Stanno deliberatamente distruggendo la produzione mondiale di fertilizzanti?

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F. William Engdahl
journal-neo.org

La carenza globale di energia che, negli ultimi mesi ha portato a livelli incredibili i prezzi del carbone, del petrolio e del gas naturale è una conseguenza prevedibile della folle politica economica delle “Zero Emissioni di Carbonio,” con governi assai poco lungimiranti che sovvenzionano quote sempre crescenti di energia elettrica prodotta da fonti inaffidabili, come il solare e l’eolico. Come conseguenza, il prezzo del gas naturale (metano) è quintuplicato in tutto il mondo. Questo è un fenomeno generalizzato, che va dalla Cina all’UE, agli USA ed oltre. Una conseguenza della carenza di gas naturale e della relativa esplosione dei prezzi è una crisi crescente nella produzione mondiale di fertilizzanti per l’agricoltura. Tutto questo potrebbe non essere un caso. Si adatta perfettamente all’agenda del WEF per il Grande Reset dell’ONU, che dovrebbe andare a regime nel 2030.

I fertilizzanti azotati a base di ammoniaca (l’azoto è nell’aria che respiriamo, quindi non c’è mai carenza) e di gas naturale o metano (CH4) costituiscono quasi il 70% di tutti i fertilizzanti utilizzati nella coltivazione di prodotti importanti, come grano, mais, riso e anche caffè. Negli ultimi mesi, i prezzi del gas naturale sono aumentati dal 300% al 500% e questo ha avuto un effetto devastante sulla produzione mondiale dei fertilizzanti a base di ammoniaca, dove circa l’80% del costo di produzione è dovuto al gas naturale.

Quando, il 25 agosto, l’uragano Ida si era abbattuto sulla Louisiana, il più grande complesso industriale di ammoniaca del mondo, di proprietà della CF Industries, era stato chiuso per motivi di sicurezza e riaperto solo dieci giorni dopo. Fatto strano, altre due fabbriche della stessa CF Industries nel Regno Unito avevano annunciato che, il 22 settembre, avrebbero chiuso due impianti per la produzione di fertilizzanti, adducendo come causa gli alti prezzi del gas naturale, nonostante il fatto che il loro impianto in Louisiana fosse fuori uso solo da dieci giorni. I due impianti soddisfano circa i due terzi della domanda interna di fertilizzanti nel Regno Unito. Il governo era stato costretto a concedere sussidi d’emergenza a CF Industries per consentire la riapertura temporanea di uno dei due impianti, in modo da ridurre il disagio [per gli agricoltori]. L’effetto combinato della chiusura di tre importanti impianti dello stesso gruppo si è aggiunto alla crisi dell’offerta mondiale di fertilizzanti.

Può essere solo una coincidenza che i due maggiori azionisti di CF Industries siano Vanguard e BlackRock. Questa crisi è come la palla di neve che diventa una valanga. All’inizio di ottobre, BASF il gigante della chimica tedesco aveva annunciato la sospensione a tempo indeterminato della produzione di fertilizzanti a base di ammoniaca  in Belgio e in Germania. Questo riguarda anche la produzione dell’additivo per il gasolio a base di ammoniaca, AdBlue.

Altre sospensioni dell’attività riguardano Achema in Lituania e OCI in Olanda. Yara International sta riducendo del 40% la sua produzione di fertilizzanti a base di ammoniaca nell’UE. Fertiberia, in Spagna, sta chiudendo un impianto, insieme a OPZ in Ucraina, un altro importante produttore di fertilizzanti. In Austria, Borealis AG ha cessato la produzione e il più grande produttore di ammoniaca tedesco, SKW Piesteritz, ha tagliato la produzione del 20%.

Peggiorando la crisi globale dei fertilizzanti, in agosto l’amministrazione Biden aveva imposto sanzioni al governo bielorusso, asserendo che Belaruskali OAO, il quarto produttore mondiale di fertilizzanti, “stava sostenendo il regime bielorusso a spese del popolo bielorusso.” Belaruskali controlla circa un quinto del mercato mondiale dei fertilizzanti a base di potassio.

Il cuore della sicurezza alimentare globale

I fertilizzanti a base di azoto sono di gran lunga i più usati nell’agricoltura mondiale e rappresentano circa i tre quarti di tutti i fertilizzanti commerciali. Con lo sviluppo in Germania del processo Haber-Bosch poco prima della Grande Guerra [1910], la produzione artificiale di fertilizzanti azotati aveva sostenuto l’enorme espansione della produttività agricola. I fertilizzanti azotati vengono prodotti a partire dall’ammoniaca (NH3) sintetizzata con il processo Haber-Bosch. È un processo ad alta intensità energetica che utilizza il gas naturale (CH4), il metano, come fonte di idrogeno. L’ammoniaca (NH3) è usata come materia prima per altri tipi di fertilizzanti azotati, come il nitrato di ammonio anidro (NH4NO3) e l’urea (CO(NH2)2). Dalla Seconda Guerra Mondiale in poi, la resa delle colture è diventata sempre più dipendente dai fertilizzanti azotati. Si stima che, negli Stati Uniti, la produzione media di mais diminuirebbe del 40% senza i fertilizzanti azotati.

Oggi, circa la metà della popolazione mondiale dipende dai fertilizzanti azotati. Secondo uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Nature, nel 2008 il 48% della popolazione mondiale dipendeva dai fertilizzanti azotati per l’accesso quotidiano al cibo. “Questo significa che i fertilizzanti azotati, nel 2015, hanno fornito sicurezza alimentare a 3,5 miliardi di persone, che altrimenti sarebbero morte di fame.”

Lo shock cinese

In queste ultime setimane, ad aggiungere un ulteriore shock alla crescente carenza globale di fertilizzanti è stata la decisione di Pechino di tagliare o addirittura congelare le esportazioni di fertilizzanti, questo per una serie di motivi, tra cui la carenza di carbone e gas naturale per la generazione di energia elettrica e l’estrema necessità di controllare l’inflazione interna. Inondazioni estive da record hanno colpito la provincia di Henan, il cuore della produzione cerealicola cinese, e il governo ha invitato i cittadini ad aderire alla “Campagna del piatto pulito 2.0″ per eliminare gli sprechi alimentari, un’iniziativa che, secondo alcuni, sarebbe un modo per nascondere il grave fallimento dei raccolti.

La Cina, l’India e gli Stati Uniti sono di gran lunga i maggiori utilizzatori mondiali di fertilizzanti azotati in tonnellate per ettaro. La Cina è anche uno dei più grandi esportatori di fertilizzanti e, nel mese di settembre, il governo aveva annunciato un divieto di esportazione per i fertilizzanti azotati e fosfati fino a giugno 2022. Con l’impennata dei prezzi globali del gas naturale, così come quello del carbone, che la Cina è costretta ad importare, il Paese ha sofferto di numerosi e gravi blackout elettrici, dovuti alla politica delle aziende elettriche, che preferiscono spegnere le centrali piuttosto che vendere energia in perdita. Una delle conseguenze di questa complessa crisi è il divieto di esportazione di fertilizzanti. La Cina è il più grande esportatore di fertilizzanti ureici azotati, quasi un terzo della produzione globale, ed è anche un grande produttore di fosfato.

In Baviera, nel sud della Germania, probabilmente gli agricoltori non potranno acquistare fertilizzanti, almeno fino alla prossima estate. Nel 2022, questa crisi globale dei fertilizzanti significherà forti riduzioni nella produzione di mais, grano, riso, caffè ed altre colture. Questo nel periodo di maggior inflazione dei prezzi alimentari degli ultimi decenni, ulteriormente aggravata dalla misure anti-Covid e dalle interruzioni nel commercio marittimo globale.

COP26: l’attacco al gas naturale

Dietro la crescente carenza globale di fertilizzanti c’è l’aumento di cinque volte del prezzo del metano o gas naturale, come viene normalmente chiamato. Questo aumento è dovuto alle politiche verdi, deliberatamente “anti-carbonio,” dell’amministrazione Biden e dell’Unione Europea, che ha approvato il programma “Fit for 55” per tagliare le emissioni di CO2 del 55% entro il 2030, comprese quelle provenienti dalla combustione del metano. L’amministrazione Biden ha costretto le aziende petrolifere americane a disinvestire nel gas di scisto e l’espansione forzata, tramite sovvenzioni, dell’energia verde, come l’eolico e il solare, ha creato una rete elettrica inaffidabile. Quando il vento non soffia o il sole non brilla l’energia elettrica dalle fonti alternative viene a mancare. Lo stoccaggio è un problema enorme. Questo non era un fattore critico quando il solare o l’eolico costituivano una piccola percentuale delle forniture alle rete. Oggi, nei Paesi ad alto consumo energetico, come la Germania, le alternative verdi possono arrivare a costituire il 42% della produzione elettrica. Mentre le centrali nucleari e a carbone vengono tassate fino all’estinzione per la follia delle Zero Emissioni, i prezzi del petrolio e del gas naturale stanno esplodendo. Crollano di conseguenza i nuovi investimenti nello sfruttamento degli idrocarburi e le forniture sono limitate, proprio quando tutti ne avrebbero più bisogno.

La crescente crisi nella produzione mondiale di fertilizzanti si adatta bene all’Agenda 2030 dell’ONU per un’agricoltura “sostenibile” (sic), con la quale i campioni della globalizzazione, come il World Economic Forum di Klaus Schwab e BlackRock di Wall Street, il più grande fondo d’investimento privato del mondo, con un patrimonio di 9.000 miliardi di dollari da gestire, intendono ridurre drasticamente la produzione di carne, sostituendola con proteine sintetiche coltivate in laboratorio o addirittura con insetti come fonte di proteine.

C’è una crescente demonizzazione dell’agricoltura e, soprattutto, della produzione di carne, sostenendo che sarebbe una delle principali fonti di riscaldamento globale. Il metano è ora uno dei principali obiettivi dell’agenda verde di USA e UE. In particolare, al recente incontro delle Nazioni Unite sul riscaldamento globale, COP 26, circa 100 nazioni hanno firmato una proposta congiunta UE-USA per tagliare del 30% entro il 2030 le emissioni dovute alla combustione del gas naturale. Possiamo solo aspettarci di veder crescere gli attacchi dei governi e delle ONG al nostro sistema alimentare, attacchi che useranno l’incremento dei prezzi dei fertilizzanti, le campagne contro la carne e le richieste di un’agricoltura “sostenibile” per aumentare ulteriormente i costi del nostro cibo. La chiave di questo attacco è la guerra del Green New Deal al petrolio, al gas e al carbone, le fonti energetiche a basso costo che sono il cuore dell’economia globale odierna e che, dopo la Seconda Guerra Mondiale, avevano significato la fuga dalla povertà.

F. William Engdahl

Fonte: journal-neo.org
Link: https://journal-neo.org/2021/11/12/now-the-organized-takedown-of-global-fertilizer-supply/
12.11.2021
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org

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