Pepe Escobar
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All’inizio della settimana è accaduto qualcosa di molto importante ad Astana, durante la riunione del Consiglio dei ministri degli Affari esteri dell’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai (SCO).
Il ministro degli Esteri cinese Wang Yi è andato dritto al punto: ha chiesto ai membri della SCO di “mantenere la propria autonomia strategica” e di “non permettere mai a forze esterne” di trasformare l’Eurasia in una “arena geopolitica“.
Wang Yi ha illustrato come “alcuni Paesi stiano perseguendo l’egemonia e il potere, formando piccole cricche, stabilendo regole nascoste, impegnandosi in interferenze e soppressioni, ‘disaccoppiando e tagliando i legami’ e persino aiutando le ‘tre forze’ nella regione“, tentando così di sopprimere l’autonomia strategica del Sud globale.
Le “tre forze” sono il codice cinese per indicare il terrorismo, il separatismo e l’estremismo religioso – in realtà le tre ragioni principali che avevano portato alla fondazione della SCO nel 2001, poco prima dell’11 settembre.
La traduzione diretta del messaggio di Wang indica che Pechino è assai consapevole della miriade di tattiche di guerra ibrida che l’Egemone sta ora dispiegando in tutto l’Heartland. Tuttavia, Pechino eccelle in gentilezza, chiedendo una cooperazione di sicurezza “comune, completa, cooperativa e sostenibile” e di lavorare con la “comunità internazionale“.
Il problema è che la “comunità internazionale” è ostaggio dell'”ordine internazionale basato sulle regole”.
Ridefinire le “tre forze“
La prossima riunione dei capi di Stato della SCO si terrà ad Astana a luglio, solo un mese dopo una cruciale riunione ministeriale dei BRICS in Russia. Due mesi fa, il presidente kazako Kassym-Jomart Tokayev, in occasione di un incontro a Boao, nella provincia cinese di Hainan, aveva chiarito che tutti i leader degli Stati membri della SCO non potranno assolutamente non partecipare.
Prima o poi, forse già l’anno prossimo, BRICS e SCO potrebbero lavorare non solo in tandem, ma anche condividere lo stesso tavolo.
Il vertice SCO di quest’anno non è solo cruciale in termini di riorganizzazione di una vera e propria guerra al terrorismo e contro le tattiche degli egemoni, ma anche per l’espansione della SCO e il miglioramento della cooperazione economica e commerciale.
La Bielorussia diventerà membro a pieno titolo della SCO a luglio, come ha già confermato il Presidente Lukashenko. L’anno scorso anche il gabinetto dell’Arabia Saudita aveva approvato la decisione di aderire alla SCO.
Solo tre mesi fa a Pechino, durante la celebrazione del 20° anniversario del segretariato della SCO, Wang, subito dopo il suo fatidico incontro faccia a faccia con Putin a Mosca nel 2023, aveva fatto eco al Presidente Xi: “Sono in atto cambiamenti mai visti in un secolo“. Da qui la rinnovata importanza della SCO, di fatto la più grande organizzazione multilaterale non occidentale incentrata sulla cooperazione politica e di sicurezza e uno dei pilastri del multipolarismo.
È inutile sottolineare, ancora una volta, che la SCO è ignorata, liquidata o fraintesa dall’Occidente collettivo, poiché non si basa su un’espansione militare infinita in stile NATO. La SCO si basa totalmente sull’integrazione Sud-Sud. Non è un’impresa da poco avere India, Cina, Pakistan e Iran sullo stesso tavolo a discutere da pari a pari – e rispettando le priorità dei loro partner dell’Asia Centrale/Heartland.
Nel corso degli anni, al tavolo della SCO si è finito per discutere di tutto, ben oltre il focus iniziale sulle “tre forze“: diplomazia, difesa nazionale, sicurezza, economia, commercio, cultura, istruzione, trasporti, tecnologia, agricoltura.
La SCO è al centro del partenariato strategico multimodale Russia-Cina, ma sta anche guidando la crescente interconnessione economica tra la Cina e gli “stan” dell’Asia centrale.
Nell’Anno della Grande Decisione – in cui la presidenza russa dei BRICS dovrebbe delineare la road map privilegiata per un sistema di relazioni internazionali più equo – gli attori della SCO sembrano essere pienamente consapevoli che le “tre forze” costituiscono non a caso la tattica preferita di guerra ibrida messa in campo dall’Impero del Caos per dividere e governare.
Ciò vale non solo per dei loschi gruppi jihadisti come l’ISIS-Khorasan, ma anche per il controllo che l’Impero esercita sui racket globali della droga, del traffico di esseri umani e di organi.
Lentamente e inesorabilmente stiamo raggiungendo il livello successivo: la SCO che si impegna a fondo, come organizzazione multilaterale, contro le tattiche terroristiche di un egemone che incoraggia persino il genocidio.
Il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov non poteva essere più esplicito al termine del vertice di Astana:
“La necessità di sviluppare approcci comuni per garantire la sicurezza e la cooperazione eurasiatica da parte degli stessi Stati di questo continente è urgente. Abbiamo sottolineato che la SCO può svolgere il ruolo di catalizzatore di questi processi, coinvolgendo altri partner nella regione”.
In pratica, Lavrov ha parlato di un nuovo impulso per il Comitato esecutivo della Struttura regionale antiterrorismo (RATS). Traduzione: Il RATS amplierà il suo mandato sulla sicurezza delle informazioni, sulla lotta alla criminalità organizzata e sull’approfondimento delle connessioni tra il traffico di droga e il finanziamento del terrorismo.
Siete pronti per il confronto che desiderate?
A tutto ciò si aggiunga che il capo dell’FSB, Alexander Bortnikov, è stato più che esplicito in occasione di un vertice della CSI a Bishkek, in Kirghizistan, sulle prossime mosse dell’Impero del Caos e dei suoi vassalli.
I quattro punti salienti:
1. Gli Stati Uniti, il Regno Unito e la NATO sono ora in modalità guerra ibrida totale contro la Russia.
2. La NATO sta facilitando un massiccio trasferimento verso l’Ucraina di terroristi/jihadisti provenienti da diverse latitudini e alcuni di questi, specialmente quelli di marca ISIS-K, strumentalizzati in tutto l’Heartland. Una legione straniera del terrore, che dovrebbe essere considerata il nemico numero uno della SCO. Bortnikov ha fatto riferimento alla “costante rotazione dei militanti nelle zone siro-irachene e afghano-pakistane e all’emergere di nuovi campi di addestramento dei militanti vicino ai confini meridionali del Commonwealth“.
3. L’Ucraina si è data al Terrorismo Totale, con incursioni di sabotaggio non-stop attraverso i confini della Russia.
4. Una nota positiva: la Maggioranza Globale si sta muovendo: la Russia collabora in modo sempre più stretto con decine di nazioni dell’Asia occidentale, dell’Asia allargata, dell’Africa e dell’America Latina.
Nelle ultime settimane, dopo una serie di straordinarie “coincidenze”, dai tentativi di assassinio da parte di “lupi solitari” ai colpi di stato architettati, alle vere e proprie minacce e alle misteriose sparizioni, l’intero ecosistema BRICS-SCO deve essere in stato di massima allerta.
Dopo l’epico vertice Putin-Xi a Pechino e il dramma dell’elicottero di Raisi, più strano di un racconto di fantasia, la rinnovata solidità dei partenariati strategici interconnessi Russia-Cina-Iran fa capire che Russia e Cina stanno per togliersi i guanti di velluto.
Putin e Xi, ciascuno a modo suo, hanno già avvertito l’Occidente collettivamente imbecille: se volete il confronto, avrete il confronto. In abbondanza. E a vostro rischio e pericolo.
La madre di tutte le prove, in arrivo quest’estate, sarà vedere quanto in là si spingerà la NATO quando si tratterà di attaccare direttamente la Federazione Russa. Il primo ministro ungherese Viktor Orban ha avvertito che “l’Europa si sta preparando ad iniziare una guerra con la Russia“.
Le “élite” politico-militari dell’Eurotrash, incolte e ignoranti, sono ovviamente del tutto incapaci di comprendere la realtà al di fuori della loro bolla. Inoltre, interpretano come debolezza la pazienza e l’approccio legalistico russo. Ebbene: le fonti di intelligence di Mosca stanno ora chiarendo, in via ufficiosa, che la risposta, se proveranno a fare qualcosa di stupido, sarà devastante.
A livello di BRICS, c’è una sorta di tentativo dell’ultimo minuto di disinnescare l’incandescenza. Wang Yi e il principale consigliere del Presidente Lula per la politica estera, Celso Amorim, hanno rilasciato una dichiarazione in cui si delinea un'”intesa comune” su una strategia finale in Ucraina.
In sostanza, la dichiarazione recita che “la Cina e il Brasile sosterranno l’organizzazione di una conferenza di pace internazionale al momento opportuno, riconosciuta sia dalla Russia che dall’Ucraina, con una partecipazione paritaria di tutte le parti e una discussione equa di tutti i piani di pace“. L’Impero del Caos, ovviamente, rifiuterà.
Pechino si concentra sulle provocazioni dell’Impero del Caos a Taiwan, mentre Mosca si concentra sulle provocazioni della NATO in Ucraina. Entrambe ne hanno abbastanza di essere “educate”. Volete lo scontro? Lo scontro è ciò che otterrete.
Pepe Escobar
Fonte: strategic-culture.su
Link: https://strategic-culture.su/news/2024/05/25/russia-and-china-have-had-enough/
25.05.2024
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org
Pepe Escobar è un analista geopolitico e autore indipendente. Il suo ultimo libro è Raging Twenties. È stato politicamente cancellato da Facebook e Twitter. È possibile seguirlo su su Telegram.