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L’incontro annuale del World Economic Forum inizia domani [si terrà dal 16 al 20 gennaio, N.D.T.]. Politici, pezzi grossi delle multinazionali, “filantropi” e ogni sorta di mostruosità dell’élite si riuniranno per una settimana intera e si racconteranno di quanto sono intelligenti e di come potranno peggiorare il mondo in generale.
Ma cosa c’è nel menu di quest’anno?
Ecco i cinque punti principali in discussione, come riportato dal sito web del WEF:
Vedete se riuscite a trovare uno schema:
1. Affrontare le attuali crisi energetiche e alimentari nel contesto di un nuovo sistema per l’energia, il clima e la natura.
2. Affrontare l’attuale economia ad alta inflazione, bassa crescita e alto debito nel contesto di un nuovo sistema per gli investimenti, il commercio e le infrastrutture.
3. Affrontare gli attuali venti contrari dell’industria nel contesto di un nuovo sistema di sfruttamento delle tecnologie di frontiera per l’innovazione e la resilienza del settore privato.
4. Affrontare le attuali vulnerabilità sociali nel contesto di un nuovo sistema per il lavoro, le competenze e l’assistenza.
5. Affrontare gli attuali rischi geopolitici nel contesto di un nuovo sistema di dialogo e cooperazione in un mondo multipolare.
Ora, nulla di tutto questo è una novità. Un “nuovo sistema” per l’energia è il “green new deal,” un “nuovo sistema” per la cooperazione internazionale è un qualche tipo di governance globale e un “nuovo sistema” per gli investimenti e il commercio copre molti argomenti, compresa la moneta digitale.
Come ho detto, niente di nuovo, ma è sempre piacevole vederlo messo giù nero su bianco, senza alcuno sforzo per nasconderlo.
È interessante anche il fatto che in nessuna parte dello scritto si usino frasi come “new normal,” “great reset” o “build back better,” nonostante sia ovvio che è di questo che si sta parlando.
Una piccola vittoria per i media alternativi, che hanno chiaramente sensibilizzato il pubblico a sufficienza affinché queste frasi siano considerate troppo contaminate per essere utilizzate.
In effetti, la confraternita del WEF è chiaramente preoccupata di perdere il controllo della narrazione, come evidenzia questo articolo di qualche giorno fa:
I più grandi risolutori di problemi del mondo devono creare narrazioni migliori
L’articolo sostiene che:
Le persone vengono maggiormente persuase dalle informazioni presentate all’interno di una narrazione, perché una buona narrazione aiuta a facilitare l’elaborazione delle informazioni. Chi cerca di risolvere le sfide più urgenti del mondo dovrebbe tenerne conto.
L’intero articolo è essenzialmente un modo molto prolisso per dire “dobbiamo dire bugie migliori.”
Dobbiamo nominare i veri antagonisti: i politici irresponsabili, gli scienziati corrotti e alcune aziende che non sono all’altezza delle esigenze della transizione verso lo zero netto.
Dobbiamo anche smettere di fingere che ci sia un dibattito sui fatti del cambiamento climatico. Il falso equilibrio è un fenomeno che si verifica quando un’organizzazione giornalistica o un altro organo di informazione presenta una questione come oggetto di dibattito, anche quando non esiste un vero e proprio dibattito o disaccordo tra gli esperti in materia.
L’autore parla del cambiamento climatico, ma le sue conclusioni sullo spostamento della colpa e sulla chiusura del dibattito sono valide per tutti gli argomenti.
Quest’anno aspettatevi un cambiamento della narrativa riguardante i “cattivi” e anche una maggiore enfasi sulla positività e sull'”unità.” Unità probabilmente significherà tentare di riavvicinare alcuni degli elementi marginali del mainstream che si sono spinti verso la narrazione alternativa della Covid (come hanno fatto con l’Ucraina).
Altrove – e su una nota correlata – è probabile che si parli di censura – o, scusate, di “contrasto alla disinformazione” – come discusso in questo articolo del WEF di 6 giorni fa, intitolato:
Sicurezza digitale: Applicare i diritti umani nel mondo digitale
L’articolo illustra le “sfide” che la “Coalizione globale per la sicurezza digitale” del WEF dovrà affrontare nel tentativo di contrastare…
abusi e sfruttamento sessuale dei minori, terrorismo e incitamento all’odio, disinformazione e contenuti legati all’autolesionismo e al suicidio.
Notate come “l’incitamento all’odio” e la “disinformazione” siano messi insieme ai crimini veri e propri? Per citare Sesame Street, “una di queste cose non è come l’altra.” Ma non è una sorpresa nell’era del “legale ma dannoso.”
Per essere chiari, a queste persone non interessa nessuna di queste cose. Per niente.
Le loro aziende sfruttano i bambini, le loro agenzie statali finanziano il terrorismo e i loro media sputano disinformazione a 50 parole al minuto.
A loro interessa solo il controllo. In questo caso il controllo di Internet e, più precisamente, controllare ciò che è permesso dire e sentire su Internet.
Un altro possibile argomento di discussione, evidenziato in un paio di punti, sarà la spinta verso un’azione più diretta. Quelle che, apparentemente, chiamano “soluzioni tangibili.”
Il capo di Amnesty International – che sarà presente – ha invitato i partecipanti a Davos a concentrarsi su:
soluzioni tangibili già in grado di funzionare, piuttosto che scegliere di proteggere l’attuale sistema economico globale ad ogni costo.
Sottolineando che “è il momento di agire” e non di fare “gesti inutili” e contemporaneamente riprendendo il messaggio del “nuovo sistema.”
Il tema delle “soluzioni tangibili” è ripetuto nell’articolo sulle “narrazioni” citato in precedenza, dal gigante della consulenza finanziaria Mercer nella sua pagina su Davos, da un “panel di esperti” del WEF e da Forbes in un pezzo sui giovani leader presenti a Davos.
Naturalmente, il “pensiero basato sulle soluzioni” è un discorso aziendale vecchio di decenni e “è il momento di agire” è un cliché che si ripete ad ogni riunione, vertice o conferenza.
Nessuno nella storia ha mai detto “NON è il momento di agire, è il momento di fare finta.”
Quindi, ovviamente, potrebbe trattarsi di parole vuote, pensate per far sentire importanti gli oratori (e la loro riunione).
Ma potrebbe anche trattarsi di qualcos’altro, forse un segno che la fase di propaganda del “grande reset” è finita e che ora si passa alla fase successiva. Con l’abbandono della manipolazione passiva e dei meccanismi di controllo psicologici per passare ad un’applicazione più diretta.
Immagino che dovremo aspettare e vedere.
In ogni caso, è possibile definire a grandi linee l’agenda di Davos come incentrata su quattro temi principali:
• Un nuovo sistema: Riformare i sistemi globali della politica e della finanza
• Controllare la narrazione: Raccontare bugie più credibili e limitare il dibattito pubblico
• “Contrastare la disinformazione”: Censura, soprattutto di Internet
• “Soluzioni tangibili”: agire in modo più diretto attraverso l’applicazione delle leggi e delle politiche.
I punti di discussione di Davos, a quanto pare, saranno una retrospettiva incentrata su ciò che si può imparare dalle carenze della loro narrazione della “pandemia.”
Un’ultima considerazione: una storia (non confermata) che sta girando e che è sia divertente che illuminante… se vera:
Link: https://off-guardian.org/2023/01/15/a-new-system-inside-the-davos-summit-2023/
15.01.2023
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org