Una multa di 4.500 euro

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Dopo la vicenda del rapinatore mascherinato che conduce una battaglia giudiziaria contro il supplemento di pena derivante dal mascherinamento, un’altra gustosa notizia dal fronte della giustizia covidista giunge dal Veneto. Il 23 aprile del 2020 la signora Maristella Scarmignan di Ospedaletto Euganeo lasciò la sua abitazione per soccorrere un motociclista che era finito in un fossato, prestandogli le prime cure e chiamando i soccorsi. Questi ultimi, più che del malcapitato, si occuparono della donna, rea di essere uscita nonostante fosse in quarantena, e le appiopparono una doppia denuncia: a quella di ordine “sanitario” ne aggiunsero pure una per rifiuto di fornire le proprie generalità. Il bello è che Maristella Scarmignan aveva appena fatto un tampone con esito negativo, ma per uscire dal confinamento ne servivano due. Ad un anno e otto mesi di distanza dai fatti, il Tribunale ha stabilito per la donna che aveva osato anteporre il buon senso alle “regole” covidiste, una “condanna a 4 mesi di arresto, ridotta a 2 mesi con il rito alternativo e sostituita da una multa di 4.500 euro”. La Scarmignan ha annunciato che farà altri ricorsi: auguri. Raramente è passata la Giustizia nelle aule ove si celebrano i riti previsti dalla legge del più forte. Oggi più di ieri, emerge con chiarezza che l’apparato giudiziario non è un potere indipendente che controlla gli altri due, ma un’articolazione di un Potere Superiore che tutto determina.

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