DI DEBORA BILLI
Considero prive di
ogni sostanza le notizie ufficiali che arrivano dalla Libia da tre
giorni a questa parte, quindi non ho potuto commentarle. D’altra parte,
voci nella notte, twitter di ignoti, telefonate del cuggino da Tripoli,
pur interessanti e significativi, non hanno a loro volta alcuna presunzione
di certezza.
Io sono così
sciocca da credere ancora nei giornalisti. E così ho aspettato,
e ravanato faticosamente in Rete.Primo reperimento,
la BBC. Mi limito a tradurre alcuni brani di questo articolo,
dal titolo “Conflitto
in Libia: fatti o finzioni?“
Non è stata la
prima volta che abbiamo visto certe immagini del figlio di Gheddafi
Saif-Al-Islam – se ne stava in piedi su un camion fuori dal compound
del padre martedì, sorridendo e mostrando il pugno.
Ma queste immagini
sono strane perché, domenica, i ribelli avevano annunciato di aver
arrestato il successore del leader libico(*).
Queste immagini
mettono a rischio la credibilità dei ribelli e danneggiano quella dell’International
Criminal Court e provano, qualora qualcuno avesse ancora dubbi, che questa
è una guerra mediatica.
E’ una guerra di percezione
e di informazione. (…) E’ significativo che gli aiutanti
di Saif al-Islam sono andati direttamente al Rixos Hotel per svegliare
i giornalisti e dimostrare che era ancora libero.
E un articolo dall’Associated Press dice:
Saif-Al-Islam (all’Hotel
Rixos) mi ha detto:”Vi state perdendo una grande storia. Venite
con me, vi mostrerò i punti più caldi di Tripoli.”
Un gruppo di giornalisti
è saltato in una seconda macchina, e lo abbiamo seguito insieme ai
suoi soldati, nel buio attraverso la città. Sembrava fiducioso e sicuro,
e aveva un messaggio da mandare: Gheddafi è ancora al suo posto, ancora
combatte e ancora ha i suoi sostenitori. Poi siamo tornati all’hotel.
Non sappiamo come
finirà, e vediamo poco di quello che accade. Posso
raccontarvi una storia su giornalisti intrappolati, ma la vera storia
di cosa sta accadendo il Libia è là fuori. Sfortunatamente, non
possiamo raccontarvela.
(E allora CHI ce
la sta raccontando?)
Poi anche l’Huffington Post:
Ma seriamente, gente,
cosa è successo al giornalismo? (…) Sembra che i media occidentali
siano diventati il braccio della propaganda dei ribelli.
O forse è solo pigrizia terminale.
Diverse settimane
fa i ribelli hanno ammazzato il loro comandante militare, pare per via
del fatto che fosse della tribù sbagliata.
Non abbiamo mai avuto una spiegazione, e le domande
dei media sono state fermate.
Mesi fa, alcuni
reporters a Bengasi hanno notato che i Jihadisti dell’Est che erano
stati ad ammazzare americani in Afghanistan stavano tornando in Libia
per fornire ai dilettanti ribelli un po’ di preparazione professionale.
Avete sentito qualche giornalista parlarne? Come entreranno costoro nel
governo nazionale? E cosa dire di quelle operazioni
coperte, mercenarie, che preparano e forse guidano le milizie?
Gli esperti di intelligence
di Washington si sono chiesti come prevenire che il nuovo governo “venda”
armi ad Al Qaida in futuro. Ma non si chiedono perché dovremmo preoccuparci
di Al Qaida che compra armi da un governo, quando Al Qaida
potrà essere parte di quel governo che possiede le armi.
Noi serviamo il
pubblico riportando solo quello che sappiamo e abbiamo confermato come
vero. Si chiama integrità giornalistica. La quale
è a quanto pare andata persa – e non solo alla Fox, ma in tutta la
stampa mainstream mondiale. Vergogna.
Non c’è molto
altro, appunto, nei media mainstream. Vorrei aggiungere solo due parole
sulla stampa nostrana: La Repubblica sta facendo un lavoro indecente,
che va oltre persino il concetto di propaganda, con “i cecchini
del rais sparano ai bambini” è scesa a livelli che neanche in
nord Corea o ai tempi del maccartismo. Qualcuno critica anche Il Fatto,
dove mi capita talvolta di scrivere. C’è una differenza importante:
sul Fatto sono possibili i commenti (cosa che Repubblica impedisce),
e se li leggete scoprite con sbalordimento quanto la gente sia infuriata verso
quella che percepisce come vergognosa guerra di propaganda. Il Fatto
se ne è accorto, e ha moderato un po’ i titoloni scandalistici. Gocce
nel mare.
(*) La BBC, che
ha una dignità giornalistica, non chiama Gheddafi “il rais”.
Fonte: http://petrolio.blogosfere.it/2011/08/una-guerra-di-finzioni.html
24.08.2011