DI GAIL THE ACTUARY
Our Finite World
Il mese scorso tre riviste peer-reviewed
hanno pubblicato articoli collegati alla limitatezza delle forniture
mondiali di petrolio:
1. su Science, Technology is Turning U.
S. Oil Around But Not the World’s,
di Richard A. Kerr;
2. su Nature, Climate Policy: Oil’s
Tipping Point has Passed, di James Murray e David King; e
3. su Energy, Oil Supply Limits and the
Continuing Financial Crisis,
di Gail Tverberg.
Il fatto che questi articoli siano
stati pubblicati è significativo, perché gli articoli sulla
stampa mainstream, come il recente pezzo di Bloomberg Peak Oil Scare Fades as
Shale Deepwater Wells Gush Crude,
sembrano suggerire che i nostri
problemi petroliferi siano passati. Mentre la situazione della fornitura
negli Stati Uniti può essere un po’ migliore, la situazione mondiale
è ancora davvero difficile, e i prezzi del petrolio sono ancora molto
alti in tutto il mondo.
Inoltre, gli altri prezzi del petrolio
tendono ad avere un effetto recessivo e possono portare a default
sul debito. Questi problemi sono descritti sopra nel secondo e terzo
articolo prima citati. C’è quindi, un’opportunità sostanziale che
gli altri prezzi del petrolio alti stiano contribuendo ai problemi di default sul
debito Europa, e possano
presagire una bassa
crescita economica mondiale.
In questo post, descriverò brevemente
questi articoli.
Su Science, Technology is Turning
U. S. Oil Around But Not the World’s,
di Richard A. Kerr
Questo articolo suggerisce che anche
le stime più ottimistiche, come la recente Energy Outlook to 2030 di
BP, prevede una piccola crescita della produzione di petrolio non convenzionale
non-OPEC da qui al 2030 (Figura 1).
Figura 1. Le previsione per il petrolio di BP, da BP Energy Outlook to 2030
Noi siamo quindi dipendenti dalla crescita
del greggio e dei gas naturali liquidi dell’OPEC, che non sono assicurate,
date le incertezze politiche del Medio Oriente. Mentre i progressi della
tecnologia stanno rendendo possibile una nuova produzione petrolifera
negli Stati Uniti, questa crescita dovrebbe compensare i cali nei giacimenti
esistenti in tutto il mondo. C’è una forte tentazione, tra coloro che
utilizzano la nuova tecnologia, di fare previsioni con una “sovrabbondanza
di ottimismo“. La storia ci mostra che la produzione di petrolio
degli Stati Uniti è in calo dal 1970 (Figura 2).
Figura 2. Storia della produzione di greggio degli Stati Uniti, in base ai dati dell’EIA (simile, ma non identico, al grafico mostrato nell’articolo di Science).
Su Nature, Climate Policy: Oil’s
Tipping Point has Passed,
di James Murray e David King
Secondo gli autori:
C’è
una minore produzione di combustibili fossili a disposizione di quanto
molte persone credono. Dal 2005 la produzione di greggio convenzionale
non è aumentata fino a soddisfare la domanda. Noi ipotizziamo
che il mercato del petrolio ha raggiunto una nuova condizione, simile
a una transizione di fase in fisica: la produzione
è ora “anelastica”, incapace di rispondere a un aumento della domanda,
e questo porta a oscillazioni di prezzo furiose. Le altre risorse di
combustibili fossili non sembrano capaci di compensare la differenza.
Questi forti picchi nel prezzo dei
combustibile possono causare crisi economiche, e hanno contribuito a
quella che il mondo sta cercando di superare.
È improbabile che l’economia del futuro possa riuscire a sostenere
i prezzi petroliferi che sono all’orizzonte. Solo spostandosi dai
combustibili fossili, ci potremmo garantire una prospettiva economica
più robusta e risolvere le sfide del cambiamento climatico. Sarà
una trasformazione di decenni che va iniziata immediatamente.
L’articolo parla di come gli altri
prezzi del petrolio erodano i bilanci familiari, ed suggerisce la probabilità
che non sia stata solo la “stretta creditizia” a provocare la recessione
del 2008. Anche la stretta dei prezzi del petrolio ha avuto la sua parte.
Un’affermazione dall’articolo riassume
un problema di questi giorni:
Il prezzo di petrolio potrebbe aver
contribuito alla crisi dell’euro nell’Europa meridionale.
Su Energy, Oil Supply Limits and
the Continuing Financial Crisis,
di Gail Tverberg
Questo è un articolo che ho scritto
all’inizio del 2011, e non è stato pubblicato ufficialmente fino
al gennaio 2012. L’articolo può essere al momento scaricato gratuitamente,
è il quinto articolo di questa
lista di articoli dell’uscita
di gennaio.
Nel testo, piego, perché ci si
può aspettare che gli altri prezzi del petrolio possano provocare
difficoltà economiche di vario genere. Se i consumatori stanno spendendo
più per il caro petrolio (e per il caro cibo, perché i due costi tendono
ad andare insieme), dovranno ridurre le spese voluttuarie, come andare
al ristorante, fare le vacanze e compransi un’auto nuova. I lavoratori
dei settori colpiti verranno licenziati.
Ci saranno anche impatti indiretti.
Le persone che sono state licenziate riusciranno sempre meno a rimborsare
i propri prestiti, e le persone dovranno fare i conti mese per mese,
vedendo come i costi di trasporto sono sempre più alti così come quello
per gli alimenti. Coloro che hanno contratto un mutuo sub-prime
saranno quelli che in modo sproporzionato non riusciranno a pagare,
dato che erano i candidati meno qualificati per il credito.
Gli alti prezzi del petrolio possono
essere impattare i prezzi degli immobili. In parte, ciò può accadere
perché è meno probabile che le persone con costi fissi sempre più
alti (trasporti e cibo) vogliano comprare una casa migliore. Di conseguenza,
ci sarà un abbattimento della domande per le abitazioni, e quindi per
i prezzi di vendita. Inoltre, quando salirono i prezzi del petrolio
nel periodo 2004-2006, la Federal Reserve aumentò i tassi di
interesse nel tentativo di far ribassare i prezzi petroliferi. Anche
i tassi di interesse più alti ridussero la domanda di immobili. Io
evidenzio che la tempistica nel calo dei valori immobiliari negli Stati
Uniti corrisponde con quello che ci si potrebbe aspettare, ossia che
gli altri prezzi del petrolio e le iniziative prese dalla Federal
Reserve in risposta gli altri prezzi del petrolio abbiano causato
il calo dei valori immobiliari.
Fonte: Three Major Journals Publish Articles on Limited World Oil Supply
12.02.2012
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SUPERVICE