Giallo oro. È questo il colore della curcuma, spezia molto usata nei paesi asiatici. La Medicina Ayurvedica e quella Cinese ne fanno utilizzo fin da tempi immemorabili per le sue innumerevoli proprietà e, negli ultimi anni, anche la nostra scienza occidentale ha riconosciuto alla curcumina, il suo principio attivo più potente, MOLTEPLICI AZIONI CURATIVE: antinfiammatoria (è efficace, per esempio, nell’artrosi e nell’artrite reumatoide), antiossidante (si rivela utile, per uso esterno, anche nei problemi di invecchiamento della pelle), antielmintica (parassiti), ipocolesterolemizzante (riduce il livello di colesterolo), apoptotica (esiste un’ampia letteratura concentrata sulla correlazione tra curcumina e cancro), protettiva del cervello (dalla degenerazione tipica dell’Alzheimer), depurativa e di sostegno dell’attività epatica (difende il fegato dalle sostanze tossiche e stimola la produzione ed emissione della bile favorendo la digestione).
La curcuma è veramente una spezia versatile in cucina. Si può utilizzare nelle zuppe di legumi, nelle pietanze di carne e di pesce, sulle verdure, con le uova e i formaggi. Affinché l’assorbimento della curcumina sia ottimizzato è necessaria una parte grassa/oleosa (va benissimo il nostro olio extravergine di oliva) e l’aggiunta di un pizzico di pepe. Sebbene le dosi utilizzate nel cibo non permettano di sostenere che la curcuma abbia veri e propri effetti curativi, vero è che sono stati osservati effetti positivi sulla salute
Personalmente preferisco utilizzare la radice intera della pianta che al momento dell’uso, per la quantità che serve, si può “sbucciare” e grattugiare (se fresca) o ridurre in polvere servendosi del mortaio o del macinino da caffè (se essiccata). Se per motivi di praticità, invece, vuoi adoperare la curcuma già macinata che si trova normalmente in commercio, ti consiglio di comprarla bio e in quantità limitata dal momento che, con il tempo, diventa amarognola e perde il suo bel colore brillante. Come tutte le spezie per essere conservata bene dopo l’acquisto deve essere messa in un barattolo di vetro ben chiuso e riposta in un luogo buio e fresco perché teme la luce, il troppo calore e l’umidità.
L’impiego come condimento non ha particolari controindicazioni, ma è bene non somministrarla ai bambini troppo piccoli e non farne un utilizzo ripetuto o esagerato in gravidanza e allattamento. Dovrebbe limitarsi anche chi soffre di calcoli biliari, reflusso gastroesofageo e ulcera. La curcuma in forma di preparato fitoterapico, invece, necessita di specifiche accortezze (innanzitutto farmaceutiche, altrimenti non è biodisponibile). Può inoltre provocare, a volte, disturbi digestivi.
Anche se gli scienziati scindono i principi attivi per cercare di capire l’attività di una pianta, invito a riflettere sul fatto che la pianta non è un’unica sostanza, ma una sapiente miscela di più composti utili al nostro organismo. Non è quindi un unico principio attivo estratto in grado di curarci, bensì questa miscela che però è impossibile da replicare a livello sintetico. Dunque, a meno che non ci sia un motivo particolare (indicato da un medico esperto in fitoterapia), evitare di assumere in compresse ciò che si può tranquillamente assumere in forma di alimento.
__
VB