di seguito, di tribunali eccezionali, spesso segreti.
Il Patriot Act attenua la differenza tra inchiesta penale e attività d’intelligence, permettendo all’FBI di condurre indagini sotto il Titolo III (materia penale) e di ottenere le necessarie autorizzazioni con le procedure e le ridotte garanzie della FISA. Ha inoltre stabilito autorizzazioni permanenti per lo scambio di informazioni tra agenzie di spionaggio e servizi di polizia, permettendo di superare le barriere amministrative che impedivano queste connessioni. L’articolo 905 autorizza il ministro della Giustizia (Attorney General) a convocare il direttore della National Intelligence al fine di fornire in un procedimento giudiziario le prove ottenute da attività di intelligence, quali le indagini sotto copertura. L’articolo 504 autorizza il trasferimento di informazioni FISA alle sezioni penali [11]. Il Dipartimento della Giustizia ha ammesso di aver inviato circa 4.500 dossier FISA verso le sezioni penali. Il numero di procedimenti aperti è sconosciuto [12].
Il rinnovo del Patriot Act permette di prolungare nel tempo misure che, all’epoca della loro prima adozione nel 2001, furono giustificate da una situazione di emergenza. Diventando permanenti, queste misure di sorveglianza intrusive formano la base di un nuovo ordine politico che dà al potere esecutivo alcune prerogative del potere giudiziario. Tuttavia, contrariamente alla prima versione, votata dalla Camera nel Giugno 2005, la forma giuridica adottata rimane quella dello stato di emergenza permanente e non quella della dittatura. La resistenza del Senato ha permesso di conservare e di inserire qualche formale possibilità di controllo e di ricorso giudiziario, senza però intaccare realmente le prerogative dell’FBI e del governo.
Jean-Claude Paye è sociologo. Ultime opere pubblicate :
“La Fin de l’État de droit“, La Dispute 2004 ; “Global War on Liberty“, Telos Press 2007
NOTE
[1] Authorization for Use of Military force, Pub. L. 107-40, &&1-2, 115 Stat. 224.
[2] « USA Patriot Act Sunset », Electronic Privacy Information Center.
[3] H.R. 3199, versione finale.
[4] Sen.John E. Senunu, « Patriot Act deal balances liberty, security, Washington Memo, Febbraio, 12, 2006.
[5] « National Security Letters and your Privacy », ACLU.
[6] Idem.
[7] Il Foreign Intelligence and Security Act [FISA] del 1978 costituisce una Corte speciale incaricata di autorizzare operazioni di sorveglianza di “agenti di una potenza straniera”. Si tratta di una Corte segreta composta da 11 magistrati designati dal ministro della Giustizia. Fonte: Electronic Privacy Information Center.
[8] « Memo to interested Persons Outlining What Congress Should Do About the Patriot Act Sunsets », ACLU, March, 28, 2005.
[9] Intelligence Reform and Terrorism Prevention Act of 2004 ; « Lone Wolf » Amendement to the Foreign Intelligence Surveillance Act.
[10] « Conyers calls Patriot Act reauthorization ’dangerous’ », Febbraio, 28, 2006,
[11] Kate Martin, « Why Section 203 and 905 Should be Modified », American Bar Association’s Patriot Debates,
[12] Oversight answers, submitted by Jamie E. Brown, Acting Assistant Attorney General, Maggio 13, 2003, on file with the House Judiciary Committee.
Titolo originale: “USA : de l’état d’urgence à l’état d’exception permanent “
Fonte: http://www.voltairenet.org
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29.03.2008
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di MATTEO BOVIS