Siamo sull’orlo di un abisso nucleare

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Edward Curtin
off-guardian.org

Due giorni dopo che la Russia aveva attaccato l’Ucraina e il giorno prima che Vladimir Putin mettesse la Russia in allarme nucleare, avevo scritto un piccolo articolo che iniziava così:

“Non vorrei sembrare iperbolico, ma comincio a pensare che i pazzi nucleari che mandano avanti questa nuova guerra fredda USA/NATO, da loro stessi iniziata decenni fa, non vedono l’ora di scatenare una guerra atomica con la Russia.”

Era un’intuizione basata sulla mia conoscenza dei rapporti tra Stati Uniti e Russia, compreso il colpo di Stato in Ucraina nel 2014, e su una lettura degli eventi attuali. La definisco un’intuizione, eppure si basa sullo studio e sull’insegnamento della sociologia politica e sullo scrivere contro la guerra.

Non sono uno studioso della Russia, sono semplicemente uno scrittore con un’immaginazione sociologica, storica ed artistica, anche se il mio primo studio accademico, alla fine degli anni ’60, era stato una tesi sulle armi nucleari e sul perché, un giorno, avrebbero potuto essere usate di nuovo.

Non mi sembra più un’esagerazione il fatto che, nell’impero statunitense in declino, dei pazzi possano ricorrere, come topi in una nave che affonda, all’uso delle armi nucleari come prima istanza, che è poi la politica ufficiale degli Stati Uniti.

Il mio stomaco si torce al pensiero [di un conflitto atomico], anche e la maggior parte degli esperti afferma che le possibilità di una guerra nucleare sono minime. E nonostante altri dicano che la guerra in Ucraina è un diversivo intenzionale della propaganda Covid e del Grande Reset (anche se sono d’accordo che serve allo scopo).

Il mio istinto mi dice di no; [questa possibilità] è assolutamente reale, sui generis, e ora molto, molto pericolosa.

L’eminente studioso Michel Chossudovsky di Global Research concorda sul fatto che siamo molto vicini all’impensabile.

In una recente analisi storica sulle relazioni USA-Russia e sulle armi nucleari, scrive quanto segue, prima di citare la recente dichiarazione di Vladimir Putin sull’argomento. “La dichiarazione di Vladimir Putin del 21 febbraio 2022 è stata una risposta alle minacce degli Stati Uniti di usare armi nucleari in via preventiva contro la Russia, nonostante la “rassicurazione” di Joe Biden che gli Stati Uniti non avrebbero mai fatto ricorso ad un “primo attacco” nucleare contro un nemico dell’America.”

Ecco cos’ha detto Putin:

“Lasciatemi spiegare che i documenti di pianificazione strategica degli Stati Uniti contengono la possibilità di un cosiddetto attacco preventivo contro i sistemi missilistici nemici. E chi è il nemico principale per gli Stati Uniti e la NATO? Sappiamo anche questo. È la Russia. Nei documenti della NATO, il nostro Paese è dichiarato ufficialmente e direttamente la principale minaccia alla sicurezza del Nord Atlantico. E l’Ucraina servirà come trampolino di lancio per l’attacco.”
(Discorso di Putin, 21 febbraio 2022)

Putin ha assolutamente ragione. È il motivo per cui ha messo le forze nucleari della Russia in piena allerta. Solo gli ignoranti della storia, che purtroppo include la maggior parte degli Americani, non lo sanno.

Credo che oggi ci troviamo di fronte al più grande pericolo di una guerra nucleare dalla crisi dei missili di Cuba dell’ottobre 1962, di cui ho un vivo ricordo da adolescente. Gli stessi sentimenti ritornano. Terrore. Ansia. Difficoltà di respirazione.

Non credo che questi sentimenti siano fuori luogo né che siano semplicemente una risposta emotiva. Cerco di continuare a scrivere su altri progetti che avevo iniziato, ma mi sento in difficoltà. La possibilità di una guerra nucleare, intenzionale o accidentale, mi ossessiona.

Per cercare di inquadrare questa terrificante possibilità nel contesto ucraino, dobbiamo mettere da parte tutti i discorsi su moralità, diritti, legislazione internazionale, e pensare in termini di politica delle grandi potenze, come John Mearsheimer aveva articolato in modo così chiaro. Secondo lui, quando una grande potenza sente che la propria esistenza è minacciata, la forza è l’unica legge.

Non si può capire la politica mondiale senza pensare a questo livello. Farlo non significa giustificare l’uso della forza; è un mezzo per chiarire le cause delle guerre, che iniziano molto prima che vengano sparati i primi colpi.

Nell’attuale crisi ucraina, la Russia si sente chiaramente minacciata esistenzialmente dalle mosse militari USA/NATO in Ucraina e nell’Europa orientale, dove l’Alleanza ha schierato missili che possono essere convertiti molto rapidamente in nucleari e che sono a pochi minuti di volo dalla Russia. (E, naturalmente, ci sono missili nucleari USA/NATO in tutta l’Europa occidentale e meridionale).

Vladimir Putin ne parla da molti anni e ha ragione. Ha ribadito che questo è inaccettabile per la Russia e deve finire. Ha cercato di negoziare per porre fine a questa situazione.

Gli Stati Uniti, nonostante la propria Dottrina Monroe, che proibisce ad un’altra grande potenza di dislocare armi o forze militari vicino ai propri confini, si sono tappati le orecchie e hanno continuato ad alzare la posta, aumentando i timori della Russia. Questo fatto non è in discussione, ma gli Stati Uniti/NATO se ne fregano e lo considerano poco importante.

Un tale atteggiamento è pura provocazione, come sa chiunque abbia un briciolo di consapevolezza storica.

Nell’ottobre di sessant’anni fa il mondo era stato molto fortunato, quando JFK e Nikita Khrushchev avevano negoziato la fine della crisi dei missili cubani prima che il mondo fosse incenerito. Kennedy, naturalmente, era stato sottoposto a forti pressioni da parte dei militari e della CIA affinchè bombardasse Cuba, ma aveva resistito.

Aveva rifiutato anche l’insano desiderio dei militari di bombardare l’Unione Sovietica, definendo pazzo chi auspicava una cosa del genere; in una riunione del Consiglio di Sicurezza Nazionale, il 12 settembre 1963, quando i Capi di Stato Maggiore gli avevano presentato un rapporto su un primo attacco nucleare contro l’Unione Sovietica previsto per quell’autunno, aveva detto: “L’azione preventiva per noi non è possibile.”

Il suo modo di governare, insieme al trattato sul divieto dei test nucleari che aveva negoziato con l’URSS nello stesso mese, (trattato che, tra l’altro, è stato abrogato dal governo statunitense), aveva fatto sì che fosse assassinato dalla CIA. Oggi, gli Stati Uniti sono guidati da uomini illusi che hanno sposato la politica del primo attacco nucleare, il che dice tutto quello che c’è da sapere sul pericolo che corre il mondo. È da molto tempo che gli Stati Uniti nutrono un odio mortale verso la Russia.

Dopo il terrore della crisi dei missili cubani, sempre più persone avevano preso sul serio la minaccia di una guerra nucleare. Oggi sono in pochi a rendersene conto. L’idea è diventata “inimmaginabile.” Nel 1962, tuttavia, come scrive James W. Douglass in JFK and the Unspeakable:

“Kennedy si era reso conto che, almeno al di fuori di Washington, la gente viveva con una profonda consapevolezza della scelta finale che si trovava di fronte. Le armi nucleari erano reali. Così come la prospettiva della pace. Sconvolta dalla crisi dei missili di Cuba e costretta a fare una scelta reale, la gente aveva preferito la pace all’annientamento.”

Oggi la realtà dell’annientamento nucleare si è ritirata nell’inconsapevolezza. Questo nonostante le recenti dichiarazioni dei generali statunitensi e del burattino ucraino Zelensky sulle armi nucleari e sul loro uso, dichiarazioni che avevano esacerbato i timori della Russia, e che erano chiaramente intenzionali. Il gioco era quello di avere alcuni funzionari che lo dicono e poi lo negano, mentre portano avanti una politica che contraddice il loro diniego.Continuare a superare i limiti è la politica degli Stati Uniti.

Obama-Biden avevano organizzato il colpo di stato americano del 2014 in Ucraina, nel 2017 Trump aveva aumentato le vendite di armi all’Ucraina e Biden ha raccolto il testimone dal suo partner (non il suo nemico) in questo gioco sempre più mortale. Si tratta di una Guerra Fredda 2 bi-partisan, che sta diventando molto calda. Ed è la ragione per cui la Russia, con le spalle al muro, ha attaccato l’Ucraina.

È ovvio che questo è esattamente ciò che gli Stati Uniti volevano, altrimenti avrebbero agito in modo molto diverso nel periodo precedente a questa tragedia. Tutto il nervosismo attuale è pura ipocrisia, è il nichilismo di una potenza nucleare mai minacciata per un solo momento ma i cui disegni erano calcolati per minacciare la Russia proprio davanti ai suoi confini.

La propaganda mediatica contro la Russia e Putin è la più estrema e totale che io abbia mai visto. Patrick Lawrence ne ha parlato in un recente saggio, dove scrive che lo stesso vale per lui:

“Negli ultimi giorni, molte persone di diverse età hanno osservato che non riescono a ricordare nella loro vita un bombardamento propagandistico più pervasivo e soffocante di quello che ci ha inghiottito nei mesi che hanno preceduto l’intervento della Russia. Nel mio caso, è arrivato a superare il peggio di ciò che ricordo dai decenni della Guerra Fredda.”

Inghiottito è un termine appropriato. Lawrence identifica giustamente questa propaganda come una guerra cognitiva nei confronti della popolazione statunitense (e del resto del mondo) e nota la sua connessione con la bozza finale del gennaio 2021 di un “diabolico” studio della NATO chiamato “Cognitive Warfare.” Ne parla così:

“Il cervello sarà il campo di battaglia del 21° secolo […] Gli esseri umani sono il dominio conteso. L’obiettivo della guerra cognitiva è rendere tutti un’arma.”

Questa guerra cognitiva, tuttavia, ha una lunga storia nella scienza d’avanguardia. A partire dagli anni ’90, dopo una dichiarazione del presidente (ed ex-direttore della CIA) George H. W. Bush che gli anni ’90 sarebbero stati il decennio della ricerca sul cervello, i presidenti [che gli erano succeduti] avevano annunciato ulteriori progetti decennali riguardanti la ricerca sul cervello: il 2000-2010 era stato il decennio del progetto sul comportamento, seguito dalla mappatura del cervello, dall’intelligenza artificiale, ecc., tutti organizzati e finanziati attraverso l’Ufficio del Progetto Scienza e Tecnologia (OSTP) e la Defense Advanced Research Projects Agency (DARPA).

Questa ricerca medica, militare e scientifica faceva parte di un piano a lungo termine per estendere il controllo mentale MK-Ultra a tutta la popolazione spacciandolo per intervento sanitario, ed era allo stesso tempo collegata allo sviluppo e al finanziamento della ricerca delle industrie farmaceutiche e allo sviluppo di nuovi farmaci psicotropi.

RFK, Jr. nel suo libro, Il vero Anthony Fauci: Bill Gates, Big Pharma, e la guerra globale alla democrazia e alla salute pubblica ha documentato le numerose connessioni della CIA con la ricerca sui germi e sulla mente. È il motivo per cui il suo libro è bandito dai media mainstream, che fanno il lavoro grosso della guerra cognitiva per conto del governo. Per dirlo chiaramente: questi media sono la CIA.

E la ricerca e lo sviluppo delle armi biologiche degli Stati Uniti è uno dei problemi principali, anche in Ucraina.

In altre parole, la guerra cognitiva a cui siamo sottoposti è molto di più dell’odierna fanatica propaganda anti-russa sull’Ucraina. Tutte le guerre di aggressione degli Stati Uniti sono state promosse sotto la sua egida, così come le bugie sugli attacchi dell’11 settembre 2001, la guerra economica delle élite, la crisi COVID, ecc. È tutto collegato.

Prendete, per esempio, un testo del 2010 di David Ray Griffin, un rinomato teologo che ha scritto più di una dozzina di libri sull’11 settembre. Il titolo è Cognitive Infiltration: An Obama Appointee’s Plan to Undermine the 9/11 Conspiracy Theory. È una critica al professore di diritto Cass Sunstein, nominato da Obama come amministratore dell’Ufficio per le informazioni e gli affari regolamentari.

Sunstein aveva scritto un articolo su un progetto governativo per prevenire la diffusione delle “teorie della cospirazione,” in cui promuoveva l’uso di agenti anonimi che avrebbero dovuto operare una “infiltrazione cognitiva” segreta di questi gruppi al fine di disgregarli, usando le piattaforme mediatiche per screditare le loro argomentazioni. Si riferiva in particolare a coloro che mettevano in discussione la narrativa ufficiale dell’11 settembre, ma l’intenzione, ovviamente, andava molto oltre. Stava lavorando nella tradizione dei grandi propagandisti.

Griffin aveva preso di petto questo appello alla guerra cognitiva e, naturalmente, ne era stato anche vittima. Sunstein da allora ha lavorato per l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sulle risposte psicologiche alla COVID e in altri comitati COVID. È tutto collegato.

La moglie di Sunstein è Samantha Power, ambasciatrice di Obama alle Nazioni Unite e incredibile guerrafondaia. Aveva glorificato la distruzione della Libia da parte degli Stati Uniti definendola “responsabilità di proteggere,” una copertura “umana” per l’imperialismo. Ora è l’amministratrice di Biden dell’Agenzia statunitense per lo Sviluppo Internazionale (USAID), un braccio della CIA nel mondo. È tutto collegato.

La giostra gira e rigira.

Sono andato leggermente fuori tema per sottolineare quanto siano vasti e interconnessi i giocatori e i gruppi del Team Cognitive Warfare. Sono stati in testa alla classifica per un bel po’ di tempo e sperano che il loro schema di gioco contro il Team Russia li mantenga al vertice. Finora stanno vincendo, come dice Patrick Lawrence:

“Guardate cosa siamo diventati. La maggior parte degli Americani sembra approvare queste cose, o almeno non è stimolata ad obiettare. Abbiamo perso ogni senso di decenza, di moralità, di proporzione. Qualcuno può ascoltare il frastuono delle ultime due settimane senza chiedersi se abbiamo fatto di noi stessi una nazione di esseri grotteschi?

È comune osservare che in guerra il nemico è sempre disumanizzato. Ora ci troviamo di fronte ad un’altra realtà: chi disumanizza gli altri si disumanizza più profondamente.”

Forse la gente è troppo ignorante per vedere attraverso la propaganda. Avere qualche gruppo da odiare è sempre “edificante.” Ma siamo tutti responsabili delle conseguenze delle nostre azioni, anche quando queste azioni sono solo credere alla propaganda e odiare chi ci viene detto di odiare. È molto difficile accettare che i leader del proprio Paese commettano e contemplino indicibili azioni malvagie e che vogliano controllare la tua mente. Immaginare poi che possano ancora una volta usare armi nucleari è indicibile, ma necessario se vogliamo evitarlo.

Spero che le mie paure siano infondate. Sono d’accordo con Gilbert Doctorow che la guerra Ucraina-Russia separa le pecore dalle capre e che non ci sono vie di mezzo. Questo non significa celebrare la guerra e la morte di persone innocenti, ma esige che la colpa vada esattamente dove deve andare e che non si cerchi di avere entrambe le cose.

Persone come lui, John Mearsheimer, il compianto Stephen Cohen, Ray McGovern, Oliver Stone (vedi il suo film del 2016 Ukraine on Fire), Scott Ritter, Pepe Escobar, Patrick Lawrence, Jack Matlock, Ted Postol, et al. stanno tutti andando oltre la propaganda e dicono la verità, opponendosi a tutte le bugie.

Tuttavia, non calcano la mano sulla paura della guerra nucleare, come se la cosa fosse in qualche modo possibile ma altamente improbabile, come se i loro pensieri più profondi fossero indicibili, perché pronunciarli sarebbe un atto di sconforto.

Il consenso degli esperti tende ad essere che gli Stati Uniti vogliono trascinare i Russi in una guerriglia lunga e prolungata, come era stato segretamente fatto con i Mujaheddin in Afghanistan nel 1979 e negli anni successivi. Ci sono prove che una cosa del genere sta già accadendo.

Ma penso che gli strateghi statunitensi sappiano che i Russi sono troppo intelligenti per questo, che hanno imparato la lezione e che si ritireranno quando sentiranno di aver raggiunto i loro obiettivi.

Quindi, dal punto di vista degli Stati Uniti e della NATO, il tempo è ragionevolmente breve e devono agire rapidamente, magari con un’operazione false flag che giustifichi una risposta drastica o escalando in qualche altro modo che sembri giustificare l’uso delle armi nucleari, magari all’inizio solo tattiche.

Apprezzo il contributo degli esperti sulla Russia che ho menzionato sopra. La loro competenza supera la mia, ma non sono d’accordo con loro. Forse sono un tipo eccitabile; forse sono come uno di quelli a cui si riferisce Patrick Lawrence, citando Carl Jung, troppo emotivo e quindi incapace di pensare chiaramente. (Lascerò la questione di questa lunga ma errata credenza filosofica occidentale nella divisione delle emozioni e dei pensieri per un altro giorno).

Forse non riesco a vedere l’ovvio, che una guerra nucleare non gioverebbe a nessuno e quindi non può accadere. Eppure Ted Postol, professore al MIT di tecnologia e sicurezza internazionale, pur essendo forse d’accordo che una guerra nucleare intenzionale è molto improbabile, da molti anni mette in guardia su una guerra accidentale. Su questo punto ha sicuramente ragione e vale la pena ascoltarlo.

Ma, in ogni caso, mi dispiace dirlo, forse perché la mia prospettiva è quella di un generalista, non di un esperto, e il mio pensiero è informato tanto dall’arte quanto dalle scienze sociali e dalla storia, le mie antenne captano un messaggio molto inquietante. Una voce mi dice che oggi il pericolo è molto, molto reale. Dice:

“Attenzione, siamo sull’orlo di un abisso nucleare.”

Edward Curtin

Fonte: off-guardian.org
Link: https://off-guardian.org/2022/03/13/on-the-edge-of-a-nuclear-abyss/
13.03.2022
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org

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