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DI JAMES HOWARD KUNSTLER
CarolynBaker.net

Secondo me, la sorpresa che il destino ha in serbo per l’America è una cosa del tutto nuova: la scarsità di petrolio e benzina. Mentre piovono soldi “impauriti” sul mercato dei futures, che spingono in alto i prezzi, un comportamento bizzarro inizia a prendere forma fisica nel processo di ripartizione.

Le cose stanno diventando molto strane e molto veloci – e probabilmente diventeranno ancora più strane e ancora più veloci quando il treno dei cattivi debiti incontrerà la parata degli eccessi al crocevia del destino. Il treno trasporta il sistema finanziario americano, ma il motore che lo trascina è alimentato dal picco del petrolio, perché il declino delle risorse significa declino della ricchezza – e declino del valore delle istituzioni, strumenti e mercati che indicano quella ricchezza o la speranza di profitto nella contrattazione per ottenerla. Tale tracollo ci porta direttamente alla necessità di doverci reinventare un nuovo stile di vita in altri termini e con altri strumenti.
Tra quanti riconoscono che abbiamo un grosso problema, io da molto tempo sostengo che ci sono troppi ostacoli per poterci immaginare un esito ragionevole. Una delle cose che ho notato è che ad ogni assemblea pubblica si possono dividere i partecipanti in due gruppi distinti: coloro che credono che la tecnologia avanzata ci tirerà fuori dai guai e quelli che credono che ci organizzeremo in modo tale da poterci comunque tirar fuori dai guai.

Non sottoscrivo né la prima né la seconda ipotesi. Entrambe le teorie presumono che ci sarà un passaggio ordinato da dove ci troviamo ora a dove andiamo a parare. Sono condizionate dalla bambinesca presunzione di aver diritto al lieto fine, al buon esito, che è stato il sistema operativo nella società dei baby boomers, un errore terapeutico che mette i “buoni propositi” prima della realtà, ma che ha anche rimosso il senso tragico della vita, che è ciò che agisce da freno alla sventatezza intrinseca dell’essere umano.

A mio avviso, in sostanza, la questione di quel che accadrà dopo sarà risolta non dalle fantasie di eccentrici sostenitori del biodiesel ricavato da alghe o dai pii desideri dei promotori dello sviluppo sostenibile, ma dalle proprietà organizzative naturali di una società che risponde “emergenzialmente” alle nuove circostanze. Una delle conseguenze di questo destino-a-divenire è la probabilità che noi proveremo qualsiasi cosa, eccetto la cosa giusta, per poter continuare a vivere allo stesso modo, persino di fronte ad un ovvio tracollo.

Sono certo che i nostri leader politici imposteranno una campagna di soccorso alle infrastrutture suburbane senza futuro. Sarà senza dubbio un esercizio futile. Ma è già iniziato. Parlo di quel che è stato l’inganno dell’etanolo, della propaganda delle automobili ibride e delle fandonie della “indipendenza energetica”. In questi giorni persino i “verdi” sprecano la loro attenzione su come continuare a far funzionare le automobili a qualcos’altro che benzina. Anche loro non dubitano che continueremo ad essere una società dipendente dall’automobile.

Per quanto io detesti le zone residenziali con le loro grottesche caratteristiche, posso capire come quelli che le abitano vogliano difendere i loro cattivi investimenti. Odio però pensare alle conseguenze politiche quando, con loro disappunto, gli abitanti si renderanno conto che le zone residenziali non saranno salvate. E con questo non intendo dire soltanto le case, ma lo stesso modo di vivere che le caratterizza, gli accessori, gli arredamenti, e le attività sociali. Lo stupore si trasformerà presto in rabbia là nel regno dei cul-de-sac.

Sembra pure che si opterà per il riscatto di tutti quelli che hanno cercato di arricchirsi ottenendo qualcosa per niente da una parte e dall’altra dello schema di Ponzi [spesso confuso con lo schema piramidale o marketing multilivello, è un modello economico di vendita truffaldino che promette forti guadagni alle vittime a patto che queste reclutino nuovi “investitori”, a loro volta vittime della truffa, cfr. Wikipedia N.d.t.] chiamato bolla edilizia – il riscatto dei “piccoli proprietari” che apposero la loro firma a mutui che non avrebbero mai potuto ripagare, e dei “giocolieri” di Wall Street che impacchettarono quei contratti senza speranza in depositi a cauzione fraudolenti (e di quelli che li attivarono nelle agenzie di rating aiutati dai furbetti dei fondi di investimento che provarono ad incassarli usando oscuri algoritmi nel tentativo di limitare i rischi associati ai prestiti imprudenti). È probabile che questi riscatti non portino a nulla tranne che ad una bancarotta più rapida del governo a tutti i livelli e ad una seconda Grande Depressione dal basso (peggiore della prima).

Il giorno di San Patrizio dello scorso fine settimana la Federal Reserve ha fatto un regalo da 30 miliardi di dollari alla JP Morgan Bank, consegnandole il cadavere della Bear Stearns. Lo scopo era di impedire che le “risorse” della Bear Stearns fossero messe all’asta, dove si sarebbe scoperto che non valgono quasi nulla, il che avrebbe potuto svelare che tutte le “risorse” simili in mano alle altre grandi banche sono anch’esse senza valore, il che a sua volta avrebbe portato ad un tasso di margine universale, azzerando di fatto l’alluccinata ricchezza accumulata negli ultimi dieci anni.

Malgrado gli atti eroici compiuti per la sorte della Bear Stearns, sembra che il sistema finanziario stia comunque vacillando. Forse l’ultima chance legata a quest’ancora di salvezza sarà il taglio del tasso di interesse di 100 punti base che la Federal Reserve si appresta ad attuare. Non aiuterà le grandi banche, dato che il loro problema è quello di avere più perdite che incassi. Quasi certamente seppellirà il dollaro americano.

Secondo me, ciò che il destino ha in serbo per l’America è una cosa del tutto nuova: la scarsità di petrolio e benzina. Mentre piovono soldi impauriti sul mercato dei futures, che spingono in alto i prezzi, un comportamento bizzarro inizia a prendere forma fisica nel processo di ripartizione. L’importazione di petrolio e di gas negli Stati Uniti potrebbe non essere affidabile come lo era quando l’America sembrava poterselo permettere. Gli esportatori potrebbero modificare le condizioni che regolano il loro commercio con noi – si tratta di quasi i due terzi di tutto il petrolio di cui abbiamo bisogno.

La gente potrebbe sorbirsi il rincaro della benzina all’infinito, ma la sua scarsità sarà tutt’altra cosa. Causerà un vero e proprio sconquasso.

Titolo originale: “A REAL FREAK-OUT”

Fonte: http://jameshowardkunstler.typepad.com/
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17.03.2008

Tradotto per www.comedonchisciotte.org da GIANNI ELLENA

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