A CURA DEL COMITATO PER IL COORDINAMENTO DELLE ONG IN IRAQ (NCCI)
ATTENZIONE! L’articolo contiene alcune immagini molto forti, se ne sconsiglia la visione ai lettori impressionabili. N.d.r.
Nahoko Takato parla delle sue esperienze da attivista e del suo impegno come operatrice umanitaria in Iraq
Nahoko Takato, operatrice umanitaria giapponese, sviluppò velocemente un legame forte a Ramadi e Falluja, in Iraq, in seguito all’invasione americana del 2003. In un’intervista esclusiva con il NCCI, lei ci racconta la cronaca di come da allora svolge servizi d’emergenza medica nei centri di salute affrontando traumi, l’intimidazione e l’indifferenza internazionale. Takato rivolge l’attenzione anche verso l’aumento del numero di malati di cancro, di neonati affetti da malformazioni congenite e da altre malattie in molte zone lungo l’Iraq.
NCCI: Ci può raccontare che cosa l’ha portata a concentrarsi su Falluja e Ramadi, le due città maggiori nel governatorato occidentale di Anbar, Iraq, nel suo lavoro come operatrice umanitaria?
Nahoko: Il primo maggio 2003 visitai per la prima volta Baghdad, in Iraq. Due iracheni che venivano da Ramada e Falluja…vennero a Baghdad per bussare alle porte dei media alloggiati all’Hotel Palestine. Questi due iracheni volevano che i media venissero e testimoniassero quello che stava succedendo a Falluja. Solo tre giorni prima, c’era stata una manifestazione pacifica presso una scuola di Falluja dove i soldati americano avevano aperto il fuoco sui civili, uccidendone 17. Molti addetti stampa dissero loro cose della serie: “Ma state esagerando” e così via. Ma alcuni giornalisti (giapponesi) seguirono i due uomini a Falluja e io mi accodai a loro… Visitai l’Ospedale Generale di Falluja. Era molto affollato e trovai molte vittime. Alcuni di loro avevano ricevuto colpi d’arma da fuoco sulle gambe. Vidi molte persone che avevano subito amputazioni. Qualcuno fu colpito sull’addome… Sui media, sentivamo cose come: “In Iraq i combattimenti sono cessati…” Ma non era ancora finita. Mentre l’ex presidente Bush diceva “Missione compiuta”, il popolo iracheno diceva “La guerra vera è cominciata”. Mi resi conto di quanto fosse complessa la situazione, e riconobbi che dovevo fare qualcosa per loro a proposito dell’assistenza medica d’emergenza.
Visitai la farmacia dell’ospedale. Non c’era praticamente nulla… Di conseguenza contattai immediatamente alcune ong giapponesi. Loro acquistarono medicine e materiale ospedaliero di base come l’ovatta, le fasciature e gli antibiotici. Diversi giorni dopo, noleggiai un grosso autobus per portare le scatole che contenevano i medicinali e i materiali fino all’ospedale. Visitai Falluja e Ramadi molto spesso…
NCCI: Quando fu rapita nell’aprile del 2004 e successivamente rilasciata, i media giapponesi ed internazionali seguirono il suo caso con molta attenzione. Che conseguenze ha avuto questo incidente sulla sua capacità di continuare a lavorare nell’assistenza umanitaria in Iraq?
Nahoko: Fu terribile per me tornare in Giappone dopo il mio rilascio… Quando venni catturata, un politico annunciò in conferenza stampa che: “Nahoko Takato è legata alla resistenza di Falluja. Si è sequestrata da sola…”. Scrissi un libro in cui cercavo di spiegare cosa succedeva a Ramadi e a Falluja all’epoca. Ma ai media non interessava. Loro erano interessati soltanto al sequestro…
Ogni volta che cercavo di parlare della situazione in Iraq dopo il mio ritorno in Giappone, ero spaventata. Qualcuno mi urlò, “Sei una terrorista! Tornatene in Iraq!” La mia famiglia mi offrì protezione, ma mia madre si raccomandò fortemente con me, “Dopo che avrai finito di scrivere il tuo libro, tornatene in Giordania e ricomincia. Aiuta il popolo iracheno. Non ti fermare”. Quindi lo portai a termine e successivamente andai in Giordania, dove incontrai i miei amici di Ramadi e Falluja. Ricominciammo.
[Un progetto di distribuzione alimentare organizzato da Nahoko Takato e dai suoi colleghi iracheni. ]
NCCI: Dopo l’intensificarsi dei combattimenti fra le milizie irachene e le forze della coalizione multinazionale in Iraq (MNF-I), alcuni medici affermarono di testimoniare un aumento nei casi di malformazioni alla nascita, di cancro, e di altre malattie croniche e rare. Esistono cartelle cliniche dettagliate negli ospedali di Ramadi e Falluja in grado di illustrare queste tendenze?
Nahoko: E’ questo il problema. No, in realtà non ci sono. Sono in contatto con la Dottoressa Samira, la quale appare spesso nei media, parlando di problemi come questo. Lei deve fronteggiare quotidianamente malformazioni alla nascita, deformità e il cancro nell’ospedale dove lavora a Falluja. Ma lei non possiede alcun referto d’archivio… In Iraq, sono i pazienti quelli che archiviano la documentazione. Spesso è assai difficile raccogliere informazioni accurate e a sufficienza dai pazienti…le strutture pare non abbiano la possibilità di produrre e tenere questo tipo di documenti. Questo è uno dei motivi per cui rispetto il lavoro di Chris Busby (1), e di tutto il gruppo che pubblicò uno dei più recenti studi sull’andamento di queste malattie ad Anbar. La squadra ha fatto visita a circa 700 famiglie. Dovevano andare alle abitazioni dei pazienti per reperire queste informazioni proprio perché non si trovano negli ospedali.
NCCI: Il Ministero della Sanità dell’Iraq definisce Anbar come un’area ad “alto rischio” per motivi sanitari. L’accesso e l’utilizzo delle strutture sanitarie ad Anbar si collocano tra le peggiori dei 18 governatorati dell’Iraq. Ci può descrivere le condizioni delle strutture sanitarie che visitò a Ramadi e a Falluja?
Nahoko: Tra Ramadi e Falluja, ci sono situazioni diverse… L’Ospedale Infantile di Ramadi è grande, è dotato di circa 270 letti. Nel 2003, l’ospedale era molto affollato con molti dottori ed infermiere. Tuttavia, l’anno scorso, c’erano meno dottori e meno infermiere. Notai che una buona parte dell’attrezzatura era sparita… Il direttore mi spiegò che nel 2006, la città di Ramadi era stato occupata dall’esercito americano. L’ospedale di Ramadi e l’Università di Ramadi divennero basi americane. I soldati americani gettarono tutta l’attrezzatura -misuratori della pressione sanguigna, scrivanie, attrezzature mediche, frigoriferi…via. Potete trovare i resti ridotti a spazzatura intorno all’ospedale…potete trovare sedie a rotelle, letti ed attrezzatura medica. E’ tutto completamente danneggiato.
[L’Università di Anbar presso Ramadi fu gravemente danneggiata in seguito all’occupazione militare da parte delle forze americane durata diversi mesi nel 2006.]
Cambiarono completamente gli edifici… Trasformarono le aule in camerate. Da ospedale passò ad essere una postazione internet per i soldati. Perfino le scuole furono occupate. Quando i soldati Sahwa presero il controllo nel 2007, gli americani lasciarono le strutture occupate, ma già allora i danni erano ingenti. La situazione migliorò -radicalmente- dopo l’inizio del movimento Sahwa. Quella volta molti dottori tornarono.
NCCI: Ma quando visitò l’ospedale di Ramadi l’anno scorso, nel 2009, lei vide meno dottori rispetto a quanti ne aveva visti nel 2003?
Nahoko: Molti di meno, sì. Molti di loro sono stati uccisi, detenuti o si sono rifugiati.
NCCI: Come sono le condizioni dell’ospedale generale di Falluja paragonate all’ospedale di Ramadi?
Nahoko: Fallujah ha un nuovo ospedale generale. Non l’ho ancora visitato, però l’ho visto in un video della Dottoressa Samira e sembra sia ben equipaggiato… Quando la gente di Ramadi visitava il vecchio ospedale generale di Falluja restava molto sconvolta. Perfino il vecchio ospedale generale di Falluja sembra migliore dell’ospedale infantile e il reparto maternità di Ramadi. Ci sono ottime incubatrici, livelli elevati di igiene e perfino lenzuola e federe per i letti. Più di dieci dottori provenienti dal nuovo ospedale generale di Falluja sono venuti in Giappone per ricevere formazione medica. Ma l’ospedale di Ramadi fa veramente pena…
[Nell’ospedale infantile e reparto maternità di Ramadi, le forniture basiche come i camici non sono igienici (sinistra) e le strutture sono poveramente equipaggiate (destra).]
NCCI: La gente di Ramadi può usufruire del nuovo Ospedale Generale di Falluja?
Nahoko: Non è facile. Un cittadino di Ramadi può entrare a Falluja a piedi, ma non può entrare in città con l’automobile perché c’è bisogno di una autorizzazione particolare che è molto difficile da ottenere. Se c’è gente di Ramadi che ce l’ha fatta ad entrare a Falluja, sicuramente sarebbe per loro una festa “Siamo andati a Falluja! Siamo andati a Falluja!”
NCCI: Come descriverebbe/giudicherebbe la presenza del settore degli aiuti umanitari e il modo in cui fanno fronte alle emergenze nel distretto sanitario di Anbar?
Nahoko: Falluja è famosa, ed è relativamente semplice trovare aiuti e fondi per realizzare progetti in questa città. Se paragoni Falluja alla situazione a Ramadi… Poche persone riconobbero la situazione molto critica a Ramadi, soprattutto nel 2006. Qualche volta me lo spiego così: “I media hanno riportato che i massacri a Falluja nel 2004 furono “massacri nascosti”. Ma a Ramadi si tratta di un massacro completamente sconosciuto. Nessuno ne sa nulla e nessuno si rende conto.”
Visitai il cimitero di Ramadi costruito nel 2006… in un parco intero dedicato alle vittime dei massacri. A Falluja, il cimitero principale per le vittime dei massacri del 2004 si trovava in uno stadio di calcio. Nel cimitero di Ramadi, c’erano tante, tantissime tombe di bambini. Non avevano un nome. C’era scritto soltanto “bebé”.
[Su questa lapide si legge semplicemente “bebé”, si trova presso un cimitero dedicato alle vittime dei massacri del 2006 a Ramadi. Foto di Takashi Morizumi.]
Ma perfino a Falluja, dove la situazione è assai migliore proprio perché c’è più interesse e preoccupazione su scala internazionale, hanno ancora bisogno d’aiuto. Hanno bisogno di inchieste. Hanno bisogno di formazione medica.
NCCI: Queste tendenze sanitarie preoccupanti sono limitate esclusivamente a Falluja e Ramadi oppure si tratta di un problema più diffuso?
Nahoko: Conosco un giornalista giapponese che… ha visitato l’ospedale di Mosul e vi ha trovato molti casi di malformazioni e di mortalità infantile, molto più elevate rispetto alla media. Qualche volta sento un dottore che lavora a Kirkuk. Mi chiede sempre, “Cosa posso fare? Abbiamo così tanti bambini afflitti da difetti congeniti del cuore. Sono sicuro che la percentuale sta aumentando, ma non so perché”.
[Sin dall’invasione del 2003, la percentuale di persone colpite da cancro, leucemia, mortalità infantile e mutazioni genitali in molte città, comprese Falluja e Ramadi, era salita in modo preoccupante. Questi bambini, nati nell’ Ospedale Infantile (sinistra) e Maternità di Ramadi e nel nuovo Ospedale Generale di Falluja (destra), sono alcuni tra i tanti neonati colpiti da gravi malformazioni congenite e da mutazioni.]
NCCI: Sin dall’invasione del 2003, i rapporti sui diritti umani suggeriscono che gli Stati Uniti ed altre forze della coalizione abbiano usato il fosforo bianco (WP white phosphorus), l’uranio impoverito (DU in inglese depleted uranium) ed altre armi ad alto potenziale sulle città di Ramadi e Falluja in particolare. L’uso di queste armi in aree densamente popolate da civili è proibito dagli accordi internazionali. Lei ha visto qualche prova a supporto del presunto utilizzo indiscriminato da parte delle truppe americane di queste armi letali sui civili iracheni?
Nahoko: …Quando visitai l’Iraq per la prima volta, notai che i giornalisti giapponesi portavano con sé dei contatori Geiger per controllare e misurare tracce d’uranio (2). Negli edifici del governo, come il Ministero dell’Informazione, bombardato a Baghdad, c’era un alto livello di radioattività. A Samawah (3), punto base delle truppe giapponesi che visitai due volte, trovammo tracce elevate di radioattività. L’anno scorso, visitai la casa di un giornalista a Ramadi – Ali Al – Mashhdani – inviato per la Reuters. Fu arrestato dall’esercito americano per otto volte e la sua casa fu attaccata da un velivolo Apache due volte. In questa casa misurammo livelli insolitamente elevati di radioattività.
[Un contatore Geiger mostra livelli di radioattività da 2 a 3 volte superiori alla norma in un palazzo abbandonato a Baghdad (sinistra). Il giornalista Ali Al-Mashhdani si trova a casa sua, fortemente colpita da un Apache. Il posto ora emette livelli pericolosi di radiazioni.
Foto di Takashi Morizumi (sinistra) e Rei Shiva (destra). ]
NCCI: Ha misurato tracce elevate di radioattività a Ramadi e Falluja nelle sue visite?
Nahoko: Le misure sono… più alte della media, ma non come a Hiroshima e Nagasaki. Non sono sicura sulle cause di questi problemi alla salute, ma so cosa pensano gli iracheni… Credono che l’esercito americano abbia usato armi illegali e vietate sulle loro città. E ci sono prove certe che durante la guerra del Golfo del ‘91 gli americani hanno usato munizioni all’uranio impoverito in Iraq…
La maggioranza degli iracheni non hanno i mezzi per controllare i livelli di radioattività, quindi è impossibile sapere con certezza cosa sia sicuro. Tuttavia, quando le forze di Forze di Auto-Difesa Giapponesi (JSDF) -parte della coalizione sotto guida americana – erano ancora presenti in Iraq, indossavano degli apparecchi sulle loro divise in grado di misurare e monitorare costantemente l’esposizione a tracce d’uranio, soprattutto a Samawah.
NCCI: Pensa che queste restrizioni all’ingresso abbiano impedito alla comunità internazionale di avviare un’inchiesta super partes sul fenomeno della sanità emerso in seguito all’invasione americana del 2003?
Nahoko: Non posso affermarlo apertamente, ma mi pare sia così e si sente così. Voglio dire, perché Falluja si trova sotto un assedio così pesante? Perché si trova sotto stretta sorveglianza perfino oggi? Quando visitai Falluja l’anno scorso, mi è stato molto difficile trovare un’autorizzazione per farvi ingresso. E’ circondata da posti di blocco… Fondamentalmente, soltanto quelli che hanno le carte d’identità fornite dall’esercito americano posso entrare. E tra le macchine, solo quelle che hanno un numero fornito sempre dall’esercito americano possono entrare. Un cittadino di Ramadi può entrare a Falluja a piedi, ma non può entrare a Falluja all’interno della sua auto perché ha bisogno di un’autorizzazione speciale molto difficile da ottenere…Forse l’esercito americano ha paura che uno straniero raccolga prove dell’inquinamento, delle tracce d’uranio, e così via. Ma l’uranio rimane quasi per sempre. La sua vita media è di circa 4,5 miliardi di anni.
Il momento in cui le bombe atomiche furono sganciate (su Hiroshima e Nagasaki) morirono 100.000 persone… Nei mesi successivi, molte persone sono venute a Hiroshima a cercare i sopravvissuti… Ma le radiazioni erano rimaste, invisibili. Queste persone ne furono esposte. Quindi 65 anni dopo, ci sono ancora vittime colpite da leucemia e altri tipi di cancro. E’ simile all’Iraq, mentre la gente continua a tornare mesi e anni dopo. Le tracce d’uranio sono ancora presenti nel suolo, nell’acqua e nell’aria.
Sin dal 1994, tre anni dopo la Guerra del Golfo (1990-91), medici iracheni e giapponesi incominciarono a raccogliere dati sulle vittime a Bassora colpite da sintomi e malattie simili a quelle di Ramadi e Falluja oggi. Ora ci sono maggiori prove che suggeriscono che in combattimento le truppe americane abbiano usato munizioni all’uranio impoverito a Bassora e in altre regioni dell’Iraq durante la Guerra del Golfo. Ci sono inoltre altre prove che indicano che queste contaminazioni coincidono con l’aumento del tasso di malattie che colpirono queste zone. La comunità internazionale deve iniziare a indagare sulle cause dei più recenti incrementi nella percentuale di malattie a Ramadi, Falluja, Kirkuk, Mosul ed altri posti al più presto.
NCCI: Al di là delle difficoltà nel raggiungere comunità come Falluja, perché lei pensa che la comunità internazionale non abbia avviato un’inchiesta super partes onde determinare quali fattori abbiano causato un aumento senza precedenti nel tasso di malati di cancro e di malformazioni alla nascita?
Nahoko: Essendo giapponese, penso al modo in cui gli attivisti a Hiroshima e Nagasaki stiano cercando di far conoscere al mondo le vittime delle armi nucleari. Sono passati sessantacinque anni. E abbiamo fatto soltanto un passo avanti. E’ difficile far sì che il pubblico si interessi a queste problematiche… Le bombe a grappolo ed altri armi sono visibili. L’uranio impoverito è invisibile. Non è facile per noi raccogliere le prove… E’ perfino difficile convincere certe persone del fatto che queste armi debbano essere bandite, che si tratta di armi inumane. Ci sono alcuni scienziati i quali negano fortemente che l’uranio impoverito abbia conseguenze negative sulla salute…Forse dicono questo perché vogliono appoggiare l’esercito americano per diverse ragioni…
Tuttavia il Pentagono riconosce chiaramente che l’uranio impoverito è molto dannoso per i soldati americani. Queste erano informazioni nascoste, coperte dal massimo della segretezza… finché non sono state fatte trapelare di recente. Ma i soldati americani tornano nel loro Paese. La gente del posto è costretta a restare in Iraq.
NOTE
(1) Chris Busby è uno dei coautori dello studio epidemiologico “Cancro, mortalità infantile e rapporto dei sessi nelle nascite a Falluja, Iraq, 2005-09”, (titolo originale: “Cancer, Infant Mortality and Birth Sex-Ratio in Falluja, Iraq, 2005-2009” N.d.t.). Lo studio comprendeva un sondaggio porta a porta dei residenti di Falluja. Il gruppo di ricercatori ha intervistato i cittadini di Fallujah sull’incidenza straordinariamente elevata del cancro e delle malformazioni alla nascita, e ha riportato che dall’invasione americana del 2003 il cancro è aumentato di 38 volte. Benché i ricercatori non abbiano ottenuto risultati definitivi, hanno ipotizzato che le forze americane abbiano usato munizioni all’uranio impoverito a Falluja, provocando danni genetici su scala regionale e di conseguenza causando le tendenze sanitarie allarmanti apparse a Falluja nel corso degli ultimi sette anni.
(2) Un contatore Geiger, conosciuto anche come contatore Geiger-Mueller, è un rilevatore di particelle che può essere usato per rilevare se un oggetto emette o meno radiazioni nucleari.
(3) La città di Samawah si trova circa 280 chilometri a sudest di Baghdad. E’ il capoluogo del governatorato di Muthanna.
Titolo originale: “A Witness to Iraq’s Health Crisis: Nahoko Takato Speaks about her Experiences as an Activist and Aid Worker in Iraq”
Fonte: http://www.uruknet.org.uk
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09.09.2010
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di NIKLAUS47