Spionaggio e Propaganda attraverso Facebook e Twitter
DI JULES LÉVESQUE
Global Research
Un nuovo studio del Mediterranean Council for Intelligence Studies (MCIS), pubblicato sull’annuario del 2012 illustra l’utilizzo dei social media come “l’avanguardia nella raccolta gratuita di informazioni dell’intelligence strategica”. Joseph Fitsanakis di IntelNews.org, co-autore dello studio, spiega:
Quello che lo studio omette, comunque,
è l’utilizzo dei social media da parte delle agenzie
di spionaggio per altri scopi. Lo studio ci porta a credere che i
social media siano soltanto uno strumento per la raccolta di informazioni,
mentre in realtà una serie di rapporti hanno dimostrato come essi siano
usati per la propaganda, anche con la creazione di identità fittizie
a favore di operazioni segrete.
Queste pratiche sono discusse in “Army of Fake Social Media
Friends to Promote Propaganda”
(l’Armata di finti amici sui social media per promuovere propaganda,
ndt), “Social
Media: Air Force ordered software to manage army of Fake Virtual People” (social media: l’aeronautica militare
ha ordinato un software per gestire l’armata di falsi profili virtuali,
ndt) e “Pentagon
Seeks to Manipulate Social Media for Propaganda Purposes”, (“Il Pentagono prova a manipolare i
Social media a scopo di Propaganda”, ndt) pubblicate su Global Research
nel 2011.
Lo studio del MCIS si fonda in parte
sulla struttura della “Primavera araba” che presumibilmente “spinse
il Governo statunitense a sviluppare linee guida per raccogliere informazioni
dai social network”. (Ibid.)
Di nuovo, questo esclude il fatto che
il governo statunitense fornisca “addestramento degli attivisti”
stranieri per destabilizzare il loro paese d’origine. Questa tattica
è descritta in maniera dettagliata nell’ultimo articolo di Tony Cartalucci, “Egypt: US-funded Agitators
on Trial: US “Democracy Promotion” = Foreign-funded Sedition” (Egitto: sotto processo gli agitatori supportati
dagli Usa: la promozione della democrazia degli Usa come eversione supportata
dagli stranieri, ndt).
La “cyber-dissidenza” è sponsorizzata
tra gli altri dalla Freedom House, collegata alla CIA. Il primo degli eventi
per la Libertà Umana del Bush Institute, co-sponsorizzato dalla Freedom
House era intitolato
“Conferenza sui Cyber-Dissidenti: successi globali e sfide”.
ha sottolineato lavoro, metodi, coraggio e conquiste dei suoi
otto dissidenti invitati come relatori, e provenienti da sette Paesi.
Cinque di questi sono posti in cui la libertà
è stata annientata (tutti valutati come
“non libero” da Freedom House): Cina, Cuba, Iran, Siria
e Russia. Gli altri due sono posti in cui la libertà
è in pericolo (entrambi valutati come
“parzialmente libero” da Freedom House) a causa o di un Governo
autoritario che accumula sempre più
potere, come in Venezuela, o a causa della minaccia di gruppi terroristici
interni, come in Colombia. (
TheConference on Cyber Dissidents: Global Successes and Challenges
, The George W. Bush Presidential Center)I Paesi in cui “la libertà
è stata annientata” e che sono alleati degli Stati Uniti, come
il Bahrein o l’Arabia Saudita, non sono menzionati. L’unico alleato
degli USA citato è la Colombia ed è descritto come un Paese in cui
la libertà è “minacciata da gruppi terroristici” piuttosto
che dal suo governo. È importante notare come il governo colombiano
sia stato accusato di spiare i giornalisti e che la Inter-American
Commission on Human Rights (IACHR)] dica che la libertà
di espressione “a malapena esiste” in Colombia.
L’obiettivo dell’“addestramento
degli attivisti” delle ONG statunitensi è quello di destabilizzare
i nemici politici dell’America in nome della libertà. La “cyber-dissidenza”
è usata a turno dalle agenzie di spionaggio per operazioni segrete.
Fonte: SOCIAL MEDIA “TACTICAL INTELLIGENCE COLLECTION”: Spying and Propaganda using Facebook, Twitter
15.02.2012
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di ELISA DINARDO