DI GARY CORSERI
Thomas Paine’s Corner
Negazione
dell’Olocausto, revisionismo, religione, censura e guerra
“Guai
a coloro che chiamano bene il male e male il bene, che cambiano le tenebre
in luce e la luce in tenebre”. –
Isaia
“Indegna d’uomo è la vita senza ricerca”.
– Socrate
“In ultima analisi, la guerra è sempre un tradimento”.
– Chris Hedges
“Un universo statico non è fisicamente
autoconsistente. Il sole non può splendere per sempre”.
— James Peebles, Professore Emerito di Fisica, Princeton University
“Oserò
Turbare
l’universo?
In
un attimo solo c’è tempo
Per
decisioni e revisioni che un attimo solo rovescerà”.
—
T.S. Eliot
L’11 luglio l’autore William Blum mi ha inoltrato via e-mail un
articolo del Washington Post su Ken Meyercord. Fredrick Kunkle, un giornalista
del Post, descriveva Meyercord come un sessantacinquenne con un “impiego
high tech al Freddie Mac, uno show di una televisione locale a carattere
partecipato … e una lunga storia di registrazione scritta di quelli
che dichiara siano i ‘miti’ dell’Olocausto”. Meyercord, proseguiva
l’articolo, sperava di ottenere “un seggio at
large nel direttivo dell’Associazione Cittadini di Reston, un
ente parastatale … per una comunità di 60.000 abitanti che, ufficialmente,
non è un comune”. Fondamentalmente, Reston2 è una periferia
di Washington D.C. in Virginia.
Avevo conosciuto Meyercord alcuni mesi prima, in occasione di una kermesse
politica a Washington. Gli sponsor del party esultavano per l’insediamento
di Obama. Essendo più cinico della maggior parte dei convenuti, mi
ero agganciato alle code del frac di Blum per l’invito… inventandomi
chauffeur con il mio vecchio furgoncino. Incontrai Medea Benjamin, Meyercord
con la consorte palestinese Samira, e qualche altro invitato degno di
attenzione. Nessuno di quelli con cui parlai o di cui mi capitò di
cogliere la conversazione mi parve eccessivamente radicale o pericoloso.
Alcuni di loro (ma non le persone che ho menzionato sopra) mi sembrarono
oltremodo ingenui nel ritenere che un’elezione avrebbe modificato
la direzione del nostro moderno Impero.
Alcuni
mesi dopo, il mio amico Blum ed io ci trovavamo all’incontro con l’autore
Eduardo Galeano alla libreria indipendente Politics and Prose, sempre
a Washington D.C. Lì incrociammo Meyercord, e si decise di cenare cinese
in un locale vicino. Fu allora che Meyercord mi parlò del suo show,
anche se gran parte della conversazione verté più sull’anatra alla
pechinese che sulle agrodolci questioni dell’attuale politica imperialista.
È
probabile che Meyercord mi abbia accennato della sua candidatura alle
elezioni di Reston, ma non registrai l’informazione, assorbito com’ero
da un residente del Maryland che non riusciva ad ottenere di votare
in Virginia. I discorsi si mantennero sul conviviale, nessuno tentò
di fare del proselitismo, anche se, di fatto, nessuno avrebbe potuto:
Blum ha 75 anni e conosce tutti i trucchetti, e anch’io, con i miei
63, mi difendo bene.
Quattro
giorni dopo aver letto il primo articolo su Meyercord me ne arrivò
un altro, sempre di Fredrick Kunkle. Dopo il titolo, “Preferenze last-minute
fermano il ‘Revisionista’”, dal pezzo appresi che “La campagna
dell’ultim’ora volta a impedire a un sedicente revisionista dell’Olocausto
di ottenere una carica in un ente civico a Reston ha riscosso un vasto
successo. Ken Meyercord, che era stato l’unico candidato in lizza
per un seggio at large nel direttivo di 13 membri volontari dell’Associazione
Cittadini di Reston, ha conquistato solo 23 voti dopo la forte reazione
negativa suscitata dalle sue provocatorie esternazioni sugli ebrei”.
Debra Steppel, organizzatrice della campagna che invitava a dare la
propria preferenza anche a candidati non direttamente indicati nella
scheda elettorale, lo ha definito “un risultato fantastico”.
Kunkle
riportava che Meyercord aveva “elegantemente riconosciuto la sconfitta”
e si era congratulato con la Steppel per il suo impegno, benché la
ritenesse “male informata”. L’articolo osservava poi che Meyercord
e la moglie vivono a Reston dal 1977, e che in “scritti e interviste”
aveva espresso il dubbio che la Germania nazista avesse una “missione
per sterminare gli ebrei in Europa, un piano noto come Soluzione Finale”.
Meyercord aveva anche negato che i nazisti abbiano usato camere a gas
per uccidere gli ebrei, e si dichiarava “scettico sul fatto che il
numero delle vittime dell’Olocausto ammontasse a 6 milioni”.
A questo punto la vicenda aveva polarizzato la mia attenzione, e chiesi
a Meyercord di inviarmi alcuni suoi scritti. Di origini in parte ebree,
e con una famiglia allargata che annovera tra i suoi componenti sionisti,
anti-sionisti, nonché indifferenti, ignoranti e in divisa, da ammiratore
di Paine e Thoreau, Martin Buber, Rilke e Hesse, da uomo estremamente
interessato al mondo in cui vive e alla psicologia umana, volevo capire
meglio questa tempesta in un bicchier d’acqua che si stava scatenando
a Reston, e come ciò potesse essere messo in relazione con il nostro
confuso, violento e insidioso macromondo moderno.
Scorrendo
il lavoro di Meyercord, lo trovai più apologetico che infocato. In
“In Search of a Holocaust Denier”, Meyercord scrive: “Quanto vorrei
qui presentare è una spiegazione ragionata (in verità un appello)
che aiuti ad analizzare tutti gli aspetti della storia dell’olocausto,
in un’atmosfera priva di rancore, d’intolleranza, e di intimidazioni.
Ritengo che dalla storia si possa imparare, e ritengo che, facendolo,
potremo avere un mondo migliore. È chiaro che per imparare dalla nostra
storia dovremo possedere una comprensione precisa degli accadimenti…”.
Meyercord
descrive come l’immagine dei nazisti “al passo dell’oca […]
e che salutano dicendo siegh heil” come Hollywood e gli altri
media ce li hanno innumerevoli volte dipinti abbia gettato ben poca
luce su “come un uomo come Hitler abbia mai potuto assurgere al potere
in un paese tra i più avanzati al mondo”. Meyercord deplora il fatto
che così poco abbiamo imparato dall’epoca nazista, osservando che
il Ministro degli Esteri d’Israele [Avigdor Lieberman] ha sostenuto
la deportazione di tutti i Palestinesi dalla Terra d’Israele (ארץ
ישראל, Èreṣ
Yisraèl)3. Coloro che si sono permessi di sfidare l’ortodossia
dell’olocausto si sono trovati emarginati nel vuoto creato attorno
a loro dal mondo accademico (com’è accaduto a Norman Finkelstein
negli Stati Uniti) oppure imprigionati (come David Irving in Austria)!
E in quello stesso tono assennato, quasi apologetico, si domanda: “Non
sarebbe meglio dissipare il velo di credenze che circonda l’olocausto
proprio ora che l’antisemitismo è un fattore trascurabile nella società
americana, piuttosto che in un qualche futuro in cui tempi più duri
potrebbero indurre gli americani disperati e incolleriti a cercare un
capro espiatorio?”
E
qui chiudo la parentesi sull’approccio di Meyercord. Non si presenta
come un persuasivo affabulatore che voglia propinarci il neonazismo.
Le sue argomentazioni sono ben ragionate e di gran lunga meno infiammate
e provocatorie, ad esempio, di quelle di Limbaugh, O’Reilly, Hannity
o Coulter. Meyercord indirizza i suoi lettori (me compreso, in una sua
breve intervista telefonica) a due siti web per un approfondimento sulla
questione:
e
Meyercord si autodefinisce “revisionista”, non un negatore dell’olocausto.
E osserva: “Ciò che fa sì che i revisionisti siano travisati e diffamati
dai sostenitori della teoria è la loro negazione di tre componenti
della storia dell’olocausto:
1.
che esistesse un piano per sterminare gli ebrei noto come “Soluzione
Finale”;
2.
che nella realizzazione di tale piano siano state usate camere a gas;
e
3.
che in conseguenza a ciò siano stati uccisi non meno di sei milioni
di ebrei.
L’autore
ci espone la sua confutazione della “storia dell’olocausto” che
attualmente prevale e ci rinvia ad altre fonti per maggiori dettagli.
La
domanda che ora mi sento obbligato a porre è quanto tutto ciò
sia pertinente per il nostro mondo post-9/11.
È
pertinente perchè il passato è il preludio, e chi non trae lezioni
dal proprio passato, come disse Santayana …già sapete come termina
l’aforisma1.
È
pertinente perchè uccideremmo per difendere la santità dei nostri
miti (religiosi, ideologici, nazionalistici/patriottici che siano),
piuttosto che distruggere gli idoli delle nostre percezioni … e delle
nostre percezioni erronee.
È
pertinente perchè le idee di un uomo riflessivo su un dogma storico
o religioso sono irrilevanti per l’esercizio delle sue responsabilità
e doveri di cittadino in un’organizzazione civica locale.
È
pertinente perchè ogni dittatorucolo che compaia sulla scena (un
Noriega, un Saddam Hussein) e che esca dalle grazie del regime imperialista
statunitense, e ogni leader populista (un Ahmadinejead, un Hugo Chavez,
un Fidel Castro) viene invariabilmente paragonato a Hitler e minacciato
di un cambio di regime o di vedersi “spazzare via il suo paese dalle
carte geografiche”, se questo non sia, di fatto, già stato invaso.
Hitler è divenuto lo standard di riferimento del male … e quell’incubus
colora ogni altra forma di male. Abbiamo trovato la personificazione,
l’incarnazione del male, dell’ignoranza e della brutalità, e abbiamo
assolto le istituzioni, le forme sociali e i meccanismi di controllo,
le psicologie e le isterie a tutt’oggi molto presenti.
È
pertinente perchè la maggior parte degli americani non sa un bel
niente del sionismo o del ruolo avuto dal nazionalismo ebreo nel periodo
precedente la prima guerra mondiale, dello smembramento dell’Impero
ottomano, del disastroso trattato di Versailles, della Dichiarazione
Balfour, e così via (Meyercord, in effetti, non ne fa cenno alcuno
nel suo scritto, né nelle sue interviste a me o a Fred Kunkle del Washington
Post).
È
pertinente perchè se morirono 6 milioni di Ebrei, o ne se morì
un milione… ancora non vi è nessuna giustificazione per l’esproprio
del territorio, delle risorse, del paese di un altro popolo (da mia
madre ho imparato fin da piccolo che “due torti non fanno un dritto”).
Il
circoscritto parapiglia che ha coinvolto Meyercord in un sobborgo del
distretto di Columbia ci lascia con tre grosse questioni sulle quali
ponderare:
1.
una questione di censura
2.
una questione morale
3.
i dati storici
La
campagna della signora Steppel e i votanti di Reston hanno tentato di
censurare le parole e le convinzioni di Meyercord. Non hanno votato
in base alle competenze di quest’uomo, alla sua disponibilità e capacità
di servire la comunità locale. Hanno votato contro le sue idee, alle
quali era giunto dopo un attento esame delle prove, della sua vita e
dei dettami della sua coscienza. Meyercord ha vissuto per sei mesi a
Beirut, ha viaggiato in Israele, è da tempo e felicemente sposato a
una donna Palestinese. Insieme hanno cresciuto due figli, i quali hanno
frequentato le scuole pubbliche di Reston. Queste singolari esperienze
hanno senza dubbio arricchito il suo pensiero. In quale modo la censura
e l’espurgazione giovano all’interesse pubblico? Nel nostro intrecciato
mondo, non ci sentiremmo tutti più sicuri se cercassimo di protenderci
e tentare di comprendere “l’Altro”?
La
questione morale si è spesso ridotta a “la mia sofferenza è
migliore della tua”. Usare la sofferenza in questo modo poco o niente
ha a che vedere con la moralità, e c’entra invece molto con il dogma
religioso. È sofferenza come giustificazione … per risarcimenti scandalosi
(ad esempio contro i Tedeschi, non più colpevoli della prima guerra
mondiale dei Britannici, dei Francesi, degli Americani, dei Russi).
È sofferenza usata come fondamento logico ultimo dell’homo homini
lupus”, “natura, rossa di zanne e d’artigli”, eccetera eccetera.
È sofferenza commemorata come stasi (ecco James Peebles: “Un universo
statico non è fisicamente autoconsistente). È sofferenza come razionalizzazione
per il perdurare degli imperi della distruzione, causare distruzione
e cercare vendetta su altri innocenti, per il perdurare di tutto quest’orribile
processo (“Chiameranno bene il male e male il bene.
Cambieranno le tenebre in luce e la luce in tenebre”).
E
per quanto concerne i dati storici, beh, è sempre stata una faccenda
piuttosto fumosa. In tutta la mia vita, Dio non mi ha mai parlato da
in mezzo al turbine, e da 46 anni attendo di scoprire cosa realmente
accadde in quel 22 novembre del 1963. Einstein affermò che Dio non
gioca a dadi con l’Universo, e Bohr rispose ad Einstein di piantarla
di dire a Dio che cosa fare con i suoi dadi. Magari Dio non ci gioca,
a dadi, ma Egli/Ella/Esso/Essa di sicuro tiene le sue carte vicine al
suo petto/seno/ineffabile mistero.
Questo
significa che devo continuare a scavare. Devo continuare a turbare l’universo,
controllare gli appunti e rivedere i miei memi, perchè in un universo
in espansione io non partecipo agli eventi cosmologici, ma posso almeno
giocarmi la mia parte lillipuziana e contribuire allo sviluppo della
consapevolezza e della coscienza. “In ultima analisi, la guerra è
un tradimento”, come Hedges succintamente e profondamente scrive,
e ho bisogno di capire come mai e in quale modo una specie con una tecnologia
così magnificamente evoluta sia ferma, quando si tratti d’interazione
con altri esseri senzienti, all’Età della Pietra e agli Dei Celesti.
Che cosa succede? Quale mistero vi si cela?
Sei
milioni di vittime, o una sola vittima innocente … cosa ci spinge
a massacrare gli innocenti sotto Erode, a crocifiggere Cristo per i
nostri peccati, a condannare al rogo John Hus per empietà? Come possiamo
usare i numeri per giustificare la brutalità? Forse che la morte di
20 milioni di russi nella grande guerra patriottica ha legittimato lo
stupro di 2 milioni di donne tedesche da parte delle truppe russe nel
collasso del terzo Reich? Le voci dei fantasmi di dieci milioni di nativi
americani si elevano, invocando giustizia. Che sorta di risarcimento
potremo mai offrir loro? Milioni di africani, morti nella traversata
atlantica (il “passaggio di mezzo”) della tratta degli schiavi,
morti di fatica e sudore tra le canne da zucchero dei Carabi e le piantagioni
di cotone e tabacco del Nuovo (vecchio!) Mondo … quali monumenti dovremo
erigere in loro memoria, che cosa è loro dovuto?
Come
possiamo fare delle equivalenze? Io ho sofferto, la mia famiglia ha
sofferto, il mio popolo ha sofferto … quindi io ho il diritto di …
Fare che cosa? Vendicarmi? Sugli innocenti?
Sperare
in un perdono, concesso o ricevuto, significa probabilmente chiedere
troppo. Gli esseri umani, in generale, non sono fatti così. Tranne
che per alcuni rari santi, di solito siamo riusciti a crocifiggere a
testa in giù, bollire nell’olio, o assassinare con migliaia di coltellate.
Ma
forse possiamo sperare nella chiarezza, spezzare il circolo vizioso
del torto sul torto, cercando le verità, le cause recondite, attraversando
il turbinio della confusione per ristabilire la verità … perché
in questa mescolanza di vita pulsante chiamata Terra, sempre più sembra
che faremmo meglio a remare insieme per non affondare tutti. E sempre
più sembrano valere le parole di Eugene Debs, che tanto e così bene
disse, e che disse anche questo, in modo così appropriato: “Finché
esisterà un’anima in prigione, io non sarò libero”.
Cos’altro
se non conoscere la storia vera della mente e del cuore dell’uomo
… può riscattarci, proiettare una luce nelle tenebre della terra
incognita, affrontando i nostri demoni, facendoci distendere le
ali e sgusciare dalla crisalide di cotanta ignoranza, sete di sangue
e di potere, arroganza, pavidità, bramosia e stupidità?
1[…
è condannato a riviverlo]. Santayana…
2
Reston (Nord Virginia) è un esempio di “città privata”, o “privatopia”,
una comunità residenziale i cui abitanti hanno deciso di privatizzare
le aree comuni, gestendo i terreni edificabili, i trasporti e i servizi,
secondo regole di sicurezza, prestigio ed elevata qualità della vita.
3
L’autore si riferisce qui all’espressione integrale,
Èreṣ
Yisraèl, (ארץ ישראל) HaShlema, ove HaShlema, Ha-Shlema
o Ha’Shlema significa “tutta, completa”, da cui la resa inglese
“greater”.
Gary
Corseri ha pubblicato i suoi lavori in centinaia di
siti, tra cui After Downing Street, CounterPunch, The New York Times,
Village Voice e Dissident Voice. Ha presentato
le sue opere al Carter Presidential Library and Museum e
i suoi drammi sono stati diffusi, tra gli altri, dalla PBS-Atlanta.
Ha insegnato in prigioni e università.
Tra i suoi libri vi sono: Holy Grail, Holy Grail; A Fine Excess,
e Manifestazioni (antologia da lui redatta).
Gary Corseri
Fonte: http://civillibertarian.blogspot.com/
Link: http://civillibertarian.blogspot.com/2009/07/disturbing-universe-holocaust-denial.html
23.07.2009
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SHEILAB