DI EMANUELA LORENZI
comedonchisciotte.org
Hey you! Out there on the road
Always doing what you’re told
Can you help me?
Hey you! Out there beyond the wall
Breaking bottles in the hall
Can you help me?
Hey you! Don’t tell there’s no more hope at all
Together we stand, divided we fall.[1]
[1] Ehi tu! Là fuori sulla strada
Che fai sempre quel che ti viene detto
Mi puoi aiutare?
Ehi tu! Là fuori al di là del muro
Che rompi bottiglie nel salone
Mi puoi aiutare?
Ehi tu! Non dire che non c’è più speranza!
Insieme restiamo in piedi, divisi cadiamo.
(Hey you – THE WALL 1979)
La fabbrica dei mostri, il sonno e l’obbedienza
Dicevo tempo fa che per scrivere mi serve la furia. Oggi dico che basta la gastrite, quella che qualunque genitore ha certamente sviluppato in seguito all’ultimo virtuale assembramento con altri esseri che si spera siano simili, nel senso di umana consapevolezza di un comune destino, presumibilmente sotto lo stesso cielo e sulla stessa terra. Invece no, ci sono gastriti e gastriti: quelle dei genitori fobici presi nella ragnatela dell’eggregora del terrore non è la stessa degli altri, la minoranza clandestina, che la ragnatela la vede da tempo ma non ci cadrà mai, solo che lo spazio fuori si fa sempre più impervio e ostile, visto che la ragnatela si è estesa a tal punto da rendersi invisibile ai più, annebbiati e imbestialiti come i ciechi di Saramago che con la vista hanno perso anche l’umanità.
Non dobbiamo chiudere occhio tutta la notte.
O ci sveglieremo trasformati in qualcosa di inumano.
Molte persone perdono a poco a poco la loro umanità senza accorgersene
(“L’invasione degli ultracorpi”)
Come ha ben descritto Livio Cadè in questo frizzante contributo, è sempre un azzardo buttare lì l’amo per cercare di capire se ci si trova di fronte a un ultracovid e bisogna restar desti perché loro sono ovunque “inutile cercare di scuoterli, di liberarli da quel parassita cerebrale. Ti guarderanno con aria allarmata, come fossi tu l’alieno. Non serve appellarsi alla logica, ai fatti, ai dati reali. Niente può scalfire il loro monolitico blocco di angosce e certezze. Se ti mostri scettico, se non ti conformi alla fiaba ufficiale, ti accuseranno di cinismo, negazionismo o complottismo. È una sorta di isteria collettiva, come il maccartismo degli anni ’50, la Red Scare – paura rossa – che vedeva in ogni anticonformista un pericoloso comunista.”
Il sonno della ragione genera mostri. Non penso al Capriccio 43 di Francisco Goya, per quanto l’immagine dell’uomo dormiente insidiato da sinistri uccelli, invito a non perdere la capacità di pensiero critico per non cadere nella paura e nella superstizione, rappresenti bene l’oscurantismo in cui siamo piombati e le fosche volatili assurdità illegittimamente recepite ed imposte dalla ‘scuola’.
E non sono le allucinazioni dei percorsi colorati, dei cerchi o delle frecce tricolori a terra, dei bollini sugli zaini o dei codici a barre, dei 27 milioni di bavagli sventola-orecchie e coltiva-batteri/virus/funghi/parassiti che saranno fabbricati ogni giorno dal filantropico gruppo Elkann (al vertice del gruppo Gedi, che in pratica possiede tutta la cartaccia mainstream da Repubblica a La Stampa, Secolo XIX, l’Espresso, diversi quotidiani locali, tre radio nazionali Radio Deejay, Capital, radio m20 e le rispettive emittenti TV), che ricorda l’altro filantropo William Gates coi suoi 250milioni di dollari per comprarsi tutta l’informazione (Financial Times, The Atlantic, Le Monde, The Guardian, il New York Times ed emittenti TV come BBC, NPR, NBC, Al Jazeera) o la compulsione alla distruzione del microbiota con l’ossessiva pseudo igienizzazione foriera solo di psicosi e di superbugs antibiotico-resistenti, o altre amenità come i 3 sacchetti di plastica che ogni alunno dovrà avere (sacchetto 1 per portare le ciabattine candeggiate, sacchetto 2 per riporvi le stesse infettate dal coronavirus ogni giorno e sacchetto 3 per la giacca invernale perché non si devono sfiorare sull’appendiabiti il che, al di là della totale indifferenza per le recenti conferme sulla non permanenza del morbo sulle superfici, oltre che del buon senso, comporta un problema di volume: come diavolo cacciare un piumino di un ragazzo dentro un sacchetto?). Poi appena fuori di lì si torna al normale sano struscio e condivisione di palle e salive al campetto di calcio o al compleanno in piscina, ovunque, come si è fatto fortunatamente per mesi, ovunque TRANNE che a scuola, sotto l’egida di quella stessa schizofrenia istituzionalizzata che libera per decreto 6 mila detenuti mentre incarcera i bambini e 60 milioni di italiani. No, non è tutta questa follia ad avermi causato gastrite e insonnia (ma quella serve per non farsi prendere dagli ultracorpi), è la totale mancanza di un qualsivoglia sollevamento di sopracciglio da parte degli altri genitori, preoccupati dopo mesi di isteria intra-muros solo di liberarsi dei pargoli per poter riprendere una pseudo vita normale, magari riuscire a lavorare per chi il lavoro non l’ha ancora perso.
Ecco che la scuola, dalla quale l’unica voce che ha risuonato nell’imbarazzante vuoto che pare abbia inghiottito pedagogisti e insegnanti è stato il lucido intervento della coraggiosa Preside Solange Hutter (già in prima linea con uno sciopero della fame contro la proposta di inserire il rispetto delle regole di distanziamento nel voto in condotta con sanzioni da regime, dal 5 in condotta a rappresaglie in forma di interrogazioni fino alla sospensione per chi non si adegua, con danni psicologici e sanitari già causati dal confinamento e alto rischio di bullismo fra compagni che diventeranno solerti delatori), la scuola si trasformerà se non in un lager di certo in una fabbrica di mostri. Servi formati dal condizionamento pavloviano che accetteranno supinamente ogni ingerenza dello stato paternalistico nei loro corpi e nelle loro menti anziché ribellarsi a leggi ingiuste come don Milani:
«Avere il coraggio di dire ai giovani che essi sono tutti sovrani per cui l’obbedienza non è ormai più una virtù ma la più subdola delle tentazioni, che non credano di potersene far scudo né davanti agli uomini né davanti a Dio, che bisogna che si sentano ognuno l’unico responsabile di tutto»
La scuola ha abdicato al suo ruolo lasciando usurpare il proprio territorio sacro dalla sanità, questo denuncia anche il pedagogista Daniele Novara, che critica aspramente e nel merito le linee guida e i danni ai bambini, di fatto privati di tutto, mentre Fabio Franchi parla della missione impossibile degli insegnanti gravati da un compito medico-legale improprio che riguarda il riconoscimento dei casi “sospetti” tra gli studenti, ma anche dei genitori per i quali si proponeva la responsabilità penale se ai figli viene la febbre a scuola e ai quali viene proposto un patto di corresponsabilità (la cui sottoscrizione non è obbligatoria) e tutto questo perché anche i presidi sono stati lasciati soli, schiacciati fra protocolli assurdi e responsabilità che non appartengono neppure a loro. Del resto, divide et impera.
“Ich bin ein Berliner” e lapdog journalism: il sano è malato, Winston!
«I governi amano le pandemie, le amano per la stessa ragione per cui amano la guerra, perché permette loro di avere il controllo della popolazione che altrimenti non avrebbero». (Robert F Kennedy, 2020)
Gli studi erano falsi e loro lo sapevano. Una volta che ho preso coscienza di questo, non è stato più possibile lasciar perdere. Era come vedere una rapina per strada o, ecco, come vedere una atrocità terribile … come essere alla stazione ferroviaria di Varsavia o Berlino nel 1939 e vedere le persone inviate ai campi di concentramento … allora devi prendere una decisione: o abbassi la testa e fingi di non vedere e proteggi la tua carriera oppure parli. Io ho sentito che non avevo scelta
Mi chiedo a che servano le varie ipertecnologiche piattaforme di autistica vetrinizzazione costante dei vostri deretani photoshoppati da filtri bellezza e instagrammati oltre ogni agostiniana distensio animi (“dovunque sono, qualunque cosa sono, non sono che presente“), chiamate ironicamente “social”, se nel 2020 non siete in grado di andare a vedere i fatti del mondo con le mille mila webcam e youtuber in grado di documentare in tempo reale la verità fattuale oltre il frame imposto dalla vecchia e sempre più cattiva maestra TV?
Molto è stato detto sulla manifestazione di Berlino (molto più è stato taciuto e strumentalizzato dai soliti mainstream), di cui giova sempre riportare il luminoso intervento di Robert F Kennedy. Altre piazze si sono riempite di teste pensanti a Copenhaghen e a Londra, con un vibrante intervento di David Icke (sentite cosa dice del “team di approfondimento comportamentale” e del potere dei leoni). Negazionisti, fascisti, no mask, il richiamo al versante negativo dell’esistenza fa davvero a pugni con la bomba di energia propositiva che è scaturita da queste manifestazioni come pure da quella organizzata dal Movimento 3V a Padova che ha portato domenica 6 settembre in Prato della Valle ben più di 300 persone. Quando il Corriere titola “Il coronavirus non esiste” e La Stampa “Il virus non c’è, è solo una grande bugia” chi c’era sa bene che nessuno dei relatori, nessuno, ha mai negato l’esistenza del virus, anzi gli stessi ne hanno sviscerato le caratteristiche cliniche e denunciato le terapie errate ma tant’è, ormai le menti sono talmente indebolite che neppure ci si deve sforzare più di tanto per infangare: balle grosse e ben strillate. Silenzio assordante. Ci eravamo già passati per la censura di stato, ricordo fra tutte la grande manifestazione di Pesaro dell’8 luglio 2017 per la libertà di scelta contro l’abominio Lorenzin (lo sapevamo che il piano era lì, con la nomina dell’Italia a capofila della sperimentazione vaccinale nel 2014 a Washington), anche lì un oceano arancio (il colore del sentiero di Nicola, movimento creato da uno dei tanti genitori coraggiosi che questo paese di codardi pure possiede) composto e unito di quasi centomila persone totalmente oscurato dai media, il cui passaggio da watchdog (“cane da guardia della democrazia e della pluralità delle opinioni” secondo la nota locuzione anglosassone, che suona quantomai ironica oggi) a lapdog journalism (“cane da salotto” pronto a scondinzolare per un pezzo di pane) si è realizzato da tempo. Lo stesso che consente al costipato cronico Conte Dracula (nomen omen visti gli orari di azione del virus ferragostano e godereccio) di divulgare impunemente alle masse già decerebrate che ancora guardano il TG1 una balla talmente macroscopica che se non fosse una gaffe clamorosa sarebbe una clamorosa fake news: le fantomatiche 135mila vittime del virus, fake gaffe direi. Anche qui ci eravamo già passati con la peripatetica Lorenzin che blaterava di 400 bambini morti di morbillo in Gran Bretagna, anche qui la prima urlata è quella pervasiva al di là di ogni rettifica, peraltro neppure tentata in questo caso dai quotidiani pennivendoli di casa. Gli stessi che, instillando il nuovo paradigma ASINTOMATICO=CONTAGIOSO, il nuovo ossimoro dell’immaginario malato sano che ricorda Molière, la sanità come malattia (perfetto bipensiero orwelliano applicato alle masse inerti violentate nel linguaggio come testa d’ariete per la violenza nel corpo e nella mente), arrivano a riportare tranquillamente, senza che nessun altro ‘giornalista’ gridi allo scandalo, che il Ministero della salute ha imposto di registrare come morti per Covid19 non solo i morti per altre cause risultati positivi al tampone farlocco, ma anche quelli negativi, come denuncia (a ragione, visti i tentativi di oscuramento da parte di Youtube già subiti dal canale Byoblu) il coraggioso e lucido Fabio Duranti in uno dei tanti interventi di Radio Radio .
FOOTLOOSE: la morte della danza … o la danza della morte?
Balli e baci proibiti dal Minluv, sesso con la mascherina e canto vietato ai bambini!
Credevo davvero di non dover aggiungere nulla all’ultimo articolo sull’abominio all’infanzia e sulle finestre di Overton, ma ero in Bretagna quando hanno imposto la mascherina all’interno della corsara St Malo, attenzione solo all’interno perché si sa le mura costituiscono baluardo al titanico virus, e mi trovavo da un piccolo fruttivendolo a La Rochelle quando sono stata aggredita quasi fisicamente da una signora sinceramente terrorizzata dal mio foulard (le masque madame! le masque! le masque!), signora inconsapevole che il suo sindaco ha avuto la stessa idea del nostrano Fontana concedendo il foulard a simulacro dell’imbavagliamento scenografico, cioè richiesto dal copione Coviddi. Poco importa se poi altri tipi di germi proliferano sotto l’ascella dove si continua a portare impudicamente la nuda baguette appena sfornata. In Francia a fine luglio cominciava lo stesso teatrino delle inutili e dannose maschere con restrizioni a macchia di leopardo che abbiamo vissuto qui mesi prima. Ma l’ordinanza/circolare/dpcm/twitter che intendeva legiferare sul virus vampiro e perbenista in azione esclusiva dalle 18 alle 6, forse perché imparentato coi pipistrelli, sembrava battere ogni record di idiozia finché è giunta la specifica: il virus ballerino potrebbe colpirvi se nel locale o nella piazza dove state sorseggiando un Hugo dovesse prendervi l’insano impulso di muovere un braccio, il che mi ha riportato alla caccia del drone al runner col terrore di alzare il braccio per fare stretching. Dalla caccia al runner alla caccia al ballerino. Ciò che mi ha colpito, anche qui, è l’assenza di qualunque ribellione da parte dei cosiddetti giovani. Finestrella di Overton: si può vietare il movimento, persino sul posto, a 10 metri di distanza da chiunque. Il tuo corpo non è tuo, appartiene allo Stato, che decide cosa farne e cosa inocularvi.
Dopo averci tolto la musica, manco fossimo in una globale comunità mormona e bigotta come ‘Footlose’ o i borghesucci abbienti dell’hotel di’ Dirty Dancing’, ecco che il passo successivo era vietarne l’espressione più antica, istintiva e connaturata all’essere umano, il ballo.
E questa morte della danza ne cela ontologicamente l’inverso come in un anagramma esoterico: la danza della morte, con tutta l’iconografia della danza macabra, un memento mori che annichilisce l’anima scippandola al polo dell’amore per darla alla paura, cieca e atavica. La paura della libertà.
Lasciatemi cantare che sono un italiano? Anche no.
Ma non è ancora finita, ecco un altro divieto imbavagliante, il divieto di urlare e divieto di cantare , pratica che aumenterebbe l’aerosolizzazione e il rischio di contagio: i più preoccupati e sinceramente contrari propongono di mettere “una luna di plexiglass come un sorta di leggio che permetta al bambino di andare dietro alla luna, avere già il suo spartito e cantare la sua canzone davanti ai compagni di classe senza ‘schizzare’ a nessuno.”
E quando si pensa di aver già superato il limite della repressione tramite psicopolizia del MinLuv (l’orwelliano Ministero dell’Amore), ecco l’incredibile superamento di un ulteriore gradino nella sistematica e incontrastata disumanizzazione del nostro essere zoon politikon e zoon logon echon (animale sociale e comunitario e animale dotato di logos parola/pensiero) tramite la separazione in folla solitaria poi vaporizzata in destrutturate e individualiste entità ameboidi e tramite imbavagliamento del pensiero e della sua espressione: il divieto di baciarsi e di fare sesso con un soggetto esterno al sé senza mascherina. Non è uno scherzo ma l’ufficialissima raccomandazione proveniente dal capo dell’Agenzia di Sanità Pubblica del Canada Theresa Tam, in pericoloso bilico fra moralismo al cilicio e al silicio (tele-sesso) e perversioni kubrickiane alla Eyes Wide Shut (avete visto certe maschere): “L’attività sessuale a minor rischio è quella che coinvolge solo se stessi” che sia un invito all’onanismo e al sesso virtuale (dopo la “didattica” a distanza nulla è impossibile) e davvero c’era poco da ridere a chi parlava ironicamente della mascherina come di un preservativo! Doppio dispositivo quindi e se un pensiero va a Winston e Julia di 1984, l’altro salta più in là al solito Huxley, al transumanesimo…alla nuova sub-umanità prona al Nuovo Supergoverno Mondiale già prefigurato, fra gli altri, da Jascques Attali nel 2009 a proposito della Sars, pandemia cercasi, e un Draghi già pronto con benedizione del Papa (che lo ha nominato a luglio membro ordinario della Pontificia accademia delle Scienze):
“La storia ci insegna che l’umanità evolve significativamente soltanto quando ha realmente paura: allora essa inizialmente sviluppa meccanismi di difesa; a volte intollerabili (dei capri espiatori e dei totalitarismi); a volte inutili (della distrazione); a volte efficaci (delle terapeutiche, che allontanano se necessario tutti i principi morali precedenti). Poi, una volta passata la crisi, trasforma questi meccanismi per renderli compatibili con la libertà individuale ed iscriverli in una politica di salute democratica.” (Overton docet, ndr)
“La pandemia che sta iniziando potrebbe far scatenare una di queste paure strutturanti”
Proprio ieri la von der Leyen ha ribadito la necessità di costruire una Nuova Unione Sanitaria preannunciando “un vertice globale sulla sanità in Italia” organizzato con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e la presidenza italiana del G20 “per dimostrare che l’Europa c’è”: ci risiamo, Italia capofila e laboratorio.
Profezie
Ricorderei qui ancora fra le ‘profezie’ epidemiche degne di nota intanto l’incredibile tempismo della simulazione EVENT 201. A pandemic exercise dell’ottobre 2019 al Johns Hopkins ad opera di World Economic Forum e Bill & Melinda Gates Foundation (rivedendo il programma mi è ribalzato all’occhio il punto7 che invita i governi alla gestione della disinformazione e delle voci dissonanti “manage rumors and misinformation” e ad inondare i media di informazioni rapide e ‘coerenti’ leggi univoche “flood media with fast, accurate, and consistent information” anche utilizzando i leader religiosi “faith leaders”). Ma, soprattutto, lo scenario della Rockfeller Foundation del 2010 denominato LOCKSTEP (‘stretta, ‘ferreo rispetto’ e messo nero su bianco a pagina 18 di “LOCKSTEP: A world of tighter top-down government control and more authoritarian leadership (Un mondo basato su un maggiore controllo governativo dall’alto verso il basso e più autoritarismo), di cui già denunciavamo tempo fa l’impressionante somiglianza con quello che stiamo vivendo in termini di autoritarismo, controllo verticale, sorveglianza attraverso obbligo di mascherine e controllo della temperatura per accedere agli spazi comuni come supermercati o stazioni. Ma attenzione: sorveglianza e controllo che sono rimasti e si sono persino intensificati dopo la fine della pandemia (During the pandemic, national leaders around the world flexed their authority and imposed airtight rules and restrictions, from the mandatory wearing of face masks to body-temperature checks at the entries to communal spaces like train stations and supermarkets. Even after the pandemic faded, this more authoritarian control and oversight of citizens and their activities stuck and even intensified.) Come ora, che l’emergenza è finita ma controllo e autoritarismo si sono intensificati, interiorizzati, overtonizzati.
Sempre in tema profetico, vale la pena ascoltare la manciata di minuti dell’intervento a Padova della grandissima Antonietta Gatti, fisico e bioingegnere esperta di nanotossicologia, la quale cita i brevetti di coronavirus del 2015, i Pandemic Bonds del 2017 emessi dalla Banca Mondiale, i crediti al buio anche per l’Italia per l’acquisto di mascherine…. Ma soprattutto la Gatti denuncia lo scandalo delle autopsie vietate e degli impedimenti allo studio delle morti di Bergamo: dopo aver donato all’ospedale di Bergamo, che è anche il MIO ospedale, la strumentazione per effettuare le autopsie in sicurezza, l’invio dei campioni (di cervello, di polmone, di trombo) già predisposti dall’anatomopatologo per essere analizzati nel laboratorio Nanodiagnostics è stato all’improvviso bloccato dall’alto: uno scandalo che non ha giustificazioni, se non la volontà di NON fare chiarezza e di NON salvare vite.
L’emergenza è finita andate in pace (lo dice l’ISS) …e la scienza dei pappagalli (con tamponi mai validati su un virus mai isolato che trasformano i sani in malati)
Agli affermazionisti ad oltranza suggerisco di ascoltare le loro affidabili fonti quando sono costrette ad ammettere che l’emergenza è ormai finita e che il numero di ‘positivi’ è proporzionale a quello dei tamponi farlocchi, elementare Watson. Aggiungiamo le fake news di Stato impunemente diffuse dai rotocalchi servi di cui sopra, la sovrastima dovuta al fatto che i ‘tamponi’ rileverebbero anche virus morto, ma farei un passo avanti: i test, sia tamponi che sierologici, non sono mai stati convalidati semplicemente perché il virus non è mai stato isolato. Lo spiega in una intervista esclusiva su Byoblu (di cui vi consiglio caldamente la visione integrale) anche Stefano Scoglio, scienziato candidato al Nobel, che già illustrava bene qui, dati alla mano, i veri numeri dell’epidemia e la tragedia dell’incantesimo Covid contro cui solo pochi medici hanno avuto il coraggio di pronunciarsi con forza (Lettera aperta del 30/08 su ‘contagi’ e diritti: la misura è colma dei medici AMPAS)
“Ho esaminato gli studi che affermano di aver isolato e persino testato il virus, ma tutti hanno fatto qualcosa di molto diverso: hanno preso il liquido faringeo o bronco-alveolare dei pazienti, lo hanno centrifugato per separare le molecole più grandi dalle molecole più piccole, come appunto i presunti virus; hanno poi preso il surnatante (la parte superiore del materiale centrifugato) e hanno chiamato quella matrice estremamente complessa ‘virus isolato’”.
Nel surnatante, spacciato per virus, in realtà ci sono milioni di RNA. Da questo si fanno svariati sequenziamenti genici.
«Quando non hai isolato il virus ma hai solo fatto diverse ipotesi al computer di sequenze geniche, coi tamponi cosa vai a trovare? Il tampone deve avere un marker di riferimento, ma se questo non c’è, cosa trovi?»
«Per testare la patogenicità di un organismo bisogna prendere un campione di sangue o umore infetto, isolare e purificare il batterio o il virus, metterlo in coltura, iniettarlo a una cavia, vedere se si riproduce la malattia e solo se si ammala posso affermare che quell’organismo è causa della malattia […] Questo percorso non è stato intrapreso col SARS-CoV-2. Son stati fatti dei sequenziamenti genici che sono delle ricostruzioni computerizzate a partire da alcuni frammenti di RNA».
E la stessa cosa vale per i test sierologici: come per i tamponi, anche qui si cercano nel sangue le immunoglobuline (marker immunitari) IgM e IgG ma “senza un marker specifico per il SARS-CoV-2, è impossibile avere un risultato certo perché le immunoglobuline sono prodotte anche in presenza di un raffreddore o di un taglio”
Perciò i cosiddetti positivi intanto non sono positivi, i tamponi rilevano solo frammenti di genoma virale e pure aspecifico, non necessariamente di questo virus. Lo ribadisce anche il grande immunologo bernese Beda Stadler, che fra le altre cose conferma ciò che già sosteneva Tarro sulla prevista diminuzione della carica virale e ciò che anche l’infettivologo Fabio Franchi va dicendo da mesi e cioè che i test non sono mai stati validati:
Per prima cosa, è stato sbagliato affermare che il virus è nuovo.
Seconda cosa, è stato ancora più sbagliato affermare che la popolazione non aveva già una immunità verso il Covid 19.
Terza cosa, è stata l’incoronazione della stupidità affermare che qualcuno poteva avere il Covid 19 senza sintomi e contagiare altre persone [..]
Ad un certo punto mi sono svegliato, quando ho realizzato che il primo test sierologico commercialmente disponibile per il Covid 19 era lo stesso vecchio test per il SARS COV 1. Questo test valutava se c’erano anticorpi nel sangue del paziente, sia che essi venissero dal contatto con SARS COV 1, Covid 19 o MERS. Quindi le affermazioni che noi non avevamo immunità erano insostenibili, in quanto non avevamo test che differenziassero l’immunità ai diversi coronavirus. Le affermazioni non erano scientifiche, erano solo delle supposizioni che tutti ripetevano come pappagalli.
E’ verosimile che un largo numero di persone che sono dichiarate positive giornalmente hanno solo frammenti di virus nel loro corpo, ma non più virus!!! La PCR non permette di sapere se il virus è ancora vivo e se la persona è contagiosa.
Il virus è andato via per ora. Probabilmente tornerà in inverno, ma come un semplice raffreddore. Le persone giovani e in salute che indossano la maschera, farebbero bene a mettersi un elmetto, poiché il rischio di morire per qualcosa che cade sulla loro testa è maggiore del rischio di morire da Covid 19.
Ecco prima di mettervi l’elmetto però, sulla cui inutilità e soprattutto dannosità (per ipossia ipercapnia acidosi autoinfezione costante di virus/batteri/protozoi di cui è terreno di coltura migliore di un laboratorio) sono già stati riportati dati e pareri scientifici (dopo i bambini uccisi dalla mascherina in Cina e la ragazzina entrata in coma in Val d’Aosta, per limitarci solo a quelli più noti, è notizia di oggi che un bimbo delle elementari nel veronese è svenuto e si è ferito dopo aver portato la mascherina a scuola: pediatri dove siete?), sentitevi le conclusioni dello studio della Dottoressa Loretta Bolgan che, dopo l’esposto di Bacco[1] e Tarro, denuncia la ventilazione invasiva come causa diretta della complicazione fatale che ha portato alle morti che ribadiamo sono MORTI DI STATO, MORTI IATROGENE non certo attribuibili ai medici che hanno operato in emergenza ma ai quantomeno miopi protocolli imposti con intubazione forzata e senza stadiazione dei pazienti: VENTILAZIONE INVASIVA, così i pazienti Covid si sono aggravati. L’illegittimità scientifica (nessuna ratio per un obbligo di utilizzo diffuso e soprattutto nelle scuole divenute lager al di fuori del quale i bambini e ragazzi continuano per fortuna ad incontrarsi e ad abbracciarsi senza che questi comportamenti umani vengano bloccati da dispotici interventi di vigili come in questa scuola del Trentino ) va di pari passo con quella giuridica: è di ieri l’importante pronunciamento dell’Osservatorio permanente per la legalità costituzionale, istituito presso il Comitato popolare per la difesa dei beni pubblici e comuni «Stefano Rodotà» e presieduto da Ugo Mattei, sulla illegittimità ed incostituzionalità dell’obbligo della mascherina è incostituzionale, pertanto l’irrogazione della multa da parte di un pubblico ufficiale non può cioè avvenire in forza di legge.
Purtroppo però la prassi delle masse disconosce ciò che è o non riserva di legge e concede lo status a qualunque atto amministrativo che venga poi adottato dalla maggioranza delle persone letteralmente senza fiatare. La mascherina è un simbolo di sottomissione e sudditanza, mito e feticcio, non si discute, il mondo deve essere ammutolito. A questo pensavo l’altro giorno quando sono entrata in un negozio di alimentari e la ragazza dell’ortofrutta mi fissava incuriosita il foulard “è bello, è leggero riesco a leggerti il labiale”. T. è sordomuta, per lei il mondo ora è davvero muto.
L’affermazionista nasce in piedi (come l’ottimista di Venditti), ma con la schiena già piegata
Voi che fate sonni sereni fra le braccia del boia, che credete nel principio della delega in ogni settore, voi che vedete sempre un medico dietro a un camice anche quando spacca femori o dopa i bambini per soldi, voi che vedete sempre un maestro nei pressi di una cattedra anche quando considera i bambini teste vuote da riempire ed omologare, voi che non concepite incertezze o dubbi e nutrite la massima fiducia nella filantropia delle case farmaceutiche e nell’etica degli stati, dei governi, degli organismi sovranazionali, voi che annuite sempre, perché dire SI è uno dei pilastri del turbocapitalismo metafisico, l’ontologia dell’affermazione sempre e comunque, la glorificazione del consenso a priori, del masochismo del conformismo e dell’eterodirezione che nulla vi costa in termini di sinassi né di gastriti, voi che elogiate l’ortodossia che nulla vi richiede se non fare un cenno con la testa, abbassarla dunque, consegnando la casacca al dogma disumanizzante, voi servi del SI.
Siamo in guerra e i primi a morire saranno i bambini
Giravo per il corso di Crema qualche giorno fa con mio figlio e alcuni amichetti, mi sono soffermata davanti a una vetrina che esponeva osceni manichini imbavagliati, alcuni con mascherina odiosamente abbinata al vestito (come del resto facevano le pubblicità per le prime comunioni a maggio o i folli spot per mascherine colorate e financo con boccacce disegnate destinate ai bambini, già umiliati da genitori idiotizzati), altri persino con visiera in plexiglass, e ho chiesto loro di notare l’anormalità, di VEDERE la follia, ho detto loro di non smettere mai di indignarsi, di non abituarsi MAI alla cosiddetta “nuova normalità”, di non smettere MAI di sobbalzare e di inorridire. È una delle tante finestre di Overton, sempre quelle, le sole nel muro.
Siamo in guerra e i primi a morire saranno i bambini, già violati nel corpo e nell’anima dagli abomini della legge Lorenzin, devastati nel microbiota dalla falsa teoria igienica che demonizza il germe e ignora terra e terreno (i dati in letteratura erano già abbondanti ma questo importante studio belga del 2015 conferma l’importanza dell’esposizione ai batteri per la corretta azione del sistema immunitario, che passa per il microbiota (questo sconosciuto) ucciso dalle pratiche di igienizzazione dei bambini in fila come bestiame per la marcatura mattutina: ascoltate la dottoressa Annarita Iannetti, medico di prevenzione e specialista in terapia d’urgenza esperta di PNEI e di epigenetica (altra sconosciuta) con 40 anni di esperienza nel suo recente breve intervento a Padova e traetene le conclusioni, se ancora vi circolano neuroni dietro mascherina.
Siamo in guerra e i primi a morire saranno i bambini, educati alla distanza (che da fisica a sociale è divenuta morale e persino ontologica), alla diffidenza e alla delazione (“vai a vedere chi non ha la mascherina e dimmelo”; “se non la tiri su bene ti metto in punizione”).
Siamo in guerra e guerra ora è dichiarata fin dai libri di scuola, dove, con buona pace dei negazionisti del NWO (affermazionisti pardon), si insegna il NUOVO ORDINE MONDIALE ai bambini: NUOVO ORDINE MONDIALE ai bambini, così, messo lì nero su bianco.
E allora, guerra sia. Forse perderemo, ma saremo svegli.
«In quanto alla loro vita di giovani sovrani domani, non posso dire ai miei ragazzi che l’unico modo d’amare la legge è d’obbedirla. Posso solo dir loro che essi dovranno tenere in tale onore le leggi degli uomini da osservarle quando sono giuste (cioè quando sono la forza del debole). Quando invece vedranno che non sono giuste (cioè quando sanzionano il sopruso del forte) essi dovranno battersi perché siano cambiate.
E quando è l’ora non c’è scuola più grande che pagare di persona un’obiezione di coscienza. Cioè violare la legge di cui si ha coscienza che è cattiva e accettare la pena che essa prevede»
(Don Lorenzo Milani, Lettera ai giudici, 18 ottobre 1965)
Dovrete venire a prenderci tutti, come avete fatto con questa donna incinta, mostri affermazionisti senza volto e senza umanità, che davanti al treno per Varsavia avete girato la testa dall’altra parte.
Rise like Lions after slumber
In unvanquishable number,
Shake your chains to earth like dew
Which in sleep had fallen on you-
Ye are many — they are few.
(Percy Bysshe Shelley 1819, The Mask of Anarchy)
Emanuela Lorenzi
Fonte: www.comedonchisciotte.org
16.09.2020
NOTE
[1] Leggete le sue parole indignate alla Camera sugli “orfani del virus” sui protocolli errati “Abbiamo sparato sui polmoni, li abbiamo ossidati e bruciati, abbiamo ucciso le persone e in tutto questo i medici, anche miei colleghi, sono diventati degli strumenti di morte”, sulla perdita della pietas Non abbiamo loro stretto la mano quando andavano via, non li abbiamo accompagnati nell’ultimo viaggio, abbiamo acconsentito che li incenerissero per fare scomparire le prove di un misfatto di cui la storia sarà giudice”. Nonostante la scienza eretica dicesse “guardate che avete confuso gli effetti con la causa, non si tratta di polmonite interstiziale”. Noi abbiamo eliminato completamente i farmaci che oggi portano alla guarigione immediate: l’eparina, gli antinfiammatori, l’drossiclorochina. Abbiamo invece dato tutto il contrario, una ventilazione profonda”. Parla dolorosamente ma lucidamente di colpo di stato, di pandemia come strumento di ingegneria sociale e invoca una nuova Norimberga per la dittatura sanitaria imposta“Pensate davvero di vivere in democrazia? Pensate ci sia rispetto per la democrazia quando, per il semplice fatto di esprimere un’opinione ti trovi esposto a conseguenze personali?”