DI UMBERTO MAZZEI
Página 12
Le banche centrali si definiscono indipendenti
se obbediscono ai dettami della banca internazionale. Il caso dell’Ungheria
è rivelatore. Nel nuovo parlamento, hanno approvato modifiche alla
costituzione ungherese con una maggioranza qualificata. Il cambiamento
rilevante è la composizione della Banca Centrale dell’Ungheria, che
migliora la supervisione del governo sulla propria moneta, il fiorino.
È scoppiato il pandemonio nell’Unione
Europea. Il Primo Ministro, Victor Orban, è stato chiamato despota
nazionalista e antidemocratico, tra altri epiteti peggiori. Washington
ha parlato di “inquietudine” per la riforma. Parigi, del
“problema con l’Ungheria” per la “deriva nazionalista
e autoritaria” del governo. I media, del “grande debito
pubblico dell’Ungheria” (Le Figaro), che è dell’80
per cento del PIL, come in Germania. Il FMI, la Banca Mondiale e l’UE
hanno congelato i prestiti all’Ungheria. Il fiorino è crollato. Tutta la sera del 18 gennaio l’Ungheria
è stata sul banco degli imputati davanti al Parlamento Europeo. È
criticata perché menziona Dio nella sua costituzione, come se altri
paesi europei, come la Gran Bretagna (Dieu et mon droit, Dio
è il mio diritto, ndt) o extraeuropei come gli Stati Uniti (In God
we Trust, Crediamo in Dio, ndt) o musulmani (in nome di Allah) non
lo menzionassero. È per pura ipocrisia. Quello che dà fastidio è
che sia l’Ungheria a controllare la sua Banca Centrale.
In sintesi, si esige che il popolo
ungherese, pur non utilizzando l’euro, rinunci a esercitare controlli,
attraverso le autorità che ha eletto, sulla sua banca centrale. È
stata commovente l’unanimità dei parlamentari della sinistra europea
per difendere l’indipendenza delle banche centrali, per dare libertà
ai “tecnocrati” imposti dal settore finanziario privato. Nel suo
discorso, Daniel Cohn Bendit, è arrivato ad avvertire di possibili
derive autoritarie stile Chàvez.
Si è anche sentito l’antico
maoista, riciclatosi in liberista atlantista e attuale presidente dell’Unione
Europea, Manuel Barroso, spiegando cosa significa rispettare la democrazia,
punire con sanzioni finanziarie e altre ancora uno Stato membro dell’UE
per una Costituzione votata nel suo Parlamento.
La Commissione Europea ha dato all’Ungheria
un mese di tempo per emendare la sua Costituzione. I burocrati di Bruxelles
– che nessuno ha eletto – vogliono annullare le riforme approvate
da una maggioranza travolgente in un Parlamento eletto con un voto popolare.
Il partito Jobbik già prepara un referendum popolare per uscire dall’UE.
In America latina ci sono stati episodi
recenti che hanno a che fare con l’indipendenza delle banche centrali.
Due anni fa l’Argentina voleva usare le sue riserve per pagare il
debito, ma il presidente della Banca Centrale, Martin Redrado, preferì
pagare gli interessi alle banche creditrici. Alla fine, nonostante l’appoggio
internazionale, dovette rinunciare.
Questi fatti obbligano a ricordare
la storia delle banche centrali e della loro funzione. L’emissione
del denaro è una prerogativa dello Stato, che si fa secondo le necessità
del paese. Parallelamente c’è stata l’attività dei cambiavalute,
dai mercanti di shekel per il culto a Gerusalemme (moneta utilizzata
dagli ebrei per pagare i sacrifici pubblici, ndt) fino ai banchieri
italiani del Medioevo. Questi ultimi diedero alla banca privata la sua
prima forma: custodire il denaro altrui ed emettere certificati di un
valore riconosciuto, che circolavano a livello internazionale dietro
la riscossione di una commissione.
Nel 1694 i due ruoli si fusero con
la creazione della Banca d’Inghilterra. Fu una società privata, con
azionisti segreti, che utilizzò in grande scala la riserva frazionaria,
ossia emettere certificati di credito su un denaro che non si ha e incassare
interessi su questi prestiti. È il modello della Federal Reserve
degli Stati Uniti, un gruppo di banche private finanzia il governo statunitense
con denaro inventato in cambio di Buoni del Tesoro che pagano interessi.
Guadagnare denaro con l’emissione
non ha senso: si crea molto denaro per fare bolle e si vende; si ritira
denaro perché si abbassino i prezzi e si compra. È il meccanismo attuale
della finanza internazionale. I banchieri lucrano con il debito pubblico
e la speculazione, a spese della gente.
Il debito pubblico dell’Eurozona,
degli Stati Uniti e della Gran Bretagna (al 2011) vale già 32 trilioni,
la metà del Prodotto Mondiale (65 trilioni) e la causa è un aumento
repentino provocato dal salvataggio delle banche private, rovinate nelle
loro speculazioni, con denaro pubblico.
La causa non è la spesa sociale
o il welfare europeo, come sostengono alcuni interessati a demolirlo
per precarizzare ancora di più il lavoro e aumentare i profitti con
salari bassi. La frode finanziaria continua con l’inflazione di attivi
in bolle speculative per migliorare i bilanci. Il traffico con i famosi
derivati non diminuisce anzi aumenta: da 601 miliardi nel 2010 a 707
miliardi nel 2011, secondo la Banca dei Regolamenti Internazionali di
Basilea. È facile pronosticare che il 2012 vedrà crescere l’indignazione
insieme agli indegni.
* Umberto Mazzei
è Professore di Scienze Politiche dell’Università
di Firenze e direttore dell’Istituto di Relazioni Economiche Internazionali
a Ginevra.
Fonte: Hungría, en la mira
14.02.2012
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di LUDO