DI ENRIC LLOPIS
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L’attore e attivista Willy Toledo
presenta all’Università di Valencia il suo libro “Le ragioni
della ribellione”.
Willy Toledo si identifica completamente
con una citazione di Krishnamurti che si ripete nel suo libro “Le
ragioni della ribellione”(Península, 2011 ):”Non
è un sintomo di buona salute vivere ben adattati in una società
profondamente malata.” Potrebbe essere questa una delle riflessioni che guidano il suo lavoro di attivista, al quale non si partecipa mai come attore o personaggio famoso che apporta esclusivamente il suo ego. Al contrario, Willy Toledo partecipa sempre da persona comune, sia per difendere i diritti del popolo Saharawi, la rivoluzione cubana o per denunciare la tortura nello Stato spagnolo. Toledo ha presentato il libro “Le ragioni della ribellione”, con la prefazione di Julio Anguita e la collaborazione di Pascual Serrano, venerdì scorso presso l’Università di Valencia.
L’attore sostiene di avere molto chiaro
che “non viviamo in un sistema democratico” per molte
ragioni. E sicuramente, sottolinea, non può soddisfare il modo con
cui i politici intendono la democrazia, ossia di inserire una scheda
in un’urna ogni quattro anni. Ma c’è di più: “Abbiamo un
capo di stato che non abbiamo mai scelto e che ricordiamo col braccio
alzato in un balcone della Plaza de Oriente.” “E che
dire della lettera d’ amore scritta recentemente da José
Bono a Fraga Iribarne, ministro del Governo responsabile di numerosi
crimini di stato con il governo fascista.” Molti politici ci
prendono per “imbecilli“, conclude a tutto tondo.
Ma il libro dell’artista, pubblicato
a partire dalle conversazioni con Pascual Serrano, non si limita a formulare
affermazioni categoriche. Basa la sua forza su dati che confermano le
affermazioni. Per esempio, quando commenta la venerata transizione spagnola
.”Tra il 1975 e il 1983 ci sono stati oltre 800 omicidi politici
in Spagna, soprattutto della sinistra anti-fascista, ma non ci raccontano
questa transizione sanguinosa“, spiega Guillermo Toledo. Al
contrario, il consenso è stato costruito principalmente sul ruolo decisivo
della monarchia e dei personaggi provenienti dal vecchio regime.
Né si può parlare di democrazia
nello Stato spagnolo, ha assicurato l’attore e attivista presso l’Università
di Valencia, perché la legge elettorale “punisce i partiti
di minoranza e consolida ulteriormente dopo la riforma della legge elettorale
approvata a marzo, un bipartitismo, o meglio, unipartitismo, già
che il PSOE e il PP hanno sviluppato politiche economiche praticamente
identiche.” Inoltre una formazione come Izquierda Unida
per ottenere una poltrona ha bisogno di un numero di voti 8 volte
superiore al PSOE o al PP.
Altrettanto succede con la giustizia.
“La Procura Generale dello Stato si piega ai propositi degli
Stati Uniti (come rivela Wikileaks) e non si
è mossa nel caso del giornalista spagnolo ucciso in Iraq, Jose Couso.”
Toledo argomenta il suo disprezzo per il funzionamento della magistratura
con numerosi esempi: la Spagna annovera la maggiore popolazione carceraria
d’Europa, e si parla del quarto paese europeo in cui si commettono meno
delitti. “Per non parlare della Corte Nazionale che funziona
in pratica come un tribunale politico“, assicura l’attore.
Generalmente, le riflessioni politiche
condensano un’esperienza di vita legata alla militanza e a una pratica
di molti anni. Nel caso di Willy Toledo, come sottolineato nel libro,
è fondamentale il contesto familiare. I suoi genitori, di impegnato
attivismo anti-franchista, hanno nascosto nella casa di famiglia militanti
comunisti, socialisti e anarchici che lottavano contro la dittatura.
Nel periodo della transizione, suo
padre (medico) suturava le ferite degli attivisti colpiti dai “grigi”(corpo
di polizia conosciuto per il colore della propria uniforme nella Spagna
franchista).Con questa eredità familiare, ha forgiato la sua ribellione
condita con le letture classiche dell’ epoca: Marx, Bakunin, Mao, Ho-Chi-Min
e Che Guevara, tra molti altri.
Ora, come attivista riconosciuto, Willy
Toledo non nasconde la sua “rabbia” e “indignazione”
(a volte principale motore del suo impegno), particolarmente con i mezzi
di comunicazione di massa, “che dipingono un paesaggio idilliaco
e senza traumi, modificato da eventi che sembrano più
simili a incidenti meteorologici, come la crisi, che arrivano senza
che si sappia bene il perché.” “I media agiscono come
mercenari armati dal capitale e dai suoi interessi“, riassume
l’attore. “Sono capaci di costruire un’immagine
– come nel caso di Gheddafi – come il nemico numero uno del pianeta,
quando solo alcuni mesi prima si riuniva con Aznar, Zapatero e Berlusconi,
o passeggiava per il Palazzo dell’Eliseo; quando la propaganda avrà
fatto il suo lavoro, arriveranno le azioni
umanitarie con uranio impoverito“, conclude. Al libro di Toledo
non si può negare il coraggio e il valore, si immerge senza paura nelle
vergognose sentine dello stato. E lo fa con precisione e informazioni
verificate. Così come si impegna nel denunciare la pratica della tortura
nello Stato spagnolo, sistematicamente ignorata dai mass media.Ricorda
l’autore di “Le ragioni della ribellione” che, secondo il
Centro di Documentazione contro la Tortura, negli ultimi dieci anni
sono stati torturati nello stato spagnolo 834 persone, mentre erano
in custodia della polizia o in prigione.
Il discorso di Willy Toledo non può
essere descritto certo come timorato. Parla e scrive con caratteri forti
.definisce la legge sugli stranieri “ingiusta”, “disumana”
e “razzista”. Spiega che gli immigrati sono considerati “illegali”
vengono arrestati e ammessi ai centri di detenzione per stranieri (CIE)
senza aver commesso alcun reato, solo perché non hanno i documenti
in regola.”Coloro che, per mancanza di documentazione, sono
dichiarati di origine sconosciuta, vengono consegnati alla polizia marocchina
che li lascia in mezzo al deserto“; “Il Marocco svolge
un ruolo simile a quello di Gheddafi fino a pochi anni fa, quando era
il grande amico dell’Occidente“, ha affermato Willy Toledo
presso l’Università di Valencia.
Con ironia sfacciata, l’attore sostiene
che l’euro è “il grande affare della storia dell’umanità“.
Per verificare questo, non sono necessarie ricerche scientifiche: “Con
l’arrivo della moneta unica, il caffèlatte
è passato da 50 a 250 pesetas.”.E quel che è peggio, “hanno
legato i paesi mani e piedi perché
non dispongano della sovranità economica.”Nello stato spagnolo,
hanno anche nascosto il dibattito e la possibilità di un referendum
sulla costituzione europea, temendo i precedenti di altri paesi, dove
i cittadini hanno votato contro.
Con questi ingredienti, Willy Toledo
sviluppa la tesi che la democrazia dello Stato spagnolo è una
chimera. E quel che è peggio, non si possono presagire tempi migliori,
in un contesto di crisi e di tagli sulla pianificazione dei servizi
pubblici e dello stato sociale. La soluzione? L’attore ha firmato gli
obiettivi di Democracia Real Ya: “Dare al popolo una
possibilità, prendiamo noi le redini del presente e del futuro, perché
il potere non ci darà niente con la spontanea volontà.“.Si
lamenta inoltre delle poche opzioni che restano per fare una rivoluzione,
perché “il nemico è ben armato“.
Infine, l’attivista ha realizzato presso
l’Università di Valencia una difesa aperta della rivoluzione cubana
come “una corrente di riferimento storica dei popoli poveri
di questo pianeta, che si trovino in Africa, Asia o America Latina su
come organizzare la società e costruire il socialismo“. “Nonostante
le critiche , nessuno può ignorare che, nelle rivolte in Tunisia e
in Egitto, spuntavano magliette del Che Guevara o si alludeva ai discorsi
di Fidel Castro.”. E conclude: “Cuba presenta un indice
di sviluppo umano che gli Stati Uniti sognano; solo a Miami c’è
molta più povertà che a Cuba con i suoi 11 milioni di abitanti.”
Fonte: “Es un síntoma de mala salud vivir adaptado en una sociedad enferma”
11.10.2011
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di VINCENZO LAPORTA