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Sottigliezze diplomatiche

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A cura di Nestor Halak
Il 21 Maggio 2022
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Da Nestor Halak per ComeDonChisciotte.org

A quanto pare, la Finlandia e la Svezia, in tutta fretta, hanno deciso di dare un calcio alla loro lunga tradizione di neutralità e di presentare la loro candidatura per l’ingresso ufficiale nella Nato, ad oggi l’organizzazione militare di gran lunga più aggressiva del mondo. Dico ufficiale, poiché di fatto entrambi i paesi erano già militarmente integrati nel sistema Nato.

Da notare che lo hanno fatto in un momento in cui il mondo è nel punto più vicino ad una guerra nucleare mai raggiunto nella storia, usando una procedura di urgenza che non ha precedenti e senza non dico una consultazione popolare, ma neppure un adeguato dibattito pubblico tra tesi differenti, nel bel mezzo di una campagna di propaganda bellicista talmente pervasiva che ha in realtà un solo precedente di pochi mesi fa: la propaganda di terrorismo sanitario che ruotava attorno alla “pandemia”.

Come tutti capiscono benissimo, l’iniziativa è una rivalsa politica nei confronti della Russia per il suo tentativo di difendere la propria indipendenza attraverso la riconquista dell’Ucraina. Come a dire: ci impedisci di fare dell’Ucraina un paese pienamente Nato? E noi ne facciamo altri due sempre sui tuoi confini, così impari! L’ennesima provocazione è evidente.

Da come si stanno svolgendo i fatti, sembra che i governi dei due paesi nord europei, abbiano ricevuto qualcosa di simile ad una telefonata da Washington dove gli si ordinava di presentarsi candidati e di muoversi pure, perché il tempo stringe e che loro abbiano prontamente obbedito. Per quanto sia notoria l’incontrastata egemonia americana sull’Europa, lasciatemi dire che una simile pronta e incondizionata ubbidienza è sorprendente: non si salvano più neppure le apparenze, non si ha l’impressione di trovarsi davanti a dei paesi almeno formalmente sovrani, ma a dei semplici protettorati che superano nettamente il grado di dipendenza da Mosca dei vecchi regimi comunisti dell’Europa centrale. Balza agli occhi l’assoluta inconsistenza dei governi locali e l’incredibile pochezza delle persone fisiche che li compongono.

Ma non è finita qui. Incredibilmente, la Turchia si oppone. Cosa mai succede? Perché il governo turco non batte i tacchi e dice sissignore? Sembra quasi che il presidente Erdogan tenga ancora in una qualche considerazione l’interesse del paese che rappresenta piuttosto che quello di Washington e non sia disposto a fare da zerbino, per giunta gratuitamente, agli ordini emanati da chi sta dietro Biden. Un atteggiamento che nella Nato attuale sembra del tutto isolato e anacronistico.

Ma guardiamo la faccenda dal punto di vista dell’amministrazione americana: possibile che non si siano dati neppure la pena di consultare preventivamente il capo del secondo esercito della Nato per importanza dopo quello americano prima di annunciare l’allargamento? Pure quando lo statuto prevede che tutti i membri devono essere d’accordo sui nuovi arrivi? Col rischio di fare una figura barbina se a Erdogan, che non è noto per avere un carattere facile, passa per la testa di dire no? Viene da chiedersi: ma l’amministrazione Biden ha un ministero degli esteri? Ha una diplomazia? O si tratta di volontari che se ne occupano nei ritagli di tempo e come mestiere vero fanno gli idraulici o i tassisti? Alla bocciofila di Cantù, il ragionier Filini organizza i tornei con più professionalità.

Mettiamo pure che l’ostacolo Erdogan venga superato (pagando, naturalmente), ma non è incredibile che il livello dei governati europei e americani sia caduto a questo livello? Eppure anche per andare a cena con quattro amici si fa sempre prima un giro di telefonate per sentire le disponibilità. Per entrare nella Nato, non usa? Si fa così alla buona? Se davvero siamo in mano a persone di tali capacità professionali, si capiscono molte cose che paiono inesplicabili degli ultimi due anni di storia e si comincia seriamente a dubitare che andrà tutto bene. Non per nulla il favoloso signor segretario generale si chiama Stoltemberg. E a quanto dicono Draghi ambisce molto a quel ruolo. Non ho dubbi che sarebbe altrettanto efficace e farebbe una figura a paro a paro, per dirla con D’Annunzio.

Eh sì, da un paio d’anni a questa parte pare che al mondo possa accadere veramente di tutto ed ogni giorno qualche nuovo fatto incredibile viene fuori. Penso che il proverbiale cavallo di Caligola sarebbe oramai un discreto governante. Nitriva con accortezza e pareva che capisse.

Da Nestor Halak per ComeDonChisciotte.org

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