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La Redazione

 

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Se Teheran verrà trasformata in un parcheggio Israele non tarderà a seguirla

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A cura di Markus
Il 11 Ottobre 2024
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Mike Whitney
unz.com

Israele ha ora la più grande opportunità degli ultimi 50 anni per cambiare il volto del Medio Oriente. Dobbiamo agire ora per distruggere il programma nucleare iraniano, le sue strutture energetiche centrali e paralizzare una volta per tutte questo regime terroristico. Abbiamo la giustificazione. Abbiamo gli strumenti. Ora che Hezbollah e Hamas sono paralizzati, l’Iran è esposto. Naftali Bennett, ex primo ministro israeliano.

Per realizzare le proprie ambizioni regionali, Israele deve attirare gli Stati Uniti in una guerra con l’Iran. Per riuscirci, Israele deve colpire l’Iran con una forza tale da provocare una ritorsione violenta e distruttiva. Non appena sembrerà che Israele sia nei guai, gli Stati Uniti accorreranno in suo soccorso con le “armi spianate”. Ma prima Israele deve impegnarsi in una provocazione abbastanza grande da garantire il risultato che cerca. In breve, il vero obiettivo di Israele sono gli Stati Uniti, perché sono gli Stati Uniti che devono essere raggirati e indotti a combattere la guerra di Israele. Purtroppo, ingannare l’America è ciò che Israele sa fare meglio.

Gli americani si illudono che gli Stati Uniti prevarranno in una guerra con l’Iran. Ma non è vero. L’Iran si sta preparando a una guerra con gli Stati Uniti da oltre due decenni ed è pronto. Ha sviluppato una tecnologia missilistica che supera di gran lunga qualsiasi cosa attualmente disponibile nell’arsenale del Pentagono ed è pienamente preparato a condurre una guerra asimmetrica prolungata che provocherà un crollo violento delle più importanti catene di approvvigionamento, seguito da una fragorosa caduta dei mercati globali. In conclusione: se gli Stati Uniti attaccheranno l’Iran, Washington subirà un duro colpo che metterà fine al suo dominio nella regione e, forse, nel mondo.

I vertici del Pentagono questo lo sanno, così come lo sanno molti membri della comunità dei servizi segreti. Sanno che una guerra con l’Iran è una missione impossibile e una corsia preferenziale verso la pattumiera della storia. Ecco perché Israele ha ritardato così a lungo il suo attacco di rappresaglia contro l’Iran, perché Tel Aviv e il Pentagono non sono sulla stessa lunghezza d’onda. Nonostante ciò, Netanyahu sta andando avanti supponendo – giustamente – che gli Stati Uniti salveranno Israele se la sua sopravvivenza fosse seriamente minacciata da un attacco missilistico iraniano. Ma, non fraintendetemi, i generali e i leader militari statunitensi non vogliono questa guerra, ed è per questo che l’attacco di Israele all’Iran è stato ritardato. Non si tratta solo di scegliere gli obiettivi appropriati (come i media vorrebbero far credere), si tratta di capire se gli Stati Uniti sono pronti ad entrare in guerra con l’Iran e (potenzialmente) con i suoi alleati, Russia e Cina. (Vale la pena notare che il Primo Ministro russo Mikhail Mishustin aveva visitato Teheran solo due giorni prima dell’attacco missilistico iraniano contro Israele. Ciò suggerisce che l’Iran aveva avuto il via libera da Mosca per intraprendere un’azione che soddisfa la definizione legale di “autodifesa”).

Si tenga presente che sono passati 9 giorni da quando l’Iran ha attaccato Israele infliggendo gravi danni ad alcune basi militari e a una piattaforma per l’estrazione di gas al largo della costa di Gaza. La maggior parte degli analisti si aspettava che Israele rispondesse immediatamente, come avevano promesso molti leader israeliani (compreso Netanyahu). Ma ad oggi, a più di una settimana di distanza, non è successo nulla e il motivo per cui non è successo nulla è che c’è una spaccatura tra i fanatici pro Israele al Dipartimento di Stato e alla Casa Bianca e i realisti dalla mente sobria al Pentagono. (Il Pentagono non vuole una guerra con l’Iran). E, sebbene la questione non sia ancora stata risolta, sembra che Bibi stia per premere il grilletto con o senza una dichiarazione formale di sostegno da parte degli Stati Uniti. Ancora una volta, Netanyahu parte dal presupposto che se Israele dovesse trovarsi nei guai – come sicuramente accadrà – lo zio Sam si butterà nella mischia.

Il problema, ovviamente, è che gli Stati Uniti non possono vincere una guerra convenzionale con l’Iran e, se ci provassero, vedrebbero le loro basi militari, i loro campi d’aviazione e un numero considerevole di soldati scomparire in una colonna di fumo nero. Date un’occhiata a questo articolo di Scott Ritter che spiega cosa ci aspetta:

Ricordiamo che, quando Trump era presidente, gli iraniani avevano abbattuto un drone Global Hawk del valore di oltre 100 milioni di dollari. …. cosa che aveva fatto infuriare Trump. E aveva detto che dovevamo colpire i siti di difesa aerea che avevano abbattuto il Global Hawk. Il Pentagono  aveva risposto che “se lo facciamo si metterà in moto un ciclo di escalation e il risultato sarà che l’Iran distruggerà ogni nostra base (militare nella regione) e non potremo fare nulla per fermarlo. …oltre a chiudere lo Stretto di Hormuz e interrompere le forniture globali di petrolio, cosa che innescherà un collasso dell’economia globale. E voi ci ordinate di invadere l’Iran. Ma adesso non possiamo farlo. Ci vorrebbero mesi o anni per mettere insieme le forze necessarie per intraprendere un’azione del genere e, anche in quel caso, non c’è garanzia di vittoria. È sicuro di volerlo fare, signor Presidente”? E Trump aveva risposto “No”.

Lo stesso problema esiste oggi. Joe Biden e Kamala Harris sono stati informati di questa realtà. Donald Trump la conosce già. Non possiamo sconfiggere l’Iran in una lotta convenzionale. Ed ecco la svolta: L’IRGC ha rilasciato un comunicato stampa in cui si legge…. “La fede islamica permette che le cose cambino nel tempo se emerge una minaccia contro la Repubblica Islamica. E, se questa minaccia si manifesta, l’Iran riconsidererà la sua posizione sulle armi nucleari”. All’Iran mancano letteralmente pochi giorni per essere in grado di produrre un’arma nucleare. Se gli Stati Uniti o Israele vogliono giocare al nucleare, l’Iran è pronto a farlo. Questo cambia tutto, perché Israele non può più dire: “Noi possiamo colpire voi, ma voi non potete colpire noi”. L’Iran ha messo insieme tutti i pezzi e sarà questione di giorni prima che abbia un dispositivo nucleare funzionante in grado di essere montato su un missile che non può essere abbattuto e che sarà lanciato contro Israele o contro obiettivi americani nella regione.

Si tratta di una svolta epocale. I giorni in cui gli Stati Uniti potevano intimidire l’Iran sono finiti, passati, sono solo un ricordo. E lo stesso vale per Israele. Israele può essere spazzato via domani. L’Iran è pronto a lanciare 2.000 missili contro Israele nel giro di poche ore. Questi missili distruggerebbero l’intera infrastruttura di Israele, comprese tutte le centrali elettriche, tutti gli impianti di depurazione dell’acqua, tutto ciò che ha a che fare con la moderna società civile sarà eliminato perché non può essere difeso e perché Israele non ha un posto dove ritirarsi. Verrebbe letteralmente bombardato fino all’età della pietra, e questo senza usare armi nucleari. Tre o cinque armi nucleari cancellerebbero Israele dalla faccia della terra. Non ci sarebbe più Israele. Questa è la realtà che Israele deve affrontare oggi. Questa è la fragilità che Benjamin Netanyahu ha portato allo Stato e al popolo israeliano.  Scott Ritter and Judge Napolitano: The Middle East One year after October 7th 2023, You Tube; 10:15 min.

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Mentre Ritter chiarisce in modo eccellente le possibili insidie insite in una conflagrazione con l’Iran, altri analisti si sono concentrati sulla geografia di base del campo di battaglia e su come questa potrebbe influire sull’esito della guerra. Ecco un estratto di un articolo che mostra quanto siano realmente vulnerabili le basi statunitensi nella regione.

Molti militari statunitensi in Medio Oriente sono di stanza nelle basi lungo il Golfo Persico in Qatar, Bahrein, Kuwait, Emirati Arabi Uniti (EAU) e nella parte orientale dell’Arabia Saudita. Ne sono un esempio la base aerea di Al Udeid in Qatar, la Naval Support Activity in Bahrain e Camp Arifjan in Kuwait.

Mantenere una presenza militare avanzata nel Golfo Persico è vitale per garantire gli interessi americani, ma queste basi si trovano nel raggio d’azione del sempre più formidabile arsenale iraniano di missili balistici, missili da crociera e droni. A peggiorare le cose, negli ultimi anni l’Iran e i suoi proxy hanno ripetutamente dimostrato di essere in grado e disposti ad usare tutti e tre questi tipi di sistemi d’arma per colpire le forze statunitensi e dei loro partner nella regione.

L’Iran possiede il più grande arsenale di missili balistici della regione, con almeno otto tipi di missili balistici a corto raggio (SRBM), tutti in grado di colpire le basi statunitensi lungo il Golfo Persico dal territorio iraniano. I missili balistici sono particolarmente pericolosi, poiché la loro elevata velocità li rende più difficili da intercettare rispetto ai missili da crociera o ai droni (una volta individuati). La maggior parte degli SRBM iraniani impiega propellenti solidi, il che significa che richiedono meno tempo per la preparazione al lancio e possono essere riforniti di carburante e conservati per periodi di tempo più lunghi….

Ma questo non basta. Il Congresso dovrebbe anche spingere il Pentagono a replicare altrove le capacità militari vitali che attualmente risiedono esclusivamente o principalmente in grandi e vulnerabili basi nel Golfo Persico vicino all’Iran, in particolare ad Al Udeid. Le alternative dovrebbero includere una serie di basi più piccole nella regione, al di là della portata di alcune capacità iraniane. Don’t over-concentrate US forces in the Middle East, FDD

Non sembra che gli autori stiano consigliando ai vertici statunitensi di “andarsene subito via da Dodge City” per evitare una catastrofe senza precedenti? Non sembra che le basi e il personale degli Stati Uniti siano sovraesposti e possano essere distrutti dai missili balistici di ultima generazione dell’Iran? Non sembra che la vendicativa rappresaglia di Bibi potrebbe costare vite americane e compromettere gli interessi americani?

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Nel nostro ultimo articolo, c’eravamo concentrati su molti degli stessi punti che sottolineiamo qui. A rischio di essere ripetitivi, includiamo un breve spezzone di un precedente articolo che illustra i rischi per le basi americane nella regione:

“Questi aerei (statunitensi) sono in gran parte dislocati in località lungo la costa meridionale del Golfo Arabico... un artefatto della pianificazione contro [possibili] incursioni russe negli anni ’70 e le campagne in Iraq e Afghanistan dei primi decenni di questo secolo. Sono vicini all’Iran, il che significa che devono compire solo un breve tragitto per arrivare in zona operativa… ma questa è anche la loro grande vulnerabilità. Sono così vicine all’Iran che i missili lanciati dall’Iran impiegherebbero cinque minuti o meno per raggiungere le loro basi”…

La cosa più dannosa è che

“queste basi sono tutte difese da Patriot e da altri sistemi difensivi. Purtroppo, a distanza così ravvicinata dall’Iran, la capacità dell’attaccante di saturare e sopraffare la difesa è molto reale”.…

Dopo aver elencato tutte le prospettive di una vittoria di Teheran, McKenzie lamenta amaramente che “è difficile sfuggire alla conclusione che la nostra attuale struttura di basi è scarsamente preparata per quello che sarà il più probabile scontro del futuro”. L’Impero “non sarà in grado di mantenere queste basi in un conflitto aperto, perché saranno rese inutilizzabili da un attacco iraniano prolungato”. La prevaricazione imperiale in Asia occidentale è ora vittima della “semplice tirannia della geografia”. ….

“Gli iraniani vedono questo problema con la stessa chiarezza con cui lo vediamo noi, e questo è uno dei motivi per cui hanno creato la loro grande e altamente capace forza missilistica e di droni”.

La questione che rimane aperta è se, alla luce del 1° ottobre, la supremazia sul campo di battaglia della Resistenza in Asia occidentale sarà finalmente compresa dai suoi avversari. Come aveva osservato una volta lo stratega militare russo Igor Korotchenko, “questa razza anglosassone non capisce altro che la forza”. Collapsing Empire: Iran Throws Down Gauntlet, Kit Klarenberg, Global Delinquents

La squadra di Biden deve riflettere a lungo sulla mossa che sta per fare. Quando un esperto vi dice che “la nostra attuale struttura di basi è mal preparata per la battaglia che si prospetta”, significa che le vostre basi, i vostri uomini e i vostri sistemi d’arma non possono essere protetti e sono quindi condannati. E quando lo stesso esperto vi dice che “non sarete in grado di mantenere queste basi in un… conflitto, perché saranno rese inutilizzabili da un attacco iraniano prolungato”, significa che il vostro nemico farà saltare in aria l’intera operazione.

Non sarebbe più saggio riflettere su queste questioni invece di dare incautamente un altro assegno in bianco a un folle genocida che sta semplicemente usando gli Stati Uniti per portare avanti la sua agenda etno-lunatica?

Naturalmente, qualcuno obietterà che, se si dovesse arrivare al dunque, gli Stati Uniti potrebbero sempre attingere al loro arsenale nucleare e trasformare Teheran in un parcheggio. Questo è vero, ma è anche vero che l’Iran ha piazzato i suoi missili balistici ipersonici in tutto il Paese, il che significa che – se l’Iran è destinato a diventare un parcheggio – anche Israele andrà incontro allo stesso identico destino.

In effetti, qualcuno la chiamerebbe “giustizia poetica”.

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NOTIZIA DELL’ULTIMA ORA: Il parlamento iraniano starebbe elaborando un disegno di legge per creare un’alleanza militare ufficiale tra tutti i componenti dell’Asse della Resistenza, che comprende Iran, Siria, Yemen, Iraq, Hezbollah e Hamas. Il disegno di legge menziona la creazione di una sala operativa congiunta e di una infrastruttura militare unificata, nonché esercitazioni militari congiunte e l’obbligo di inviare aiuti militari e umanitari in caso di qualsiasi atto di aggressione da parte degli Stati Uniti o di Israele contro una delle parti -Tasnim.

Mike Whitney

Fonte: unz.com
Link: https://www.unz.com/mwhitney/if-tehran-is-turned-into-a-parking-lot-israel-will-be-soon-to-follow/
09.10.2024
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org

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