Strategia della tensione 2.0

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Alberto Conti

Comedonchisciotte.org

Iniziamo da una buona notizia: noi italiani, grazie all’esperienza degli anni ‘70, siamo in una situazione favorevole, direi quasi privilegiata, per meglio comprendere il fenomeno covid-19 nel suo complesso, e in particolare riguardo all’aspetto politico di tutta la questione.

Per dimostrare questa tesi prendo spunto dal seguente breve articolo, che occorre leggere con grande attenzione per poi commentarlo ed arricchirlo con i fatti dell’attualità inerenti alla questione covid, che ne ampliano enormemente la portata, che come sappiamo va ben oltre i confini nazionali.

Fonte e Link: https://anankenews.it/la-strategia-del-terrore-della-tensione-larte-psicologica-della-conservazione-del-potere/

Redazione- Il Dott. Romandini, in questo articolo, da esperto psico-sociologo spiega i meccanismi della ”strategia della tensione” che , negli anni settanta, si è affermata con forza nei movimenti estremistici: basti ricordare la strage di piazza Fontana del 1969 ad opera di terroristi di estrema destra a cui l’anno dopo risponderà il terrorismo di sinistra con la nascita della “Brigata Rossa” che, in seguito, prenderà il nome di Brigate Rosse legate all’estremismo di sinistra:

  • Il metodo della Strategia della tensione era il confezionamento di attentati stragisti congegnati in modo tale da farli apparire ideati ed eseguiti da membri di organizzazioni dell’estrema sinistra o dell’estrema destra,

oppure tramite lo sfruttamento mediatico di attentati effettuati da normali terroristi.

  • Il disordine sociale, l’instabilità, la minaccia e il terrore sono i mezzi con cui, dietro le quinte del potere, per anni, un coacervo di forze manipola ed esercita il controllo.
  • La Strategia della Tensione, quindi, come un apparato perfettamente intercambiabile di uomini – per lo più servitori dello Stato e loro accoliti – al servizio di un’idea precisa:
  • la conservazione del potere rispetto a qualsiasi forma di cambiamento.

Noam Chomsky
il primo a scoprirle e renderle pubbliche

Nato a (Filadelfia, 7 dicembre 1928) è un linguista, filosofo e teorico della comunicazione statunitense. Professore emerito di linguistica al Massachusetts Institute of Technology è riconosciuto come il fondatore della grammatica generativo-trasformazionale, spesso indicata come il più rilevante contributo alla linguistica teorica del XX secolo.

  • l 16 aprile 2004 ha ricevuto la Laurea honoris causa in Lettere dall’ateneo fiorentino, “quale riconoscimento allo studioso eminente nel campo delle scienze del linguaggio e delle capacità cognitive e all’intellettuale da sempre impegnato in difesa della libertà di pensiero”.
  • Il 1º aprile 2005 ha ricevuto la Laurea honoris causa in Psicologia dall’Università di Bologna.
  • Chomsky è anche molto noto per le sue prese di posizione politiche, nelle quali ha duramente denunciato la strumentalizzazione della totalità dei mezzi d’informazione statunitensi, da parte delle potenti lobby economiche esistenti in quel paese, e la politica imperialista e militarista delle amministrazioni USA, da Roosevelt in poi (American power and the new mandarins 1969, At war with Asia 1970, Human rights and american foreign policy 1978).
  • Il meccanismo attraverso cui si attua questo livellamento, è costituito dalla “fissazione delle priorità”: esiste un certo numero di mezzi di informazione che determinano una sorta di struttura prioritaria delle notizie, alla quale i media minori devono più o meno adattarsi a causa della scarsità delle risorse a disposizione. Le fonti primarie che fissano le priorità, sono grandi società commerciali a redditività molto alta, e nella grande maggioranza sono collegate a gruppi economici ancora più grandi.
  • L’obiettivo è quello che Chomsky definisce come la “fabbrica del consenso“, ossia un sistema di propaganda estremamente efficace per il controllo e la manipolazione dell’opinione pubblica.

“10 Strategie della Manipolazione” attraverso i mass media, a vantaggio della politica e la finanza.

  • 1 – La strategia della distrazione

L’elemento primordiale del controllo sociale è la strategia della distrazione, la quale consiste nel deviare l’attenzione del pubblico dai problemi importanti e dei cambiamenti decisi dalle élites politiche ed economiche, tramite un profluvio di distrazioni e informazioni insignificanti.

  • 2 – Creare problemi e poi offrire le soluzioni

Questo metodo è anche chiamato “problema – reazione – soluzione”.

Si crea un problema per causare una certa reazione da parte del pubblico, con lo scopo che sia questo il mandante delle misure che si desiderano far accettare.

  • 3 – La strategia della gradualità

Per fare accettare una misura inaccettabile, basta applicarla gradualmente per anni consecutivi.

E’ così che condizioni socio-economiche radicalmente nuove furono imposte durante gli anni 80 e 90: Stato minimo, privatizzazioni, precarietà, disoccupazione in massa, salari che non garantivano più redditi dignitosi, tanti cambiamenti che avrebbero provocato una rivoluzione se fossero state applicate in una sola volta.

  • 4 – La strategia del differimento

Un altro sistema per fare accettare una decisione impopolare è presentarla come “dolorosa e necessaria”, ottenendo la accettazione pubblica immediatamente, per una applicazione futura.

E’ più facile accettare un sacrificio futuro che un sacrificio immediato. In primo luogo perché lo sforzo non è quello impiegato immediatamente. Secondo, perché il pubblico, la massa, ha sempre la tendenza a sperare ingenuamente che “tutto andrà meglio domani” e che il sacrificio richiesto potrebbe essere evitato. Questo dà più tempo al pubblico per abituarsi alla idea del cambiamento e di accettarlo rassegnato quando arriva il momento.

  • 5 – Rivolgersi al pubblico come a un bambino

Gran parte della persuasione diretta al grande pubblico adopera discorsi, argomenti, personaggi e intonazioni particolarmente infantili, come se lo spettatore sia una creatura di pochi anni o un deficiente mentale.

  • 6 – Usare l’aspetto emotivo molto più della riflessione

Sfruttare la emozione è una tecnica classica per provocare il corto circuito della analisi razionale e del senso critico dello individuo. Inoltre l’uso del registro emotivo permette di aprire la porta di accesso allo inconscio per impiantare o iniettare idee, desideri, paure, compulsioni, o indurre comportamenti.

  • 7 – Mantenere il pubblico nella ignoranza e nella mediocrità

Fare in modo che il pubblico sia incapace di comprendere le tecnologie ed i metodi usati per il suo controllo e la sua schiavitù.

“La qualità dell’educazione data alle classi sociali inferiori deve essere la più povera e mediocre possibile, in modo che la distanza tra le classi inferiori e le classi superiori sia e rimanga impossibile da colmare dalle classi inferiori.”

  • 8 – Stimolare nel pubblico una compiacenza verso la mediocrità

Spingere il pubblico a ritenere alla moda essere stupidi, volgari e ignoranti.

  • 9 – Rafforzare l’auto-colpevolizzazione

Far credere all’individuo che sia soltanto egli il colpevole delle proprie disgrazie, a causa di una insufficiente intelligenza, capacità o impegno.

Così, invece di ribellarsi contro il sistema economico, l’individuo si auto svaluta e si incolpa, cosa che crea a sua volta uno stato depressivo, tra i cui effetti vi è l’inibizione della sua azione. E senza azione non c’è rivoluzione! (eccome se è possibile, una rivoluzione senza azione … – n.d.A.)

  • 10 – Conoscere gli individui meglio di quanto loro stessi si conoscano

Grazie a biologia, neurobiologia e psicologia applicata, il “sistema” gode di una conoscenza avanzata dello essere umano, sia nella sua forma fisica che psichica. Il sistema è riuscito a conoscere l’individuo comune meglio di quanto egli stesso si conosca. Questo significa che, nella maggior parte dei casi, il sistema esercita un controllo sugli individui maggiore di quello che lo stesso individuo esercita su sé stesso.

Dott. Riccardo Romandini

La prima affermazione che va reinterpretata, per adattarla all’attualità, è : “la conservazione del potere rispetto a qualsiasi forma di cambiamento” come obiettivo della strategia stessa.

Infatti l’intera operazione covid, a mio avviso programmata ma foss’anche un accidente casuale da cogliere al balzo, è nei fatti funzionale ad un enorme cambiamento sociale, di portata antropologica, necessario al potere del capitale per superare la crisi finanziaria epocale anticipata e temporaneamente tamponata dall’attentato del 11/9/2001, e successivamente dal fallimento di Lehman Brothers del 15/9/2008. Da allora, come effetto finale del neoliberismo imperante, i debiti pubblici e privati sono aumentati a dismisura, fino a diventare chiaramente impagabili. Prima dell’inesorabile fallimento a catena dell’intero sistema bancario privatizzato, si rende così indispensabile un grande reset mondiale di tutto il sistema monetario-finanziario, i cui segnali prodromici sono già evidenti per gli addetti ai lavori (ad es. le azioni di lobbing per l’abolizione del contante). Un reset però utile anche ad accelerare il globalismo imposto dalla stessa logica aziendalistica delle multinazionali private, privatizzate, privatizzanti, che vede gli Stati stessi e qualsiasi altra forma di autonomia economica (artigiani e PMI) come ostacoli da rimuovere sulla propria strada di sviluppo lucrativo elitario ed efficientistico ad inclusione totalitaria di ogni altra forma di mercato. Sviluppo necessariamente accompagnato da una grande mutazione antropologica del consumatore stesso, adattativa al nuovo ordine mondiale.

Ma torniamo ai metodi ed al contenuto di questa grande opera “educativa-formativa” dell’umanità, o di quanto ne resterà di essa. Riprendiamo quindi in esame i 10 punti identificati da Chomsky, quando ancora si trattava di terrorismo “classico” e non di una sua rappresentazione “pandemica”, degna di questo nome non tanto dal punto di vista sanitario, quanto piuttosto per le conseguenze sociali e politiche che la sua gestione comporta.

1 – “… deviare l’attenzione del pubblico dai problemi importanti e dei cambiamenti decisi dalle élites politiche ed economiche, tramite un profluvio di distrazioni e informazioni insignificanti”

Qui le distrazioni di massa e le informazioni mainstream deviate sono tutt’altro che insignificanti, fanno leva sulla paura totalizzante della morte, con un effetto distrattivo senza precedenti.

2 – “problema – reazione – soluzione”

Ovvero: “pandemia incurabile e paralizzante – panico – vaccino”
(anche se si tratta in realtà di un vaccino-non-vaccino, come un tessuto-non-tessuto).

3 – “Per fare accettare una misura inaccettabile, basta applicarla gradualmente per anni consecutivi.”

Col covid si può anche comprimere questa gradualità, a vantaggio della gran fretta che lo scoppio imminente della gigantesca bolla speculativa impone.

4 – Un altro sistema per fare accettare una decisione impopolare è presentarla come “dolorosa e necessaria”, ottenendo la accettazione pubblica immediatamente, per una applicazione futura.

Vedi lockdown, mascherina obbligatoria anche quando inutile, divieto di socializzare, di divertirsi, discriminazione tra lavoratori, distruzione dell’economia fisica, indebitamento di Stato con condizionalità, ecc. ecc.

5 – Gran parte della persuasione diretta al grande pubblico adopera discorsi, argomenti, personaggi e intonazioni particolarmente infantili, come se lo spettatore sia una creatura di pochi anni o un deficiente mentale.

Questo punto resta tal quale, quasi fosse una preveggenza.

6 – Sfruttare l’emozione è una tecnica classica per provocare il corto circuito dell’analisi razionale e del senso critico dell’individuo. Inoltre l’uso del registro emotivo permette di aprire la porta di accesso all’inconscio per impiantare o iniettare idee, desideri, paure, compulsioni, o indurre comportamenti.

Anche questo, all’ennesima potenza e praticato con la massima violenza ossessiva, è esattamente lo sporco lavoro dei media e della politica. Calza a pennello al caso nostro, come del resto i successivi 4 punti, fino a 10.

Potremmo sicuramente scoprire altri punti caratteristici di una manipolazione di massa inedita quale è l’operazione covid, ma per il momento basta e avanza per poter intuire la potenza delle cannonate che ci spareranno nella prossima fase del grande reset socio-finanziario, allo scopo di incaprettarci definitivamente come persone alla ricerca del loro pieno sviluppo umano, fino a che saremo tutti (i superstiti) obbedienti alle regole del nuovo ordine mondiale dettato dalle esigenze della grande finanza apolide, con le loro multinazionali, le loro banche, i loro mass-media, la ormai “loro” politica istituzionale, i “loro” ordini professionali, e via dicendo.

Così come ho iniziato voglio però concludere con una buona notizia: c’è ancora speranza, l’umanità può reagire e vincere la strumentalizzazione generalizzata, che è la vera pandemia spirituale prodotta dalla crisi di crescita e relative difficoltà di adattamento all’evoluzione tecnologica, con tutto quello che ne consegue.

Si tratta di un problema veramente universale, che ogni razza intelligente ovunque ci sia vita in questa o in altre galassie a un certo punto deve affrontare nella sua evoluzione dal mondo naturale a quello, sempre naturale, ma dominato dagli artifici, dagli strumenti appunto, che l’intelligenza stessa rende possibili e reali, disponibili.

La caratteristica che più dovrebbe colpire la nostra attenzione, per farci riflettere, è che si tratta di un epocale problema a due facce, o dimensioni: una interna a ciascuno di noi umani, imperfetti ma di buona volontà, ed una esterna, interpretata da una minoranza che esprime il peggio degli abissi dell’animo umano, come fosse la materializzazione di una nostra inconsapevole proiezione freudiana da incubo. Parliamo di un’élite di psicopatici che vorrebbe imporre le sue diaboliche “soluzioni”. Questi hanno tutto ma sono niente. Noi invece siamo tantissimi e possiamo evolvere, possiamo ancora evitare le trappole e le tentazioni malefiche, scegliendo il bene comune. Cominciamo da subito, curiamoci nel corpo e nello spirito, esorcizzando il maleficio “covid” in cui siamo caduti. La guerra è cominciata, la prima mossa è accorgersene.

Alberto Conti

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