La vista, l’analisi e il pensiero razionale sono tutte attività collegate all’emisfero sinistro del cervello. L’udito, il linguaggio simbolico, le emozioni e le facoltà intuitive sono invece guidati dall’emisfero destro.
Se dunque ci alleniamo ad ascoltare di più, possiamo sviluppare anche tutte le facoltà complementari a quelle già aguzzate nel corso degli ultimi secoli – dall’illuminismo in poi – e scoprire l’altra faccia della medaglia: il nostro mondo interiore. Questo regno di cui conosciamo ben poco, semplicemente per mancanza di abitudine, è come se avesse una natura musicale perché è composto da molti elementi differenti che insieme possono dar luogo a una meravigliosa armonia o a una sconcertante cacofonia.
Perciò, se vogliamo fare un vero percorso di crescita personale, dobbiamo per forza coinvolgere entrambe le polarità del nostro cervello e della nostra esistenza: l’analisi e la sintesi, l’esterno e l’interno, il razionale e l’intuitivo, la scienza e l’arte.
Siamo tutti aquile e viviamo troppo spesso da polli, per dirla come narra Anthony de Mello nella fiaba “Storia di un’aquila che si credeva un pollo”. Viviamo, cioè, per lo più in schemi definiti da altri, ignari della nostra vera natura, a volte persino ignari che esista una nostra vera natura da scoprire. Invece interiormente le voci sono tante e ognuna di esse ha un punto di vista. L’essere umano è, infatti, costituito di tre componenti fondamentali: IL CORPO che ha le sue esigenze (spesso opposte a quelle della mente), un suo linguaggio (in primis il movimento) e una sua sede di comando (la parte più antica del cervello, la rettiliana); LE EMOZIONI che hanno anch’esse un loro linguaggio (l’immagine, la metafora, l’analogia) e sono guidate da un’altra parte del cervello, il mesencefalo, che governa il sistema limbico; LA MENTE (con le sue attività di pensiero, parola e ragionamento logico) che è disciplinata dalla corteccia cerebrale, la componente evolutiva più recente.
Queste tre parti di noi rappresentano esigenze diverse e spesso entrano in conflitto tra di loro, da qui derivano tutti i problemi che ci troviamo ad affrontare sul piano personale e sociale.
L’unica soluzione è favorire un processo di integrazione di questi tre diversi piani. Il punto di partenza di questo percorso di crescita rimane indubbiamente quello di conoscere se stessi: conoscere la nostra storia (l’influenza che i nostri affetti, amicizie ed esperienze hanno avuto su di noi) e conoscere le diverse voci del nostro mondo interiore. Non voci “buone” o voci “cattive”, ma voci usate bene o usate male. O non usate affatto e quindi che protestano a modo loro, come gli strumenti musicali trascurati da tempo, e quindi non accordati, che quando entrano in scena si esprimono in maniera sgraziata e fastidiosa.
Una volta conosciuti i vari strumenti a nostra disposizione, sarà possibile cominciare a lavorare per accordarli prima di tutto e, in un secondo momento, per farli collaborare AL FINE DI CREARE UNA PIACEVOLE MELODIA.
È un lavoro impegnativo che può richiedere più o meno tempo, dipende dal nostro grado di consapevolezza e, a volte, non si riesce a farlo da soli. Allora ben venga la figura di un professionista preparato che può affiancare (senza mai sostituirsi) mostrando che possono esistere anche diverse e più salutari abitudini (sia di pensiero che comportamentali).
Tenendo presente che il lavoro su stessi non è, però, il punto di arrivo finale, solo una tappa importantissima del processo di crescita. L’obiettivo ultimo di questo processo, una volta entrati dentro noi stessi, è in realtà quello di proiettarci fuori di noi, verso gli altri, e sviluppare un vero senso di comprensione e tolleranza verso il prossimo.
NESSUN UOMO, INFATTI, E’ UN’ISOLA. Siamo parte di un gruppo, dell’umanità intera, di ogni forma di vita sul pianeta. E il coinvolgimento e l’interesse per quelli che sono i nostri vicini non è solo un atto di generosità, ma anche di responsabilità civile indispensabile alla sopravvivenza.
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VB