DI JERRY MAZZA
Online Journal
Secondo l’ International Herald Tribune del 9 marzo “la maggior parte delle riserve [di valuta estera] che la Cina attualmente accumula sono conservativamente investite in buoni del Tesoro USA ed altre obbligazioni governative, le quali, pur non procurando un gran ritorno alla Cina, aiutano a mantenere i tassi di interesse bassi sia in USA che in altri paesi.”
Si rilevava, “Ma l’agenzia di investimento in via di costituzione permetterà alla Cina di diversificare il cambio straniero e le proprie partecipazioni azionarie. Secondo gli analisti l’agenzia potrebbe investire centinaia di miliardi di dollari in beni finanziari o strategici in tutto il mondo, in particolare nei paesi in via di sviluppo in Africa ed in America Latina.
Questa è una maniera cortese di dire che la Cina sta silenziosamente dando ai nostri verdoni un bacio di addio.
Tutto ciò potrebbe anche portare ad un’ulteriore svalutazione del dollaro americano, che avrà un effetto simile svalutando i vostri stipendi, le vostre pensioni, la previdenza sociale, ed ogni dimensione della vita americana influenzata dal dollaro. Quindi, quali potrebbero essere le ragioni della Cina, oltre quella di investire in paesi in via di sviluppo cercando risorse energetiche e naturali?
Forse che la Cina possa essere preoccupata dei nostri fiaschi fiscali? Ad esempio nel 2006 il deficit commerciale statunitense è arrivato ad un record di 763,6 miliardi di dollari. Le ragioni fornite dal AFP sono “prezzi del petrolio alle stelle e l’insaziabile appetito degli americani per prodotti cinesi.” Questo appetito è alimentato da Wal-Mart, K-Mart ed altre multinazionali che commerciano prodotti a basso costo, guadagnando alle spalle delle officine orientali e dei propri dipendenti negli USA. Un’altra operazione fantasiosa dai propugnatori del mercato libero. I prezzi alle stelle del petrolio sono dovuti alle nostre stesse compagnie petrolifere, avide di profitto, come la Exxon che l’hanno scorso ha raggiunto un profitto annuale di 39,5 miliardi di dollari, un record storico per qualunque multinazionale americana.
Anche se il deficit del nostro budget è sceso dal record di 415 miliardi di dollari del 2004, il deficit del 2006 ha comunque toccato quota 250 miliardi, più o meno il surplus che aveva lasciato Clinton alla fine del suo mandato. Inoltre il New York Times ha messo il costo della guerra in Iraq, aggiornato al 17 gennaio, a 1200 miliardi di dollari. E’ praticamente impossibile stimare un costo definitivo della guerra in Afghanistan, ma potrebbe anche arrivare oltre i mille miliardi di dollari. Questo mentre l’amministrazione scuote i pugni verso l’Iran, probabilmente mentre contempla un’invasione, con costi di centinaia di milioni.
Il tutto mentre l’amministrazione ha già passato leggi fornendo tagli alle tasse per i ricchi ed i super ricchi per migliaia di miliardi di dollari, con ulteriori aiuti per la difesa e l’industria petrolifera.
Quindi è forse una combinazione della nostra bellicosità verso una consistente parte del mondo e della nostra generosità verso i meno bisognosi che disturba i cinesi, come anche i giapponesi che la settimana scorsa hanno alzato l’interesse sullo yen di 25 punti base, causando una slavina sui mercati. Dopotutto non vogliono mica perdere la camicia attaccando le loro monete alle code della nostra.
Se pensate che stia esagerando lasciate che vi indirizzi alla Newsletter dell’analista finanziario Lindsey Williams su La Condizione del Dollaro, dove ha anche alcune aggiunte da fare. “In cima alla nostra lista è la Cina. Hanno annunciato che rifiuteranno di accettare acquisti da parte di multinazionali americane sulla loro borsa come invece hanno fatto in passato. Inoltre la Cina non intende più acquistare le nostre obbligazioni né buoni del Tesoro. Le decisioni della Cina ed i conseguenti annunci all’inizio della settimana hanno mandato i mercati mondiali in panico.”
Williams continua così: “Inoltre l’OPEC si è riunita di recente ed anche loro hanno dichiarato che diversificheranno le monete usate invece di usare solo il dollaro americano. Cominceranno ad accettare altre monete ed a limitare il commercio di petrolio attraverso il dollaro.”
E se questo non bastasse c’è questo… “Secondo un sondaggio sponsorizzato dalla Royal Bank of Scotland Group PLC, la seconda banca del Regno Unito, le banche centrali di tutto il mondo stanno sempre più diversificando le loro riserve, e tagliando sulle scorte di dollari americani. Secondo un’indagine condotta dalla Central Banking Publications Ltd tra settembre e dicembre ‘l’Italia, la Russia, la Svezia e la Svizzera hanno condotto “cambiamenti sostanziali” sulle scorte per il cambio valute in favore dell’Euro e della sterlina inglese.’ ‘Le banche centrali ammettono apertamente che stanno diversificando per migliorare i ritorni e ridurre la dipendenza da un’unica moneta’ ha detto Sean Callow, senior stratega di valuta alla Westpac Banking Corp. di Singapore. Non c’è dubbio che quando dicono ‘diversificare’ intendono ‘vendere dollari’.” Purtroppo non sono solo io.
Williams racconta inoltre “La settimana scorsa un’amica mi ha detto di aver chiamato il presidente della sua banca in Vancouver, BC, e che si è dichiarato d’accordo su tutto quello che sto dicendo sul dollaro. Quello che mi ha sconvolto di più è stato il suo commento in cui le ha detto che la sua banca si sta preparando per il collasso del dollaro americano!”
Williams conclude con questo suggerimento: “Cari amici, vi invito a strutturarvi e ad uscire dal dollaro liquido immediatamente. Vi invito ad uscire dalle borse e ad investire in beni reali come proprietà terriera, oro ed altri. Proteggete la vostra famiglia fondando vere e proprie Società e Fondazioni Internazionali che proteggano le vostre finanze.”
Per il lavoratore americano medio, pensionato, disabile o utente dei sussidi, questi suggerimenti offrono scarso se non zero interesse. Questi avvertimenti suggeriscono che gli americani dovrebbero immediatamente chiedere l’impeachment di Bush, Cheney e di membri chiave della loro amministrazione per la loro totale incompetenza. Sono loro gli architetti del saccheggio e del potenziale collasso del sistema finanziario americano.
Inoltre dovremmo tutti accendere un cero per l’apparizione del Franklin Roosevelt odierno, chiunque sia, e qualunque sia l’angolo da cui spunterà. Abbiamo bisogno di un individuo con il coraggio, l’intelligenza, le visione e l’umanità di FDR per rimettere in piedi questo paese, anche nel caso dello scenario finanziario peggiore.
N.B.: Vorrei aggiungere che non provo alcuna gioia nel portarvi queste notizie. Sono ancora più dolorose in quanto scrissi la prima versione di questo articolo sul computer di mio figlio e lo mandai poi via email al mio, che stavo ripulendo da un brutto Trojan che qualche squilibrato mi aveva mandato. Non è stato il primo e non sarà l’ultimo. Il fatto è che nel passaggio dal computer di mio figlio al mio l’articolo è stato censurato da Outlook Express e reso non più disponibile. Così l’ho riscritto da capo, inasprendolo un po’. Inoltra.
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Jerry Mazza è uno scrittore freelance. Vive a New York.
Jerry Mazza
Fonte: http://onlinejournal.com/
Link: http://onlinejournal.com/artman/publish/article_1857.shtml
16.03.2007
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di DANIEL MONTI