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La Redazione

 

LE STRATEGIE DI GOVERNO BRITANNICHE: LE SETTE RELIGIOSE

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A cura di Redazione CDC
Il 14 Maggio 2024
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STRATEGIE DI GOVERNO BRITANNICHE: LE SETTE RELIGIOSE

Di Leonid Savin, orientalreview.su

La Gran Bretagna ha una lunga storia di creazione di reti di agenti segreti, di sovversione di altri Paesi e di creazione di movimenti per procura. La religione sempre ha giocato un ruolo significativo nelle operazioni di influenza di Londra, visto che doveva tenere in considerazione le identità delle comunità e dei popoli con cui comunque doveva interagire.

In Inghilterra esistevano diverse sette che davano interpretazioni diverse della Bibbia e degli insegnamenti cristiani. Nacquero così i Battisti (sostenitori del battesimo degli adulti), i Cercatori, i Diggers, i Ranters, i Quaccheri, i Brownisti (seguaci di Robert Brown), riformati in Indipendenti e molti altri ancora. Molti di essi ebbero vita breve, ma altri si espansero in tutto il continente e si fecero strada negli Stati Uniti, portando alla nascita di movimenti ancora più particolari. I disordini sociali non erano rari in Inghilterra e spesso si diffondevano in altri Paesi.

A questo si aggiungevano società segrete e confraternite di ogni tipo, che includevano l’aristocrazia e la borghesia locale. Tuttavia, c’è una differenza tra le turbolenze interne e la diffusione di concetti in varie nazioni. Come dimostra la storia, la Gran Bretagna è stata direttamente coinvolta nella proiezione di tali concetti nel mondo e di solito con specifici interessi geopolitici. Vediamo gli esempi più importanti e conosciuti.

Le origini del Sionismo

Dal XVI secolo esiste un movimento noto come israelismo britannico (anglo-israelismo), che sostiene la convinzione che gli inglesi siano discendenti delle dieci tribù perdute dell’antico Israele. Questo sistema combina idee pseudo-storiche e quasi religiose per affermare questa discendenza. Lo stesso re Giacomo VI della dinastia Stuart credeva di essere il re di Israele. L’avvocato e deputato inglese John Sadler, che fu anche segretario privato di Oliver Cromwell, aveva opinioni simili, anche se le combinava con idee del Millenarismo. Nel 1649 pubblicò The Rights of the Realm, dove giustificava la genealogia israelita degli inglesi.

Tali teorie continuarono nel XVIII e XIX secolo, quando vennero introdotti elementi di archeologia, linguistica e diverse tendenze occulte in voga all’epoca (piramidi, numerologia, connessa con la Cabala, ecc).

Va notato che l’israelismo britannico influenzò la teoria razziale e, in parte, servì come motivazione tra i protestanti degli Stati Uniti come ideologia della Predestinazione nel XIX secolo. E, d’altra parte, ebbe anche un’influenza significativa sia sui Pentecostali che sui Mormoni negli Stati Uniti alla fine del XIX secolo. Nel 1919 fu addirittura fondata a Londra la Federazione britannica-Israele-Mondo, che esiste ancora oggi. Il cosiddetto Sionismo cristiano è un’altra creazione britannica diffusasi negli Stati Uniti e ora gli aderenti a questa corrente sono politici di alto livello che sostengono Israele.

Vale la pena ricordare che la Gran Bretagna era stata all’origine dell’idea di creare uno Stato-nazione di Israele – la Dichiarazione Balfour (una lettera del ministro degli Esteri Arthur Balfour a Lord Walter Rothschild) risale al 1917 e, in seguito, il concetto era stato sostenuto da Francia, Italia e Stati Uniti e aveva costituito la base del Mandato britannico approvato dalla Società delle Nazioni.

È proprio dalla Gran Bretagna che hanno avuto origine gli impulsi che hanno aperto la strada al progetto sionista e alla diffusione delle nozioni di superiorità razziale. Nell’attuale Israele, queste idee sono percepite dalla classe dirigente come una giustificazione per qualsiasi oppressione dei palestinesi.

Il Wahhabismo

Il Wahhabismo, che prende il nome dal suo fondatore Mohammad Ibn Abdul-Wahhab (1703-1792) e che era nato nella metà del XVIII secolo nella regione centrale della penisola arabica, ha visto il coinvolgimento diretto degli inglesi sia nella sua nascita che nella sua crescita in epoca contemporanea. Mentre si trovava a Bassora, il giovane Ibn Abdul-Wahhab subì l’influenza e il controllo di una spia britannica sotto copertura, soprannominata Hempher,  uno dei tanti agenti inviati da Londra nei Paesi musulmani per destabilizzare l’Impero Ottomano e creare conflitti tra i musulmani. Hempher, fingendosi musulmano, si faceva chiamare “Mohammed” e aveva sviluppato una stretta amicizia con Ibn Abdul-Wahhab, fornendogli regolarmente denaro e regali. Lo aveva anche convinto del fatto che molti Musulmani dovevano essere uccisi perché avevano violato i principi fondamentali dell’Islam diventando “eretici” e “politeisti”. In una delle sessioni di lavaggio del cervello, Hempher gli aveva raccontato di aver fatto un sogno in cui il Profeta Maometto “baciava” Ibn Abdul-Wahhab tra gli occhi e gli diceva “tu sei il più grande”, chiedendogli di diventare il suo “vice” per salvare l’Islam dalle “eresie” e dalle “superstizioni”. Ibn Abdul-Wahhab, convinto della sua vocazione divina, iniziò a diffondere le sue idee a Uyayn, ma alla fine fu cacciato. Andò quindi a predicare in altri villaggi e fu raggiunto da Hempher con altre spie britanniche sotto copertura.

Gli agenti britannici riuscirono a convincere lo sceicco Diri, Mohammad al-Saud, a sostenere Abdul-Wahhab. Nel 1744, al-Saud unì le proprie forze con Ibn Abdul-Wahhab in un’alleanza politica, religiosa e matrimoniale. Grazie a questa alleanza tra loro e le loro famiglie, che esiste ancora oggi, nacque il Wahhabismo come movimento religioso e politico. Grazie a questo patto, ogni capo della famiglia al-Saud (Casa di Saud) ottenne la carica di Imam wahhabita (“capo religioso”), mentre a ogni capo della famiglia wahhabita fu garantito il controllo sull’interpretazione religiosa.

Fu poi creato un piccolo esercito di beduini che terrorizzò la Penisola araba e compì incursioni fino a Damasco e Kerbela (dove profanarono la tomba del martire Hussein bin Ali). L’obiettivo era quello di creare uno Stato saudita-wahhabita. Nel 1818, l’esercito egiziano del califfo Mahmud II spazzò via il clan wahhabita, ma i suoi seguaci covarono piani di vendetta e videro nella Gran Bretagna un alleato: nel 1848 il Wahhabita Faisal Ibn Turki al-Saud si rivolse agli inglesi per ottenere sostegno e nel 1866 la Casa wahhabita dei Saud firmò un trattato di “amicizia” con la Gran Bretagna. Ciò fece infuriare il clan al-Rashid, che entrò in guerra contro gli al-Saud, ma una parte del loro casato riuscì a fuggire e a trovare rifugio nel Kuwait controllato dagli inglesi.

All’inizio del XX secolo, l’Impero Ottomano si stava sgretolando e i britannici appoggiarono il nuovo imam wahhabita Abdulaziz, che, nel 1902, catturò Riyadh, facendo giustizia sommaria degli abitanti. Seguirono l’espulsione degli Sharif regnanti, discendenti diretti del Profeta Maometto, dall’Hijaz e spedizioni punitive, tra cui La Mecca e Medina.

Si ritiene che nei 30 anni di creazione dell’Arabia Saudita (fino al 1932), i fanatici sauditi wahhabiti abbiano ucciso e mutilato più di 400.000 arabi in tutta la penisola arabica e che più di un milione di residenti sia dovuto fuggire in altre regioni. L’imam wahhabita aveva poi dato il nome della propria famiglia al territorio catturato, chiamandolo Regno dell’Arabia Saudita. Tra l’altro, la schiavitù è stata abolita solo nel 1962, dopo numerosi scandali e pressioni da parte dell’Occidente.

Ahmadiyya

Nel 1889, Mirza Ghulam Ahmad fondò questa setta a Qadian (Punjab), nell’India occupata dagli inglesi. Egli si proclamò Mahdi, un messia cristiano, un’incarnazione del dio indù Krishna e il secondo avvento di Maometto (buruz), secondo la credenza di alcuni musulmani. La dottrina di questa setta è piuttosto eclettica: ad esempio, ritiene che Gesù abbia finto la sua morte e la sua resurrezione e che, in realtà, sia fuggito in India dove sarebbe morto all’età di 120 anni. Inoltre, la jihad (“guerra santa”) è ridefinita come una lotta contro i miscredenti, che dovrebbe essere condotta con metodi pacifici piuttosto che con mezzi militari violenti.

Non ci sono notizie ufficiali sul fatto che gli inglesi possano essere dietro la creazione di questa comunità. Tuttavia, è decisamente possibile, visto il loro modus operandi fin dall’inizio della conquista del subcontinente indiano, quando avevano messo i governanti locali l’uno contro l’altro e sostenuto quelli che vedevano come esecutori affidabili dei loro piani, indipendentemente dalle loro opinioni religiose. Da questo punto di vista, gli inglesi possono essere considerati indirettamente coinvolti nell’ascesa della Ahmadiyya.

È degno di nota il fatto che la Ahmadiyya Muslim fosse stata fondata in Gran Bretagna già nel 1913, con la costruzione di una propria moschea nel 1926. In Pakistan [i seguaci della Ahmadiyya] sono osteggiati, perchè non sono considerati ufficialmente Musulmani a causa dei loro bizzarri insegnamenti.

Nel complesso, è importante ricordare che l’influenza britannica ha avuto un impatto negativo sul futuro dell’Hindustan. Questo aveva portato inizialmente alla spartizione del 1947 in India e Pakistan secondo linee religiose, con tutti i conflitti che ne erano seguiti, compresa l’infinita disputa sul Kashmir.

Lo Sciismo britannico

L’ultimo movimento associato a Londra è noto come Sciismo britannico, guidato dai religiosi Mujtaba Shirazi e Yasser al-Habbib. A quanto pare, questo movimento è stato creato per screditare lo Sciismo in quanto tale, con un occhio di riguardo per l’Iran, il Libano e l’Iraq, poiché questi sono i Paesi che hanno molti seguaci dello Sciismo e che ospitano molti santuari.

Gli “Sciiti” britannici considerano i non Sciiti “idolatri” e insultano regolarmente diversi predicatori musulmani. Shirazi ha persino emesso una fatwa sulla necessità di uccidere i Sunniti.

Secondo la Guida suprema iraniana Imam Ali Khamenei, “individui come Shirazi e al-Habbib sono a disposizione dell’agenzia di intelligence britannica MI6 e vengono impiegati per istigare guerre settarie”. Nel gennaio 2015, il governo iraniano aveva chiuso gli uffici di 17 cosiddetti canali televisivi sciiti che trasmettevano via satellite con l’accusa di incitare al dissenso tra Musulmani sunniti e sciiti. Inoltre, il 4 giugno 2016, in Iran [l’Imam Ali Khamenei] aveva tenuto un sermone in cui predicava “la necessità di lottare contro lo sciismo britannico”.

Naturalmente, anche gli Stati Uniti utilizzano la governance religiosa per scopi politici. Oltre agli indici di libertà religiosa che definiscono i Paesi “autoritari”, anche il Consiglio Mondiale delle Chiese ha una chiara agenda politica e la lobby protestante influenza le decisioni del Congresso, del Dipartimento di Stato e della Casa Bianca. La scissione della Chiesa in Ucraina e la creazione di un organismo chiamato PCU (Chiesa ortodossa di Ucraina) con l’aiuto del Patriarca Bartolomeo, direttamente collegato agli agenti statunitensi, è un’altra conferma delle pratiche anglosassoni del principio piuttosto antico del “divide et impera”.

Di Leonid Savin, orientalreview.su

Leonid Savin. Analista geopolitico, caporedattore di Geopolitica.ru (dal 2008), fondatore e caporedattore del Journal of Eurasian Affairs (eurasianaffairs.net); capo dell’amministrazione del movimento eurasiatico internazionale. Ex caporedattore del sito e della rivista Katehon (2015 – 2017). Direttore della Fondazione per il monitoraggio e la previsione dello sviluppo degli spazi culturale-territoriali (FMPRKTP). Autore di numerosi libri di geopolitica, conflitti, relazioni internazionali e filosofia politica pubblicati in Russia, Ucraina, Spagna, Serbia e Iran.

03.05.2024

Fonte: https://www.geopolitika.ru/it/article/strategie-di-governo-britanniche-le-sette-religiose

Traduzione di Costantino Ceoldo per Geopolitika.ru

Revisione editoriale di Markus per comedonchisciotte.org

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