DI AMBROSE EVANS-PRITCHARD
Telegraph.co.uk
Mi è stata appena spedita una
copia del saggio di Amitai Etzioni “China:
Making an Adversary”
pubblicato su International Politics. È in giro già da un po’
di tempo, ma mi è nuovo e non sarà stato visto da molti lettori del
Telegraph.
c
Come tutti sapete, Washington (e l’Occidente)
è profondamente divisa su come occuparsi della rinascita spettacolare
della Cina. È di gran lunga il problema più importante di geopolitica
del XXI secolo. È uno che non ci possiamo permettere di prendere per
il verso sbagliato, e gli errori fatti oggi potrebbero risultare irreversibili.
È stato coniato un nuovo termine,
il “contenimento della Cina“, utilizzato da quelli
che pensano che la crescita dell’economia e del settore militare di
questo paese – combinate con una nuova ’“attitudine truculenta”
– stia potenzialmente minacciando gli Stati Uniti tanto da costringerli
a riarmarsi e a riorganizzare la sua struttura di alleanze globali come
polizza di assicurazione.
Questi falchi del “contenimento”
citano le seguenti ragioni:
• Il bilancio della difesa cinese
è cresciuto ogni anno del 12,9% dal 1996 al 2008, mentre il PIL è
salito del 9,6%. Un documento della task force
del Dipartimento di Stato ha concluso che “sta procedendo a
un ritmo tale da preoccupare anche avendo l’interpretazione più
benevola delle motivazioni” cinesi.
• Le forze armate degli Stati Uniti
hanno avuto un rapido declino. La marina militare degli Stati Uniti
è passata da 780 navi nel 1989 alle 280 di oggi, la flotta più esigua
dal 1916. Le forze armate statunitensi devono affrontare un “disastro”
(Hadley e Perry 2010).
• La Cina sta sviluppando capacità
“asimmetriche“, specificamente progettate per contrastare
gli Stati Uniti. Citano i sistemi di impedimento A2/AD, così come i
missili balistici antinave introdotti per impedire l’accesso degli alleati
degli Stati Uniti nel teatro del Pacifico. Ciò potrebbe costringere
i gruppi di portaerei statunitensi a ritirarsi nel mezzo dell’oceano,
rendendo la nazione impotente di fronte a una crisi o obbligandola a
prender parte a una pericolosa intensificazione del bombardamento del
continente.
• La Cina sta incrementando la presenza
nel Mar Cinese Meridionale, avendone dichiarato una gran parte “Zona
Economica Esclusiva”, arrivando a disturbare le imbarcazioni da pesca
per chiarire il concetto. “Quando sarà
evidente, dopo alcuni anni o un decennio, che gli Stati Uniti non potranno
difendere credibilmente Taiwan, la Cina potrà
indirizzare le proprie energie navali oltre la prima catena di isole
nel Pacifico verso la seconda (Guam) e in direzione opposta nell’Oceano
indiano“, ha scritto Robert Kaplan. (Personalmente, ritengo
che simili argomentazioni non riescano a comprendere il significato
nevralgico di Taiwan nella psiche cinese, soprattutto da quando il Kuomintang vi stabilì la propria base “bianca”. Considerare l’isola come un avamposto per un’espansione è un salto di immaginazione.)
• Alcuni aggiungerebbero che l’improvvisa restrizione delle esportazioni di terre rare della Cina che vengono utilizzate nell’industria ad alta tecnologia mostra la vera faccia del paese e il non volersi attenere alle regole basilari del commercio (anche se metterei questo episodio nell’ambito delle castronerie, più che
in quello della cospirazione).
Contro questi argomenti, i “ravvicinatori” ritengono che queste affermazioni sono esagerate, o fondamentalmente errate:
• Il Dipartimento della Difesa degli
Stati Uniti sovrastima il bilancio militare cinese a 150 miliardi di dollari. Il Database delle Spese Militari dello Stockholm Peace Institute
lo fissa a 100 miliardi. La spesa della difesa cinese come parte del
PIL è stata costante, crescendo dell‘8% in linea con l’economia.
• I sottomarini nucleari cinesi sono
un insuccesso, e sembra siano così chiassosi da essere un bersaglio facile.” La sua flotta armata nucleare è desueta. Il suo nuovo stealth fighter sarà operativo solo fra alcuni anni. Ha 186 testate nucleari paragonate alle 1550 schierate negli Stati Uniti.
• La Cina è fortemente isolata in
termini militari. Gli Stati Uniti hanno alleati di vario genere in Giappone,
Corea del Sud, Singapore, Malaysia, Filippine, Indonesia, Thailandia, India e ora addirittura il Vietnam.
• Il paese ha dato una forte spinta
per incrementare i legami cooperativi con i vicini attraverso l’ASEAN. Ha già risolto 17 delle 23 dispute territoriali nella regione, in molti casi con termini moderati.
• L’approccio prevalente del Partito
Comunista Cinese vide con favore che l’Unione Sovietica andasse in bancarotta nella corsa rovinosa agli armamenti contro gli Stati Uniti.
• La Cina non ha utilizzato i suoi
due trilioni di dollari di debito statunitense Stati Uniti come leva di potere (anche se non potrebbe farlo senza alzare il valore dello yuan, visto che le riserve sono il lato B della sua politica monetaria mercantilista).
Potrei aggiungere che la Cina è la
società che sta invecchiando più rapidamente al mondo. La politica di restrizione delle nascite ha creato una nazione di figli unici, e le famiglie non li sacrificheranno con leggerezza per un’avventura militare. I poteri emergenti giungono quasi invariabilmente dal recente passato di grandi famiglie.
Il paese non ha alcuna storia moderna di espansionismo territoriale (lasciando da parte la storia complessa del Tibet… sotto sovranità cinese per ottocento anni finché la Cina cadde a pezzi nel XIX secolo, e i britannici si videro poi impigliati
nel Grande Gioco).
Il professore Etzioni ritiene che gli
Stati Uniti e l’Occidente hanno tempo a sufficienza per perseguire il “contenimento di Pechino”: lavorare partendo dall’idea che la crescita della Cina sia essenzialmente positiva e fare tutti gli sforzi per inserire la Cina nel sistema globale come azionista a pieno titolo. Solo se dovesse fallire, l’Occidente dovrà tornare al tavolo da disegno.
Considerando la Cina un nemico, i falchi rischiano di provocarla. Una simile politica rafforza i radicali nelle
lotte di potere in Cina.
In passato ho parlato di una cattiva
condotta nei riguardi della Germania Guglielmina nel periodo che ha
preceduto la Prima Guerra Mondiale, lanciando un avvertimento di quello
che potrebbe andare storto se le potenze dello status quo (all’epoca
la Gran Bretagna) giocheranno male al proprio turno. La politica di
contenimento alimentò la paranoia di accerchiamento del Kaiser.
Ci sono sicuramente paralleli superficiali,
l’acciaio della Cina e la produzione industriale sta esplodendo con
lo stesso ritmo della Germania dal 1880 al 1910; ma più ci penso, e
meno mi sembra calzante. La Germania stava raggiungendo rapidamente
il Regno Unito per tecnologia e reddito pro capite, e stava rivaleggiando
con la Royal Navy in termini assoluti.
Ma il paragone è comunque ingiusto
per la Cina. Il Kaiser volle sconvolgere l’ordine europeo. Il
suo generale personale aveva formulato in dettaglio il Piano di Schlieffen
per attaccare Francia e Russia, e lo attivò quando a Sarajevo fu offerto
un pretesto (“il regalo da Marte“, come notoriamente
rivelato negli archivi del gruppo dei generali).
La Cina è ancora povera, con
un reddito pro capite di solo 7000 dollari. Dovrà affrontare
fra pochi anni la “trappola dei redditi medi” quando
l’agevole cernita della crescita sarà esaurita. Il paese dovrà presto
passare dal copiare tecnologia alle invenzioni di primo mano, una sfida
che ha sconfitto tante economie nel corso degli anni e che si è fatta
gioco di tante curve di estrapolazione.
Come ha avvertito la Banca Mondiale
nel suo ultimo rapporto (uscito lunedì), la Cina rischia di cadere
con un tonfo a meno che non rompa la morsa statale sugli investimenti.
La mia ipotesi è che la Cina
supererà una piccola sbornia quando si purgherà delle tossine
dovuta alla grande boom del credito degli ultimi cinque anni prima di
giungere a tassi di crescita più umani. Sarà una grande potenza economica,
ma non così enorme da rovesciare l’intero sistema globale. Rischia
di diventare vecchia prima di essere ricca.
Io sono fondamentalmente dalla parte
di Etzioni, come lo sono Barack Obama e David Cameron. Coloro che spingono
per un contenimento radicale sono francamente pericolosi, e fomentano
componenti paranoiche nella cultura cinese che per ora sono in larga
parte sopite.
Cerchiamo di agire per la riconciliazione,
nel vecchio stile.
Per favore, sgridatemi se ho torto,
e sono benvenuti i commenti dei lettori cinesi.
Fonte: Treating China as an enemy
24.02.2012
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SUPERVICE