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La Redazione

 

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UN FANTASMA SI AGGIRA PER L'AMERICA

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A cura di Das schloss
Il 10 Novembre 2010
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DI SANDY KROLICK
Club Orlov

[Questo post è di Sandy, scappato da New York ora vive felicemente a Barnaul, nella bellissima e maestosa regione di Altai, in Russia].

Karl Marx una volta scrisse: “un fantasma si aggira per l’Europa”, scrisse quelle parole alla vigilia dei moti rivoluzionari in Italia e Francia del 1848 e che presto avvolsero gran parte del continente. All’insaputa della maggior parte degli Americani, l’Europa è di nuovo divorata dalla rivolta, che minaccia di espandersi. La crisi finanziaria, cominciata negli USA ed estesasi in tutto il mondo, insieme alla crisi del debito sovrano dell’ Unione Europea, come risultato, ha acceso la passione di masse soffocate e ridotte in schiavitù; la gente ha riconosciuto la propria condizione di schiavitù ed ha denunciato i suoi padroni. I regimi perlopiù capitalisti non sono meno colpiti di quanto lo siano i regimi socialisti, comunisti o teocratici, tutti loro hanno il solito padrone.

Sulla scia dei disordini civili del 2009 avvenuti in Lettonia, Lituania, Ucraina, Bulgaria, Montenegro, Polonia, Germania, Ungheria, Grecia, Portogallo e Republica Ceca, in risposta alle diverse misure di austerity prese dai governanti, una rivolta in piena forza è scoppiata in Francia. Proprio come le proteste politiche in seguito alle elezioni iraniane del 2009, dopo mesi le proteste e manifestazioni in tutta Francia hanno preso una piega più violenta, e continuano ad aumentare i segnali di una insurrezione armata. Dall’ altra parte dell’ Atlantico, anche i canadesi hanno tolto gli occhi dal puck (il disco usato nell’ hockey) abbastanza per diventare furiosi, hanno organizzato le proteste al meeting del G-20 a Toronto (avrebbero reso fiero un francese) proteste che hanno spinto una delle più addomesticate bestie politiche a mettere a nudo le sue zanne tiranniche.

La classe media/lavoratrice è ancora preoccupata a fissare le ombre proiettate sui muri della sua grotta/prigione, preferisce credere a quello che gli viene detto dai suoi padroni e gestori: tutto andrà bene nel loro piccolo mondo, a condizione di tenere la testa bassa e lavorare duro (o cercare d trovare un lavoro). Imbroglioni politici come Obama che in modo rassicurante ci dicevano: “Sì, ce la possiamo fare” a sopravivvere a questa crisi e andare avanti elemosinando per un pezzetto del Sogno Americano. L’uomo dietro le quinte li sta implorando di andare avanti, ingnorando quello che è davanti ai loro occhi. Lui ci dice che il loro mondo è intatto e continuerà a prosperare. E loro ascoltano rispettosamente e deliberatamente rifiutano di vedere. Ma i disillusi fra di noi non possono ignorare a lungo la montagna di prove contrarie che abbiamo davanti. Questo spettacolo sta volgendo al termine e promette di essere una fine ingloriosa. L’ondata di estinzione, il picco del petrolio, il picco dell’ acqua, la crisi finanziaria ed economica mondiale, i disordini politici all’estero che stanno per diffondersi in patria – non sono questi i segni di un collasso imminente?

Ma anche i nostri fratelli europei non capiscono l’importanza di questo evento. Non è un problema fiscale nè un prblema economico. Non è un problema di cattiva dirigenza politica nè il risultato di confuse o maldestre priorità personali. Si tratta di una crepa nella volta del teatro dello Spettacolo, cominciato con l’avvento della storia umana e della civiltà stessa. Si tratta del capolinea dell’ evoluzione umana, che ha patologicamente cercato artifici di manipolazione e controllo a tutti i costi.

Come Thomas Hobbes proletticamente, anche se involontariamente, dichiarò secoli fa, questa sarà una “guerra di tutti contro tutti”. Ma questa non sarà la guerra che aveva erroneamente presupposto si sarebbe verificata fra i nostri antenati pre-civilizzati, non fosse stato per il costituirsi del contratto sociale. Anzi, è una guerra risultante da questo preciso contratto, radicato nel pensiero freddo e calcolatore, e dallo slancio che ha impartito alla civiltà in questi ultimi 6000 anni di storia registrata.

Lo spettro a cui si riferiva Marx era il Comunismo: questo sarebbe e potrebbe essere la fase finale nel movimento dialettico della storia verso una società civile senza classi. Lui si sbagliava, l’esperienza comunista è stata una fallimento. L’unica apparizione spettrale che ci infesta ora è un riflesso naturale della fondamentale letalità della civiltà industrializzata stessa e il sistema di gerarchia e dominazione che è stato concepito e perfezionato, tutto basato sul potere del sillogismo. Questa è la logica della scienza obiettiva, il principio del nostro sistema legale, la razionalità dietro al nostro contratto sociale, l’ anonimato della nostra politica civile, e il quadro narrativo della toria stessa. E’ questa logica che ci lega alle gerarchie che hanno lavorato per svuotare il mondo di tutte le sue risorse e la sua vita, di tutto il suo sgnificato, rimpiazzando il tutto con sistemi impersonali che vanamente provano a controllare e gestire tutte le cose, umane e naturali.

E’ il culmine inevitabile di 6000 anni di storia innaturale, la storia umana, che è iniziata con i primi imperi urbani emersi nei pressi della Mesopotamia, quella che una volta era la Mezzaluna Fertile. Le persone possono ancora percepire questa letalità di base, anche se molti di loro sono diventati parti vuote di una istituzione gerarchica che si svuota, un vuoto espresso più esplicitamente nella seguente formulazione: se A è B, e B è C, allora A deve essere C. Che controlli la natura o i nostri simili umani, in questa ottica siamo tutti prodotti interscambiabili all’ interno di una singola logica di controllo, un composto di punteggi di test, funzioni di lavoro, mode di mercato e altri criteri oggettivi. Sta qui il motivo del nostro vuoto e del nostro senso di alienazione verso l’ altro, verso la natura e noi stessi. Nel tentativo di compensare questo vuoto, abbiamo cercato di acquistare altri prodotti – tv, auto, laptop – per sentirci di nuovo integri. Ma auto vistose e televisori ultrapiatti non ci salveranno.

L’ America, tra le altre società civili moderne, è quella concepita nel modo più razionale. Abbiamo più scienza e teconlogia, più avvocati e leggi, più prigioni e prigionieri, più basi militari – in breve, abbiamo il sistema di dominio più grande di qualsiasi altro paese sulla Terra. Abbiamo anche più manager e truffatori, più competizione, più malattie mentali e più pistoleri solitari che agiscono contro qualsiasi cosa percepiscano come una ingiustizia nel loro mondo. Eppure continuiamo a marciare dritti verso il precipizio. Siamo una nazione di gente che segue le regole, non una comunità di persone libere – e siamo legati al sillogismo come nessun altro. Non c’è dignità nella nostra schiavitù; siamo diventati le anime più vuote.

Quello che si sta aggirando per il mondo oggi è lo spettro dell’ anarchia primimitiva, una inclinazione selvaggia sepolta dentro il midollo e i muscoli di ogni animale. La razza umana non ne fa eccezione, e possiede un potente istinto di scappare alla morte. Abbiamo una incontenibile volontà di sopravvivere all’ astuto sistema gerarchico di controllo freddamente creato e che ora sta fallendo. E’ anarchico nel vero senso della parola: cerca di essere senza leader non solamente in un senso politico, ma di essere libero dalla tirannica egemonia imposta dalla logica civilizzatrice del ragionamento sillogico stesso. Cerca di fare di ogni persona, ogni interazione, ogni momento una cosa unica, non classificabile, aperta alla volontà
e alla possibilità. Cerca la libertà nella polisemia dei sensi, dei corpi fisici- non dei corpi politici. Questo fantasma non è immaginario: è reale, ed è su di noi. Ora è ovunque ed ha una volontà propria, non può più essere messo sotto controllo e non ci sarà scampo. Non è interessato a te, sta dando la caccia a ciò che tu pensi di essere.

Titolo originale: “A Specter Is Haunting America

Fonte: http://cluborlov.blogspot.com
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27.10.2010

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di REIO

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