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La Redazione

 

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STANDARD AND POOR'S E IL BILDERBERG: FANNO PARTE DEL PIANO?

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A cura di supervice
Il 19 Agosto 2011
46 Views

DI ELLEN BROWN
Global Research

La scorsa settimana il Dow Jones Industrial Average è salito o sceso di almeno 400 punti per quattro giorni di fila, una cosa mai vista nel mercato azionario.

Il calo peggiore è stato lunedì 8 agosto, quando il Dow ha perso 624 punti. Lunedì era il primo giorno di scambi dopo che le obbligazioni del Tesoro US avevano subito un downgrade da AAA a AA+ da parte di Standard and Poor’s.

Ma le montagne russe sono davvero iniziate giovedì 2 agosto, il giorno successivo all’accordo dell’ultimo minuto per alzare il tetto del debito degli Stati Uniti, un accordo
che si credeva necessario per evitare il downgrade che è avvenuto comunque cinque giorni dopo. Il Dow ha cambiato direzione per cinque sessioni consecutive, ancora per la prima volta.
La volatilità era senza precedenti,

lasciando gli analisti senza una spiegazione. Gli scambi programmati ad alta frequenza hanno senz’altro contribuito a questi scossoni, ma perché queste inversioni giornaliere? Perché il mercato non è risalito
e non ha continuato a farlo, come fece nel settembre del 2008?

Il crollo dell’8 agosto è stato il peggiore dal 2008 e l’ottavo più grande mai registrato. Secondo Der Spiegel, uno dei periodici più diffusi in Europa:

Molti economisti hanno evidenziato che il panico della scorsa settimana ricordava la paura che sconvolse i mercati finanziari dopo il collasso della banca di investimenti Lehman Brothers nel settembre 2008.

Ora come allora, le banche hanno smesso di prestarsi fondi l’un l’altra. Ora come allora i depositi in contanti delle banche alla banca centrale si sono raddoppiati nel giro di pochi giorni.

Ma martedì, il 9 agosto, il mercato ha guadagnato più punti dal suo minimo di quanti ne aveva persi lunedì. Perché? Sembrava esserci un tiro alla fune tra due forze titaniche, uno impegnata a distruggere il mercato, l’altra a stimolarlo.

Il discutibile downgrade di S&P

Molti commentatori si sono interrogati sulla validità del downgrade che ha minacciato di provocare un altro Lehman Brothers. Dean Baker, condirettore del Center for Economic and Policy Research, ha detto nel corso di una dichiarazione:

Il Dipartimento del Tesoro ha rivelato che la decisione di S&P si è inizialmente poggiata su un errore di 2 trilioni di dollari nella loro contabilità. Comunque, anche dopo aver corretto questo enorme errore, S&P è andata avanti col downgrade. Questo suggerisce che S&P ha preso la decisione di abbassare il rating indipendentemente dai dati a disposizione.

Paul Krugman, scrivendo sul New York Times, era anche lui scettico, affermando:

[T]utto quello ho ascoltato sulle richieste di S&P’s mi suggerisce che si parla di cose senza senso sulla situazione fiscale degli Stati Uniti. L’agenzia ha suggerito che il downgrade dipendesse dalle dimensioni della riduzione del bilancio che è stata pattuita per il prossimo decennio, e 4 trilioni di dollari sembrano essere il numero magico. Ma la solvibilità degli Stati Uniti non dipenderà certo da cosa succede nel breve o nel medio termine: un ulteriore trilione di debito aggiunge solo una frazione del PIL da destinare ai costi per gli interessi futuri. […]

In breve, S&P sta solo facendo confusione, e dopo la debacle sui mutui, non ne hanno davvero il diritto.

In una messa a nudo esemplare postata su Firedoglake il 5 agosto, Jane Hamsher ha concluso:

Sta diventando sempre più ovvio che Standard and Poor’s ha un’agenda politica che si poggia sull’idea che gli Stati Uniti siano a rischio di default sul suo debito, un’ipotesi basata su qualche limite arbitrario stabilito per il tasso di indebitamento sul PIL. Non ci sono basi solide per quel limite, o sull’insistenza di S&P’s di vedere almeno
una riduzione di 4 trilioni di dollari del debito pubblico, non più di quelle ipotesi balzane che gli Stati Uniti possano essere costretti a fare
default sul proprio debito. […]

È l’ora che i media e il Congresso comincino a chiedere a Standard and Poor’s quale sia la sua agenda politica e a servizio di chi.

Chi ha guidato l’iniziativa di S&P?

Jason Schwarz ha rivolto la sua attenzione su questo in un articolo su Seeking Alpha, intitolato L’ascesa del terrorismo finanziario. Ha scritto:

[D]opo la chiusura dei mercati di venerdì 5 agosto, abbiamo sentito che il CEO di S&P, Deven Sharma, aveva preso il controllo dell’agenzia di rating e aveva personalmente spinto per un downgrade degli Stati Uniti. Ci sono molte risultanze che abbia deliberatamente cercato di cestinare l’economia degli U.S.A. Anche dopo aver scoperto che i calcoli sul debito di S&P erano errati di 2 trilioni di dollari, Sharma
ha preso la decisione di andare avanti con questo abbassamento immorale. Questo è un tizio che è stato
un
partecipante di primo piano
alla conferenza del Bilderberg del 2009 che riunì 120 degli uomini e delle donne più ricchi al mondo con l’intento di dare una fine al dollaro come moneta di riserva mondiale.

[T]ramite i suoi scritti sulla “strategia competitiva”, il CEO di S&P, Sharma, riteneva che gli Stati Uniti fossero il PROBLEMA del mondo contemporaneo, operando con quello che lui considera un vantaggio ingiusto e avventato. La cruda
realtà è che imporre la “globalizzazione” gli Stati Uniti devono essere fatti a pezzi.

Schwarz ha anche individuato in Michel Barnier, Commissario Europeo per il Mercato Interno e per i Servizi Finanziari. Barnier il 4 agosto ha provocato un allarmante calo di 513 punti del Dow, quando ha bloccato il piano di Hans Hoogervorst, appena nominato direttore dell’International Accounting Standards Board, per salvare l’Europa adottando una nuova regola chiamata IFRS 9. Questa regola avrebbe eliminato la contabilità mark-to-market del debito
sovrano dai bilanci delle banche europee. Schwarz scrive:

Dovremmo essere tutti coscienti dei pericoli della contabilità mark-to-market dopo aver osservato la crisi bancaria negli Stati Uniti del 2008/2009 e la Grande Depressione degli anni ’30. Il mark-to-market fu abrogato alle 8:45 a.m. del 2 aprile 2009, e la cosa mise finalmente una fine alla crisi di liquidità di breve termine e allo stesso tempo diede inizio al recupero del mercato azionario. Le banche non hanno più necessita di reperire capitali, visto che è la stabilità a lungo termine è stata riportata nel sistema. Lo stesso esatto scenario sarebbe avvenuto in Europa nel 2011 con il piano di Hoogervorst. Senza la minaccia di fallimento di queste banche che detengono forti somme di debito pubblico dell’eurozona, gli investitori sarebbero liberi di dare una svolta alla crisi europea e il mercato azionario potrebbe riprendere il solito corso.

Schwarz evidenzia che Barnier, come Sharma, è stato un sicuro partecipante alle ultime conferenze del Bilderberg. Qual è, allora l’agenda del Bilderberg?

L’Unica Azienda Mondiale

Daniel Estulin, famoso esperto del Bilderberg, descrive questo gruppo segreto globalista come “un mezzo per mettere assieme le istituzioni finanziarie che rappresentano gli interessi più potenti e più voraci presenti al mondo.” Scrivendo nel giugno del 2011, ha detto:

Il Bilderberg non è una società segreta. […]
È una riunione di persone che rappresentano una certa ideologia. […] Non l’OWG [One World Government] o il NWO [New World Order] come in troppi credono erratamente. Piuttosto, l’ideologia
è quella di UN’UNICA AZIENDA MONDIALE.

Sembra che i partecipanti al Bilderberg siano meno interessati a governare il mondo che a possederlo. L’“azienda mondiale” fu un termine utilizzato alla riunione del Bilderberg tenuta in Canada nel 1968 da George Ball, Sottosegretario di Stato per gli Affari Economici degli U.S.A. e direttore gestionale dei giganti bancari Lehman Brothers e Kuhn Loeb. L’azienda mondiale era una nuova forma di colonialismo, nel quale i beni globali sarebbero stati rilevati dall’economia, invece che dalla coercizione militare. L’azienda si sarebbe estesa fuori dai confini nazionali, impegnandosi aggressivamente in fusioni e acquisizioni, fino alla concentrazione dei beni mondiali
nelle mani di una multinazionale privata, con gli stati-nazioni subordinati a un sistema bancario centrale privato.

Estulin prosegue:

L’idea che è presente in ogni riunione del Bilderberg è quella di creare quello che loro definiscono L’ARISTOCRAZIA DELLE DECISIONI tra le élite europee e nordamericane come miglior modo per proteggere il pianeta. In altre parole,la creazione di una rete globale di giganteschi cartelli, più potenti di qualsiasi nazione della Terra, destinata a controllare i bisogni delle vite del resto dell’umanità.

[…] Questo spiega quello che George Ball […] disse nel 1968, al meeting del Bilderberg in Canada: “Dove si può trovare la legittimazione per giustificare il potere dei dirigenti delle aziende di prendere decisioni che hanno un forte impatto sulla vita economica delle nazioni, nei cui governi hanno solo limitate responsabilità?”

La base di quel potere è stata trovata nel sistema bancario globale. Estulin prosegue:

Il problema del sistema odierno è che il mondo è gestito dai sistemi monetari, e non dai sistemi creditizi nazionali. […] [T]u non vorresti un sistema monetario che gestisca il mondo. Tu vcorresti uno stato-nazione sovrano con il proprio sistema creditizio, che è il sistema della propria valuta. […] [L]a possibilità della creazione del credito, produttivo e non inflazionistico, da parte dello stato, che è chiaramente stabilita dalla costituzione degli Stati Uniti, è stato esclusa da Maastricht [il Trattato dell’Unione Europea] per poter determinare le politiche economiche e finanziarie.

L’azienda mondiale acquisisce i beni impedendo ai governi di emettere la propria moneta e il proprio credito. Il denaro è invece creato dalle banche come i prestiti a interesse. I debiti inesorabilmente crescono, fino a che viene restituito sempre più di quanto non sia stato creato con i prestiti originali (per altre informazioni, vedi qui). Se alla moneta non è permesso di espandersi per sostenere l’aumento dei costi e della crescita, il risultato inevitabile è un’ondata di bancarotte, di mutui non pagati e di vendite di beni a prezzi di saldo. Vendite a chi? All’“azienda mondiale”.

Battaglia tra Titani

Se questo era il piano che era dietro agli assalti al mercato del 4 e dell’8 di agosto, evidentemente ha fallito. Chi ha dato una svolta ai mercati, secondo Der Spiegel, è stata la Banca Centrale Europea, che ha salvato la baracca lanciandosi in un programma di acquisti di obbligazioni spagnole e italiane. Eludendo il Trattato di Maastricht, la BCE ha detto che si sarebbe impegnata nell’equivalente di un “alleggerimento quantitativo”, acquistando le obbligazioni con denaro creato dalle entrate contabili nei propri bilanci. Aveva già fatto questo con il debito sovrano greco e irlandese, ma ha esitato a farlo con le obbligazioni spagnole e italiane, perché
molto più corpose. Giovedì 16 agosto la BCE ha annunciato di avviare una spesa record
di
32 miliardi di dollari in obbligazioni
nel tentativo di calmare i mercati e di salvare l’eurozona dal collasso.

Ci si aspettava che il direttore della Federal Reserve, Ben Bernanke, introducesse un’altra mandata di quantitative easing, ma il suo discorso del 9 agosto non ha fatto menzione del QE3. In base all’analisi del blogger Jesse Livermore della risposta dei mercati:

[…][I] mercati hanno cominciato a svendere abbastanza rapidamente dopo che non era stato annunciato il QE3. […] È stato solo dopo […] 75 minuti di scambi [che] il DJIA ha guadagnato 639 punti per chiudere al massimo del giorno a 11.242. E la domanda sorge spontanea, da dove è venuta quell’iniezione di capitali? Dal gruppo di lavoro del Presidente sui Mercati Finanziari? O sono state delle “iniziative strumentali” per promuovere la stabilità
dei prezzi a ogni costo, anche se non era stato annunciata la prossima tornata di
Quantitative Easing?

Cosa era, un QE3 in incognito, Ben?

Battaglia titanica o Insider Trading?

Tutto questo lascia aperta la domanda sul perché il discutibile downgrade del 5 agosto, DOPO che il governo aveva elaborato ulteriori concessioni proprio per evitare il default, e malgrado la rivelazione imbarazzate che i dati di S&P’s erano sbagliati di 2 trilioni di dollari? I blogger sospettosi hanno evidenziato che Lehman Brothers fu abbattuta da un pesante raid al ribasso l’11 settembre del 2008, facendo eco al disastro dell’11 settembre 2001; che il downgrade di S&P ha colpito i mercato l’8 agosto del 2011; e che quel giorno S&P è calata del 6,66% e il Dow esattamente del 5,55%. Nella tradizione degli Illuminati, questi sono numeri potenti, quelli scelti per le mosse decisive.

Non dobbiamo rivolgerci alla numerologia per trovare un motivo per analizzare il downgrade. Il 12 agosto MSN.Money ha riportato che “non è stata una gran sorpresa”:

A Wall Street già in precedenza c’erano voci che stesse arrivando l’abbassamento del rating. I siti web hanno riportato queste voci per tutto il giorno.

Anche se non è stata una coincidenza sbalorditiva, è come se qualcuno che ne era a conoscenza avesse fatto trapelare la notizia. La domanda è chi e se questa fuga di notizie a portare all’insider trading.

Il Daily Mail ha ricevuto notizia di qualcuno che ha investito 850 milioni di dollari sul mercato dei future sull’ipotesi di un downgrade del debito degli Stati Uniti:

L’ultima offerta è stata fatta il 21 luglio per scambi di 5,370 futures sulle obbligazioni del Tesoro a dieci anni e 3.100 futures su altre obbligazioni del Tesoro, come riportato da ETF Daily News.

Ora la scommessa degli investitori sembra aver pagato dopo che lo scorso venerdì Standard and Poor’s ha emesso un abbassamento del rating creditizio da AAA a AA+.

Chiunque sia è riuscito a guadagnare il 1.000 per cento dai propri soldi, in base all’aspettativa che i tassi di interesse salissero dopo il downgrade.

La Securities Exchange Commission ha annunciato l’8 agosto che sta
indagando
sul downgrade. Secondo il Financial Times, questa iniziativa fa parte di un esame preliminare per scoprire un potenziale insider trading.

Qualunque cosa si possa dire sulle prime due settimane di agosto, le dinamiche dei mercati sono state senza precedenti, innaturali, e meritano un’analisi approfondita.

*********************************************

Fonte: S&P

and the Bilderbergers: All Part of the Plan?

18.08.2011

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SUPERVICE

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