DI TIMOTHY BANCROFT-HINCHEY
Pravda.Ru
Lo scorso venerdì un milione di cittadini libici sono scesi nelle strade di Tripoli per marciare in favore del loro Fratello Leader Muammar Gheddafi e contro
il terrorismo dalla precisione criminale scagliato sulla popolazione libica dalla NATO e dai terroristi che stanno proteggendo. Ma dove si può leggere questa storia?
Nella sua intervista con Press TV, la giornalista Lizzie Phelan ha parlato di quello che ha visto nei suoi
viaggi in Libia. Quello che ha riferito non è propaganda, sono testimonianze di prima mano della verità nel paese che Muammar Gheddafi ereditò come il più povero in Terra e lo trasformò nel più ricco dell’Africa. Tutti questi nemici sono riusciti a fare qualcosa del genere?
In questa magnifica intervista, Lizzie Phelan ha fornito resoconti di prima mano alle fonti di Pravda.Ru presenti in Libia che venerdì a Tripoli è avvenuta una dimostrazione di massa a favore di Muammar Gheddafi. Un milione di libici su una popolazione di sei milioni è uscito nelle strade in supporto del loro governo e contro i terroristi contro-rivoluzionari, reazionari e che la NATO sta sostenendo.Questa sarebbe l’equivalente di una dimostrazione di dieci milioni di persone in Gran Bretagna o di cinquanta negli Stati Uniti. Riuscirebbero Cameron, Sarkozy o Obama a radunare tali folle di sostenitori? Se ne avessero anche dieci volte meno sparerebbero i fuochi d’artificio. E questo mostra la dimensioni di questi… uomini
di fronte al Colonnello Gheddafi.
Lei ha parlato della rivolta e del disgusto sentito dalla gente comune in Libia – qualcosa che ci era già stato riferito dai nostri contatti, in principal modo contro la perfida malvagità di Cameron e Sarkozy – e ha sottolineato la convinzione che in futuro non verrà firmato alcun contratto con le compagnie britanniche o francesi dopo lo scandalo dei terroristi:
“Questa scusa della NATO è davvero una barzelletta. È la prima scusa che ha fatto in tre mesi nonostante i civili muoiano ogni giorno a causa dei bombardamenti della NATO; negli ultimi tre mesi ci sono stati migliaia di bombardamenti sul paese e così hanno deciso di scusarsi ieri di domenica. Ma di nuovo alle 2 di mattina c’è stato un altro attacco sulla città di Sorman, 130 chilometri a est di Tripoli dove altri quindici civili e tre bambini sono stati uccisi.”
“Nelle settimane precedenti abbiamo assistito al bombardamento dell’Università di Al-Nasr a Tripoli alla luce del giorno in cui sono stati assassinati
civili: questi sono gli obbiettivi militari che abbiamo visto bombardare. Vediamo bombe che cadono sulle università, bombe sulle strade dei mercati del venerdì in quartieri dove non ci sono siti militari.
La strada del mercato di venerdì dove ero presente inizia con un ufficio postale e finisce con una scuola elementare e hanno bombardato quattro edifici e hanno ucciso nove civili tra cui un infante di quattro mesi.”
Phelan ha anche evidenziato un altro punto, totalmente tralasciato dai media occidentali che hanno raccontato la storia libica con una serie sgradevole di falsità mal riuscite, con poco giornalismo e molta faziosità: le vessazioni, la persecuzione e il massacro dei neri libici da parte dei terroristi di Benghazi e le bugie diffuse da Al Jazeera e da altri media
che questi fossero mercenari. Non lo erano.
Ha parlato in modo particolare delle “indicibili atrocità” che ha testimoniato e dell’incredibile supporto per il governo di Gheddafi:
“Per quanto riguarda le tribù libiche, dalle mie fonti ho informazioni che il 90 per cento delle tribù in Libia stanno sostenendo il governo e tra queste ci sono le più numerose.” Ha anche evidenziato che Gheddafi “sta facendo passi indietro per sistemare le forze dell’opposizione dentro il governo”.
Leggete questo documento dettagliato sui dati umanitari di Muammar Gheddafi:
http://www2.ohchr.org/english/bodies/hrcouncil/docs/16session/A-HRC-16-15.pdf
Timothy Bancroft-Hinchey
Pravda.Ru
Fonte: http://english.pravda.ru/world/africa/23-06-2011/118288-million_gaddafi-0/
23.06.2011
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SUPERVICE