Gli autori dello studio hanno scoperto che grazie all’impiego dell’ Ivermectina si potrà assistere ad una significativa riduzione del tasso di mortalità da Covid-19 e anche ad una riduzione dei tempi di recupero dalla malattia.
Doug Mainwaring – LifeSiteNews – 6 maggio 2021
La rivista “The American Journal of Therapeutics” ha pubblicato i risultati di una ricerca sull’Ivermectina, auspicandone l’impiego globale e sistematico come trattamento per la Covid-19. Il farmaco, normalmente utilizzato come anti-elmintico, è stato usato con successo in varie parti del mondo contro la Covid, ma è stato sempre screditato ed escluso dai protocolli terapeutici “ufficiali”.
Questa è una notizia molto positiva dato che i governi locali e nazionali di tutto il mondo stanno cercando imporre normative per rendere obbligatori i vaccini come condizione per consentire alle persone di tornare alla normalità. In molti si chiedono se i governi mondiali e Big Pharma abbiano come programma spingere le vaccinazioni di massa eliminando al tempo stesso metodi più economici ed efficaci di trattare il coronavirus.
In un articolo intitolato Review of the Emerging Evidence Demonstrating the Efficacy of Ivermectin in the Prophylaxis and Treatment of Covid-19 (Studio delle prove più recenti che dimostrano l’efficacia dell’ivermectina nella profilassi e nel trattamento della Covid-19) gli autori hanno dimostrato che, attraverso una assunzione regolare di ivermectina, si assiste ad “una importante riduzione del tasso di mortalità, dei tempi di recupero e, anche, della possibilità di contrarre la Covid.
In questo studio, i ricercatori citano esempi di “campagne di distribuzione di ivermectina che hanno portato ad una rapida diminuzione della morbilità e della mortalità in tutta la popolazione [presa in esame]” e che questo porta a concludere che “l’ivermectina è efficace in tutte le fasi della Covid-19”.
A dicembre la Associated Press ha cercato di smontare le teorie secondo le quali l’ivermectina avrebbe “un’efficacia miracolosa che annulla” la trasmissione del virus e, quindi, la gente non si ammalerà più”.
La Food and Drug Administration (FDA) statunitense continua mettere in guardia gli americani dal consumare ivermectina per trattare o per prevenire il Coronavirus.
Nonostante l’atteggiamento negativo della FDA, nel mese di gennaio l’Istituto Nazionale della Sanità (NIH) ha rivisto la propria posizione sull’impiego dell’ivermectina, classificandola come opzione per il trattamento della Covid-19. Lo scorso agosto, a dire il vero, l’Istituto non raccomandava l’uso dell’ivermectina per il trattamento, nonostante il crescente numero di studi e rapporti che mostravano dei risultati, spesso miracolosi, associati all’uso del farmaco.
Abbondanza di prove che dimostrano l’efficacia dell’ivermectina nel trattamento contro la Covid-19.
In contrasto al crescente numero di effetti collaterali debilitanti o decessi associati alla somministrazione dei vari vaccini, numerosi altri studi hanno dimostrato basse percentuali di effetti avversi dovuti all’uso di ivermectina. Secondo gli autori dello studio sopra menzionato, l’efficacia dell’ivermectina è supportata dalle seguenti motivazioni:
- Sin dal 2012 molti studi di laboratorio hanno dimostrato che l’ivermectina inibisce la riproduzione di molti virus, tra cui quello di influenza, Zika, Dengue e altri.
- L’ivermectina inibisce anche la riproduzione del SARS-CoV-2 e il legame ai tessuti del malato attraverso determinati meccanismi osservati e proposti.
- L’ivermectina ha fortissime proprietà antinfiammatorie. I dati “in vitro” hann dimostrato che il farmaco impedisce sia la produzione di citochine sia la trascrizione del fattore nucleare -kB (NF-kB), che causa l’infiammazione.
- Il farmaco riduce significativamente la carica virale e protegge dai danni organici in diversi modelli animali infettati con SARS-CoV-2 o Coronavirus simili.
- L’ivermectina previene la trasmissione e lo sviluppo della Covid-19 in caso di contatto con persone infette.
- Accelera il recupero e previene effetti collaterali negativi in soggetti con malattie più o meno gravi trattati poco dopo l’insorgenza dei primi sintomi.
- Accelera la ripresa ed evita il ricovero in terapia intensiva e la morte dei pazienti ospedalizzati.
- Riduce la mortalità dei pazienti Covid-19 in condizioni critiche.
- La sicurezza, la disponibilità e il costo del farmaco sono quasi insuperabili, data la bassa probabilità di importanti interazioni farmacologiche, con solo lievi e rari effetti collaterali osservati in quasi 40 anni di utilizzo e miliardi di dosi somministrate.
- L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha incluso l’ivermectina nel proprio “Elenco dei medicinali essenziali”.
Gli autori fanno notare che:
“Nel contesto della sicurezza di lunga data dell’ivermectina, del basso costo e dell’ampia disponibilità insieme alla consistente, riproducibile, grande ampiezza dei risultati sui tassi di trasmissione, la necessità di ospedalizzazione e la mortalità, è stato proposto un ampio impiego sia nella prevenzione che nel trattamento”.
E concludono:
“Sulla base della totalità delle prove e delle evidenze epidemiologiche presentate in questa revisione, l’ivermectina dovrebbe essere impiegata globalmente e sistematicamente nella prevenzione e nel trattamento della Covid-19″.
All’inizio dell’anno, Youtube ha rimosso dall’account ufficiale di un senatore americano il video di un’udienza del Senato sui trattamenti del Coronavirus. La piattaforma video di proprietà di Google ha sostenuto che i video violavano la politica di disinformazione Covid-19.
Uno dei video ora cancellati era del Dr. Pierre Kory, membro fondatore del Front Line Covid Critical Care Alliance (FLCCC) “un gruppo di leader di grande rilevanza nel campo delle terapie critiche” che cerca di frenare l’eccessiva mortalità causata dal SARS-CoV-2. FLCCC ha sviluppato un trattamento che ha ridotto dell’83% il tasso di mortalità negli ospedali in cui questo trattamento è stato utilizzato.
Nell’udienza, Kory dichiarò:
“Negli ultimi tre o quattro mesi, le pubblicazioni emergenti forniscono dati conclusivi sulla profonda efficacia dell’agente antiparassitario, antivirale e antinfiammatorio chiamato ivermectina in tutte le fasi della malattia.”
Aggiungendo:
“L’ivermectina è altamente sicura, ampiamente disponibile e a basso costo. Ora abbiamo dati da oltre 20 studi clinici ben progettati, 10 dei quali randomizzati e controllati, con ogni studio che riporta costantemente grandi dimensioni e benefici statisticamente significativi nel diminuire i tassi di trasmissione, accorciare i tempi di recupero, diminuire le ospedalizzazioni, o grandi riduzioni dei decessi”.
Traduzione di Francesco Paparella per ComeDonChisciotte